Trekking in Val Gesso
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Trekking in Val Gesso
Quest'estate insieme a Lara, Paoli e Maurizio abbiamo deciso di strascorrere le vacanze insieme facendo un trekking nel cuore delle Alpi Marittime girando in torno ai tre monti più significativi della Val Gesso: il Monte Matto, l'Argentea e il Gelas.
E' stato un giro molto bello che consiglio agli appassionati dei giri da rifugio a rifugio che non ha niente da invidiare ai più famosi e frequentati trekking nelle dolomiti.
1° giorno - Sant'Anna-Rifugio Livio Bianco
Partiamo Venerdì 8 Agosto in tarda mattinata, alle 15.00 siamo pronti zaini in spalla per partire da Sant'Anna. Saliamo con molta calma e qualche sosta forzata per assestare i pesanti zaini. Nonostante il caldo la salita è piacevole soprattutto per i molti lamponi ai margini della mulattiera. In poco meno di tre ore siamo al Rifugio Livio Bianco (1890 m), posto in splendida posizione sulle sponde del lago Sottano di Sella. Qui ottima cena e preziosi consigli del gestore sui sentieri che dovremmo percorrere nei giorni a venire.
2° giorno- Rifugio Livio Bianco-Rifugio Questa per il Passo della Paur
Forse è la tappa più lunga del nostro trekking. Cominciamo a camminare per le otto del mattino. Gli zaini si fanno sentire pesanti sulle nostre spalle e rallentano non poco il ritmo di salita. Lo spettacolo che ci circonda è però dei migliori, dal rifugio Livio Bianco si sale al Lago soprano di Sella di cui si percorre la sponda nord. Dal lago si gode di una bellissima vista del lago stesso e del massiccio del Monte Matto. Continiamo a salire e raggiungiamo così il colle della Valletta. Qui raggiunta quota 2488 m ci prendiamo una sosta. Riprendiamo quindi la salita verso il colle della Paur passando per un vallone molto selvaggio costellato di piccoli laghetti. Lo risaliamo sino a guadagnare una larga cresta posta propio di fronte al massiccio del Monte Matto.
Sino a qui abbiamo sempre camminato su un'ottima mulattiera, ora però bisogna risalire su ripida pietraia l'ultimo pendio che ci porta in cima al Passo della Paur ( 2890 m). Sulla pietraia causa anche un nevaietto residuo facciamo un po' di fatica a seguire i bolli che segnano il percorso da seguire, riusciamo comunque ad arrivare al passo senza incontrare grosse difficoltà. Arriviamo in cima al passo alle 13.00. Dal passo affrontiamo prima una ripida discesa su sentierino e poi una noiosa pietraia che ci porta sino ai laghi di Valrossa. Dai Laghi bel sentiero in costa ci porta sino al Lago di Valscura.
Da qui si prende la bella mulattiera militare che passando per il lago del Claus ci porta al Rifugio Questa, dove ci attende una meritata cenetta.
3° giorno Riposo al Rifugio Questa
Dopo la lunga tappa di sabato ci concediamo un bel giorno di riposo tra il lago di Portette e il Lago del Claus
4° giorno dal Rifugio Questa al Rifugio Remondino
Ristorati dalla giornata di riposo partiamo dal Questa verso le otto del mattino. Su bella mulattiera militare affrontiamo il Colletto del Valasco per poi scendere ai laghi di Fremamorta. Breve sosta al primo lago e poi subito in cammino verso il secondo lago da dove comincia la lunga discesa sino
al Pian della Casa. Arriviamo al Piano della casa per mezzogiorno. Il tempo non promette benissimo, Lara però ha fame. Allora io e Lara ci fermiamo a mangiare mentre Paoli e Mauri preferiscono salire direttamente al Remondino. Rifocillati dal pranzo cominciamo la salita per l'una. in un'ora e tre quarti siamo al Remondino e riusciamo anche noi a scamparci il burascone che arriva puntuale per le quattro e mezza.
Dal Remondino la vista sull'Argentea e la Nasta e molto suggestiva. L'accoglienza invece è un po' più da albergone, pazienza...
5° giorno dal Rifugio Remondino al Rifugio Genova per il Passo del Brocan
Il giorno dopo la mattina non promette niente di buono. La cima della Nasta e dell'Argentea sono coperte, nubi fitte si susseguono in cielo trasportate da forte vento. Siamo un po' indecisi sul da farsi ma le previsioni danno in miglioramento e così decidiamo di partire. La salita al Brocan seppure molto semplice si svolge in ambiente selvaggio, sembra di essere in altissima montagna (complice forse anche il tempo con nubi basse e forte e vento).
Comunque i segni sono ottimi salvo prestare attenzione a tenersi sempre sulla destra per evitare di finire al Lago di Nasta. Attraversiamo anchgew qualche nevaietto senza troppe difficoltà. La salita al Brocan mi è piaciuta d'avvero molto. Giunti al Brocan (2892 m) comincia una lunghissima discesa
verso il bacino del Chiotas. La discesa è varia e alterna tratti su sentiero a tratti un po' più noiosi su pietraie.
Per pranzo raggiungiamo il Rifugio Genova. Pensiamo di risalire al Morelli Buzzi in modo da tentare il passaggio per il passo nodale il giorno dopo ma non ci sono posti a dormire e così ci fermiamo al Genova.
6° giorno dal Rifugio Genova a Terme di Valdieri per il Passo del Chiapus
Dal Rifugio Genova percorriamo la sterrata che costeggia il bacino artificiale del Chiotas e poi cominciamo a risalire la mulattiera che posta in cima al Passo del Chiapus (2526 m). Scollinato il Passo in breve scendiamo al Rifugio Morelli Buzzi. Qui siamo indecisi se provare a fare il passo nodale o scendere semplicemente dal Lagarot di Laurusa. L'idea di un bel pediluvio al Lagarot vince e quindi decidiamo per la semplice discesa.
A Terme poi prenderemo la corriera che ci riporterà a Sant'Anna dove passeremo la notte alla Balma Meris
7° giorno Riposo e Terme di Vinadio
Giorno dedicato al riposo. Nel pomeriggio ci concediamo anche una rilassante seduta alle Terme di Vinadio (purtroppo quelle di Valdieri erano chiuse)
8° giorno San Giacomo-Rifugio Pagarì
Alle dieci del mattino abbiamo appuntamento con una nostra amica, Valentina che si unirà al nostro gruppo per gli ultimi quattro giorni di Trekking: il giro del Gelas. Partiamo da San Giacomo di buon passo anche perchè il tempo non promette niente di buono. Riusciamo a tenere un buon ritmo per tutta la lunga salita che ci porta ai 2650 metri del rifugio Pagarì. In tre ore e mezza riusciamo a salire al rifugio. Il sentiero e ottimo e lasciata la carrareccia di fondo valle sale sempre in modo costante ma mai troppo ripido.
Il rifugio Pagarì si trova in una splendida posizione propio sotto la vertiginosa parete della Maladia.
Il gestore Aladar merita una menzione per la cortesia e le molte iniziative che rendono il Pagarì uno dei più bei rifugi in cui sia mai stato. Basti dire che ha fatto un mini giardino botanico alpino propio di fronte al Rifugio, che si fa la birra sfruttando l'acqua della sorgente che rifornisce il rifugio, che usa solo saponi biologico, che la colazione spesso trascurata nei rifugi è abbondante con marmellate fatte in casa, biscotti e fette biscottate da agricoltura biologica.
9° giorno riposo al Pagarì
Giornata di semi riposo nella quale saliamo la vicina cima Pagarì. Vetta escursionistica propio sopra il passo Pagarì. Dal Passo si prende una traccia militare che sale evidente sino a delle trincee, da lì si risale semplicemente il pendio sino alla vetta. Dalla Cima Pagarì si gode di un bellissimo panorama sui vicini Clapier e Maladia, ma anche sul massiccio del Gelas le Valli Francesi sino alla Costa Azzurra e poi verso nordo lo sguardo spazia su gran parte delle Alpi, dalle alpi Marittime al Monviso al Gruppo del Rosa.
10° giorno Rifugio Pagarì- Refuge Madone de Fenestre
Partiamo la mattina prestissimo subito dopo aver visto una splendida alba dato che nel pomeriggio sono previsti temporali e la tappa è lunghetta.
Prima delle otto siamo già risaliti al Passo di Pagarì. Dal Passo si scende verso il Refuge de Nice passando per bei laghetti e pendii erbosi. Dal Refuge de Nice costeggiamo le sponde del Lago artificiale de la Fous sino a incontrare il sentiero che sale ripido sul colle du Mont Colomb. La salita è ripida ma agevole e così alle dieci siamo in cima la Colle. Affrontiamo quindi la discesa su pendi meno ripidi sino ad incontrare un nevaietto da attraversare che ci fa tenere il fiato sospeso per qualche istante a causa della neve gelata che non ci dà molto affidamento. Superato senza conseguenze il nevaietto proseguiamo su bel sentiero sino al Refuge de La Fenestre. Grazie alla partenza di buon ora (in cammino alle sette) per mezzogiorno siamo in vista del rifugio e così riusciamo a non prendere il temporale che puntuale arriverà nel primo pomeriggio.
11° giorno Refuge Madone de Fenestre- San Giacomo
Ultimo giono di trekking. Torniamo in Italia valicando il Colle di Finestra e poi torniamo a San Giacomo passando per il Rifugio Soria Ellena
E' stato un giro molto bello che consiglio agli appassionati dei giri da rifugio a rifugio che non ha niente da invidiare ai più famosi e frequentati trekking nelle dolomiti.
1° giorno - Sant'Anna-Rifugio Livio Bianco
Partiamo Venerdì 8 Agosto in tarda mattinata, alle 15.00 siamo pronti zaini in spalla per partire da Sant'Anna. Saliamo con molta calma e qualche sosta forzata per assestare i pesanti zaini. Nonostante il caldo la salita è piacevole soprattutto per i molti lamponi ai margini della mulattiera. In poco meno di tre ore siamo al Rifugio Livio Bianco (1890 m), posto in splendida posizione sulle sponde del lago Sottano di Sella. Qui ottima cena e preziosi consigli del gestore sui sentieri che dovremmo percorrere nei giorni a venire.
2° giorno- Rifugio Livio Bianco-Rifugio Questa per il Passo della Paur
Forse è la tappa più lunga del nostro trekking. Cominciamo a camminare per le otto del mattino. Gli zaini si fanno sentire pesanti sulle nostre spalle e rallentano non poco il ritmo di salita. Lo spettacolo che ci circonda è però dei migliori, dal rifugio Livio Bianco si sale al Lago soprano di Sella di cui si percorre la sponda nord. Dal lago si gode di una bellissima vista del lago stesso e del massiccio del Monte Matto. Continiamo a salire e raggiungiamo così il colle della Valletta. Qui raggiunta quota 2488 m ci prendiamo una sosta. Riprendiamo quindi la salita verso il colle della Paur passando per un vallone molto selvaggio costellato di piccoli laghetti. Lo risaliamo sino a guadagnare una larga cresta posta propio di fronte al massiccio del Monte Matto.
Sino a qui abbiamo sempre camminato su un'ottima mulattiera, ora però bisogna risalire su ripida pietraia l'ultimo pendio che ci porta in cima al Passo della Paur ( 2890 m). Sulla pietraia causa anche un nevaietto residuo facciamo un po' di fatica a seguire i bolli che segnano il percorso da seguire, riusciamo comunque ad arrivare al passo senza incontrare grosse difficoltà. Arriviamo in cima al passo alle 13.00. Dal passo affrontiamo prima una ripida discesa su sentierino e poi una noiosa pietraia che ci porta sino ai laghi di Valrossa. Dai Laghi bel sentiero in costa ci porta sino al Lago di Valscura.
Da qui si prende la bella mulattiera militare che passando per il lago del Claus ci porta al Rifugio Questa, dove ci attende una meritata cenetta.
3° giorno Riposo al Rifugio Questa
Dopo la lunga tappa di sabato ci concediamo un bel giorno di riposo tra il lago di Portette e il Lago del Claus
4° giorno dal Rifugio Questa al Rifugio Remondino
Ristorati dalla giornata di riposo partiamo dal Questa verso le otto del mattino. Su bella mulattiera militare affrontiamo il Colletto del Valasco per poi scendere ai laghi di Fremamorta. Breve sosta al primo lago e poi subito in cammino verso il secondo lago da dove comincia la lunga discesa sino
al Pian della Casa. Arriviamo al Piano della casa per mezzogiorno. Il tempo non promette benissimo, Lara però ha fame. Allora io e Lara ci fermiamo a mangiare mentre Paoli e Mauri preferiscono salire direttamente al Remondino. Rifocillati dal pranzo cominciamo la salita per l'una. in un'ora e tre quarti siamo al Remondino e riusciamo anche noi a scamparci il burascone che arriva puntuale per le quattro e mezza.
Dal Remondino la vista sull'Argentea e la Nasta e molto suggestiva. L'accoglienza invece è un po' più da albergone, pazienza...
5° giorno dal Rifugio Remondino al Rifugio Genova per il Passo del Brocan
Il giorno dopo la mattina non promette niente di buono. La cima della Nasta e dell'Argentea sono coperte, nubi fitte si susseguono in cielo trasportate da forte vento. Siamo un po' indecisi sul da farsi ma le previsioni danno in miglioramento e così decidiamo di partire. La salita al Brocan seppure molto semplice si svolge in ambiente selvaggio, sembra di essere in altissima montagna (complice forse anche il tempo con nubi basse e forte e vento).
Comunque i segni sono ottimi salvo prestare attenzione a tenersi sempre sulla destra per evitare di finire al Lago di Nasta. Attraversiamo anchgew qualche nevaietto senza troppe difficoltà. La salita al Brocan mi è piaciuta d'avvero molto. Giunti al Brocan (2892 m) comincia una lunghissima discesa
verso il bacino del Chiotas. La discesa è varia e alterna tratti su sentiero a tratti un po' più noiosi su pietraie.
Per pranzo raggiungiamo il Rifugio Genova. Pensiamo di risalire al Morelli Buzzi in modo da tentare il passaggio per il passo nodale il giorno dopo ma non ci sono posti a dormire e così ci fermiamo al Genova.
6° giorno dal Rifugio Genova a Terme di Valdieri per il Passo del Chiapus
Dal Rifugio Genova percorriamo la sterrata che costeggia il bacino artificiale del Chiotas e poi cominciamo a risalire la mulattiera che posta in cima al Passo del Chiapus (2526 m). Scollinato il Passo in breve scendiamo al Rifugio Morelli Buzzi. Qui siamo indecisi se provare a fare il passo nodale o scendere semplicemente dal Lagarot di Laurusa. L'idea di un bel pediluvio al Lagarot vince e quindi decidiamo per la semplice discesa.
A Terme poi prenderemo la corriera che ci riporterà a Sant'Anna dove passeremo la notte alla Balma Meris
7° giorno Riposo e Terme di Vinadio
Giorno dedicato al riposo. Nel pomeriggio ci concediamo anche una rilassante seduta alle Terme di Vinadio (purtroppo quelle di Valdieri erano chiuse)
8° giorno San Giacomo-Rifugio Pagarì
Alle dieci del mattino abbiamo appuntamento con una nostra amica, Valentina che si unirà al nostro gruppo per gli ultimi quattro giorni di Trekking: il giro del Gelas. Partiamo da San Giacomo di buon passo anche perchè il tempo non promette niente di buono. Riusciamo a tenere un buon ritmo per tutta la lunga salita che ci porta ai 2650 metri del rifugio Pagarì. In tre ore e mezza riusciamo a salire al rifugio. Il sentiero e ottimo e lasciata la carrareccia di fondo valle sale sempre in modo costante ma mai troppo ripido.
Il rifugio Pagarì si trova in una splendida posizione propio sotto la vertiginosa parete della Maladia.
Il gestore Aladar merita una menzione per la cortesia e le molte iniziative che rendono il Pagarì uno dei più bei rifugi in cui sia mai stato. Basti dire che ha fatto un mini giardino botanico alpino propio di fronte al Rifugio, che si fa la birra sfruttando l'acqua della sorgente che rifornisce il rifugio, che usa solo saponi biologico, che la colazione spesso trascurata nei rifugi è abbondante con marmellate fatte in casa, biscotti e fette biscottate da agricoltura biologica.
9° giorno riposo al Pagarì
Giornata di semi riposo nella quale saliamo la vicina cima Pagarì. Vetta escursionistica propio sopra il passo Pagarì. Dal Passo si prende una traccia militare che sale evidente sino a delle trincee, da lì si risale semplicemente il pendio sino alla vetta. Dalla Cima Pagarì si gode di un bellissimo panorama sui vicini Clapier e Maladia, ma anche sul massiccio del Gelas le Valli Francesi sino alla Costa Azzurra e poi verso nordo lo sguardo spazia su gran parte delle Alpi, dalle alpi Marittime al Monviso al Gruppo del Rosa.
10° giorno Rifugio Pagarì- Refuge Madone de Fenestre
Partiamo la mattina prestissimo subito dopo aver visto una splendida alba dato che nel pomeriggio sono previsti temporali e la tappa è lunghetta.
Prima delle otto siamo già risaliti al Passo di Pagarì. Dal Passo si scende verso il Refuge de Nice passando per bei laghetti e pendii erbosi. Dal Refuge de Nice costeggiamo le sponde del Lago artificiale de la Fous sino a incontrare il sentiero che sale ripido sul colle du Mont Colomb. La salita è ripida ma agevole e così alle dieci siamo in cima la Colle. Affrontiamo quindi la discesa su pendi meno ripidi sino ad incontrare un nevaietto da attraversare che ci fa tenere il fiato sospeso per qualche istante a causa della neve gelata che non ci dà molto affidamento. Superato senza conseguenze il nevaietto proseguiamo su bel sentiero sino al Refuge de La Fenestre. Grazie alla partenza di buon ora (in cammino alle sette) per mezzogiorno siamo in vista del rifugio e così riusciamo a non prendere il temporale che puntuale arriverà nel primo pomeriggio.
11° giorno Refuge Madone de Fenestre- San Giacomo
Ultimo giono di trekking. Torniamo in Italia valicando il Colle di Finestra e poi torniamo a San Giacomo passando per il Rifugio Soria Ellena
Last edited by Dani80 on Wed Sep 03, 2008 22:16, edited 15 times in total.
Cosi' va la vita
A proposito di Olmo, già che lo vedo citato da GranPasso, mi sa che l'ho incontrato hai laghi di Fremamorta. Mentre noi scendevamo dal colle del Valasco abbiamo visto tre persone che salivano di corsa dal Pian delle Mosche. Al lago le incontriamo ci salutano (abbiamo più fiatone noi che camminando avevamo appena fatto una discesa che loro che salivano di corsa) e una di queste mi sembrava propio Olmo.
Cosi' va la vita



“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
Bellissimo giro, Dani!!!!
Per le foto ho pazienza, chissà che belle che devono essere!
Se per caso un giorno venissi in dipartimento con un proiettore o perlomeno un visore.....
Per le foto ho pazienza, chissà che belle che devono essere!
Se per caso un giorno venissi in dipartimento con un proiettore o perlomeno un visore.....
"Sfuma nel ciel lontano l'Appennino
e piega l'arco azzurro in ver ponente.
Come diadema e in mezzo, sul Turchino
e sui colli minori estolle il Dente"
E. Parodi - A te mia Voltri
e piega l'arco azzurro in ver ponente.
Come diadema e in mezzo, sul Turchino
e sui colli minori estolle il Dente"
E. Parodi - A te mia Voltri
Finalmente ho scansionato parte delle foto prese durante il trekking. Ecco il fotoracconto dei primi due giorni
Primo Giorno:
Salendo al rifugio Livio Bianco il sole del pomeriggio illumina un cardo

Un tronco spezzato si riflette sul Lago Sottano di Sella

Il rifugio Livio Bianco

Il Monte Matto e il Lago Sottano di Sella

Secondo Giorno:
L'alba sulle sponde del Lago Sottano di Sella

Riflessi all'alba sul Lago Sottano di Sella

Di nuovo il Monte Matto e il Lago Sottano di Sella, ma al mattino

Il Lago Soprano di Sella

Salendo al Passo della Valletta

Verso il Passo della Paur

Panorama dal Passo della Paur

Scendendo la Pietraia sotto il Passo della Paur

Il Lago inferiore di Valrossa

Dal Lago di Valrossa al Lago di Valscura

La pittoresca strada militare dal Lago di Valscura al Rifugio Questa

Uno dei Laghetti sopra il Lago del Claus

Primo Giorno:
Salendo al rifugio Livio Bianco il sole del pomeriggio illumina un cardo

Un tronco spezzato si riflette sul Lago Sottano di Sella

Il rifugio Livio Bianco

Il Monte Matto e il Lago Sottano di Sella

Secondo Giorno:
L'alba sulle sponde del Lago Sottano di Sella

Riflessi all'alba sul Lago Sottano di Sella

Di nuovo il Monte Matto e il Lago Sottano di Sella, ma al mattino

Il Lago Soprano di Sella

Salendo al Passo della Valletta

Verso il Passo della Paur

Panorama dal Passo della Paur

Scendendo la Pietraia sotto il Passo della Paur

Il Lago inferiore di Valrossa

Dal Lago di Valrossa al Lago di Valscura

La pittoresca strada militare dal Lago di Valscura al Rifugio Questa

Uno dei Laghetti sopra il Lago del Claus

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Ieri finito di mettere a posto le foto dei due sucessivi giorni
Riposo al Questa:

Un giretto intorno al Questa mi regala dei begli scorci sul Lago del Claus

e sul Tablasses

Traversata sino al Remondino:
Scendendo verso i Laghi di Fremamorta

Il lago Soprano di Fremamorta

in discesa verso il Pian della Casa

Al Remondino ci accolgono una famiglia di stambecchi, qui i piccini

Il Remondino

Riposo al Questa:

Un giretto intorno al Questa mi regala dei begli scorci sul Lago del Claus

e sul Tablasses

Traversata sino al Remondino:
Scendendo verso i Laghi di Fremamorta

Il lago Soprano di Fremamorta

in discesa verso il Pian della Casa

Al Remondino ci accolgono una famiglia di stambecchi, qui i piccini

Il Remondino

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