Questa vetta dal nome fiero (corno nero di Aar, che è una divinità nordica) si innalza isolato e domina maestosamente tutte le vette dei dintorni. La salita si intraprende dal rifugio Finsteraarhornhutte e non è molto lunga, sono 1300 metri di dislivello di cui 1100 per arrivare alla selletta dove si lasciano gli sci (la Hugisattel, dal nome di uno dei partecipanti della comitiva che effettuò la prima ascensione della montagna) e 200 metri di cresta di misto su cui avevo informazioni contrastanti, chi la definiva facile e chi impegnativa, da fare con la corda.
La parte più lunga della salita è l'arrivo e il ritorno dal rifugio, che si trova sperduto in mezzo a colate glaciali che non hanno eguali nelle Alpi. Io ho scelto l'avvicinamento più "comodo" cioè da Grindelwald, celebre centro turistico al cospetto della nord dell'Eiger, usufruendo del famosissimo (e costosissimo, 120 € andata/ritorno


Ho preso il primo trenino di domenica, alle 7.25, e sono partito dal colle intorno alle 9.30. Si scende il chilometrico ghiacciaio Jungfaufirn, su neve bellissima da sciare, fino a Konkordiaplatz (2750 m), punto di incontro di impressionanti ghiacciai. In questo luogo si dice che lo spessore del ghiaccio sia di circa 1000 metri



Il favoloso Aletschhorn, seconda vetta dell'Oberland, domina la scena:

Nei pressi sorge la Konkordiahutte, che nell'800 era stata costruita a livello del ghiacciaio, col suo ritiro si trova su una parete di roccia ed è raggiungibile con delle scalette:

Rimesse le pelli, salgo per 600 metri circa fino al valico della Grunhornlucke (3286 m), visibile in fondo:

Dal valico scendo sul versante opposto fino al Fieschergletscher, rimetto le pelli e in breve (l'ultimo tratto è su sentiero attrezzato) raggiungo il rifugio (3048 m). In tutto circa 4 ore.
Il rifugio è pieno, per fortuna il giorno prima sono riuscito a prenotare l'ultimo posto.
Il giorno dopo colazione alle 4 e intorno alle 4.30 parto insieme ad altre persone. Davanti a noi altri scialpinisti partiti un'ora prima. Si riscende il sentiero attrezzato e poi si salgono ripidi pendii su neve molto dura (indispensabili i coltelli) fino alla Fruhstuckplatz (posto della prima colazione) 3616 m. Si traversa sul ghiacciaio e lo si risale sci ai piedi fino al colletto Hugisattel a 4088 m.
Da qui, con ramponi e piccozza, affronto la cresta finale che si rivelerà più facile del previsto. La molta neve permette di procedere in buona parte su peste dure e si affrontano solo due-tre tratti su roccia molto esposti ma non difficili. Non vorrei dire una bestemmia ma per esempio la cresta finale della Cima delle Lobbie era stata tutto un'altro pianeta come impegno, certo le condizioni erano ben diverse.
Incrocio in salita le cordate che erano davanti a me e stavano già scendendo, gli altri scialpinisti sono indietro e quindi arrivo in vetta da solo, prima delle 9, e mi posso godere in santa pace un panorama commovente.


Lo Schreckhorn (il corno del terrore) e il Lauteraarhorn:

Il Monch (il monaco) e l'Eiger, che da questo lato sembra meno un orco cattivo:

Laggiù in fondo in fondo c'è Grindelwald:

La Jungfrau (la vergine), terza vetta dell'Oberland, salita qualche anno fa:

L'incredibile Aletschhorn, che si dice sia la sorgente del freddo:

Ghiacciai himalayani...

La triade Jungrau-Monch-Eiger:

Laggiù c'è il rifugio:

Cervino, Dent Blache e Dent d'Herens:

Il Rosa:

Monti a perdita d'occhio:


Torno alla selletta scendendo con attenzione la cresta e incrociando le altre cordate che salgono.


Il ghiacciaio:

La cresta vista dalla selletta:

Alle 10 scendo dalla selletta e solo un'ora dopo sono già al rifugio, dopo una discesa direttissima su neve ancora duretta ma sciabile con grande soddisfazione!

Sotto la selletta, con la vetta sullo sfondo:

Verso la Fruhstuckplatz:

Il ghiacciaio appena sceso:

Scendendo verso il rifugio, sempre al cospetto del sovrano:

Avrei forse tempo per andare a prendere l'ultimo trenino delle 17.45, ma il percorso è molto lungo, dovrei farlo nelle ore più calde e poi mi aspetta un rientro in macchina infinito...mi fermo quindi un'altra notte al rifugio. A proposito una nota di merito per la gestione, due famiglie gentilissime ed educate, addirittura la ragazza era preoccupata per me che ero solo e quando sono tornato dalla vetta è venuta a chiedermi com'era andata e a farsi raccontare. La cena invece è quella standard dei rifugi svizzeri


Il mattino dopo (ieri) parto alle 5 e poco dopo le 6 sono già alla Grunhornlucke:

Tolgo le pelli e con una discesa entusiasmante su neve dura arrivo nuovamente a Konkordiaplatz.
Ecco i pendii di discesa:

Mi aspetta ora la parte più sfiancante del tour, la risalita allo Jungfraujoch seguendo l'infinito (12?15 km?) ghiacciaio

La stazione del trenino è laggiù in fondo:

Dopo due ore, ecco laggiù Konkordiaplatz:

Ma ne manca ancora di strada...

Bellissima la Jungfrau:

E anche il Monch fa la sua figura:

Ormai ci siamo!!

Prendo il trenino delle 10.40 che finalmente mi porta alla macchina, in una Grindelwald calda e affollata di turisti stranieri che mi guardano come se fossi un marziano


Che dire, la cima più alta e bella mai salita con gli sci. Sono riuscito a sfruttare il miglior week-end dell'anno in quanto a condizioni meteo-nivologiche. Un gran c**o però!
Vi saluto con una foto del carissimo trenino e con la classica cartolina della nord dell'Eiger vista dalla Kleine Scheidegg (stazione intermedia del trenino):

