Punta Querzola, Tuschetti e Rocca Turchina - vie di roccia
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Via degli Aztechi
Ho letto sull'ultimo numero della Rivista del Cai che Andrea Parodi ha aperto una via sulla Punta Tuschetti, la Via degli Aztechi. Ho cercato in rete, ma non trovo nessun riferimento. Qualcuno sa dirmi qualcosa? Dov'è l'attacco, se è chiodata o meno, che difficoltà ecc.
Grazie.
Lorenzo
Grazie.
Lorenzo
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Riapro questo vecchio topic. Sono intenzionato ad affrontare la via il ritorno dei matti ma sono un po' perplesso riguardo alle reali difficoltà che potrei incontrare soprattutto per l'uscita in vetta. Nel tratto più duro le protezioni sono ravvicinate? C'è il modo di incrementarle? E' fattibile salire con gli scarponi o le scarpette sono d'obbligo?
"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
Trovi una relazione affidabile sul solito "nelle alpi del sole" di parodi.Sub-Comandante wrote:Riapro questo vecchio topic. Sono intenzionato ad affrontare la via il ritorno dei matti ma sono un po' perplesso riguardo alle reali difficoltà che potrei incontrare soprattutto per l'uscita in vetta. Nel tratto più duro le protezioni sono ravvicinate? C'è il modo di incrementarle? E' fattibile salire con gli scarponi o le scarpette sono d'obbligo?
Le protezioni me le ricordo sufficienti, sicuramente non avevo integrato.
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
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Grazie! speriamo allora di non fallire...alec wrote:Trovi una relazione affidabile sul solito "nelle alpi del sole" di parodi.Sub-Comandante wrote:Riapro questo vecchio topic. Sono intenzionato ad affrontare la via il ritorno dei matti ma sono un po' perplesso riguardo alle reali difficoltà che potrei incontrare soprattutto per l'uscita in vetta. Nel tratto più duro le protezioni sono ravvicinate? C'è il modo di incrementarle? E' fattibile salire con gli scarponi o le scarpette sono d'obbligo?
Le protezioni me le ricordo sufficienti, sicuramente non avevo integrato.
Hai usato scarpette o scarponi?
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scarpette, poi avevamo proseguito sulla tuschetti per la via descritta sempre da parodi (IV+ da proteggere) e poi fino alla rocca turchina su facile cresta. Così è una bella salita di soddisfazione.Sub-Comandante wrote:Grazie! speriamo allora di non fallire...alec wrote:Trovi una relazione affidabile sul solito "nelle alpi del sole" di parodi.Sub-Comandante wrote:Riapro questo vecchio topic. Sono intenzionato ad affrontare la via il ritorno dei matti ma sono un po' perplesso riguardo alle reali difficoltà che potrei incontrare soprattutto per l'uscita in vetta. Nel tratto più duro le protezioni sono ravvicinate? C'è il modo di incrementarle? E' fattibile salire con gli scarponi o le scarpette sono d'obbligo?
Le protezioni me le ricordo sufficienti, sicuramente non avevo integrato.
Hai usato scarpette o scarponi?
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Capito, ma tutto questo giro in quante ore? Il IV+ da proteggere lo vedo un po' ostico data la mia esperienza nulla... Mi sa che mi conviene prenderla bassa e fare solo la via dei matti.alec wrote:[
scarpette, poi avevamo proseguito sulla tuschetti per la via descritta sempre da parodi (IV+ da proteggere) e poi fino alla rocca turchina su facile cresta. Così è una bella salita di soddisfazione.
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non mi ricordo bene, comunque la via dei diedri è abbastanza breve, e la salita alla tuschetti si riduce ad un tiro che si protegge bene con nuts.Sub-Comandante wrote:Capito, ma tutto questo giro in quante ore? Il IV+ da proteggere lo vedo un po' ostico data la mia esperienza nulla... Mi sa che mi conviene prenderla bassa e fare solo la via dei matti.alec wrote:[
scarpette, poi avevamo proseguito sulla tuschetti per la via descritta sempre da parodi (IV+ da proteggere) e poi fino alla rocca turchina su facile cresta. Così è una bella salita di soddisfazione.
Se leggi la guida di parodi dice comunque che il tiro difficile sulla tuschetti si può evitare (a sinistra forse) e quindi puoi comunque arrivare in cima e proseguire fino alla rocca turchina.
Ora è la stagione ideale!
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Ancora un'ultima cosa e poi prometto di non far più domande: hai parlato di protezioni sufficienti, in metri?alec wrote:non mi ricordo bene, comunque la via dei diedri è abbastanza breve, e la salita alla tuschetti si riduce ad un tiro che si protegge bene con nuts.Sub-Comandante wrote:Capito, ma tutto questo giro in quante ore? Il IV+ da proteggere lo vedo un po' ostico data la mia esperienza nulla... Mi sa che mi conviene prenderla bassa e fare solo la via dei matti.alec wrote:[
scarpette, poi avevamo proseguito sulla tuschetti per la via descritta sempre da parodi (IV+ da proteggere) e poi fino alla rocca turchina su facile cresta. Così è una bella salita di soddisfazione.
Se leggi la guida di parodi dice comunque che il tiro difficile sulla tuschetti si può evitare (a sinistra forse) e quindi puoi comunque arrivare in cima e proseguire fino alla rocca turchina.
Ora è la stagione ideale!
Si la stagione è quella giusta, spero di trovare il tempo per far tutto quello che mi sono prefissato!
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Sono ricordi un po' vecchiotti...forse 3-4 metri?Sub-Comandante wrote:Ancora un'ultima cosa e poi prometto di non far più domande: hai parlato di protezioni sufficienti, in metri?alec wrote:non mi ricordo bene, comunque la via dei diedri è abbastanza breve, e la salita alla tuschetti si riduce ad un tiro che si protegge bene con nuts.Sub-Comandante wrote:Capito, ma tutto questo giro in quante ore? Il IV+ da proteggere lo vedo un po' ostico data la mia esperienza nulla... Mi sa che mi conviene prenderla bassa e fare solo la via dei matti.alec wrote:[
scarpette, poi avevamo proseguito sulla tuschetti per la via descritta sempre da parodi (IV+ da proteggere) e poi fino alla rocca turchina su facile cresta. Così è una bella salita di soddisfazione.
Se leggi la guida di parodi dice comunque che il tiro difficile sulla tuschetti si può evitare (a sinistra forse) e quindi puoi comunque arrivare in cima e proseguire fino alla rocca turchina.
Ora è la stagione ideale!
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Sulla guida c'è tutto, e qui sul forum c'è quel "matto" di Roger che sicuramente ne sa più di me!
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3-4 metri? forse si le scarpette è meglio che me le porti... con gli scarponi sul IV sono un po' al limite e rischiarmi un ipotetico volo di 6 metri, non è il casoalec wrote: Sono ricordi un po' vecchiotti...forse 3-4 metri?
Sulla guida c'è tutto, e qui sul forum c'è quel "matto" di Roger che sicuramente ne sa più di me!
"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
su www.arrampicate.it c'è la relazione di "prima mano" del suddetto "matto"Sub-Comandante wrote:3-4 metri? forse si le scarpette è meglio che me le porti... con gli scarponi sul IV sono un po' al limite e rischiarmi un ipotetico volo di 6 metri, non è il casoalec wrote: Sono ricordi un po' vecchiotti...forse 3-4 metri?
Sulla guida c'è tutto, e qui sul forum c'è quel "matto" di Roger che sicuramente ne sa più di me!
IV sono alcuni passi cmq è necessario averlo tutto, il "problema" fondamentale è la roccia, non monolitica ....
caschetto e martello per ribattere i chiodi (normali) vivamente consigliati
Ciao SubComandante. Se può servire do anche io alcuni resoconti in merito all'argomento e all'itinerario in questione. L'ho percorso lo scorso anno, con un amico.
L'itinerario progettato era:
Punta Querzola per la Via dei Diedri (o dei Matti, che è la stessa via dopo la chiodatura)
Punta Tuschetti per la Fessura
Punta Cinè per cresta
Rocca Turchina per la Via Miramare
salita alla vetta dell'Argentea, breve discesa fino al Bivacco Padre Rino dove pernottare e ritorno a casa il giorno dopo, con calma.
In realtà la Punta Tuschetti ci ha bloccato, rubandoci molto tempo e costringendoci a dormire sul cengione alal base della Rocca Turchina, dove parte la via miramare, fatta il giorno dopo, al termine della quale siamo ridiscesi nella valle tagliando via la cima dell'Argentea e l'ormai inutile bivacco. E' stato comunque un bellissimo giro, molto avventuroso.
Alcuni ricordi e note sulle vie d'arrampicata.
Punta Querzola, "Via dei diedri" (130 mt., 5 tiri, max IV+) - La via è protetta con chiodi in loco, chiaramente da verificare, anche se io li ho trovati tutti ben saldi. Le soste sono: su spuntone, su catena però con chiodi, su clessidra, su chiodo e spuntone e in cima su cordoni di sosta in loco. Io ho salito la via con gli scarponi, ma, salvo nel tratto di raccordo erboso e terroso fra il terzo e il quatro tiro, penso sia comodo farla anche con le scarpette. Ho trovato abbastanza delicato il diedro iniziale, leggermente aggettante in partenza, ed il saltino finale. Vi è la possibilità di integrare le protezioni, ma non è sempre consigliabile a causa dell'attrito delle corde: la via infatti non è proprio lineare.
Punta Tuschetti - Dalla vetta di Punta Querzola si percorre la cresta rocciosa che porta all'integlio erboso fra Querzola e Tuschetti. Qui, volendo percorrere una delel vie sulla ovest della Tuschetti, occorre abbassarsi fino a portarsi alla grossa cengia erbosa alal base della scura parete ovest. Qui corrono tre itinerari, sprotetti: due lungo le relative fessure e uno nel diedro alla sinistra della parete. Io avevo optato per questa soluzione, anche invogliato da un chiodo rivelatosi poi solitario. Giunto a metà diedro mi ero però impanicato, trovando la roccia non stabile e ho deviato al centro della parete senza ottenere però risultati migliori, quindi mi sono calato da uno spuntone. Se si vuole evitare la ovest occorre, dall'integlio, risalire dritti, per pendio erboso e roccioso raggiungendo, con semplicità, la cresta che, ugualmente, porta in vetta. Ultima nota: percorrendo la parete ovest va tenuto presente che, dopo il salto roccioso, parte un ripidissimo pendio d'erba e pietre vaganti, a mio avviso molto pericoloso e da affrontare sicuramente con gli scarponi e non con le scarpette lisce da arrampicata.
Punta Cinè - E' poco marcata rispetto alle due precedenti: la si può affrontare per cresta, proteggendosi con cordini su spuntoni, oppure tagliarla a mezza costa, scendendo dalla Tuschetti e aggirandola sulla destra per poi scendere direttamente nel canalne che porta alla base della Rocca Turchina.
Rocca Turchina "Via miramare" (160 mt. 5 tiri, max IV+) - Scendendo nel canalone, provenientei dalla Cinè, si nota, a sinistra una placca grigia, piuttosto compatta e incorniciata da due diedri marcati: in quella zona corrono alcune vie classiche, di cui, qua e là si può notare qualche sparuto chiodo. Lasciando la palcca alle spalle e proseguendo a costeggiare la parete si perviene a una strozzatura, con un salto sulla destra e uno sperone roccioso a sinistra: dietro quello sperone parte la via Miramare, segnalata da un cordino viola e dalla fila di spit che risale il pilastro roccioso. E' questa la via che ho preferito, soprattutto nella sua parte iniziale e finale. L'attacco del primo tiro, anche in questo caso, è un po' delicato, successivamente, invece, non ricordo particolari difficoltà: anche qui ho usato gli scarponi. La placca superiore, con cui termina la via è veramente bella, oltre che molto semplice. Nell'ultimo tiro però non vi sono protezioni fisse, ma occorre utilizzare friend, per i quali sono ampie le possibilità di posizionamento. La placca inoltre è molto appoggiata e non credo costituisca un ostacolo.
Il giro è molto bello, ma anche piuttosto lungo da gestire in giornata. Tuttavia, una volta arrivati in cima alla Querzola, o si va subito a fare la Miramare, magari saltando Tuschetti e Cinè, oppure alla Rocca Turchina, di per sè, non si torna, perchè questo presupporrebbe un lungo e faticoso avvicinamento. Quindi, fatto 30, perchè non fare 31? Partendo di buon'ora e camminando con le frontali, in modo da arrivare ad attaccare la Via dei Diedri poco dopo che è sorto il sole, ce la si fa anche in questa stagione, rientrando a Campo circa per cena.
I requisiti necessari a mio avviso sono: una certa resistenza ai vari saliscendi e al cammino che l'avvicinamento e i raccordi presuppongono; una buona padronanza del IV grado anche con protezioni distanziate o eventualmente da posizionare (che significa fare il V/VI spittato); un discreto orientamento nel reperire il percorso, sia in parete che sui crinali e nei valloni, una giornata asciutta e non fredda poichè la zona resta in ombra, quantomeno nella prima parte del percorso.
Una buona alternativa, più semplice, per iniziare e testarsi su vie non proprio da falesia, potrebbe essere la "Via dell'Acqua" al monte Rama, che offre un percorso meno esposto e con parecchie possibilità di aggirare tratti giudicati troppo difficili. Per arrivare in vetta la monte, però, occorre poi concatenare la "Via del Vecchio", leggermente più impegnativa. Se servono riferimenti, naturalmente, sono disponibilissimo a fornirne. Anzi, a dire il vero, non mi dispiacerebbe nemmeno rifare la Via dei Diedri e la miramare: se serve un imbucato.......
L'itinerario progettato era:
Punta Querzola per la Via dei Diedri (o dei Matti, che è la stessa via dopo la chiodatura)
Punta Tuschetti per la Fessura
Punta Cinè per cresta
Rocca Turchina per la Via Miramare
salita alla vetta dell'Argentea, breve discesa fino al Bivacco Padre Rino dove pernottare e ritorno a casa il giorno dopo, con calma.
In realtà la Punta Tuschetti ci ha bloccato, rubandoci molto tempo e costringendoci a dormire sul cengione alal base della Rocca Turchina, dove parte la via miramare, fatta il giorno dopo, al termine della quale siamo ridiscesi nella valle tagliando via la cima dell'Argentea e l'ormai inutile bivacco. E' stato comunque un bellissimo giro, molto avventuroso.
Alcuni ricordi e note sulle vie d'arrampicata.
Punta Querzola, "Via dei diedri" (130 mt., 5 tiri, max IV+) - La via è protetta con chiodi in loco, chiaramente da verificare, anche se io li ho trovati tutti ben saldi. Le soste sono: su spuntone, su catena però con chiodi, su clessidra, su chiodo e spuntone e in cima su cordoni di sosta in loco. Io ho salito la via con gli scarponi, ma, salvo nel tratto di raccordo erboso e terroso fra il terzo e il quatro tiro, penso sia comodo farla anche con le scarpette. Ho trovato abbastanza delicato il diedro iniziale, leggermente aggettante in partenza, ed il saltino finale. Vi è la possibilità di integrare le protezioni, ma non è sempre consigliabile a causa dell'attrito delle corde: la via infatti non è proprio lineare.
Punta Tuschetti - Dalla vetta di Punta Querzola si percorre la cresta rocciosa che porta all'integlio erboso fra Querzola e Tuschetti. Qui, volendo percorrere una delel vie sulla ovest della Tuschetti, occorre abbassarsi fino a portarsi alla grossa cengia erbosa alal base della scura parete ovest. Qui corrono tre itinerari, sprotetti: due lungo le relative fessure e uno nel diedro alla sinistra della parete. Io avevo optato per questa soluzione, anche invogliato da un chiodo rivelatosi poi solitario. Giunto a metà diedro mi ero però impanicato, trovando la roccia non stabile e ho deviato al centro della parete senza ottenere però risultati migliori, quindi mi sono calato da uno spuntone. Se si vuole evitare la ovest occorre, dall'integlio, risalire dritti, per pendio erboso e roccioso raggiungendo, con semplicità, la cresta che, ugualmente, porta in vetta. Ultima nota: percorrendo la parete ovest va tenuto presente che, dopo il salto roccioso, parte un ripidissimo pendio d'erba e pietre vaganti, a mio avviso molto pericoloso e da affrontare sicuramente con gli scarponi e non con le scarpette lisce da arrampicata.
Punta Cinè - E' poco marcata rispetto alle due precedenti: la si può affrontare per cresta, proteggendosi con cordini su spuntoni, oppure tagliarla a mezza costa, scendendo dalla Tuschetti e aggirandola sulla destra per poi scendere direttamente nel canalne che porta alla base della Rocca Turchina.
Rocca Turchina "Via miramare" (160 mt. 5 tiri, max IV+) - Scendendo nel canalone, provenientei dalla Cinè, si nota, a sinistra una placca grigia, piuttosto compatta e incorniciata da due diedri marcati: in quella zona corrono alcune vie classiche, di cui, qua e là si può notare qualche sparuto chiodo. Lasciando la palcca alle spalle e proseguendo a costeggiare la parete si perviene a una strozzatura, con un salto sulla destra e uno sperone roccioso a sinistra: dietro quello sperone parte la via Miramare, segnalata da un cordino viola e dalla fila di spit che risale il pilastro roccioso. E' questa la via che ho preferito, soprattutto nella sua parte iniziale e finale. L'attacco del primo tiro, anche in questo caso, è un po' delicato, successivamente, invece, non ricordo particolari difficoltà: anche qui ho usato gli scarponi. La placca superiore, con cui termina la via è veramente bella, oltre che molto semplice. Nell'ultimo tiro però non vi sono protezioni fisse, ma occorre utilizzare friend, per i quali sono ampie le possibilità di posizionamento. La placca inoltre è molto appoggiata e non credo costituisca un ostacolo.
Il giro è molto bello, ma anche piuttosto lungo da gestire in giornata. Tuttavia, una volta arrivati in cima alla Querzola, o si va subito a fare la Miramare, magari saltando Tuschetti e Cinè, oppure alla Rocca Turchina, di per sè, non si torna, perchè questo presupporrebbe un lungo e faticoso avvicinamento. Quindi, fatto 30, perchè non fare 31? Partendo di buon'ora e camminando con le frontali, in modo da arrivare ad attaccare la Via dei Diedri poco dopo che è sorto il sole, ce la si fa anche in questa stagione, rientrando a Campo circa per cena.
I requisiti necessari a mio avviso sono: una certa resistenza ai vari saliscendi e al cammino che l'avvicinamento e i raccordi presuppongono; una buona padronanza del IV grado anche con protezioni distanziate o eventualmente da posizionare (che significa fare il V/VI spittato); un discreto orientamento nel reperire il percorso, sia in parete che sui crinali e nei valloni, una giornata asciutta e non fredda poichè la zona resta in ombra, quantomeno nella prima parte del percorso.
Una buona alternativa, più semplice, per iniziare e testarsi su vie non proprio da falesia, potrebbe essere la "Via dell'Acqua" al monte Rama, che offre un percorso meno esposto e con parecchie possibilità di aggirare tratti giudicati troppo difficili. Per arrivare in vetta la monte, però, occorre poi concatenare la "Via del Vecchio", leggermente più impegnativa. Se servono riferimenti, naturalmente, sono disponibilissimo a fornirne. Anzi, a dire il vero, non mi dispiacerebbe nemmeno rifare la Via dei Diedri e la miramare: se serve un imbucato.......
Cenere wrote:una buona padronanza del IV grado anche con protezioni distanziate o eventualmente da posizionare (che significa fare il V/VI spittato)
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
alec wrote:Cenere wrote:una buona padronanza del IV grado anche con protezioni distanziate o eventualmente da posizionare (che significa fare il V/VI spittato)
....ehm...... volevo dire .... "una discreta padronanza del IV grado"??? ... "una sufficiente" ecco!! diciamo "sifficiente" padronanza del IV grado ....che però non è mai continuo! Sì, insomma, in alcuni punti si cammina anche, qualche roccia qua e là, ma nulla di chè!! e.......... ..... comunque la "Via dell'acqua" è altrettanto bella e anche più lunga e poi questa è proprio la stagione ideale perchè il percoso non è troppo disturbato dalla vegetazione e i serpenti sono oramai a dormire e non fa caldo ma nemmeno troppo freddo, insomma è fantastica, mentre sulla Via dei Diedri non batte il sole nemmeno un secondo nell'arco della giornata, tira sempre vento e la vetta della Punta Querzola è di una scomodità incredibile e il panorama, sì, il panorama è grazioso, ma se ne vedono tanti in cartolina che proprio non so se ne vale la pena!
hai frainteso il mio intervento, solo non capivo perchè se uno sale un IV grado sprotetto significa che fa un VI spittato (io, per esempio, pur salendo il IV sprotetto il VI non lo salgo)Cenere wrote:alec wrote:Cenere wrote:una buona padronanza del IV grado anche con protezioni distanziate o eventualmente da posizionare (che significa fare il V/VI spittato)
....ehm...... volevo dire .... "una discreta padronanza del IV grado"??? ... "una sufficiente" ecco!! diciamo "sifficiente" padronanza del IV grado ....che però non è mai continuo! Sì, insomma, in alcuni punti si cammina anche, qualche roccia qua e là, ma nulla di chè!! e.......... ..... comunque la "Via dell'acqua" è altrettanto bella e anche più lunga e poi questa è proprio la stagione ideale perchè il percoso non è troppo disturbato dalla vegetazione e i serpenti sono oramai a dormire e non fa caldo ma nemmeno troppo freddo, insomma è fantastica, mentre sulla Via dei Diedri non batte il sole nemmeno un secondo nell'arco della giornata, tira sempre vento e la vetta della Punta Querzola è di una scomodità incredibile e il panorama, sì, il panorama è grazioso, ma se ne vedono tanti in cartolina che proprio non so se ne vale la pena!
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Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
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Ah! E beh... scusa, non sono pratico di queste faccine.
In merito alla frase in causa non volevo dire che "se uno sale il IV sprotetto vuol dire che sale il VI spittato", intendevo dire questo: per chi prova per le prime volte ad avvicinarsi a vie sprotette (che, mi pare, fosse il caso della persona che ha chiesto infrormazioni: se no lo è non me ne volgia!), un parametro possibile per valutare se ha o meno "una buona padronanza" del IV grado, è riferirsi alla capacità o meno di gestire gradi superiori in situazioni protette, quindi con gli spit tipo falesia. In altre parole, voltando il tutto, se in falesia arrivo come limite al 5c, può non essere prudente affrontare una via classica di V+, meglio iniziare stando un grado abbondante sotto. Chiaramente è un parametro di massima e di prudenza, che si può tenere presente ma che non ha la pretesa di rappresentare ogni situazione specifica.
Va poi aggiunto, se volgiamo essere del tutto esaustivi, che la "Via dei diedri" non è propriamente una via sprotetta, perchè in molti punti è chiodata e lo è, inoltre, con cognizione di causa. Però, per chi inizia, è comunque impegnativo confrontarsi con la chiodatura piuttosto che con gli spit: i chiodi vanno controllati, non sono a cadenza regolare, in alcuni punti occorre integrare, ma anche considerare gli attriti ecc.
In merito alla frase in causa non volevo dire che "se uno sale il IV sprotetto vuol dire che sale il VI spittato", intendevo dire questo: per chi prova per le prime volte ad avvicinarsi a vie sprotette (che, mi pare, fosse il caso della persona che ha chiesto infrormazioni: se no lo è non me ne volgia!), un parametro possibile per valutare se ha o meno "una buona padronanza" del IV grado, è riferirsi alla capacità o meno di gestire gradi superiori in situazioni protette, quindi con gli spit tipo falesia. In altre parole, voltando il tutto, se in falesia arrivo come limite al 5c, può non essere prudente affrontare una via classica di V+, meglio iniziare stando un grado abbondante sotto. Chiaramente è un parametro di massima e di prudenza, che si può tenere presente ma che non ha la pretesa di rappresentare ogni situazione specifica.
Va poi aggiunto, se volgiamo essere del tutto esaustivi, che la "Via dei diedri" non è propriamente una via sprotetta, perchè in molti punti è chiodata e lo è, inoltre, con cognizione di causa. Però, per chi inizia, è comunque impegnativo confrontarsi con la chiodatura piuttosto che con gli spit: i chiodi vanno controllati, non sono a cadenza regolare, in alcuni punti occorre integrare, ma anche considerare gli attriti ecc.
alec wrote:hai frainteso il mio intervento, solo non capivo perchè se uno sale un IV grado sprotetto significa che fa un VI spittato (io, per esempio, pur salendo il IV sprotetto il VI non lo salgo)Cenere wrote:alec wrote:Cenere wrote:una buona padronanza del IV grado anche con protezioni distanziate o eventualmente da posizionare (che significa fare il V/VI spittato)
....ehm...... volevo dire .... "una discreta padronanza del IV grado"??? ... "una sufficiente" ecco!! diciamo "sifficiente" padronanza del IV grado ....che però non è mai continuo! Sì, insomma, in alcuni punti si cammina anche, qualche roccia qua e là, ma nulla di chè!! e.......... ..... comunque la "Via dell'acqua" è altrettanto bella e anche più lunga e poi questa è proprio la stagione ideale perchè il percoso non è troppo disturbato dalla vegetazione e i serpenti sono oramai a dormire e non fa caldo ma nemmeno troppo freddo, insomma è fantastica, mentre sulla Via dei Diedri non batte il sole nemmeno un secondo nell'arco della giornata, tira sempre vento e la vetta della Punta Querzola è di una scomodità incredibile e il panorama, sì, il panorama è grazioso, ma se ne vedono tanti in cartolina che proprio non so se ne vale la pena!
Quello che dici è sicuramente giusto, il fatto è che io ho cominciato in montagna e non in falesia, in falesia non ci vado mai e quindi non ho mai alzato il grado, ma sul IV/IV+ in montagna mi gestisco bene.Cenere wrote:Ah! E beh... scusa, non sono pratico di queste faccine.
In merito alla frase in causa non volevo dire che "se uno sale il IV sprotetto vuol dire che sale il VI spittato", intendevo dire questo: per chi prova per le prime volte ad avvicinarsi a vie sprotette (che, mi pare, fosse il caso della persona che ha chiesto infrormazioni: se no lo è non me ne volgia!), un parametro possibile per valutare se ha o meno "una buona padronanza" del IV grado, è riferirsi alla capacità o meno di gestire gradi superiori in situazioni protette, quindi con gli spit tipo falesia. In altre parole, voltando il tutto, se in falesia arrivo come limite al 5c, può non essere prudente affrontare una via classica di V+, meglio iniziare stando un grado abbondante sotto. Chiaramente è un parametro di massima e di prudenza, che si può tenere presente ma che non ha la pretesa di rappresentare ogni situazione specifica.
Va poi aggiunto, se volgiamo essere del tutto esaustivi, che la "Via dei diedri" non è propriamente una via sprotetta, perchè in molti punti è chiodata e lo è, inoltre, con cognizione di causa. Però, per chi inizia, è comunque impegnativo confrontarsi con la chiodatura piuttosto che con gli spit: i chiodi vanno controllati, non sono a cadenza regolare, in alcuni punti occorre integrare, ma anche considerare gli attriti ecc.
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.
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Ci hai azzeccato in pieno!Cenere wrote:Ah! E beh... scusa, non sono pratico di queste faccine.
In merito alla frase in causa non volevo dire che "se uno sale il IV sprotetto vuol dire che sale il VI spittato", intendevo dire questo: per chi prova per le prime volte ad avvicinarsi a vie sprotette (che, mi pare, fosse il caso della persona che ha chiesto infrormazioni: se no lo è non me ne volgia!)
Su falesia non vado oltre il 5+ (da primo) e soprattutto vado poco quindi ho le dita poco allenate. Gli strapiombi dal 5 in su sono un bel problema proprio perchè gli avanbracci vanno subito in acido. Il vero problema è che si è tanto abituati alla falesia che non si ha percezione del grado in montagna, quindi andrò per gradi, incomincerò con un giretto per la cresta di Punta Martin, per passare al Monte Rama e poi, se me la sento, andrò anche alla via dei Diedri.
"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
Sub-Comandante wrote:Ci hai azzeccato in pieno!Cenere wrote:Ah! E beh... scusa, non sono pratico di queste faccine.
In merito alla frase in causa non volevo dire che "se uno sale il IV sprotetto vuol dire che sale il VI spittato", intendevo dire questo: per chi prova per le prime volte ad avvicinarsi a vie sprotette (che, mi pare, fosse il caso della persona che ha chiesto infrormazioni: se no lo è non me ne volgia!)
Su falesia non vado oltre il 5+ (da primo) e soprattutto vado poco quindi ho le dita poco allenate. Gli strapiombi dal 5 in su sono un bel problema proprio perchè gli avanbracci vanno subito in acido. Il vero problema è che si è tanto abituati alla falesia che non si ha percezione del grado in montagna, quindi andrò per gradi, incomincerò con un giretto per la cresta di Punta Martin, per passare al Monte Rama e poi, se me la sento, andrò anche alla via dei Diedri.
Non ho mai fatto la cresta Federici (che penso sia quella cui alludi), mentre sul monte Rama posso garantire! Un bel concatenamento "ascendente", per direzione ma anche per difficoltà, è Via dell'acqua (III) + Via del vecchio (IV), così dalla base, con una bella faticata, arrivi fino in cima! Necessita di un po' di tempo, ma, almeno sulla prima via, molti punti sono suerabili anche slegati senza alcun rischio e risparmi un po' di tempo. In entrambi i casi trovi comunque parecchi chiodi qua e là, che danno una mano.
Più avventurosi e, penso, poveri di chiodi, i crestoni del Brica Camulà (davanti al Rama), ma in questo caso valuta bene le difficoltà della linea e dei passaggi che scegli e tieniti su quello tutto a sinistra, perchè gli altri due (Laura e Silvia) sono più complessi, come anche le due vie di Parodi (Gecki e Guarani).
Se, infine - poi chiudo perchè andiamo fuori tema rispetto al forum - vuoi una via corta e semplice ma del tutto "vergine", sarei onorato di avere un ripetitore per una piccola linea aperta con due amici - ma è un po' fuori mano - nel Ponente, in zona Monte Carmo (Rocca dell'Aia): si chiama "Il Pilastrino" e trovi qualche nota in un topic con questo nome nella sezione Alpi Liguri Marittime e Cozi e, se riesco a inserirla, troverai al relazione nel sito di Quotazero: non ti aspettare grandi cose, ma per iniziare, va bene. Buone scalate!
- mikesangui
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Ciao a tutti, mi piacerebbe moltissimo iniziare a fare qualche via un po' più stile montagna...
le punte querzola tuschetti le ho dietro casa e le vedo ogni mattina e sera rientrando, mi piacerebbe farle.. arrampico discretamente in falesia, in montagna sono andato proprio poco.. ho fatto tanto tempo fa da secondo la federici e la classica della baiarda... l'anno scorso in grigna il torrioni magnaghi... ma lì erano vie a fittoni protette abbastanza bene.
In falesia mi muovo... insomma fino al 6a+ sono abbastanza sicuro di arrivare in catena ma sono certo che l'ambiente di montagna richiede esperienze totalemente diverse... per cui probabilmente con un chiodo a 3 metri sotto i piedi ... anche un 4a mi farebbe bragare nelle mutande.
Per cui mi chiedevo se c'era qualcuno di esperienza, con la testa sulle spalle, e magari più di uno, che avesse voglia di portarsi dietro un paio di falesisiti che hanno voglia di iniziare a fare vie avventurose come queste.
Insomma... magari i passi di tetto li so/ sappiamo fare (parlo anche per un paio di amici).. ma se c'è da piantare un chiodo o mettere dei nut... sappiamo solo la teoria.
Diciamo che ho un po' di amici che partirebbero anche soli.. io preferirei iniziare con gente che l'ha già fatto.. in modo essere in grado di gestire in sicurezza ... più che la salita.. un'eventuale emergenza.
Ciao ciao
Mike
le punte querzola tuschetti le ho dietro casa e le vedo ogni mattina e sera rientrando, mi piacerebbe farle.. arrampico discretamente in falesia, in montagna sono andato proprio poco.. ho fatto tanto tempo fa da secondo la federici e la classica della baiarda... l'anno scorso in grigna il torrioni magnaghi... ma lì erano vie a fittoni protette abbastanza bene.
In falesia mi muovo... insomma fino al 6a+ sono abbastanza sicuro di arrivare in catena ma sono certo che l'ambiente di montagna richiede esperienze totalemente diverse... per cui probabilmente con un chiodo a 3 metri sotto i piedi ... anche un 4a mi farebbe bragare nelle mutande.
Per cui mi chiedevo se c'era qualcuno di esperienza, con la testa sulle spalle, e magari più di uno, che avesse voglia di portarsi dietro un paio di falesisiti che hanno voglia di iniziare a fare vie avventurose come queste.
Insomma... magari i passi di tetto li so/ sappiamo fare (parlo anche per un paio di amici).. ma se c'è da piantare un chiodo o mettere dei nut... sappiamo solo la teoria.
Diciamo che ho un po' di amici che partirebbero anche soli.. io preferirei iniziare con gente che l'ha già fatto.. in modo essere in grado di gestire in sicurezza ... più che la salita.. un'eventuale emergenza.
Ciao ciao
Mike
Ciao, se fate il 6a+ in falesia non credo che avrete problemi a fare la via dei diedri, da noi richiodata nel '95 (anzi chiodata ex novo perchè non c'era più nulla), ripulita e rinominata "il ritorno dei matti" perchè fino ad allora era rimasta abbandonata per oltre quarant'anni.
D'accordo che lo stile si avvicina più alla montagna che alla falesia però comunque sei sempre sull'Argentea... non sul Cervino Sulla via comunque la chiodatura, dove serve, è abbondante, non siamo certo tipi che amiamo il chiodo lungo... vero Walter Comunque se hai fatto la classica della Baiarda la difficoltà più o meno è quella.
Il mio consiglio, almeno la prima volta, è di fare solo la via dei diedri e poi dalla vetta tagliare verso sinistra sotto la parete della Tuschetti e riscendere alla case segage per un canalone erboso evidente... così vi concentrate solo su quei pochi tiri e cominciate a prendere confidenza con l'ambiente. Volendo prima dell'ultimo tiro è anche possibile uscire dalla via percorrendo un canale erboso sulla sinistra.
Se hai bisogno di altre info siamo qui
D'accordo che lo stile si avvicina più alla montagna che alla falesia però comunque sei sempre sull'Argentea... non sul Cervino Sulla via comunque la chiodatura, dove serve, è abbondante, non siamo certo tipi che amiamo il chiodo lungo... vero Walter Comunque se hai fatto la classica della Baiarda la difficoltà più o meno è quella.
Il mio consiglio, almeno la prima volta, è di fare solo la via dei diedri e poi dalla vetta tagliare verso sinistra sotto la parete della Tuschetti e riscendere alla case segage per un canalone erboso evidente... così vi concentrate solo su quei pochi tiri e cominciate a prendere confidenza con l'ambiente. Volendo prima dell'ultimo tiro è anche possibile uscire dalla via percorrendo un canale erboso sulla sinistra.
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- mikesangui
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Restando nei consigli, ma un po ot come zona, ci sarebbe la cresta Mario al Bric Aguzzo sopra a Giustenice, nella zona della ferrata degli artisti per capirci; via aperta da Massone (alpidoc n°65) segnata ma tutta da proteggere non difficile ma mai banale; sull'ultimo tiro sulla destra abbiamo aperto una variante con 2 chiodi lasciati in sito!
Il silenzio non si trova sulla cima delle montagne e il rumore non sta nei mercati delle città: ambedue sono nel cuore dell'uomo.
Lao Tse (VI sec a.C.)
Lao Tse (VI sec a.C.)
questa http://www.gulliver.it/2007/index2.php? ... gita=13420 ?gecko wrote:Restando nei consigli, ma un po ot come zona, ci sarebbe la cresta Mario al Bric Aguzzo sopra a Giustenice, nella zona della ferrata degli artisti per capirci; via aperta da Massone (alpidoc n°65) segnata ma tutta da proteggere non difficile ma mai banale; sull'ultimo tiro sulla destra abbiamo aperto una variante con 2 chiodi lasciati in sito!
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
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Ciao Mike,Roger wrote:Ciao, se fate il 6a+ in falesia non credo che avrete problemi a fare la via dei diedri, da noi richiodata nel '95 (anzi chiodata ex novo perchè non c'era più nulla), ripulita e rinominata "il ritorno dei matti" perchè fino ad allora era rimasta abbandonata per oltre quarant'anni.
D'accordo che lo stile si avvicina più alla montagna che alla falesia però comunque sei sempre sull'Argentea... non sul Cervino Sulla via comunque la chiodatura, dove serve, è abbondante, non siamo certo tipi che amiamo il chiodo lungo... vero Walter Comunque se hai fatto la classica della Baiarda la difficoltà più o meno è quella.
Il mio consiglio, almeno la prima volta, è di fare solo la via dei diedri e poi dalla vetta tagliare verso sinistra sotto la parete della Tuschetti e riscendere alla case segage per un canalone erboso evidente... così vi concentrate solo su quei pochi tiri e cominciate a prendere confidenza con l'ambiente. Volendo prima dell'ultimo tiro è anche possibile uscire dalla via percorrendo un canale erboso sulla sinistra.
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sono del tutto d'accordo con quello che riporto qui sopra.
Aggiungo che accetto l'invito per qualche arrampicata un più avventurosa che in falesia, non perchè sia chissà che pozzo di scienza, ma più che altro perchè è bello - credo - fare e accettare inviti.
Di montagna montagna (quindi non l'Argentea o la Baiarda, pur col massimo rispetto!) non ho granchè da vantare: alcune salite al Badile e nel suo gruppo, un'altra in Valle dell'Oro, una Crete Seche e qualcosa nel gruppo del Monviso. Ah! ...e la Bar des ecrines, dove però più che altro mi sono abbuffato di torte squisite al rifugio sottostante, quindi non so se vale! Però la buona volontà ce la metto!
Quanto a itinerari possibili puoi tenere presenti quelli che ho scritto sopra, quindi sì, Punta Querzola, Rocca Turchina e compagnia bella, Monte Rama, Camulà, e anche Monte Carmo, che adoro anche se forse è un po' fuori mano. Dimmi tu.
In ogni caso, come dice Roger, se ti muovi sul 6a+, puoi davvero andare anche da solo con i tuoi amici a provare la Via dei Diedri. Se invece vuoi fare una via, magari anche più facile, ma vedere come costruire una sosta con nut e altre cose del genere, possiamo provare a fare qualche esperimento. Tieni conto però che io abito a Pavia, quindi ho bisogno di essere avvisato un po' di giorni prima per organizzarmi.
A presto.
L.
- mikesangui
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Grazie Cenere!!!
Guarda. .anche io ho bisogno di organizzarmi per tempo perchè faccio un mucchio di cose e quindi devo incastrare l'uscita in un week end.
Direi che è esattamente quello di cui ho bisogno... una salita poco impegnatia dal lato tecnico, che mi permetta di vedere e fare esperienza su come si piazza un nut, un friend, un chiodo... e farci anche delle soste.
L'unico inconveniente è che si va nella stagione brutta... tu pensavi a qualcosa da fare in giornata o di due giorni?
Sento anche qualcuno dei miei compagni di scalate.. e ti invito a portarti qualcuno anche te.
così facciamo un gruppone ed è più bello!
Iniziao a pensare a una data possibile!
Ciao
Guarda. .anche io ho bisogno di organizzarmi per tempo perchè faccio un mucchio di cose e quindi devo incastrare l'uscita in un week end.
Direi che è esattamente quello di cui ho bisogno... una salita poco impegnatia dal lato tecnico, che mi permetta di vedere e fare esperienza su come si piazza un nut, un friend, un chiodo... e farci anche delle soste.
L'unico inconveniente è che si va nella stagione brutta... tu pensavi a qualcosa da fare in giornata o di due giorni?
Sento anche qualcuno dei miei compagni di scalate.. e ti invito a portarti qualcuno anche te.
così facciamo un gruppone ed è più bello!
Iniziao a pensare a una data possibile!
Ciao
Dunque....mikesangui wrote:Grazie Cenere!!!
Guarda. .anche io ho bisogno di organizzarmi per tempo perchè faccio un mucchio di cose e quindi devo incastrare l'uscita in un week end.
Direi che è esattamente quello di cui ho bisogno... una salita poco impegnatia dal lato tecnico, che mi permetta di vedere e fare esperienza su come si piazza un nut, un friend, un chiodo... e farci anche delle soste.
L'unico inconveniente è che si va nella stagione brutta... tu pensavi a qualcosa da fare in giornata o di due giorni?
Sento anche qualcuno dei miei compagni di scalate.. e ti invito a portarti qualcuno anche te.
così facciamo un gruppone ed è più bello!
Iniziao a pensare a una data possibile!
Ciao
Sicuramente pensavo a una cosa di un giorno, anche perchè, proprio data la stagione, starei in Liguria, ma lì nulla presuppone un ingaggio tale da stare addirittura fuori a dormire: e poi dormire fuori adesso comincia a essere scomodo perchè di notte fa freddino!
Se vuoi stare nela tua zona (Genova mi par di capire), c'è il Rama o il Camulà e anche una certa "Via dei torrioni" nell'entroterra, ma devo capire meglio dove si trova, perchè non ci sono mai stato. Diversamente, a un'oretta da Genova c'è appunto il Monte Carmo, dove possiamo ripetere una via "inventata" da me, oppure, perchè no?, inventarne una ancora diversa. Sempre lì c'è la Cresta degli Scoiattoli, che offre circa 200 metri di arrampicata in cresta, in parte protetta, ma dove è agevole anche integrare con cordini, friend e nut.
Comunque, per esercitarsi, puoi anche andare semplicemente in falesia, prenderti una via spittata e provare a salirla metendo nut e friend, ma con la sicurezza che, se sei in difficoltà, hai anche gli spit.
Sulle date... Questo e il successivo we sono occupato. Quindi si potrebbe fare qualcosa ai santi o comunque in quel we.
Ciao
L.
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punta tuschetti
Ho letto l'interesse per le fessure della Tuschetti. Ho intenzione di andarle a chiodare (e liberare dai blocchi instabili) con gli amici del gruppo GEKI. Spero di poterlo fare entro 15 o 20 giorni. Così il concatenamento Querzola-Tuschetti-Cinè-Turchina diventa più agevole.
In aprile 2007, partendo molto a destra della via dei diedri alla Querzola, abbiamo aperto una via di nove tiri (!) che sale fino in cima alla Punta Tuschetti: bella, in ambiente selvaggio con difficoltà da III a V, ma con alcuni tratti friabili che richiedono cautela. Non ho mai pubblicato la relazione: probabilmente ne parlerò nel prossimo numero di Gaigu (il giornalino del CAI di Arenzano). Nel mio sito invece (www.parodieditore.it) trovate la relazione della Cresta dei Guaranì, che sale subito a destra della via dei Geki. Secondo me è divertente, con difficoltà massime di IV+. L'ho chiodata nei passi chiave ma per essere tranquilli è meglio aggiungere in qualche punto friend piccoli e medi (o nut) e fettucce.
In aprile 2007, partendo molto a destra della via dei diedri alla Querzola, abbiamo aperto una via di nove tiri (!) che sale fino in cima alla Punta Tuschetti: bella, in ambiente selvaggio con difficoltà da III a V, ma con alcuni tratti friabili che richiedono cautela. Non ho mai pubblicato la relazione: probabilmente ne parlerò nel prossimo numero di Gaigu (il giornalino del CAI di Arenzano). Nel mio sito invece (www.parodieditore.it) trovate la relazione della Cresta dei Guaranì, che sale subito a destra della via dei Geki. Secondo me è divertente, con difficoltà massime di IV+. L'ho chiodata nei passi chiave ma per essere tranquilli è meglio aggiungere in qualche punto friend piccoli e medi (o nut) e fettucce.
andreaparodi
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Re: punta tuschetti
Grazie dell'intervento! Ci fa onore la tua iscrizione al forumandreaparodi wrote:Ho letto l'interesse per le fessure della Tuschetti. Ho intenzione di andarle a chiodare (e liberare dai blocchi instabili) con gli amici del gruppo GEKI. Spero di poterlo fare entro 15 o 20 giorni. Così il concatenamento Querzola-Tuschetti-Cinè-Turchina diventa più agevole.
In aprile 2007, partendo molto a destra della via dei diedri alla Querzola, abbiamo aperto una via di nove tiri (!) che sale fino in cima alla Punta Tuschetti: bella, in ambiente selvaggio con difficoltà da III a V, ma con alcuni tratti friabili che richiedono cautela. Non ho mai pubblicato la relazione: probabilmente ne parlerò nel prossimo numero di Gaigu (il giornalino del CAI di Arenzano). Nel mio sito invece (www.parodieditore.it) trovate la relazione della Cresta dei Guaranì, che sale subito a destra della via dei Geki. Secondo me è divertente, con difficoltà massime di IV+. L'ho chiodata nei passi chiave ma per essere tranquilli è meglio aggiungere in qualche punto friend piccoli e medi (o nut) e fettucce.
"Se non fosse unta, non fosse focaccia." Ignota
Re: punta tuschetti
Ciao! Sono l'Alessandro dell'Aiguillette e della Torre del Cros!andreaparodi wrote:Ho letto l'interesse per le fessure della Tuschetti. Ho intenzione di andarle a chiodare (e liberare dai blocchi instabili) con gli amici del gruppo GEKI. Spero di poterlo fare entro 15 o 20 giorni. Così il concatenamento Querzola-Tuschetti-Cinè-Turchina diventa più agevole.
In aprile 2007, partendo molto a destra della via dei diedri alla Querzola, abbiamo aperto una via di nove tiri (!) che sale fino in cima alla Punta Tuschetti: bella, in ambiente selvaggio con difficoltà da III a V, ma con alcuni tratti friabili che richiedono cautela. Non ho mai pubblicato la relazione: probabilmente ne parlerò nel prossimo numero di Gaigu (il giornalino del CAI di Arenzano). Nel mio sito invece (www.parodieditore.it) trovate la relazione della Cresta dei Guaranì, che sale subito a destra della via dei Geki. Secondo me è divertente, con difficoltà massime di IV+. L'ho chiodata nei passi chiave ma per essere tranquilli è meglio aggiungere in qualche punto friend piccoli e medi (o nut) e fettucce.
Benvenuto!
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Re: punta tuschetti
Ciao Andrea bentrovato!andreaparodi wrote:Ho letto l'interesse per le fessure della Tuschetti. Ho intenzione di andarle a chiodare (e liberare dai blocchi instabili) con gli amici del gruppo GEKI. Spero di poterlo fare entro 15 o 20 giorni. Così il concatenamento Querzola-Tuschetti-Cinè-Turchina diventa più agevole.
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Tienici informati...
Ciao
Roger
Che sappiate ci sono per caso dei divieti di arrampicata nella zona? Sapevo esserci su Rocca Ciappa, che è in zona, magari si è esteso ai dintorni
La via di nove tiri segnalata da Andrea mi attira non poco e sarebbe un buon modo per ricominciare ad andar per monti
La via di nove tiri segnalata da Andrea mi attira non poco e sarebbe un buon modo per ricominciare ad andar per monti
Il silenzio non si trova sulla cima delle montagne e il rumore non sta nei mercati delle città: ambedue sono nel cuore dell'uomo.
Lao Tse (VI sec a.C.)
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I divieti non si estendono come i lieviti, alcuni ci sono, altri ci saranno, basta conoscerli.gecko wrote:Che sappiate ci sono per caso dei divieti di arrampicata nella zona? Sapevo esserci su Rocca Ciappa, che è in zona, magari si è esteso ai dintorni
La via di nove tiri segnalata da Andrea mi attira non poco e sarebbe un buon modo per ricominciare ad andar per monti
Che Rocca da Ciappa fosse in riserva integrale zona A del Parco bastava poco a saperlo.
Quanto alle altre zone sono tutte in ZPS.
Ora si sta facendo da parte della regione una normativa per la regolarizzazione dell'arrampicata in tale zona.
Per quel che che posso sapere e capire io, le falesie di bassa quota rimarranno intonse, mentre sulle struttture di "alta quota" Tuschetti, Querzola e company non avrei proprio la medesima sicurezza.
Se posso dare un consiglio prima di agire in modo autarchico ( come accade ora) date un colpo di telefono al parco.
http://trailsantacroce.com" onclick="window.open(this.href);return false;
Se l'è fassile m'angusciu, se l'è diffisile tribullu!
"Ogni civetta ha la sua casa l'albero, ma il barbagianni invece no" Punkreas Paranoia e potere
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E' lì che sta il problema! sarebbe utile aprire un topic sull'argomento per informare e per non andare OT in questoConte Ugolino wrote:.......basta conoscerligecko wrote:Che sappiate ci sono per caso dei divieti di arrampicata nella zona? Sapevo esserci su Rocca Ciappa, che è in zona, magari si è esteso ai dintorni
La via di nove tiri segnalata da Andrea mi attira non poco e sarebbe un buon modo per ricominciare ad andar per monti
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Ohibò Geckogecko wrote:E' lì che sta il problema! sarebbe utile aprire un topic sull'argomento per informare e per non andare OT in questoConte Ugolino wrote:.......basta conoscerligecko wrote:Che sappiate ci sono per caso dei divieti di arrampicata nella zona? Sapevo esserci su Rocca Ciappa, che è in zona, magari si è esteso ai dintorni
La via di nove tiri segnalata da Andrea mi attira non poco e sarebbe un buon modo per ricominciare ad andar per monti
la cresta del Bric Aguzzo era ufficialmente vietata ( e lo si sapeva ampiamente) e una sezione la segna con bolli e altre amenità simili. Da altre parti questo non accade e anzi c'è una colaborazione tra climber, ornitologi o enti parco.
Non credo serva il topic apposito, ma un pochino di sensibilità in più. Nonostante la Rocca da ciappa fosse vietata c'era gente che continuava ad andarci lo stesso perchè la relazione era stata ampiamente divulgata e non cancellata. In Liguria si ragiona così, forse anche altrove ma se io provo a spiegare alcune cose mi danno del talebano e si che arrampicavo e non sono il solo che arrampicando la penso così.
Se mi posso permettere, prima di aprire una via in zone che sappiamo essere sensibili ( ZPS o altro) chiediamo al Parco più prossimo o magari a qualche ornitologo, non talebano ( ci sono anche quelli, vedi LIPU).
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Se l'è fassile m'angusciu, se l'è diffisile tribullu!
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Ornitologo???? Ma sì, ne ho conosciuto uno al corso siss. Lo contatterò!!!
Rocca da Ciappa lo sapevo ma del bric Aguzzo ne ero totalmente inconsapevole (lo sò la legge non ammette ignoranza) ma ormai è fatta; non ci torno più se non a fare un giretto a piedi
Rocca da Ciappa lo sapevo ma del bric Aguzzo ne ero totalmente inconsapevole (lo sò la legge non ammette ignoranza) ma ormai è fatta; non ci torno più se non a fare un giretto a piedi
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Querzola e Tuschetti
Ringrazio tutti quanti mi hanno dato il benvenuto. Già che ci sono faccio alcune precisazioni sulla Via dei Diedri a Punta Querzola. Si trovava già nella mitica guida "Palestre di arrampicamento genovesi" di Euro Montagna, pubblicata nell'ormai lontanissimo 1963, con il nome di Via dei Diedri. L'ho percorsa per la prima volta alla fine degli anni '70 e mi sembra di ricordare che allora su tutta la via c'era un solo chiodo (!) sul passo chiave dell'ultimo tiro. Comunque non era abbandonata: qualcuno ogni tanto la ripeteva, magari senza dirlo in giro perchè non era di moda. Quando ci sono andati Osto e compagni nel 1995 e l'hanno richiodata effettuando una variante, hanno pensato di ribattezzarla "Il ritorno dei matti". La variante sarebbe dovuta servire ad evitare il quarto tiro, a giudizio di Osto più friabile degli altri. Invece secondo me quel tiro ha la roccia uguale a tutto il resto, è divertente e diretto. Così nel gennaio 2005 sono andato a chiodarlo e ora tutta la via originale è abbondantemente chiodata. Comunque grazie a "Roger" Osto perché senza il suo lavoro di chiodatura sarebbe rimasta una via per pochi intimi. Ora invece è abbastanza ripetuta (per essere una via "alpinistica" con avvicinamento relativamente lungo). Coi passaggi delle cordate la roccia si è ripulita da molti appigli instabili, tuttavia bisogna sempre arrampicare "dolcemente" perché non è esattamente monolitica. Ripetendola nel marzo 2007 ho "disgaggiato" un blocco grosso come un piccolo firigorifero (!) all'inizio del primo tiro (che adesso si può notare ai piedi del diedro...) spostando la partenza della via (e il primo chodo) sulla faccia destra. Spero di riuscire ad andare a chiodare le fessure della Tuschetti prima che venga troppo freddo...
andreaparodi