Cima della Maledia (m 3.061): Cresta Sud-Est e traversata
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Cima della Maledia (m 3.061): Cresta Sud-Est e traversata
Oggi ho salito questa bellissima via di cresta.
Abbiamo fatto un tiro di IV grado, ben chiodato, poi una successione di torrioni fino in vetta.
Il seppur mitico Aladar mi aveva detto di non portare picca e ramponi, ma in realtà consiglio di portarli, fidatevi.
Mi ha spiegato una inea di discesa sulle rocce della sinistra orografica del Canalino che però, una volta sul posto, non mi ha per nulla ispirato.
Siamo allora andati a buttare l'occhio sul versante che scende verso il Lago Bianco: è innevato, ma siamo scesi senza problemi senza ramponi e picca e siamo arrivati prima al parcheggio, dopo una discesa di soli... 1950 metri!
Il Pagarì è un rifugio con un'atmosfera splendida ed abbiamo mangiato da dio.
Ora sono stanco, appena posso meto su foto e report.
Appena rientrati dalla Svizzera (Weissmies), siamo partiti per il Pagarì e ora sono già di nuovo in partenza
Un'ultima nota: quanto è pericolosa la normale ala Maledia????
Sarà solo F+, ma attenzione: NON SALIRE SE C'è QUALCUNO PIù IN ALTO!
E' impossibile non far cadere nulla, abbiamo visto far cadere di tutto, con una continuità terrificante...
Abbiamo fatto un tiro di IV grado, ben chiodato, poi una successione di torrioni fino in vetta.
Il seppur mitico Aladar mi aveva detto di non portare picca e ramponi, ma in realtà consiglio di portarli, fidatevi.
Mi ha spiegato una inea di discesa sulle rocce della sinistra orografica del Canalino che però, una volta sul posto, non mi ha per nulla ispirato.
Siamo allora andati a buttare l'occhio sul versante che scende verso il Lago Bianco: è innevato, ma siamo scesi senza problemi senza ramponi e picca e siamo arrivati prima al parcheggio, dopo una discesa di soli... 1950 metri!
Il Pagarì è un rifugio con un'atmosfera splendida ed abbiamo mangiato da dio.
Ora sono stanco, appena posso meto su foto e report.
Appena rientrati dalla Svizzera (Weissmies), siamo partiti per il Pagarì e ora sono già di nuovo in partenza
Un'ultima nota: quanto è pericolosa la normale ala Maledia????
Sarà solo F+, ma attenzione: NON SALIRE SE C'è QUALCUNO PIù IN ALTO!
E' impossibile non far cadere nulla, abbiamo visto far cadere di tutto, con una continuità terrificante...
- davec77
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Attualmente il Canalino è ancora innevato? (Sarebbe notevole, per essere metà agosto e vista l'estate calda...).Andreino wrote:No, no, la normale è un pendio sfasciumoso, terribilmente sfasciumoso.
Molto facile, ma occhio a non avere nessuno sopra la testa, perchè viene giù di tutto.
Poi però c'è il Canalino della Maledia, per scendere al rifugio: se hai ramponi e picca è facile, se no son caxxi, saranno 35°.
Sapevo anch'io che invece di scendere dal Canalino si può scendere direttamente verso il lago senza ripassare dal rifugio. Eventualmente si può anche traversare il Passo dei Ghiacciai e scendere sul rifugio Soria-Ellena, no?
Grazie cmq dell'informazione.
In genere Aladar sa dare tutte le indicazioni necessarie...
alcuni anni fa, a Luglio: Rifugio, Passo di Pagarì, discesa (pochi min) al Pas du LacLong, poi lunga traversata con ometti fino a un piccolo canale innevato sotto il Lagarot (il laghetto subito sotto la vetta). Da lì tre brevi canali innevati, equivalenti come difficoltà, fino alle ultime pietraie e alla croce.
La traversata, tutta sul versante francese (S) era intercalata da ripidi nevai di neve durissima: indispensabili ramponi e piccozza, anche se solo per pochi metri per volta. Percorso in completa solitudine, sotto la severa parete S della Serra di Pagarì e della Maledia - difficile incontrare anima viva!
alcuni anni fa, a Luglio: Rifugio, Passo di Pagarì, discesa (pochi min) al Pas du LacLong, poi lunga traversata con ometti fino a un piccolo canale innevato sotto il Lagarot (il laghetto subito sotto la vetta). Da lì tre brevi canali innevati, equivalenti come difficoltà, fino alle ultime pietraie e alla croce.
La traversata, tutta sul versante francese (S) era intercalata da ripidi nevai di neve durissima: indispensabili ramponi e piccozza, anche se solo per pochi metri per volta. Percorso in completa solitudine, sotto la severa parete S della Serra di Pagarì e della Maledia - difficile incontrare anima viva!
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Ecco la Maledia in versione estiva, subito dopo essere usciti dal canalino che parte dal Rif. Pagarì:
Video e foto panoramiche a 360° in Montagna e non solo --> Colsub.it
Colsub TV in onda 24 ore su 24
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Do you speak English?
Belandi!
(by Origone)
La descrizione dell'itinerario è quella riportata da wolf; io l'ho sempre percorso con buona visibilità e con gli ometti non ho mai avuto difficoltà. A differenza di wolf però non ho mai trovato neve (tale almeno che richiedesse piccozza e ramponi), anche se prima del 15 Luglio l'ho fatto solo 1 volta.Andreino wrote:E' facilmente percorribile?
Complimenti...gran bella galoppata...
e' davvero con profonda nostalgia che guardo le foto..
A luglio, precisamente il week end del 11/12 saimo stati su al Pagarì...un week end davvero da sogno in luogo magnifico...la domenica mattina siamo saliti sulla Maledia attraverso il canalino (45°) e di li, poi tramite il canale centrale (su consiglio di Aladar in quanto meno detritico) su in cima. Per la discesa abbiamo optato per la variante proposta sempre da Aladar, ovvero discesa attravero il detritico passo della Maledia, lungo traverso sopra al Lac Long in direzione del franoso canale Pas du Lac Long e da qui, seguendo gli ometti e parte del sentiero che oramai affiorava dalla neve, in direzione del Passo Pagarì...
Un giro davvero molto bello e sicuramente in ambiente un po' più sevaggio..
La farfalla non conta gli anni, ma gli istanti. Per questo il suo breve tempo le basta..
Profilo Instagram: keiji76
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Ciao!
Ieri con i miei compari siamo stati a fare la via "de Cessole" alla parete NE della Maledia. Via veramente stupenda, in ambiente selvaggio, verticale ed esposto. Le difficoltà sono abbastanza contenute (al max un passaggio di IV-) però la necessità di proteggersi totalmente in autonomia e comunque l'esposizione spesso notevole ne fanno una via di grandissima soddisfazione! Quando poi si guarda la parete del basso, vengono un po' di brividi lungo la schiena ...
Per la discesa, visto che non avevamo i ramponi ed i canalino li richiede ancora, su consiglio di Aladar abbiam effettuato la discesa sul contrafforte dell'anticima del Caire Muraion, sulla sinistra orogafica del canalino: beh, si tratta di una via che mi sento comunque di sconsigliare, perchè si tratta di percorrere, slegati ed in discesa, placche lisce e ripidi pendii di detriti friabilissimi con rischi oggettivi che mi sono sembrati veramente troppo alti! Alla fine abbiamo trovato un chiodo (lasciato da qualcuno prima di noi che ha trovato le nostre stesse difficoltà) e ci siamo e ci siamo fatti una bella doppia fin sul fondo del canale, dove ormai era detritico.
Nel complesso, comunque, bellissima gita in ambiente severo: e complimenti ai miei compagni Flavio, Laura e Andrea-Jebel. Ora provo a mettere qualche foto.
Andrea
Ieri con i miei compari siamo stati a fare la via "de Cessole" alla parete NE della Maledia. Via veramente stupenda, in ambiente selvaggio, verticale ed esposto. Le difficoltà sono abbastanza contenute (al max un passaggio di IV-) però la necessità di proteggersi totalmente in autonomia e comunque l'esposizione spesso notevole ne fanno una via di grandissima soddisfazione! Quando poi si guarda la parete del basso, vengono un po' di brividi lungo la schiena ...
Per la discesa, visto che non avevamo i ramponi ed i canalino li richiede ancora, su consiglio di Aladar abbiam effettuato la discesa sul contrafforte dell'anticima del Caire Muraion, sulla sinistra orogafica del canalino: beh, si tratta di una via che mi sento comunque di sconsigliare, perchè si tratta di percorrere, slegati ed in discesa, placche lisce e ripidi pendii di detriti friabilissimi con rischi oggettivi che mi sono sembrati veramente troppo alti! Alla fine abbiamo trovato un chiodo (lasciato da qualcuno prima di noi che ha trovato le nostre stesse difficoltà) e ci siamo e ci siamo fatti una bella doppia fin sul fondo del canale, dove ormai era detritico.
Nel complesso, comunque, bellissima gita in ambiente severo: e complimenti ai miei compagni Flavio, Laura e Andrea-Jebel. Ora provo a mettere qualche foto.
Andrea
"Io intanto salgo, poi si vedrà ..."
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Ecco un po' di foto della via "de Cessole" alla parete NE della Maledia:
Il tracciato della via (mia interpretazione)
L'attacco della via
Durante la traversata della prima lunghezza
Il Rifugio Pagarì e l'omonimo ghiacciaio dalla parte bassa della via
Le grandi placche nella parte mediana della parete
L'ultimo canalino che porta in cresta, dalla fine dell'espostissimo traverso di 50 metri
Il gruppo vittorioso sulla vetta della Maledia
Il versante NO della Maledia, dove si svolge la prima parte della discesa
La doppia nel canalino della Maledia, lungo le ripidissime placche del contrafforte del Caire Muraion
Il tracciato della via (mia interpretazione)
L'attacco della via
Durante la traversata della prima lunghezza
Il Rifugio Pagarì e l'omonimo ghiacciaio dalla parte bassa della via
Le grandi placche nella parte mediana della parete
L'ultimo canalino che porta in cresta, dalla fine dell'espostissimo traverso di 50 metri
Il gruppo vittorioso sulla vetta della Maledia
Il versante NO della Maledia, dove si svolge la prima parte della discesa
La doppia nel canalino della Maledia, lungo le ripidissime placche del contrafforte del Caire Muraion
Last edited by gambeinspalla on Mon Aug 31, 2009 19:00, edited 1 time in total.
"Io intanto salgo, poi si vedrà ..."
Complimenti e ammirazione ai salitori Allora c'è ancora qualcuno che con chiodi e martello si avventura su questi storici itinerari
E' vero, la parete E fa impressione anche solo a guardarla da lontano
pensare al barone de Cessole che andava a cercarsi queste "normali" con mezzi ben diversi dai nostri... chapeau
Propongo all'autore del topic (e ai mods) di modificare, se ritengono, il titolo in "Cima della Maledia - m. 3061" - potrebbe raccogliere i racconti delle non frequenti salite a questa spelandida vetta.
E' vero, la parete E fa impressione anche solo a guardarla da lontano
pensare al barone de Cessole che andava a cercarsi queste "normali" con mezzi ben diversi dai nostri... chapeau
Propongo all'autore del topic (e ai mods) di modificare, se ritengono, il titolo in "Cima della Maledia - m. 3061" - potrebbe raccogliere i racconti delle non frequenti salite a questa spelandida vetta.
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Complimentoni, è una via che mi attira parecchio; la parete è veramente incredibile
Confermo la via di discesa proposta da Aladar anche a noi, compreso il chiodo lasciato il giorno prima che salissimo noi da una coppia di tedeschi.
La via di discesa non ci aveva per nulla ispirato: ci siamo sporti da sopra ed abbiamo optato per l'alternativa discesa verso il Lago Bianco, in zona Bivacco Moncalieri.
Confermo la via di discesa proposta da Aladar anche a noi, compreso il chiodo lasciato il giorno prima che salissimo noi da una coppia di tedeschi.
La via di discesa non ci aveva per nulla ispirato: ci siamo sporti da sopra ed abbiamo optato per l'alternativa discesa verso il Lago Bianco, in zona Bivacco Moncalieri.
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quoto!!wolf wrote:Complimenti e ammirazione ai salitori Allora c'è ancora qualcuno che con chiodi e martello si avventura su questi storici itinerari .
vedi wolf ... non ci sono solo io che giro con martello e chiodi
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Ciao!
Oggi ho messo in rete la mia relazione della via "de Cessole" alla parete NE della Maledia. A chi interessa, la trovate qui:
http://www.gambeinspalla.altervista.org ... essole.htm
A presto.
Andrea
Oggi ho messo in rete la mia relazione della via "de Cessole" alla parete NE della Maledia. A chi interessa, la trovate qui:
http://www.gambeinspalla.altervista.org ... essole.htm
A presto.
Andrea
"Io intanto salgo, poi si vedrà ..."
Re: Cima della Maledia (m 3.061): Cresta Sud-Est e traversat
23 luglio 2010 Ramingo e Wolf in vetta, via normale per il canalino.
Condizioni quasi perfette. Meteo incerto che ci spinge a rinunciare alla traverata degli Italiani - (meno male, perchè Wolf scoppiatissimo dopo mesi di allenamento alla scrivania). Saliamo anche la cima Borello e ripieghiamo sul biv. Moncalieri. I temporali previsti alla fine non arrivano e l'ultimo sguardo, mentre slacciamo gli scarponi al parcheggio, ci mostra il Gelàs che si illumina di sole e si staglia - finalmente - nell'azzurro!
Mettiamola così: è un chiaro segnale a riprovarci!
Segue relazione dettagliata, foto a cura di Ramingo - quando potrà!
Condizioni quasi perfette. Meteo incerto che ci spinge a rinunciare alla traverata degli Italiani - (meno male, perchè Wolf scoppiatissimo dopo mesi di allenamento alla scrivania). Saliamo anche la cima Borello e ripieghiamo sul biv. Moncalieri. I temporali previsti alla fine non arrivano e l'ultimo sguardo, mentre slacciamo gli scarponi al parcheggio, ci mostra il Gelàs che si illumina di sole e si staglia - finalmente - nell'azzurro!
Mettiamola così: è un chiaro segnale a riprovarci!
Segue relazione dettagliata, foto a cura di Ramingo - quando potrà!
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Re: Cima della Maledia (m 3.061): Cresta Sud-Est e traversat
Anche voi al Pagarì, spero vi sia piaciuto il posto!
"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
Re: Cima della Maledia (m 3.061): Cresta Sud-Est e traversat
Ecco una breve relazione della via seguita per salire alla Maledìa, che non mi sembra ancora presente in questo topic:
Cima della Maledìa, mt. 3061, via normale per il "Canalino della Maledia" e il versante Nord-Ovest (GMI Alpi Marittime I, it. 191a, pag. 245).
Usciti dal rifugio si attraversa la conca detritica, seguendo alcune tacche rosse e attraversando alcune lingue di neve, verso la parete E della Maledia, che assume all'alba colorazioni stupende: Si risale il conoide sotto il canale, fino a calzare i ramponi.
Ecco Ramingo in azione: All'imbocco del canale vero e proprio, un isolotto roccioso divide il canale in due parti. A detta di Aladar, del quale ci fidiamo, la parte destra, più larga, è costituita da un ponte di neve con alcuni metri di vuoto sotto. Per cui passiamo a sx: Segue il canale, non difficile né eccessivamente ripido (45°) la neve è dura e non ci sono problemi. Gli ultimi metri sono scoperti, affiorano sfasciumi e qualche roccione su cui salire.
Se le condizioni fossero ottime, non avremmo avuto il ponte di neve in basso saremmo saliti su neve fino in cima: comunque condizioni più che accettabili, salita divertente a parte il fiatone che mi costringe a soste frequenti, rallentando l'andatura!)
Ramingo non ha questi problemi, non riesco a seguire le sue orme, ogni passo dei suoi ne faccio due. Eccolo in uscita: al "colletto del Muraion": Al colle panorama mozzafiato verso il Gelàs, rovinato dalla coltre di nubi che si è avvicinata e ci sovrasta.
Ecco il Lagarot, il piccolo laghetto sotto la vetta, immagine rinfrescante nella calura di questi giorni. Incredibile quanta neve e quanti laghi e laghetti ancora ghiacciati, l'afa quassù non è arrivata! Dalla conca detritica che contiene il lago, visibile in questa foto di Colsub (nella quale appare anche qualcosa di... "Granitico...?"
Dalla conca (in cui si trova anche un piccolo riparo in muretto a secco, alto poco meno di 1 m.), appare la parete N/O, alla cui base giace il piccolo ma ripido nevaio, sul quale anni fa anch'io sono ingenuamente scivolato per alcuni metri, non avendo voluto calzare i ramponi. Questa volta non ripeterò l'errore!.
Sopra il nevaio si aprono i tre canalini rocciosi, (ad inizio stagione innevati), già che portano al pendio di sfasciumi e alla vetta. Saliamo quello centrale, più incassato, poi facilmente in vetta dove le foto di rito spettano a Ramingo. Scenderemo poi il canalino più a dx (guardando dal basso), tralasciando quello forse un po' più facile, il sinistro. Ma la difficoltà è all'incirca uguale.
Il nostro itinerario avrebbe previsto la Traversata degli Italiani, che ci appare e scompare tra le nubi battuta dal vento. Con disappunto di Ramingo, che ci teneva molto, decidiamo di rinunciare all'intera traversata, viste anche le previsioni 'temporaleshe' per il pomeriggio.
(non insisto più di tanto per proseguire, anzi, ho le gambe come due sacchi di sabbia e soffio come Ian Andersen). Ci accontenteremo di scavalcare ancora la Cima Borello, 2985 m., oltre la quale scendiamo verso la Forcella Chafrion, ultima via di fuga verso il biv. Moncalieri. Dalla vetta si diparte un facile canale roccioso (GMI it. 197c) che noi però non vediamo, quindi scendiamo per facili roccette, disarrampicando.
Senza raggiungere la forcella vera e propria, imbocchiamo in discesa un ripido, lungo e stretto canale nevoso che ci porterà in breve sugli ampi spazi del Ghiacciaio NE del Gelàs, o del Lago Bianco: Scivolando sul nevaio, in breve siamo al bivacco, ben tenuto e ordinato, pausa pranzo, poi discesa al Lago Bianco - (nome azzeccatissimo: il lago è ancora quasi totalmente ghiacciato, anche se il ghiaccio è ricoperto di detriti terrosi), sempre scivolando su neve.
Infine, discesa a S. Giacomo tra fiori, farfalle, ruscelli, 'mare d'erba' causato dal vento e. per un breve tratto, anche in 'dolce compagnia'...
Cima della Maledìa, mt. 3061, via normale per il "Canalino della Maledia" e il versante Nord-Ovest (GMI Alpi Marittime I, it. 191a, pag. 245).
Usciti dal rifugio si attraversa la conca detritica, seguendo alcune tacche rosse e attraversando alcune lingue di neve, verso la parete E della Maledia, che assume all'alba colorazioni stupende: Si risale il conoide sotto il canale, fino a calzare i ramponi.
Ecco Ramingo in azione: All'imbocco del canale vero e proprio, un isolotto roccioso divide il canale in due parti. A detta di Aladar, del quale ci fidiamo, la parte destra, più larga, è costituita da un ponte di neve con alcuni metri di vuoto sotto. Per cui passiamo a sx: Segue il canale, non difficile né eccessivamente ripido (45°) la neve è dura e non ci sono problemi. Gli ultimi metri sono scoperti, affiorano sfasciumi e qualche roccione su cui salire.
Se le condizioni fossero ottime, non avremmo avuto il ponte di neve in basso saremmo saliti su neve fino in cima: comunque condizioni più che accettabili, salita divertente a parte il fiatone che mi costringe a soste frequenti, rallentando l'andatura!)
Ramingo non ha questi problemi, non riesco a seguire le sue orme, ogni passo dei suoi ne faccio due. Eccolo in uscita: al "colletto del Muraion": Al colle panorama mozzafiato verso il Gelàs, rovinato dalla coltre di nubi che si è avvicinata e ci sovrasta.
Ecco il Lagarot, il piccolo laghetto sotto la vetta, immagine rinfrescante nella calura di questi giorni. Incredibile quanta neve e quanti laghi e laghetti ancora ghiacciati, l'afa quassù non è arrivata! Dalla conca detritica che contiene il lago, visibile in questa foto di Colsub (nella quale appare anche qualcosa di... "Granitico...?"
Dalla conca (in cui si trova anche un piccolo riparo in muretto a secco, alto poco meno di 1 m.), appare la parete N/O, alla cui base giace il piccolo ma ripido nevaio, sul quale anni fa anch'io sono ingenuamente scivolato per alcuni metri, non avendo voluto calzare i ramponi. Questa volta non ripeterò l'errore!.
Sopra il nevaio si aprono i tre canalini rocciosi, (ad inizio stagione innevati), già che portano al pendio di sfasciumi e alla vetta. Saliamo quello centrale, più incassato, poi facilmente in vetta dove le foto di rito spettano a Ramingo. Scenderemo poi il canalino più a dx (guardando dal basso), tralasciando quello forse un po' più facile, il sinistro. Ma la difficoltà è all'incirca uguale.
Il nostro itinerario avrebbe previsto la Traversata degli Italiani, che ci appare e scompare tra le nubi battuta dal vento. Con disappunto di Ramingo, che ci teneva molto, decidiamo di rinunciare all'intera traversata, viste anche le previsioni 'temporaleshe' per il pomeriggio.
(non insisto più di tanto per proseguire, anzi, ho le gambe come due sacchi di sabbia e soffio come Ian Andersen). Ci accontenteremo di scavalcare ancora la Cima Borello, 2985 m., oltre la quale scendiamo verso la Forcella Chafrion, ultima via di fuga verso il biv. Moncalieri. Dalla vetta si diparte un facile canale roccioso (GMI it. 197c) che noi però non vediamo, quindi scendiamo per facili roccette, disarrampicando.
Senza raggiungere la forcella vera e propria, imbocchiamo in discesa un ripido, lungo e stretto canale nevoso che ci porterà in breve sugli ampi spazi del Ghiacciaio NE del Gelàs, o del Lago Bianco: Scivolando sul nevaio, in breve siamo al bivacco, ben tenuto e ordinato, pausa pranzo, poi discesa al Lago Bianco - (nome azzeccatissimo: il lago è ancora quasi totalmente ghiacciato, anche se il ghiaccio è ricoperto di detriti terrosi), sempre scivolando su neve.
Infine, discesa a S. Giacomo tra fiori, farfalle, ruscelli, 'mare d'erba' causato dal vento e. per un breve tratto, anche in 'dolce compagnia'...
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