Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
Moderators: Moderatori, Moderatori di sezione (Arrampicata sportiva)
Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
Le scalate nella conca di Assedras, che si chiude con la cima di Nasta,
sono molte e varie; nei giorni di mercoledì 21 e giovedì 22 ne abbiamo effettuate
un paio piuttosto interessanti, “ingaggiose” e molto conosciute.
Dopo essere stato negli anni passati, su diverse vie alla Cima Nasta e dintorni,
compreso il classicissimo spigolo Vernet, sono tornato in zona con Alexander
per una “due giorni” in verticale….e non solo dati gli avvicinamenti, classici da Marittime.
Avevamo un programma di massima con un paio di possibili varianti e/o ripieghi,
ma la scelta definitiva e di grandissima soddisfazione è caduta su due itinerari:
-“L’ Uccello di Fuoco” 6b al Torrione Querzola (2857 m.) il primo giorno.
-“Adrien le Grand Chef” 6a alla cima De Cessole (2915 m.) il secondo giorno.
Linee con soste attrezzate e alcuni spit nei tiri, ma con lunghi tratti da proteggere.
(..le quote le riporto da una vecchia ma dettagliata cartina, però noto che
non sempre corrispondono con altre cartine.)
Cmq. bel sito del rifugio, se volete dare un’occhiata, all’indirizzo:
http://www.rifugioremondino.it/home.html" onclick="window.open(this.href);return false;
Partiti circa alle 5 di mattina da Celle L., giungiamo al Pian della Casa del Re (1762 m.)
con un bel “freschino” e partiamo subito per il rif. Remondino (2465 m.), che ti guarda
da lassù in alto…e sembra non avvicinarsi mai !!
Si risale il bel vallone di Assedras, tra marmotte mattutine e camosci vigili ma certo
non molto spaventati, mentre la vista si fa più ampia nella bella conca dominata
dalla Cima di Nasta (3108 m.). Arrivati al Remondino in circa 1.40 h. sostiamo un po’
per presentarci al gestore (Franca Torre), riposare un poco e lasciare alcune cose non
necessarie alla scalata.
La linea scelta sul bellissimo torrione Querzola, che si innalza come una “pala”
a sinistra della Nasta, era per me un bel sogno;
dopo la realizzazione in libera e le doppie di discesa…. son tornato al rifugio “galleggiando”
ad un palmo da terra tanto ero carico di adrenalina !!
Alla sera ci rilassiamo nei dintorni del rifugio, circondati da
un bel branco di stambecchi che staziona ormai stabilmente lì intorno.
Ma devo dire che anche nel secondo giorno la salita di “Adrien”,
scelta anche per un presunto minore "impegno",
ci ha invece molto impegnato, con i suoi lunghi tratti obbligati e poco protetti…
....ma l’adrenalina girava ancora e pertanto siamo filati su “lisci”.
Conoide nevoso alla base del Querzola, mentre la De Cessole prende sole
già dal mattino abbastanza presto.
….foto ed eventuali precisazioni,,,, a seguire!!
sono molte e varie; nei giorni di mercoledì 21 e giovedì 22 ne abbiamo effettuate
un paio piuttosto interessanti, “ingaggiose” e molto conosciute.
Dopo essere stato negli anni passati, su diverse vie alla Cima Nasta e dintorni,
compreso il classicissimo spigolo Vernet, sono tornato in zona con Alexander
per una “due giorni” in verticale….e non solo dati gli avvicinamenti, classici da Marittime.
Avevamo un programma di massima con un paio di possibili varianti e/o ripieghi,
ma la scelta definitiva e di grandissima soddisfazione è caduta su due itinerari:
-“L’ Uccello di Fuoco” 6b al Torrione Querzola (2857 m.) il primo giorno.
-“Adrien le Grand Chef” 6a alla cima De Cessole (2915 m.) il secondo giorno.
Linee con soste attrezzate e alcuni spit nei tiri, ma con lunghi tratti da proteggere.
(..le quote le riporto da una vecchia ma dettagliata cartina, però noto che
non sempre corrispondono con altre cartine.)
Cmq. bel sito del rifugio, se volete dare un’occhiata, all’indirizzo:
http://www.rifugioremondino.it/home.html" onclick="window.open(this.href);return false;
Partiti circa alle 5 di mattina da Celle L., giungiamo al Pian della Casa del Re (1762 m.)
con un bel “freschino” e partiamo subito per il rif. Remondino (2465 m.), che ti guarda
da lassù in alto…e sembra non avvicinarsi mai !!
Si risale il bel vallone di Assedras, tra marmotte mattutine e camosci vigili ma certo
non molto spaventati, mentre la vista si fa più ampia nella bella conca dominata
dalla Cima di Nasta (3108 m.). Arrivati al Remondino in circa 1.40 h. sostiamo un po’
per presentarci al gestore (Franca Torre), riposare un poco e lasciare alcune cose non
necessarie alla scalata.
La linea scelta sul bellissimo torrione Querzola, che si innalza come una “pala”
a sinistra della Nasta, era per me un bel sogno;
dopo la realizzazione in libera e le doppie di discesa…. son tornato al rifugio “galleggiando”
ad un palmo da terra tanto ero carico di adrenalina !!
Alla sera ci rilassiamo nei dintorni del rifugio, circondati da
un bel branco di stambecchi che staziona ormai stabilmente lì intorno.
Ma devo dire che anche nel secondo giorno la salita di “Adrien”,
scelta anche per un presunto minore "impegno",
ci ha invece molto impegnato, con i suoi lunghi tratti obbligati e poco protetti…
....ma l’adrenalina girava ancora e pertanto siamo filati su “lisci”.
Conoide nevoso alla base del Querzola, mentre la De Cessole prende sole
già dal mattino abbastanza presto.
….foto ed eventuali precisazioni,,,, a seguire!!
"E®ne" ...VECCHIA BELINA DOC.
- Alexander
- Trentesimo quotazerino
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Re: Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
Bravo Erne, bel resoconto sintetico e chiarissmo! Sono stati davvero bei momenti. Era tanto che non mi godevo un po' di montagna, davvero tanto. Dovevo andare tempo fa con Ramingo, a fare delle bellissime salite ma per mie questioni abbiamo dovuto rimandare.
Questa due giorni ci voleva proprio... davvero!
Ecco quindi Erne alla partenza la mattina.
Fa freddo e si parte bardati. E' presto ma la voglia di ascendere è davvero tanto. Il carico ed il poco allenamento al cammino, esclusivo di quest'anno, ci fanno rallentare un poco. Il Remondino è lì davanti e dietro di lui... la Nasta, la regina del vallone. Ernesto l'ha già scalata per il rinomato e citato spigolo Vernet. Io non ancora, ma presto colmerò questa lacuna.
L'ambiente è unico,.. si scherza, si ride... ritroviamo un po' di quella pace e di quel silenzio perso in montagne a me più famigliari ed amate, che ricordo esattamente come queste con gli occhi di bambino.
Qui Gea è preziosa, ritenuta tale e preservata grazie al parco... ed il risultato è una comunione con la natura che incanta chi vuole fruirne. Mi sento a casa... e non intendo Casa, ma proprio casa, la mia abitazione attuale.
Arrivati al rifugio, a me sembra in un poco meno di quanto scritto ma comunque in molto di più delle precedenti salita, sostiamo, prendiamo posto, ci organizziamo per la notte... e poi puntiamo al nostro obbiettivo. Il torrione Querzola e la via scelta, la grande classica della parete, benché una moderna.
Continua a fare freddo, e dopo esserci svestiti... ci ricopriamo. Osserviamo il tracciato di avvicinamento e cerchiamo di capire dove passare. Ci sarà neve gelata? Ghiaccio vivo? Con che pendenze. Alla Nasta Erne e Dino avevano risolto con una piolet tracion su martelli... l'anno scorso con Donald avevamo superato nei nevai cristallizzati usando i friends come prese... ora vedremo che cosa fare.
Alla fine partiamo uno dietro l'altro gradinando con scarpe e bastoncini... più si sale e più è ripido... ma poi si va. Partiamo sulle prime quattro lunghezze, ognuna da 50 metri... che danno 5c protette con friends consigliati. Le troviamo forse più semplici di ciò che affermano... ma quanto alla protezione. Dove i tiri sono di IV non c'è nulla... sul V/V+ i chiodi sono molto distanti e non sempre è possibile proteggere. Ad esemipo, sul facile, questo è il primo di questo tiro...
Mi viene in mente quelli che dicono che le vie moderne sono per gente con spit al piede...
Salendo la parete si raddrizza, rimanendo sempre quasi verticale ma non totalmente. Non c'è vuoto, è aerea ma non esposta. La scalata è davvero bella e piacevole, si va veloci. La via è di 300 metri, TD+, con un tetto di 6b a metà, che sarà la nostra boa di periplo. Secondo l'ordine di partenza sarò io ad affrontare il "valico". Poi si vedrà.
Il problema non sta nella via però... ma nel tempo. Danno teporali e dietro le nostre spalle c'è né uno in arrivo... ma per ora l'aria di salita e quella di caduta sono entrambe lontane... Quindi regge se siamo veloci.
Salendo troviamo i primi raggi del sole, che sono una falsa illusione ma che comunque ci godiamo... perché la via, sebbene più semplice di quello che pensavamo di trovare, è davvero bella.
Erne in sosta, scruta la via, il tetto è sulla nostra testa... dopo 200 metri di arrampicata, siamo pronti ad attaccarlo e salire ancora! Bisogna solo esser rapidi.
Che facciamo... dietro di noi c'è davvero un nero color "incubo".
Ok parto io... salgo, mi guardo intorno... capisco che non è un tetto... è la versione speculare dell'uscita del tiro "Beline in Panne" aperto proprio da Erne e compagni.... più un pizzico di "Florilegio", di medesima mano. Allenarsi serve... Faccio il tiro a vista come gli altri... e passiamo oltre. Davvero un bel passo, anche se continuiamo a pensare che le difficoltà siano leggermente più semplici di quelle dichiarate.
Ernesto scruta dalla sosta la lunghezza seguente. anch'essa data 6b. Se ci fossero problemi andrei io... ma non ce ne sono, con erne non ce ne sono mai. Dietro le sue spalle le ultime nuvole bianche prima del massiccio esercito di quelle nere... e la vetta della cima De Cessole... che non sappiamo ancora ma ci darà di che lottare il giorno seguente. a via è chiara al termine del profilo del capocordata.
Il tiro è uno spettacolo... una placca in cima, in prossimità della vetta...
Come si suol dire... tanto di cappello.
Arrivati... in realtà ci sarebbe ancora una piccola lunghezza con un passo nei primi 5 metri e poi una camminata abbattuta sino alla cornice rocciosa, ma va bene qui... dobbiamo scendere o saranno dolori. Uno sguardo intorno per godere dell'immenso... cosa che è stata per ogni istante della via e non solo quassù... e si torna...
A sinistra la via Adrien le Grand Chef alla cima De Cessole... a domani amica mia!
Dietro di noi una parte delle nuvole "minacciose"... a mai nemiche mie!
Di calata in calata scendiamo veloci verso il Remondino.
Ultima calata saltando anche il nevaio e recuperando i ramponi inutilizzati alla base... e per me lo zaino. Scendendo trovo anche una sosta che lavora male e che allenta i dadi. La collego prima alla roccia, poi rimedio e la rinforzo direttamente sul primo fix. Lascio una fettuccia gialla fiammante che si vede anche dalla base. Spero che i ripetitori capiscano perchè l'ho piazzata... e che la lascino stare. Forse scomparirà al primo passaggio.
Scendiamo giusto in tempo, arrivano le prime gocce... e le nuvole nasconodono la cima ovest di Nasta.
Lassù è bufera... quaggiù gioia. a prima TD+ è andata... ora inizia la festa al rifugio... In circa 5 ore siamo saliti al rifugio, fatto le pratiche, colazione, via, discesa e rifugio... ora ci meritiamo le birre ed un tranquillo pomeriggio di discursi post alpinismo, alla maniera dei padri.
Intano lo sguardo volge ancora al Torrione Appena scalato...
Col passare delle ore e di birre e cibarie il gruppo si riapre...
Il luogo mi ricorda molto il mondo che vorrei. Tutto è naturale e non ci sono inganni... qui per fare una cosa devi conquistartela... non puoi usare dei mezzucci diversi. é tutto molto naturale, ma senza l'integralismo dell'ottusità... c'è la corrente... ma deriva dai pannelli solari, ci sono gli animali, e ci siamo anche noi... ed è un circolo di nutrimento senza le pazzie moderne delle privazioni. Tutto è pulito, le informazioni circolano. Parliamo con la gestrice che ci indica nozioni importanti per il giorno seguente e noi le diamo a dei trekker. Siamo tra gli unici italiani al rifugio tra l'altro. Nel clima scherzoso vi sono soprattutto olandesi, ma anche francesi, svizzeri, e quant'altro.
Il luogo è armonioso.
Erne impavido si lava nella fonte esterna. Lo seguo a ruota. Normalmente patisco l'acqua gelida anche se la uso. Da tre mesi ho l'acqua fredda per problematiche alla calderina, e senza che me ne fossi accorto, mi rendo conto che il corpo si è abituato. E' servito. quindi mi godo una ritemprante doccia nella fontana e gli abiti puliti, lavati la mattina e stesi, prima di scalare il Torrione.
Ecco il re della vallata... finché lo seguo tutto ok... ma quando si volta a capire che faccio mi incute timore reverenziale e rispetto. E' lui qui il padrone. Mi da la stessa sensazione che avverto in alcuni saggi anziani in Vallée.
Il tempo intanto continua a cambiare... Speriamo per il giorno dopo. La via dovrebbe essere una TD- protetta bene... decisamente più semplice di quella di oggi... staremo a vedere. Questa volta mi rilasso... forse anche troppo.
Fremamorta
Il fondo valle
La sera passa tranquilla parlando con amici vari. Dormo tutta la notte come un bambino, addormentandomi appena tocco il cuscino... sino a quando la mattina un compagno di stanza parlando con Erne mi sveglia temendo che non mi alzerò... La sveglia non era ancora suonata e stavo facendo sogni bellissimi.
Dopo colazione si parte per la Cima De Cessole
Risaliamo un ghiaione diventato prato in gran parte, dopo aver oltrepassato un enorme pietraia con massi erratici di proporzioni ciclopiche. Arriviamo all'attacco... e... siamo in due cordate. Ci sono 4 alpinisti in tutto il vallone di Assedrass... Erne ed io siamo il 50% del poker... e ci troviamo tutti sulla stessa via!
Lasciamo andare avanti gli altri di una buona mezzora, poi attacchiamo. Secondo la relazione la via è di 260 metri, 6 lunghezze. sulla carta il tiro chiave è il secondo. Secondo i ripetitori del rifugio è il 5°... ci mettiamo in modo che Erne faccia il secondo ed io il quinto... pari e patta...
Parto quindi io... all'inizio tutto ok... la via è verticalissima. Dopo poco mi rendo conto che non è poi così protetta come dicevano... anzi... sarà solo il primo tiro. Cavolo oggi era vacanza, la via "dura" era ieri... arrivo appena prima della sosta è non vedo niente di niente con zero possibilità di integrazione. Che fare? La via è logica... salgo lo stesso... arrivo appena prima della sosta... una diecina di metri sopra l'ultima protezione... difficoltà intorno al 5b/c... e mi accorgo che ho un fix davanti alla faccia.. mi protegge i 3-4 metri di traverso sino in cengia. Lo piazzo e traverso. Arrivo su una sosta che mi sembra una piazza d'arme, visto il tiro, ovviamente è in realtà quasi da appeso, ci sta giusto la corda ripiegata sui miei piedi.
Mi volto verso Erne...
Ma se andassimo a prendere un caffé al rifugio?
Il tiro seguente parte lui... sulla prima metà, sui IV-V non c'è nulla di nulla. Va su 5 m, poi 10, poi 15 m... il problema non è solo la "free solo"... ma più il fatto che la via non è obbligata qui... e se sbaglia non è detto che possa ridiscendere, e per altro non protetto... continua secondo la sua logica però... e non sbaglia, è troppo esperto. Trova il fix, e parte per un diedro e poi placca... che è qualche cosa di unico. sul VI-VI+... magnifico! Arriva in sosta e mi richiama. Come sempre tutto on sight.
stavo giusto dicendo... Ma se andassimo a prendere un caffé al rifugio?
Sono un po' teso... mi aspettavo una via relax... non dico plaisir... ma rilassante, visto cos'avevano scritto in rete.
Ritorcca a me... Placchetta abbattuta sprotetta, poi muro di quarzo... c'è un diedro a SX, ma non posso sfruttarlo perchè hanno chiodato abbstanza bene, sui 4-5 m... ma tutto a DX. La roccia è una quarzite abbastanza schifosa... ottime maniglie da non toccare e tacchette piccole da valorizzare con il movimento. alla fine salto fuori.... e risaluto gli amici francesi che sono alla sosta dopo. Esco in cegia tenendomi allerba e punto alla sosta molto logica ed ottimale, sia per la corda in salita, sia per le future calate. Erne mi raggiunge.
Tocca a lui... si mangia un tiro di placca abbattuta molto simpatico, con i soliti lungoni sul V...
Su queste cose ci prende si il caffé. Io intanto mi scuso perchè mi dispiace che la mia agitazione nei primi due tiri magari non glieli ha fatti godere. Intanto mi preparo per il tiro che era il chiave secondo i ripetitori... bah... a noi sembra solo bellissimo. Vedo però i francesi che faticano... è strano perchè dovrebbe essere 5+ per alcuni e 6a+ per altri... per altro sembra anche chiodato bene... i francesi ieri hanno fatto Mantra di Pietra, 7a alla Nasta, non dovrebbero aver problemi... bah vedremo... Tanto parto. Con la sfida la testa è subito tornata.
Il tir è qualche cosa di magnifico davvero... facile all'inizio e poi una concatenazione di placche leggermente abbattute su tacche e poi verticali... tutti intelligenti e di movimento... è un piacere unico... davvero uno dei tiri di via più belli che ricordi.
Continuaimo sempre in libera ed a vista, poi ritocca ad Erne.
Ultimo tiro... goditelo! Parte su una cornice con vuoto tutto intorno. Molto piacevole come sensazione... e sale e sale... Altro tiro lunghissimo.
Arriva in cresta... lo seguo... arrivati alla De Cessole. Sulla cresta opposta passa la normale. I francesi sono lì che ci aspettano... uniamo le forze per scendere... il cielo tiene... inizia il festival delle battute. Sono simpaticissimi. Prime calate.
Lo sguardo si posa sulla Paganini, fatta in giornata due anni dalla facile w le Donne fa e la Nasta... che ancora mi aspetta.
Laggiù il rifugio
...ed un brutto ceffo in sosta...
I francesi si calano per primi anche dalle soste seguenti... e per noi è pacchia... erne gli dice che si terrà la fettuccia a cui siamo appesi... allora loro rispondono che si terranno le corde... lo scambio non funziona... quindi ognuno è meglio che si tenga la sua roba...
Vallo poi a spiegare alla rifugista che ci fanno due italiani appesi ad una sosta di fettuccia francese senza più corde per salire o scendere...
Arriviamo in cengia... la relazione diceva che c'era una calata di più di 60 m... ma son sceso sotto la supervisione degli altri tre arrivando con i piedi sull'erba... bah... ci si arriva con corde da 57!
Ridò la fettuccia a Philippe.. con mani in alto... e lui mi fa "ah..." come per dire altrimenti... appena scende Erne gli chiede se gli avessi ridato il prezioso orpello... e lui simula con la mano "certo altrimenti gliele passavo"... come al tavolo di ieri sera... si ride, si scherza, in più lingue contemporaneamente, come fossero una sola... forse è il clima il vero esperanto. E' una sensazione unica.
I due amici passano per cengia, noi continueremo in doppia per recuparare parte del materiale alla base. Li lasciamo andare avanti per evitare pietre sulla testa e ci guardiamo intorno.
Poi torniamo al rifugio... giusto in tempo per vedere due cuccioli di qualche mese o meno... un prezioso regalo.
Un ultimo sguardo a sua maestà... e poi scendiamo.
...grazie Erne...
Questa due giorni ci voleva proprio... davvero!
Ecco quindi Erne alla partenza la mattina.
Fa freddo e si parte bardati. E' presto ma la voglia di ascendere è davvero tanto. Il carico ed il poco allenamento al cammino, esclusivo di quest'anno, ci fanno rallentare un poco. Il Remondino è lì davanti e dietro di lui... la Nasta, la regina del vallone. Ernesto l'ha già scalata per il rinomato e citato spigolo Vernet. Io non ancora, ma presto colmerò questa lacuna.
L'ambiente è unico,.. si scherza, si ride... ritroviamo un po' di quella pace e di quel silenzio perso in montagne a me più famigliari ed amate, che ricordo esattamente come queste con gli occhi di bambino.
Qui Gea è preziosa, ritenuta tale e preservata grazie al parco... ed il risultato è una comunione con la natura che incanta chi vuole fruirne. Mi sento a casa... e non intendo Casa, ma proprio casa, la mia abitazione attuale.
Arrivati al rifugio, a me sembra in un poco meno di quanto scritto ma comunque in molto di più delle precedenti salita, sostiamo, prendiamo posto, ci organizziamo per la notte... e poi puntiamo al nostro obbiettivo. Il torrione Querzola e la via scelta, la grande classica della parete, benché una moderna.
Continua a fare freddo, e dopo esserci svestiti... ci ricopriamo. Osserviamo il tracciato di avvicinamento e cerchiamo di capire dove passare. Ci sarà neve gelata? Ghiaccio vivo? Con che pendenze. Alla Nasta Erne e Dino avevano risolto con una piolet tracion su martelli... l'anno scorso con Donald avevamo superato nei nevai cristallizzati usando i friends come prese... ora vedremo che cosa fare.
Alla fine partiamo uno dietro l'altro gradinando con scarpe e bastoncini... più si sale e più è ripido... ma poi si va. Partiamo sulle prime quattro lunghezze, ognuna da 50 metri... che danno 5c protette con friends consigliati. Le troviamo forse più semplici di ciò che affermano... ma quanto alla protezione. Dove i tiri sono di IV non c'è nulla... sul V/V+ i chiodi sono molto distanti e non sempre è possibile proteggere. Ad esemipo, sul facile, questo è il primo di questo tiro...
Mi viene in mente quelli che dicono che le vie moderne sono per gente con spit al piede...
Salendo la parete si raddrizza, rimanendo sempre quasi verticale ma non totalmente. Non c'è vuoto, è aerea ma non esposta. La scalata è davvero bella e piacevole, si va veloci. La via è di 300 metri, TD+, con un tetto di 6b a metà, che sarà la nostra boa di periplo. Secondo l'ordine di partenza sarò io ad affrontare il "valico". Poi si vedrà.
Il problema non sta nella via però... ma nel tempo. Danno teporali e dietro le nostre spalle c'è né uno in arrivo... ma per ora l'aria di salita e quella di caduta sono entrambe lontane... Quindi regge se siamo veloci.
Salendo troviamo i primi raggi del sole, che sono una falsa illusione ma che comunque ci godiamo... perché la via, sebbene più semplice di quello che pensavamo di trovare, è davvero bella.
Erne in sosta, scruta la via, il tetto è sulla nostra testa... dopo 200 metri di arrampicata, siamo pronti ad attaccarlo e salire ancora! Bisogna solo esser rapidi.
Che facciamo... dietro di noi c'è davvero un nero color "incubo".
Ok parto io... salgo, mi guardo intorno... capisco che non è un tetto... è la versione speculare dell'uscita del tiro "Beline in Panne" aperto proprio da Erne e compagni.... più un pizzico di "Florilegio", di medesima mano. Allenarsi serve... Faccio il tiro a vista come gli altri... e passiamo oltre. Davvero un bel passo, anche se continuiamo a pensare che le difficoltà siano leggermente più semplici di quelle dichiarate.
Ernesto scruta dalla sosta la lunghezza seguente. anch'essa data 6b. Se ci fossero problemi andrei io... ma non ce ne sono, con erne non ce ne sono mai. Dietro le sue spalle le ultime nuvole bianche prima del massiccio esercito di quelle nere... e la vetta della cima De Cessole... che non sappiamo ancora ma ci darà di che lottare il giorno seguente. a via è chiara al termine del profilo del capocordata.
Il tiro è uno spettacolo... una placca in cima, in prossimità della vetta...
Come si suol dire... tanto di cappello.
Arrivati... in realtà ci sarebbe ancora una piccola lunghezza con un passo nei primi 5 metri e poi una camminata abbattuta sino alla cornice rocciosa, ma va bene qui... dobbiamo scendere o saranno dolori. Uno sguardo intorno per godere dell'immenso... cosa che è stata per ogni istante della via e non solo quassù... e si torna...
A sinistra la via Adrien le Grand Chef alla cima De Cessole... a domani amica mia!
Dietro di noi una parte delle nuvole "minacciose"... a mai nemiche mie!
Di calata in calata scendiamo veloci verso il Remondino.
Ultima calata saltando anche il nevaio e recuperando i ramponi inutilizzati alla base... e per me lo zaino. Scendendo trovo anche una sosta che lavora male e che allenta i dadi. La collego prima alla roccia, poi rimedio e la rinforzo direttamente sul primo fix. Lascio una fettuccia gialla fiammante che si vede anche dalla base. Spero che i ripetitori capiscano perchè l'ho piazzata... e che la lascino stare. Forse scomparirà al primo passaggio.
Scendiamo giusto in tempo, arrivano le prime gocce... e le nuvole nasconodono la cima ovest di Nasta.
Lassù è bufera... quaggiù gioia. a prima TD+ è andata... ora inizia la festa al rifugio... In circa 5 ore siamo saliti al rifugio, fatto le pratiche, colazione, via, discesa e rifugio... ora ci meritiamo le birre ed un tranquillo pomeriggio di discursi post alpinismo, alla maniera dei padri.
Intano lo sguardo volge ancora al Torrione Appena scalato...
Col passare delle ore e di birre e cibarie il gruppo si riapre...
Il luogo mi ricorda molto il mondo che vorrei. Tutto è naturale e non ci sono inganni... qui per fare una cosa devi conquistartela... non puoi usare dei mezzucci diversi. é tutto molto naturale, ma senza l'integralismo dell'ottusità... c'è la corrente... ma deriva dai pannelli solari, ci sono gli animali, e ci siamo anche noi... ed è un circolo di nutrimento senza le pazzie moderne delle privazioni. Tutto è pulito, le informazioni circolano. Parliamo con la gestrice che ci indica nozioni importanti per il giorno seguente e noi le diamo a dei trekker. Siamo tra gli unici italiani al rifugio tra l'altro. Nel clima scherzoso vi sono soprattutto olandesi, ma anche francesi, svizzeri, e quant'altro.
Il luogo è armonioso.
Erne impavido si lava nella fonte esterna. Lo seguo a ruota. Normalmente patisco l'acqua gelida anche se la uso. Da tre mesi ho l'acqua fredda per problematiche alla calderina, e senza che me ne fossi accorto, mi rendo conto che il corpo si è abituato. E' servito. quindi mi godo una ritemprante doccia nella fontana e gli abiti puliti, lavati la mattina e stesi, prima di scalare il Torrione.
Ecco il re della vallata... finché lo seguo tutto ok... ma quando si volta a capire che faccio mi incute timore reverenziale e rispetto. E' lui qui il padrone. Mi da la stessa sensazione che avverto in alcuni saggi anziani in Vallée.
Il tempo intanto continua a cambiare... Speriamo per il giorno dopo. La via dovrebbe essere una TD- protetta bene... decisamente più semplice di quella di oggi... staremo a vedere. Questa volta mi rilasso... forse anche troppo.
Fremamorta
Il fondo valle
La sera passa tranquilla parlando con amici vari. Dormo tutta la notte come un bambino, addormentandomi appena tocco il cuscino... sino a quando la mattina un compagno di stanza parlando con Erne mi sveglia temendo che non mi alzerò... La sveglia non era ancora suonata e stavo facendo sogni bellissimi.
Dopo colazione si parte per la Cima De Cessole
Risaliamo un ghiaione diventato prato in gran parte, dopo aver oltrepassato un enorme pietraia con massi erratici di proporzioni ciclopiche. Arriviamo all'attacco... e... siamo in due cordate. Ci sono 4 alpinisti in tutto il vallone di Assedrass... Erne ed io siamo il 50% del poker... e ci troviamo tutti sulla stessa via!
Lasciamo andare avanti gli altri di una buona mezzora, poi attacchiamo. Secondo la relazione la via è di 260 metri, 6 lunghezze. sulla carta il tiro chiave è il secondo. Secondo i ripetitori del rifugio è il 5°... ci mettiamo in modo che Erne faccia il secondo ed io il quinto... pari e patta...
Parto quindi io... all'inizio tutto ok... la via è verticalissima. Dopo poco mi rendo conto che non è poi così protetta come dicevano... anzi... sarà solo il primo tiro. Cavolo oggi era vacanza, la via "dura" era ieri... arrivo appena prima della sosta è non vedo niente di niente con zero possibilità di integrazione. Che fare? La via è logica... salgo lo stesso... arrivo appena prima della sosta... una diecina di metri sopra l'ultima protezione... difficoltà intorno al 5b/c... e mi accorgo che ho un fix davanti alla faccia.. mi protegge i 3-4 metri di traverso sino in cengia. Lo piazzo e traverso. Arrivo su una sosta che mi sembra una piazza d'arme, visto il tiro, ovviamente è in realtà quasi da appeso, ci sta giusto la corda ripiegata sui miei piedi.
Mi volto verso Erne...
Ma se andassimo a prendere un caffé al rifugio?
Il tiro seguente parte lui... sulla prima metà, sui IV-V non c'è nulla di nulla. Va su 5 m, poi 10, poi 15 m... il problema non è solo la "free solo"... ma più il fatto che la via non è obbligata qui... e se sbaglia non è detto che possa ridiscendere, e per altro non protetto... continua secondo la sua logica però... e non sbaglia, è troppo esperto. Trova il fix, e parte per un diedro e poi placca... che è qualche cosa di unico. sul VI-VI+... magnifico! Arriva in sosta e mi richiama. Come sempre tutto on sight.
stavo giusto dicendo... Ma se andassimo a prendere un caffé al rifugio?
Sono un po' teso... mi aspettavo una via relax... non dico plaisir... ma rilassante, visto cos'avevano scritto in rete.
Ritorcca a me... Placchetta abbattuta sprotetta, poi muro di quarzo... c'è un diedro a SX, ma non posso sfruttarlo perchè hanno chiodato abbstanza bene, sui 4-5 m... ma tutto a DX. La roccia è una quarzite abbastanza schifosa... ottime maniglie da non toccare e tacchette piccole da valorizzare con il movimento. alla fine salto fuori.... e risaluto gli amici francesi che sono alla sosta dopo. Esco in cegia tenendomi allerba e punto alla sosta molto logica ed ottimale, sia per la corda in salita, sia per le future calate. Erne mi raggiunge.
Tocca a lui... si mangia un tiro di placca abbattuta molto simpatico, con i soliti lungoni sul V...
Su queste cose ci prende si il caffé. Io intanto mi scuso perchè mi dispiace che la mia agitazione nei primi due tiri magari non glieli ha fatti godere. Intanto mi preparo per il tiro che era il chiave secondo i ripetitori... bah... a noi sembra solo bellissimo. Vedo però i francesi che faticano... è strano perchè dovrebbe essere 5+ per alcuni e 6a+ per altri... per altro sembra anche chiodato bene... i francesi ieri hanno fatto Mantra di Pietra, 7a alla Nasta, non dovrebbero aver problemi... bah vedremo... Tanto parto. Con la sfida la testa è subito tornata.
Il tir è qualche cosa di magnifico davvero... facile all'inizio e poi una concatenazione di placche leggermente abbattute su tacche e poi verticali... tutti intelligenti e di movimento... è un piacere unico... davvero uno dei tiri di via più belli che ricordi.
Continuaimo sempre in libera ed a vista, poi ritocca ad Erne.
Ultimo tiro... goditelo! Parte su una cornice con vuoto tutto intorno. Molto piacevole come sensazione... e sale e sale... Altro tiro lunghissimo.
Arriva in cresta... lo seguo... arrivati alla De Cessole. Sulla cresta opposta passa la normale. I francesi sono lì che ci aspettano... uniamo le forze per scendere... il cielo tiene... inizia il festival delle battute. Sono simpaticissimi. Prime calate.
Lo sguardo si posa sulla Paganini, fatta in giornata due anni dalla facile w le Donne fa e la Nasta... che ancora mi aspetta.
Laggiù il rifugio
...ed un brutto ceffo in sosta...
I francesi si calano per primi anche dalle soste seguenti... e per noi è pacchia... erne gli dice che si terrà la fettuccia a cui siamo appesi... allora loro rispondono che si terranno le corde... lo scambio non funziona... quindi ognuno è meglio che si tenga la sua roba...
Vallo poi a spiegare alla rifugista che ci fanno due italiani appesi ad una sosta di fettuccia francese senza più corde per salire o scendere...
Arriviamo in cengia... la relazione diceva che c'era una calata di più di 60 m... ma son sceso sotto la supervisione degli altri tre arrivando con i piedi sull'erba... bah... ci si arriva con corde da 57!
Ridò la fettuccia a Philippe.. con mani in alto... e lui mi fa "ah..." come per dire altrimenti... appena scende Erne gli chiede se gli avessi ridato il prezioso orpello... e lui simula con la mano "certo altrimenti gliele passavo"... come al tavolo di ieri sera... si ride, si scherza, in più lingue contemporaneamente, come fossero una sola... forse è il clima il vero esperanto. E' una sensazione unica.
I due amici passano per cengia, noi continueremo in doppia per recuparare parte del materiale alla base. Li lasciamo andare avanti per evitare pietre sulla testa e ci guardiamo intorno.
Poi torniamo al rifugio... giusto in tempo per vedere due cuccioli di qualche mese o meno... un prezioso regalo.
Un ultimo sguardo a sua maestà... e poi scendiamo.
...grazie Erne...
Alexander - "Non ditemi che non lo posso fare" (Lost).
Re: Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
Che splendide foto! E che posti... meraviglioso, viene voglia di partire ora!
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
Re: Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
Due chicche preziose nel carnet di due grandi alpinisti!!!!!
Il silenzio non si trova sulla cima delle montagne e il rumore non sta nei mercati delle città: ambedue sono nel cuore dell'uomo.
Lao Tse (VI sec a.C.)
Lao Tse (VI sec a.C.)
Re: Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
L'Uccello di fuoco (balletto con musiche di Stravinskij NDR), apre in me un grande ricordo. La via la salii nell'autunno del 1997, assieme alla compianta Isabelle Pasteur (a cui son state dedicate ben tre vie dal Mongioie alla FLAI sul Camulà). In casa su un mobile ho ancora incorniciata la foto di vetta del Querzola, con io e lei abbracciati. Per me quella via, sarà sempre nei miei ricordi e legata a lei. Tralaltro qualche giorno dopo andammo a fare Lupetti al Corno, ma da lì, a pochi mesi, una valanga ci portò via Isabelle per sempre. Comunque sempre una bella via e per niente banale (molto bella anche la via di Martini che passa alla sua destra, consigliata).
Why, why can we never be sure till we die
Re: Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
Quoto!gecko wrote:Due chicche preziose nel carnet di due grandi alpinisti!!!!!
Belle vie davvero, dure e impegnative. Complimenti ad entrambi, di cui conosciamo il valore.
Molto bello il racconto e splendide le fotografie.
@Alexander: Sono davvero contento di rivederti all'opera completamente ristabilito nel corpo e nella mente.
“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
- Alexander
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Re: Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
...grazie ragazzi, sempre troppo generosi!
Bellissimo ciò che ha scritto Mahler.
Per Ramingo... pewr esser sinceri la strada è ancora molto lunga.
Ma il tempo c'è no?
Bellissimo ciò che ha scritto Mahler.
Per Ramingo... pewr esser sinceri la strada è ancora molto lunga.
Ma il tempo c'è no?
Alexander - "Non ditemi che non lo posso fare" (Lost).
Re: Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
nessuno ci rincorre
“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
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Re: Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
Bellissimo... grandi ragazzi... che due vie toste!
"Se non fosse unta, non fosse focaccia." Ignota
Re: Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
Ma come ve la cavavate col colore delle corde
Mi piacerebbe solo venirvi a vedere per vivere di rimando l'ambiente e le emozioni
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Re: Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
...diciamo che frasi come "tira la gialla" in fase di salita per lo meno... sono un lontano ricordo...
...per quel che ricordo invece in tempi recenti... abbiamo una salita che continua a galleggiare e che non andiamo a fare... noi due... e che potrebbe essere l'anticamera di ben altri ricordi futuri e sogni d'alpinismo!
...per quel che ricordo invece in tempi recenti... abbiamo una salita che continua a galleggiare e che non andiamo a fare... noi due... e che potrebbe essere l'anticamera di ben altri ricordi futuri e sogni d'alpinismo!
Alexander - "Non ditemi che non lo posso fare" (Lost).
Re: Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
Posti fantastici, niente da dire...
Adrien l'avevo trovata bella dura, in diversi tratti...
Re: Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
...pure noi,,,,vero Chry !!??Andreino wrote:
Posti fantastici, niente da dire...
Adrien l'avevo trovata bella dura, in diversi tratti...
ma l'abbiamo risolta molto bene, e la grinta è uscita al momeno giusto
....con un piccolo sorso di "pozione magica" così
l'abbiamo salita, come la via del giorno prima, tutta in libera ......( o come cavolo si dice )
...che dire , primo giorno impegnativo tra avvicinamento e salita,In circa 5 ore siamo saliti al rifugio, fatto le pratiche, colazione, via, discesa e rifugio... ora ci meritiamo le birre ed un tranquillo pomeriggio di discursi post alpinismo
(,,in ambiente da favola data l'ora)
Via di salita ...bellissima, con tratti stupendi !!!
...al primo pomeriggio eravamo già al rifugio belli tranquilli a chiacchierare
ed a goderci l'ambiente e gli animali intorno, cornuti e no ....(....molti erano francesi )
Ero così tranquillo e stavo così bene, dopo gli stress di casa-lavoro-eccetera,
che non sentivo affatto la stanchezza e non vedevo l'ora di affrontare il giorno dopo.
Adrien ci ha riservato la sorpresa.....; soprattutto al mio compare di cordata
che si attendeva forse una via più ,,,"tranquilla".
Invece impegno fisico e mentale,,,, ed i francesi più avanti a penare un poco
(..loro ben forti e scafati) nella penultima lunghezza...e che lunghezza!!
Ma quì la "pozione" ha agito ( ), e come d'incanto Alexander ha ritrovato
testa-ritmo-sensazioni, che faticava a trovare ai primi tiri, salendo fluido e sicuro !!
Altro che ..caffè al rifugio
Poi in discesa i due Francesi ci hanno atteso per evitare problemi di pietre
e filare via veloci con 4 corde disponibili !! ...grandi !!
Rifugio, cambio con lavata, bere e discesa veloce ...senza mai smettere di "ciacolare"
Due giorni-due vie, splendidi !!
Grazie Chry....
Last edited by Erne on Tue Jul 27, 2010 14:10, edited 1 time in total.
"E®ne" ...VECCHIA BELINA DOC.
Re: Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
..............semplice; basta che non ci sia fedAgo wrote:
Ma come ve la cavavate col colore delle corde
viewtopic.php?f=5&t=605&hilit=via+fly&start=40" onclick="window.open(this.href);return false;
"E®ne" ...VECCHIA BELINA DOC.
Re: Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
belin complimenti ad entrambi, però la foto di Erne che scruta è senza dubbio alcuno la migliore.
Ciao
Ciao
- Alexander
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Re: Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
...come ha detto Erne e come scritto sopra... il secondo giorno mi aspettavo una via di quelle da fare in pantofole... sulla carta i gradi bassi e la dichiarazione di via "ben chiodata"... lasciavano presupporre al festival della serenità... 'co giuda invece... i primi due tiri mi hanno fatto sobbalzare...
Il terzo tiro ho iniziato a combattere... il 4° era abbattuto e comunque è toccato ad Erne... poi il tiro *censurata*... bellissimo... e che aveva messo a dura prova i francesi... Erne mi passa un sorso di acqua e magnesio... sete placata... nemico di fronte da guardare negli occhi, fiducia estrema e totale nel mio compagno, che ha di rimando fiducia in me. ...che vuoi di più? son tornato agguerrito come il giorno prima... ed il tito è ansato via leggero, semplice benché non facile... armonico...
Grazie Obi One Que Erne!
Il terzo tiro ho iniziato a combattere... il 4° era abbattuto e comunque è toccato ad Erne... poi il tiro *censurata*... bellissimo... e che aveva messo a dura prova i francesi... Erne mi passa un sorso di acqua e magnesio... sete placata... nemico di fronte da guardare negli occhi, fiducia estrema e totale nel mio compagno, che ha di rimando fiducia in me. ...che vuoi di più? son tornato agguerrito come il giorno prima... ed il tito è ansato via leggero, semplice benché non facile... armonico...
Grazie Obi One Que Erne!
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Re: Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
...mitico il dialogo alla Flai, non me lo ricordavo è vero! Grande Erne!
Alexander - "Non ditemi che non lo posso fare" (Lost).
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Re: Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
semplice .. arancio e rossaErne wrote:..............semplice; basta che non ci sia fedAgo wrote:
Ma come ve la cavavate col colore delle corde
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Re: Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
Arancione e rossa!!!
Aveva ragione Erne!!!
Modulo bastard inside
(so che sono appena stato condannato a morte e che Fed mi ucciderà lentamente per questa battuta! )
Aveva ragione Erne!!!
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Alexander - "Non ditemi che non lo posso fare" (Lost).
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Re: Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
Alexander wrote:Arancione e rossa!!!
Aveva ragione Erne!!!
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(so che sono appena stato condannato a morte e che Fed mi ucciderà lentamente per questa battuta! )
chiara e scura
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Re: Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
ma scherzo... puoi picchiarmi!!!! ne avresti ragione!
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Re: Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
no, no .. figurati .. sei mio amico e poi .. soprattutto .. devo risparmiare le forze per le prox saliteAlexander wrote:
ma scherzo... puoi picchiarmi!!!! ne avresti ragione!
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Re: Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
Alexander - "Non ditemi che non lo posso fare" (Lost).
Re: Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
Bravi ragazzi !! belle salite
E bel resoconto : sembra un articolo da rivista
P.S. - mumble,mumble
U.d.F. :
Fatta la prima volta nel '95, all'epoca le protezioni erano anche piu' parsimoniose, il grado si' è un po' generoso ma ci puo' stare
Lo zoccolo lo avevo salito in scarpe da ginnastica procurandomi le prese per le mani con una grossa pietra
W le Donne :
E' tutta un altra storia rispetto alle due vie in questione, pero' per chi vuole salire, godersi la montagna e scalare da tranquillo su ottima roccia la consiglio pure io
E bel resoconto : sembra un articolo da rivista
P.S. - mumble,mumble
U.d.F. :
Fatta la prima volta nel '95, all'epoca le protezioni erano anche piu' parsimoniose, il grado si' è un po' generoso ma ci puo' stare
Lo zoccolo lo avevo salito in scarpe da ginnastica procurandomi le prese per le mani con una grossa pietra
W le Donne :
E' tutta un altra storia rispetto alle due vie in questione, pero' per chi vuole salire, godersi la montagna e scalare da tranquillo su ottima roccia la consiglio pure io
Re: Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
Pure l'articolo da rivista in formato-riassunto by Erne :bonsai wrote:Bravi ragazzi !! belle salite
E bel resoconto : sembra un articolo da rivista
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Re: Vallone di Assedras: scalate in zona Nasta
Esatto:bonsai wrote: W le Donne :
E' tutta un altra storia rispetto alle due vie in questione, pero' per chi vuole salire, godersi la montagna e scalare da tranquillo su ottima roccia la consiglio pure io
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