Monte Ebro e Monte Giarolo
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
Ecco due panoramiche.
Panorama splendido, che in fotografia perde molto..
Panorama splendido, che in fotografia perde molto..
...se hai soggezione di qualcuno, immaginalo seduto sul cesso.... Tiziano Terzani.
Cerchiamo di costruire parchi per i nostri bambini, non parcheggi per le nostre auto..
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
stupende!!!
"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
wow!!!
Il silenzio non si trova sulla cima delle montagne e il rumore non sta nei mercati delle città: ambedue sono nel cuore dell'uomo.
Lao Tse (VI sec a.C.)
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- Shineon
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
Stamattina sveglia ore 5, partenza 5.45 (sia per le poche ore di luce, sia perchè abitando a nor di Milano se parto dopo mi becco le tangenziali intasate), per le 8.15 parcheggio a Caldirola, pronto per partire.
Risalgo in sentiero per l'Orsi fino al primo cancelletto di legno, dove decido di tagliare subito verso il crinale, che trovo dopo qualche ravanamento tra i cespugli.
Con i baffi gelati, mi faccio tutta la dorsale fino all'Ebro, autoscatto di rito e mi piazzo nell'erba un paio di metri sotto la croce, per prendere meno vento.
Scaldo la bomboletta, mi faccio un thè caldo (credo il migliore degli ultimi anni ), mangio, scatto un po' qua un po' là (a proposito, Scinty poi avrei bisogno di sapere il nome di una pianta, ho visto in giro che sei portata ), saluto Lesima e Alfeo...
Riprendo la dorsale e la seguo fino al Giarolo, saluto il mio amato Tobbio (o almeno, credo proprio fosse lui), e me ne discendo fino alla Colonia.
Purtroppo non avevo il termometro, ho usato quello del GPS, messo in modalità test, segnava tra i -5° e i -6°. E poi c'era il vento, un gran bel vento gelido, credo che la percepita sia stata sui -10°.
Mi ha deluso il meteo, han ciccato un po' le previsioni (almeno Arpa Emilia Romagna, Arpa Piemonte)
Presto qualcuna delle millemila foto scattate.
Risalgo in sentiero per l'Orsi fino al primo cancelletto di legno, dove decido di tagliare subito verso il crinale, che trovo dopo qualche ravanamento tra i cespugli.
Con i baffi gelati, mi faccio tutta la dorsale fino all'Ebro, autoscatto di rito e mi piazzo nell'erba un paio di metri sotto la croce, per prendere meno vento.
Scaldo la bomboletta, mi faccio un thè caldo (credo il migliore degli ultimi anni ), mangio, scatto un po' qua un po' là (a proposito, Scinty poi avrei bisogno di sapere il nome di una pianta, ho visto in giro che sei portata ), saluto Lesima e Alfeo...
Riprendo la dorsale e la seguo fino al Giarolo, saluto il mio amato Tobbio (o almeno, credo proprio fosse lui), e me ne discendo fino alla Colonia.
Purtroppo non avevo il termometro, ho usato quello del GPS, messo in modalità test, segnava tra i -5° e i -6°. E poi c'era il vento, un gran bel vento gelido, credo che la percepita sia stata sui -10°.
Mi ha deluso il meteo, han ciccato un po' le previsioni (almeno Arpa Emilia Romagna, Arpa Piemonte)
Presto qualcuna delle millemila foto scattate.
Non ho mai pensato nella vita che per procedere bisogna necessariamente andare in linea retta. (M. Paolini)
Luce luce lontana che si accende e si spegne quale sarà la mano che illumina le stelle
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
Ciao..........Bentornato !!!!
Nell'avatar ora sei la cappella del Tobbio
Bel giro. Conosco i posti. Il Tobbio è inconfondibile....si vede da tutto l'Appennino. E' una sorta di ombelico..........
E ti accoglie anche durante i rientri in autostrada dalle Alpi
Con tappa a Crocefieschi o Busalla dall'Ebro l'indomani sei sul Tobbio..........
Figo
Ciao.
Nell'avatar ora sei la cappella del Tobbio
Bel giro. Conosco i posti. Il Tobbio è inconfondibile....si vede da tutto l'Appennino. E' una sorta di ombelico..........
E ti accoglie anche durante i rientri in autostrada dalle Alpi
Con tappa a Crocefieschi o Busalla dall'Ebro l'indomani sei sul Tobbio..........
Figo
Ciao.
Belin !
- Shineon
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
Ciao a te, grazie
Per ora me ne vado a letto che inizio a sentire il peso della giornata, domani sistemerò un po' di foto, così magari mi sapete dare il nome di qualche cima della zona. Ho riconosciuto un po' in giro: Lesima (e grazie...), Penice (idem), Alfeo, Antola (ma non sono sicuro), Tobbio, Chiappo e ancora qualcosina...
Per ora, gelido autoscatto di vetta, con il Lesima che mi spia...
Buonanotte!
Per ora me ne vado a letto che inizio a sentire il peso della giornata, domani sistemerò un po' di foto, così magari mi sapete dare il nome di qualche cima della zona. Ho riconosciuto un po' in giro: Lesima (e grazie...), Penice (idem), Alfeo, Antola (ma non sono sicuro), Tobbio, Chiappo e ancora qualcosina...
Per ora, gelido autoscatto di vetta, con il Lesima che mi spia...
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- Shineon
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
Ok, ho partorito le foto.
Con l'aiuto di questo ottimo sito ho sciolto anche le riserve sul Tobbio.
Panoramica dai pressi del Panà. (ingrandita)
Il Lesima, dal Cosfrone.
Un'occhiata verso il Giarolo.
Bacche simili a mirtilli giganti, giusto per rompere la monotonia della rosa canina. (che pianta è?!)
Ed ecco qui il bel Tobbio
Il Giarolo.
E il Penice, via alla sfida ripetitorifera
Panoramichina anche dal Gropà. (ingrandita)
E in due versioni, anche dall'Ebro:
La prima (ingrandita)
E la seconda. (ingrandita)
Aie e Montaldo di Cosola, dall'Ebro.
Le altre, qui
Buona settimana a tutti.
Con l'aiuto di questo ottimo sito ho sciolto anche le riserve sul Tobbio.
Panoramica dai pressi del Panà. (ingrandita)
Il Lesima, dal Cosfrone.
Un'occhiata verso il Giarolo.
Bacche simili a mirtilli giganti, giusto per rompere la monotonia della rosa canina. (che pianta è?!)
Ed ecco qui il bel Tobbio
Il Giarolo.
E il Penice, via alla sfida ripetitorifera
Panoramichina anche dal Gropà. (ingrandita)
E in due versioni, anche dall'Ebro:
La prima (ingrandita)
E la seconda. (ingrandita)
Aie e Montaldo di Cosola, dall'Ebro.
Le altre, qui
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- Shineon
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
Per curiosità stavo misurando le distanze in linea d'aria sulle tavolette IGM: al Tobbio sono 32 km, al Lesima 7, al Penice 15.
Ebro - Giarolo: 5 km. Ci son rimasto, pensavo meno, non mi sembrava di aver camminato così tanto.
Ebro - Giarolo: 5 km. Ci son rimasto, pensavo meno, non mi sembrava di aver camminato così tanto.
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
Ciao,
viste le foto...ne inserisco una di ieri notte!
viste le foto...ne inserisco una di ieri notte!
- amadablam
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
..forte!!!! Monterosa "passa" dalla sezione "presentazione nuovi iscritti" così ti presenti e tutti noi possiamo salutarti e darti il benvenuta/oMonterosa79 wrote:Ciao,
viste le foto...ne inserisco una di ieri notte!
Namaste
"Non esiste una via per la pace, la Pace è la Via"
Tenzin Gyatso (Dalai Lama)
Tibet libero!!!
"...ognuno di noi, da qualche parte ha il suo Everest da scalare, qualunque nome esso porti (Wanda Rutkiewicz)
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- Shineon
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
Lunedì ho portato la donna sull'Ebro. Salita classica poco impegnativa, da Caldirola, e discesa dal Gropà.
Foto (stavolta tutte mie):
Foto (stavolta tutte mie):
Non ho mai pensato nella vita che per procedere bisogna necessariamente andare in linea retta. (M. Paolini)
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
Foto spettacolari, complimenti!!
anche io vorrei sapere che bacche sono quelle viola simili a mirtilli giganti, martedi alla costa gallina ne ho mangiate due e sono ancora vivo.. sono un pò asprigne ma buone..
anche io vorrei sapere che bacche sono quelle viola simili a mirtilli giganti, martedi alla costa gallina ne ho mangiate due e sono ancora vivo.. sono un pò asprigne ma buone..
MEGLIO UN GIORNO DA ANTOLINO CHE CENTO DA LEONI
Nella vita ci sono cose che ti cerchi e altre che ti vengono a cercare.
Non le vorresti e nemmeno le hai scelte. Ma arrivano.
E dopo non sei più uguale.
Nella vita ci sono cose che ti cerchi e altre che ti vengono a cercare.
Non le vorresti e nemmeno le hai scelte. Ma arrivano.
E dopo non sei più uguale.
Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
anche io, anche io, le ho fotografate sul sentiero che da Senarega sale a Chiappa! Ma non le ho mangiateantolino wrote:Foto spettacolari, complimenti!!
anche io vorrei sapere che bacche sono quelle viola simili a mirtilli giganti, martedi alla costa gallina ne ho mangiate due e sono ancora vivo.. sono un pò asprigne ma buone..
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
dovrebbero essere questi no?
http://it.wikipedia.org/wiki/Prunus_spinosa" onclick="window.open(this.href);return false;
http://it.wikipedia.org/wiki/Prunus_spinosa" onclick="window.open(this.href);return false;
MEGLIO UN GIORNO DA ANTOLINO CHE CENTO DA LEONI
Nella vita ci sono cose che ti cerchi e altre che ti vengono a cercare.
Non le vorresti e nemmeno le hai scelte. Ma arrivano.
E dopo non sei più uguale.
Nella vita ci sono cose che ti cerchi e altre che ti vengono a cercare.
Non le vorresti e nemmeno le hai scelte. Ma arrivano.
E dopo non sei più uguale.
Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
eh direi di sì, la prossima volta assaggio anche ioantolino wrote:dovrebbero essere questi no?
http://it.wikipedia.org/wiki/Prunus_spinosa" onclick="window.open(this.href);return false;
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
mamma che meraviglia di foto, complimenti!!!
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
Sabato da Cantalupo Ligure....con visita al nuovo Rif. Prati di San Lorenzo (chiuso) Rif escursionistico http://www.lapietraverde.info" onclick="window.open(this.href);return false; ..a parte le antenne..panorama a 360° ben visibile dal M. Viso, Rosa, Disgrazia e Bernina...fantastico
Anche troppi cacciatori con furistrada
Il rifugio è in una bella radura
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Il rifugio è in una bella radura
Namaste
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
Ieri, 31 gennaio, in una delle giornate più fredde di tutto questo strano inverno, mentre voi ve ne stavate rintanati al calduccio dei vostri uffici, con i caloriferi al massimo , due poveri escursionisti sfidavano le intemperie, i venti gelidi, la neve incombente e si recavano ferzati dal gelido vento siberiano, sulla vetta del monte Ebro.
Gli intrepidi erano il sottoscritto ed il grande Roberto M.
La gita è finita al caldo della stufa a legna nella nostra cassetta, rifocillati da un'abbondante pastasciutta e da un buon vinello.
Tempo di salita e discesa 4 ore,
temperatura -10/-12
Vento forte e gelido.
In vetta sosta di 3 minuti e poi "porta via u b*lin de cursa."
vette Cosfrone ed Ebro
Sulla cima del Monte Cosfrone.
Vetta dell'Ebro
.
Altre foto
http://www.robyrobiglio.it/gite_2012/003_ebro/index.htm
Gli intrepidi erano il sottoscritto ed il grande Roberto M.
La gita è finita al caldo della stufa a legna nella nostra cassetta, rifocillati da un'abbondante pastasciutta e da un buon vinello.
Tempo di salita e discesa 4 ore,
temperatura -10/-12
Vento forte e gelido.
In vetta sosta di 3 minuti e poi "porta via u b*lin de cursa."
vette Cosfrone ed Ebro
Sulla cima del Monte Cosfrone.
Vetta dell'Ebro
.
Altre foto
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...se hai soggezione di qualcuno, immaginalo seduto sul cesso.... Tiziano Terzani.
Cerchiamo di costruire parchi per i nostri bambini, non parcheggi per le nostre auto..
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
e un ciao al grande Manfre.....
Namaste
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
Non tutti erano al caldo, Ange 59 Andrea e Pino erano sull. ANTOLA sotto una bella nevicata e un freddo porco . salita da BAVASTRELLI discesa da CAPRILE SE VEDEMU
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
ange 59 wrote:Non tutti erano al caldo, Ange 59 Andrea e Pino erano sull. ANTOLA sotto una bella nevicata e un freddo porco . salita da BAVASTRELLI discesa da CAPRILE SE VEDEMU
ciao Angelino, un bacione a te ad Andriu e Pino!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! W la Sez Alp. CRAL AMT!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
peccato che oggi ho la febbre a 38
Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
gasp
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
...belin, non ti si può lasciare solo un momento...ange 59 wrote:peccato che oggi ho la febbre a 38
...se hai soggezione di qualcuno, immaginalo seduto sul cesso.... Tiziano Terzani.
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
..Ange , ti rocordo lunedì prox...vedi di esserci, ciaoange 59 wrote:peccato che oggi ho la febbre a 38
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
sono vecchio e delicato per certe cose lunedi sono ancora in malattia
Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
Ciao a tutti...
io capito spesso dalle parti di Caldirola abitando nella zona, vi posto alcune foto di una ciaspolata bellissima
io capito spesso dalle parti di Caldirola abitando nella zona, vi posto alcune foto di una ciaspolata bellissima
«Quassù non vivo in me, ma divento una parte di ciò che mi attornia. Le alte montagne sono per me un sentimento». Lord Byron
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
la zona è fantastica,l'appennino ligure piemontese offre un panorami stupendi,...poi i monti oggetto del topic li vedo ogni mattina all'alba ed al tramonto quando sono in campagna ..che belli
Namaste
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
@ Rondine : la ciaspolata è di domenica 26 feb 2012 ? Curiosità. Belle foto. Mare di nubi è una cosa che mi affascina.
Chi sale sulle montagne cerca un punto di vista diverso del mondo che è abituato a vedere tutti i giorni.
roberto_sarmenti@hotmail.com
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
No, risale all'anno scorso...purtroppo quest'anno non ne ho avuto il tempo.Sarme wrote:@ Rondine : la ciaspolata è di domenica 26 feb 2012 ? Curiosità. Belle foto. Mare di nubi è una cosa che mi affascina.
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
... ed infatti ieri le ciaspole le abbiamo lasciate in macchina.
`Cause tramps like us, baby we were born to run
il mio blog: http://stellainaltomare.blogspot.com
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
Domenica uno sparuto gruppo di Quotazero si è cimentato in un'ardita concatenazione di mammelloni appenninici compiendo l'attraversata integrale da Capanne di Cosola a Vendersi. In attesa del racconto o di SoundofSilence o di Dirty Harry posto alcune foto della giornata.
Sin dalla partenza da Capanne di Cosola la vista spazia dagli appennini alle Alpi
Il gruppo compatto sale verso il Chiappo
Grommit si aggira circospetto intorno al San Giuseppe posto in cima al Chiappo
Dal Chiappo si procede verso l'Ebro
Il gruppo di Quotazero conquista l'Ebro
La croce dell'Ebro
Il Monviso visto dall'Ebro
Alla faccia nostra che eravamo partiti con la speranza di fare una ciaspolata un ciclista giunge in vetta dell'Ebro
Ancora una foto del Monviso
Il gruppo di Quotazero alle prese con l'ennesimo mammellone
L'indomito Grommit
La vista del Monviso ci accompagna per tutto il tragitto
Le interessanti puddinghe della Val Borbera
I tralicci del Giarolo sovrastati dal massiccio del Monte Rosa
Lusciandro scappa dal Redentore
La bella chiesa di Vendersi scendendo dal Giarolo
La chiesa di Vendersi al tramonto
sempre la chiesa di Vendersi
Altre foto del giro qui
Sin dalla partenza da Capanne di Cosola la vista spazia dagli appennini alle Alpi
Il gruppo compatto sale verso il Chiappo
Grommit si aggira circospetto intorno al San Giuseppe posto in cima al Chiappo
Dal Chiappo si procede verso l'Ebro
Il gruppo di Quotazero conquista l'Ebro
La croce dell'Ebro
Il Monviso visto dall'Ebro
Alla faccia nostra che eravamo partiti con la speranza di fare una ciaspolata un ciclista giunge in vetta dell'Ebro
Ancora una foto del Monviso
Il gruppo di Quotazero alle prese con l'ennesimo mammellone
L'indomito Grommit
La vista del Monviso ci accompagna per tutto il tragitto
Le interessanti puddinghe della Val Borbera
I tralicci del Giarolo sovrastati dal massiccio del Monte Rosa
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La bella chiesa di Vendersi scendendo dal Giarolo
La chiesa di Vendersi al tramonto
sempre la chiesa di Vendersi
Altre foto del giro qui
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
9549 metri s. l. m.
Sino a domenica mattina si naviga nell’incertezza più totale su identità e numero dei partecipanti, destinazione, percorso ed attrezzatura.
Alle prime luci, navigo a fari spenti in Corso de Stefanis cercando di evitare incontri poco graditi. Gromit, nel trasportino, beve il caffè leggendo la Gazzetta e ballonzolando al ritmo di Shackled And Drawn.
Sul marciapiede intravvedo un ambulante che si trascina mestamente, carico di masserizie. Impietosito, mi avvicino pensando di regalargli qualche spicciolo per la colazione.
Quando sono a pochi centimetri scopro trattarsi di S. che per l’occasione ha addosso una versione extended and remastered della sua attrezzatura: oltre a costume da Pikachu, forno a microonde e pressa laminatrice, stavolta ha portato anche un paio di ciaspole appena acquistate e un cartone di disgustosi dolciumi bielorussi al cocco.
Stivato il tutto a bordo dell’esterrefatta Zafira, andiamo a stanare L. che viene sorpreso nel bel mezzo della sua settima colazione in un oscura bottega di Corso Sardegna. Se sta uscendo con un sorriso ebete stampato in faccia, salutando pateticamente una nerboruta commessa il cui arcigno sorriso è appena addolcito dal lungo pelo che esce dal bitorzolo sul mento. Si accascia sul sedile posteriore dove dà fondo alle acciughe fritte appena preparate dalla sua Musa di giornata.
In macchina è intanto salito anche A il quale sopporta con paziente rassegnazione le follie del resto dei convenuti.
Arriviamo in men che non si dica presso tale località Vendersi, pugno di case acquattate alle pendici del Giarolo. Sopraggiunge D., unico uomo nell’universo mondo che riesce a guidare l’auto e, contemporaneamente a soffrirla. Stomaco debole o guida alla Nakajima? Nel dubbio, conduco la Zafira come un commerciante di uova. Arriviamo così alle Capanne di Cosola senza inconvenienti.
C’è una certa arietta, caso in cui il caratteristico setup di S. assume connotati leggermente fastidiosi. Cerchiamo con delicatezza di fargli capire che la giacca a vento è più utile della Città degli Orsetti.
Si rassegna, ma, per dispetto, rifiuterà di indossarla per buona parte della gita, adducendo di non aver freddo nonostante le taglienti raffiche di tramontana ci tramortiscano.
Arranchiamo sino alla prima vetta di giornata, il Chiappo (1699), ridotta ormai a discarica di zetto causa progressivo sbriciolamento dell’inopportuno rifugio posto a guardia di un demenziale impianto di risalita.
Inizia di qui una vera e propria marcia trionfale che ci vedrà cavalcare su ben 5 altre vette di oltre 1400 metri: l’ Ebro (1700), il Coserone (1665), il Gropà (1562), il Panà (1450) e – dulcis in fundo – il Giarolo (1473).
Nel frattempo, per la felicità di S. scopriamo la madre di tutte le curiosità geografiche: il monte còncavo.
In effetti, il Monte Gropà non è un rilievo, ma un avvallamento della cresta. Verifichiamo su GPS, cartine ed altimetri. S. tira fuori un teodolite ed un radiotelescopio satellitare per misurazioni di precisione, ma non c’è verso. Concludiamo di esser entrati nel mondo dell’antimateria, in cui tutto è, ma al contrario di come lo conosciamo. Un rumore cupo ci annuncia quella che immaginiamo essere la catastrofe scatenata dallo scontro tra materia positiva e materia negativa. Si tratta in realtà del ben noto fenomeno denominato ventilatio intestinalis putrens che, saltuariamente, affligge Gromit: la puzzetta ci riconduce immediatamente all’amara realtà. Non è una scoperta geografica, e nemmeno la scoperta dell'antimondo, ma solo un cartello segnaletico spostato da qualche buontempone: la vera vetta è un po' più in là e domina dall’alto di una ventina di metri quella falsa. Stress e delusione ci convincono ad una breve pausa ristoratrice.
Non ci siamo, però, arresi e, fatto quel che si doveva, proseguiamo, implacabili, sino all’orrido capolinea di seggiovia piazzato sul M. Panà; e, di lì, sul soprastante e quanto mai panoramico Giarolo.
Battiamo così ogni e qualsiasi record umanamente concepibile, posto che la quota totale delle 6 vette eroicamente cavalcate dà un’ altezza di ben 9549 metri; ciò che fa sembrare il tanto rinomato Everest un’innocuo mammellone nevoso sul quale si agitano inutilmente escursionisti abbacinati da pubblicità ingannevoli.
Trionfiamo nella tramontana tra i tralicci del Giarolo, e, in preda all’ebbrezza della vittoria, ceffiamo miseramente un paio di macroscopici bivi, rischiando di finire a Vigoponzo o a Zebedassi, con le conseguenze facilmente immaginabili. Con un paio di magistrali azimuth guidati dal GPS ritroviamo la per nulla occulta via del ritorno ed imprecando per il male alle ginocchia ci ritroviamo nell’austero ma piacevole posteggio di Vendersi, più noto come il paese senza Moretti.
Mentre col povero D. risalgo a becco asciutto l’infinita strada per recuperare la Zafira, mi rammento che – per risparmiar tempo – all’andata non ho fatto benzina. Arrivato alle capanne, accendo la tapina ed ecco che sul cruscotto si accendono più allarmi che nel quadro comandi di Fukushima. A macchina quasi scarica, posso giocarmi la carta della disperazione. Percorro la pista da downhill che scende a Cabella rigorosamente in folle. Con un sospiro di sollievo, la Zafira si ferma davanti ad un distributore piuttosto ambiguo. Brucio 30 euro per comprare poco più di due-tre litri di benzina e, sollevato, torno a recuperare il resto della truppa.
Gromit, intanto, ha allietato da par suo l’attesa dei tre compari, che sembrano, invero, un po’ sbattutelli.
Risaliamo a bordo e dopo essere riusciti ad incasinarci anche nella minimale attività di darci appuntamento in un qualsiasi bar per berci una birra insieme, raggiungiamo trionfanti Genova, e di lì le nostre case.
Stavolta anche il frigo è a posto, le Moretti sono rosse, cioè le mie preferite, e i ravioli fumanti.
Li assaporo insieme con la quieta soddisfazione di chi ha portato a termine qualcosa di davvero unico.
Passerà molto tempo prima che qualcuno possa ripetere la nostra impresa, o anche solo avvicinarcisi.
Sino a domenica mattina si naviga nell’incertezza più totale su identità e numero dei partecipanti, destinazione, percorso ed attrezzatura.
Alle prime luci, navigo a fari spenti in Corso de Stefanis cercando di evitare incontri poco graditi. Gromit, nel trasportino, beve il caffè leggendo la Gazzetta e ballonzolando al ritmo di Shackled And Drawn.
Sul marciapiede intravvedo un ambulante che si trascina mestamente, carico di masserizie. Impietosito, mi avvicino pensando di regalargli qualche spicciolo per la colazione.
Quando sono a pochi centimetri scopro trattarsi di S. che per l’occasione ha addosso una versione extended and remastered della sua attrezzatura: oltre a costume da Pikachu, forno a microonde e pressa laminatrice, stavolta ha portato anche un paio di ciaspole appena acquistate e un cartone di disgustosi dolciumi bielorussi al cocco.
Stivato il tutto a bordo dell’esterrefatta Zafira, andiamo a stanare L. che viene sorpreso nel bel mezzo della sua settima colazione in un oscura bottega di Corso Sardegna. Se sta uscendo con un sorriso ebete stampato in faccia, salutando pateticamente una nerboruta commessa il cui arcigno sorriso è appena addolcito dal lungo pelo che esce dal bitorzolo sul mento. Si accascia sul sedile posteriore dove dà fondo alle acciughe fritte appena preparate dalla sua Musa di giornata.
In macchina è intanto salito anche A il quale sopporta con paziente rassegnazione le follie del resto dei convenuti.
Arriviamo in men che non si dica presso tale località Vendersi, pugno di case acquattate alle pendici del Giarolo. Sopraggiunge D., unico uomo nell’universo mondo che riesce a guidare l’auto e, contemporaneamente a soffrirla. Stomaco debole o guida alla Nakajima? Nel dubbio, conduco la Zafira come un commerciante di uova. Arriviamo così alle Capanne di Cosola senza inconvenienti.
C’è una certa arietta, caso in cui il caratteristico setup di S. assume connotati leggermente fastidiosi. Cerchiamo con delicatezza di fargli capire che la giacca a vento è più utile della Città degli Orsetti.
Si rassegna, ma, per dispetto, rifiuterà di indossarla per buona parte della gita, adducendo di non aver freddo nonostante le taglienti raffiche di tramontana ci tramortiscano.
Arranchiamo sino alla prima vetta di giornata, il Chiappo (1699), ridotta ormai a discarica di zetto causa progressivo sbriciolamento dell’inopportuno rifugio posto a guardia di un demenziale impianto di risalita.
Inizia di qui una vera e propria marcia trionfale che ci vedrà cavalcare su ben 5 altre vette di oltre 1400 metri: l’ Ebro (1700), il Coserone (1665), il Gropà (1562), il Panà (1450) e – dulcis in fundo – il Giarolo (1473).
Nel frattempo, per la felicità di S. scopriamo la madre di tutte le curiosità geografiche: il monte còncavo.
In effetti, il Monte Gropà non è un rilievo, ma un avvallamento della cresta. Verifichiamo su GPS, cartine ed altimetri. S. tira fuori un teodolite ed un radiotelescopio satellitare per misurazioni di precisione, ma non c’è verso. Concludiamo di esser entrati nel mondo dell’antimateria, in cui tutto è, ma al contrario di come lo conosciamo. Un rumore cupo ci annuncia quella che immaginiamo essere la catastrofe scatenata dallo scontro tra materia positiva e materia negativa. Si tratta in realtà del ben noto fenomeno denominato ventilatio intestinalis putrens che, saltuariamente, affligge Gromit: la puzzetta ci riconduce immediatamente all’amara realtà. Non è una scoperta geografica, e nemmeno la scoperta dell'antimondo, ma solo un cartello segnaletico spostato da qualche buontempone: la vera vetta è un po' più in là e domina dall’alto di una ventina di metri quella falsa. Stress e delusione ci convincono ad una breve pausa ristoratrice.
Non ci siamo, però, arresi e, fatto quel che si doveva, proseguiamo, implacabili, sino all’orrido capolinea di seggiovia piazzato sul M. Panà; e, di lì, sul soprastante e quanto mai panoramico Giarolo.
Battiamo così ogni e qualsiasi record umanamente concepibile, posto che la quota totale delle 6 vette eroicamente cavalcate dà un’ altezza di ben 9549 metri; ciò che fa sembrare il tanto rinomato Everest un’innocuo mammellone nevoso sul quale si agitano inutilmente escursionisti abbacinati da pubblicità ingannevoli.
Trionfiamo nella tramontana tra i tralicci del Giarolo, e, in preda all’ebbrezza della vittoria, ceffiamo miseramente un paio di macroscopici bivi, rischiando di finire a Vigoponzo o a Zebedassi, con le conseguenze facilmente immaginabili. Con un paio di magistrali azimuth guidati dal GPS ritroviamo la per nulla occulta via del ritorno ed imprecando per il male alle ginocchia ci ritroviamo nell’austero ma piacevole posteggio di Vendersi, più noto come il paese senza Moretti.
Mentre col povero D. risalgo a becco asciutto l’infinita strada per recuperare la Zafira, mi rammento che – per risparmiar tempo – all’andata non ho fatto benzina. Arrivato alle capanne, accendo la tapina ed ecco che sul cruscotto si accendono più allarmi che nel quadro comandi di Fukushima. A macchina quasi scarica, posso giocarmi la carta della disperazione. Percorro la pista da downhill che scende a Cabella rigorosamente in folle. Con un sospiro di sollievo, la Zafira si ferma davanti ad un distributore piuttosto ambiguo. Brucio 30 euro per comprare poco più di due-tre litri di benzina e, sollevato, torno a recuperare il resto della truppa.
Gromit, intanto, ha allietato da par suo l’attesa dei tre compari, che sembrano, invero, un po’ sbattutelli.
Risaliamo a bordo e dopo essere riusciti ad incasinarci anche nella minimale attività di darci appuntamento in un qualsiasi bar per berci una birra insieme, raggiungiamo trionfanti Genova, e di lì le nostre case.
Stavolta anche il frigo è a posto, le Moretti sono rosse, cioè le mie preferite, e i ravioli fumanti.
Li assaporo insieme con la quieta soddisfazione di chi ha portato a termine qualcosa di davvero unico.
Passerà molto tempo prima che qualcuno possa ripetere la nostra impresa, o anche solo avvicinarcisi.
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il mio blog: http://stellainaltomare.blogspot.com
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
Molto belle le foto,simpaticissima e divertente la descrizione della gita.
Come temevo la neve velocemente ci sta salutando.
Bravi,tutti veramente bravi.
Anche il ciclista
Come temevo la neve velocemente ci sta salutando.
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- soundofsilence
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
Domenica 26 febbraio 2012: Capanne di Cosola (1490) – Monte Chiappo (1700) – Monte Ebro (1700) – Monte Cosfrone (1661) – Monte Panà (1559) – Monte Gropà (1446) – Monte Giarolo (1473) – Vendersi (720).
Partecipanti: Aldo51 – Dani80 – Dirty Harry – Lusciandro e Soundofsilence (+ Gromit).
Lunghezza: 15 Km circa.
Dislivello: 550 metri circa.
Difficoltà: E, in assenza di neve o ghiaccio; in queste ultime condizioni l’itinerario può essere comunque effettuato da un escursionista normale, purchè adeguatamente attrezzato.
Percorso in macchina: Premesso che per effettuare l’itinerario in traversata fatto da noi ci vogliono, evidentemente 2 macchine, direi che, col senno di poi, sarebbe meglio andare con una macchina sola, fermarsi al Giarolo e tornare indietro: il percorso passerebbe da 15 Km a 21 circa, ma non si perderebbe niente perché la discesa dal Giarolo non ha alcun interesse e, probabilmente, non si perderebbe neanche tempo, dati i 40 Km di strada tortuosa da fare in più in caso di traversata.
Percorso a piedi: Da Capanne di Cosola si prende l’evidente sentiero verso nord per il Monte Chiappo, Si segue il crinale fino a poco meno di 200 metri dalla vetta del suddetto monte; qui vi è un bivio dove lasciamo a sinistra la deviazione per l’Ebro e tiriamo dritti per il Chiappo, poco oltre la cui vetta si trova una costruzione.
Si torna quindi al predetto bivio e ci si dirige sempre per crinale verso il Monte Ebro, distante dal bivio 3 Km. Superato anche l’Ebro si continua sempre per crinale fino alle successive e non molto evidenti elevazioni, nell’ordine: Cosfrone (1 Km dall’Ebro), Panà (1 Km dal Cosfrone), Gropà (2 Km dal Panà) e Giarolo (1,5 Km da l Gropà). Dal Giarolo si prende a sinistra un’ampia sterrata che passa sotto i ripetitori. Dopo 1,7 Km di discesa (1170 m. circa) si trova un primo bivio, dove si deve prendere a sinistra (a destra si andrebbe all’assai distante (da Vendersi) Noceto. Dopo ulteriori 1,3 Km (quota 896) si trova un secondo bivio dove occorre nuovamente prendere a sinistra, anche se l’errore risulterebbe meno grave perché il sentiero porterebbe alla non lontanissima costa di Vendersi. Da quest’ultimo bivio, in circa 750 metri, si arriva a Vendersi, dove abbiamo lasciato la prima macchina.
Racconto: Appuntamento alle 8 in una sperduta località della Val Borbera dallo strano nome di “Vendersi”. Non ho caricato il city navigator sul GPS, riusciremo mai ad arrivare a destinazione?
Mi sbaglio però, le segnalazioni abbondano, già da Genova.
Qualcosa però non mi convince.
Niente di preoccupante invece, dopo aver visitato appena 6 ville, 10 box e venti arbitri, arriveremo quasi puntuali a destinazione.
Nel parcheggio del paese troviamo un SUV con portabagagli e porte spalancate, così lo ritroveremo anche la sera al ritorno.
Si tratta di una simpatica tradizione locale per facilitare gli scambi commerciali, in ossequio al nome del paese che, evidentemente, non è Rubasi.
Aspettiamo quindi Dani80, che, naturalmente, essendo del posto, arriva un po’ più in ritardo di noi.
Alle 9 passate siamo alle Capanne di Cosola, ansiosi di effettuare la prima ciaspolata dell’anno.
Scendiamo dalla macchina: 20 gradi di temperatura e così tanta neve sui monti quanta ne cade in dieci anni sul Sahara.
La razza umana è però superiore ad ogni altro animale e non si fa condizionare dalla natura, bensì la domina e la piega al suo volere.
Indossiamo quindi, come se niente fosse, giaccavento, ghette, ciaspole, guanti di lana e passamontagna, mentre, nel frattempo, a conferma della sopraesposta tesi, 4 motoslitte, guidate da altrettanti individui leggermente meno superiori alle bestie di noi, sfrecciano avanti e indietro a tutto gas sull’asfalto.
Io invece, che, oltre ad essere un po’ bastian contrario, sono anche decisamente più bestia degli altri, rimango in maglietta e lascio ciaspole e ghette in macchina.
Partiamo quindi canticchiando allegramente una vecchia canzone di Anggun.
Giunti sul crinale un vento impetuoso ci investe: sarà finalmente l’inverno?
Putroppo no, è Lusciandro.
Il resto della gita lo passo assorto in piacevoli dissertazioni filosofiche con Harry, il quale tenta di convincermi ad apprezzare i riarsi mammelloni erbosi che stiamo percorrendo, adducendo motivazioni psico-anatomiche che farebbero certamente più presa sul latitante Maury.
Resterà la cosa più interessante della gita.
La piacevole conversazione ci distrae però leggermente e, nel finale della gita, invece di tornare a Vendersi, rischiamo di finire nel limitrofo comune di Perdersi, ma risolviamo il tutto brillantemente con la consueta ravanata.
Giunti quindi a destinazione decidiamo di rimediare alla monotonia dell’escursione effettuata con una divertente partita a nascondino.
A star sotto tocca a Dani80, in quanto ultimo venuto.
Harry e Lusciandro suggeriscono, guarda caso, di nasconderci in un bar di Albera.
Finita la conta fino a 3.243.618, il minimo indispensabile per consentire un rapido spuntino a Lusciandro, Dani inizia a cercarci, ma, non conoscendoci ancora bene, perquisisce un convento abbandonato.
Alla decima birra, decidiamo che è il caso di trovare un nascondiglio più facile e cambiamo bar, stavolta sulla strada del ritorno.
Non c’è verso, Dani non arriva: ci vuole un aiutino.
Lo chiamiamo quindi al telefono per suggerirgli il nome del bar.
Invece di Dani però, nonostante avessi cambiato, a tutela della privacy, una sola cifra del suo numero telefonico, ci risponde un vecchio ubriacone sedicente alpinista, il quale ci racconta come, dopo dieci birre, la salita al Cervino risulti assai più facile del crinale E(b)bro-Giarolo…
Non del tutto convinti, decidiamo di metterlo alla prova e lo invitiamo a raggiungerci al bar.
Si fa tardi però, e, a malincuore dobbiamo scappare, non prima però di aver ordinato ullteriori dieci birre e lasciato il conto da pagare in previsione dell’arrivo di Dani80 o del vecchio alpinista….
Conclusioni: Mi hanno incastrato: non era un posto in cui avrei voluto tornare, se non con la neve. In effetti è un percorso che è sicuramente bello nel verde brillante e nelle fioriture primaverili e che può esserlo altrettanto ricoperto di bianche distese immacolate, ma che, nelle attuali condizioni di erba riarsa e spelacchiata, nonché di qualche chiazza di neve sporca qua e là, non mi ha detto molto. Oltretutto non è certo il tipo di montagna che preferisco, visto che io adoro la roccia, decisamente meno le distese erbose. Un punto a favore invece per la panoramicità di tutto il percorso, ma, d’altronde, è il minimo che ci si può aspettare da un percorso interamente di crinale…
Link a tutte le foto:
http://luoghidasogno.altervista.org/Mon ... ndersi.htm
Partecipanti: Aldo51 – Dani80 – Dirty Harry – Lusciandro e Soundofsilence (+ Gromit).
Lunghezza: 15 Km circa.
Dislivello: 550 metri circa.
Difficoltà: E, in assenza di neve o ghiaccio; in queste ultime condizioni l’itinerario può essere comunque effettuato da un escursionista normale, purchè adeguatamente attrezzato.
Percorso in macchina: Premesso che per effettuare l’itinerario in traversata fatto da noi ci vogliono, evidentemente 2 macchine, direi che, col senno di poi, sarebbe meglio andare con una macchina sola, fermarsi al Giarolo e tornare indietro: il percorso passerebbe da 15 Km a 21 circa, ma non si perderebbe niente perché la discesa dal Giarolo non ha alcun interesse e, probabilmente, non si perderebbe neanche tempo, dati i 40 Km di strada tortuosa da fare in più in caso di traversata.
Percorso a piedi: Da Capanne di Cosola si prende l’evidente sentiero verso nord per il Monte Chiappo, Si segue il crinale fino a poco meno di 200 metri dalla vetta del suddetto monte; qui vi è un bivio dove lasciamo a sinistra la deviazione per l’Ebro e tiriamo dritti per il Chiappo, poco oltre la cui vetta si trova una costruzione.
Si torna quindi al predetto bivio e ci si dirige sempre per crinale verso il Monte Ebro, distante dal bivio 3 Km. Superato anche l’Ebro si continua sempre per crinale fino alle successive e non molto evidenti elevazioni, nell’ordine: Cosfrone (1 Km dall’Ebro), Panà (1 Km dal Cosfrone), Gropà (2 Km dal Panà) e Giarolo (1,5 Km da l Gropà). Dal Giarolo si prende a sinistra un’ampia sterrata che passa sotto i ripetitori. Dopo 1,7 Km di discesa (1170 m. circa) si trova un primo bivio, dove si deve prendere a sinistra (a destra si andrebbe all’assai distante (da Vendersi) Noceto. Dopo ulteriori 1,3 Km (quota 896) si trova un secondo bivio dove occorre nuovamente prendere a sinistra, anche se l’errore risulterebbe meno grave perché il sentiero porterebbe alla non lontanissima costa di Vendersi. Da quest’ultimo bivio, in circa 750 metri, si arriva a Vendersi, dove abbiamo lasciato la prima macchina.
Racconto: Appuntamento alle 8 in una sperduta località della Val Borbera dallo strano nome di “Vendersi”. Non ho caricato il city navigator sul GPS, riusciremo mai ad arrivare a destinazione?
Mi sbaglio però, le segnalazioni abbondano, già da Genova.
Qualcosa però non mi convince.
Niente di preoccupante invece, dopo aver visitato appena 6 ville, 10 box e venti arbitri, arriveremo quasi puntuali a destinazione.
Nel parcheggio del paese troviamo un SUV con portabagagli e porte spalancate, così lo ritroveremo anche la sera al ritorno.
Si tratta di una simpatica tradizione locale per facilitare gli scambi commerciali, in ossequio al nome del paese che, evidentemente, non è Rubasi.
Aspettiamo quindi Dani80, che, naturalmente, essendo del posto, arriva un po’ più in ritardo di noi.
Alle 9 passate siamo alle Capanne di Cosola, ansiosi di effettuare la prima ciaspolata dell’anno.
Scendiamo dalla macchina: 20 gradi di temperatura e così tanta neve sui monti quanta ne cade in dieci anni sul Sahara.
La razza umana è però superiore ad ogni altro animale e non si fa condizionare dalla natura, bensì la domina e la piega al suo volere.
Indossiamo quindi, come se niente fosse, giaccavento, ghette, ciaspole, guanti di lana e passamontagna, mentre, nel frattempo, a conferma della sopraesposta tesi, 4 motoslitte, guidate da altrettanti individui leggermente meno superiori alle bestie di noi, sfrecciano avanti e indietro a tutto gas sull’asfalto.
Io invece, che, oltre ad essere un po’ bastian contrario, sono anche decisamente più bestia degli altri, rimango in maglietta e lascio ciaspole e ghette in macchina.
Partiamo quindi canticchiando allegramente una vecchia canzone di Anggun.
Giunti sul crinale un vento impetuoso ci investe: sarà finalmente l’inverno?
Putroppo no, è Lusciandro.
Il resto della gita lo passo assorto in piacevoli dissertazioni filosofiche con Harry, il quale tenta di convincermi ad apprezzare i riarsi mammelloni erbosi che stiamo percorrendo, adducendo motivazioni psico-anatomiche che farebbero certamente più presa sul latitante Maury.
Resterà la cosa più interessante della gita.
La piacevole conversazione ci distrae però leggermente e, nel finale della gita, invece di tornare a Vendersi, rischiamo di finire nel limitrofo comune di Perdersi, ma risolviamo il tutto brillantemente con la consueta ravanata.
Giunti quindi a destinazione decidiamo di rimediare alla monotonia dell’escursione effettuata con una divertente partita a nascondino.
A star sotto tocca a Dani80, in quanto ultimo venuto.
Harry e Lusciandro suggeriscono, guarda caso, di nasconderci in un bar di Albera.
Finita la conta fino a 3.243.618, il minimo indispensabile per consentire un rapido spuntino a Lusciandro, Dani inizia a cercarci, ma, non conoscendoci ancora bene, perquisisce un convento abbandonato.
Alla decima birra, decidiamo che è il caso di trovare un nascondiglio più facile e cambiamo bar, stavolta sulla strada del ritorno.
Non c’è verso, Dani non arriva: ci vuole un aiutino.
Lo chiamiamo quindi al telefono per suggerirgli il nome del bar.
Invece di Dani però, nonostante avessi cambiato, a tutela della privacy, una sola cifra del suo numero telefonico, ci risponde un vecchio ubriacone sedicente alpinista, il quale ci racconta come, dopo dieci birre, la salita al Cervino risulti assai più facile del crinale E(b)bro-Giarolo…
Non del tutto convinti, decidiamo di metterlo alla prova e lo invitiamo a raggiungerci al bar.
Si fa tardi però, e, a malincuore dobbiamo scappare, non prima però di aver ordinato ullteriori dieci birre e lasciato il conto da pagare in previsione dell’arrivo di Dani80 o del vecchio alpinista….
Conclusioni: Mi hanno incastrato: non era un posto in cui avrei voluto tornare, se non con la neve. In effetti è un percorso che è sicuramente bello nel verde brillante e nelle fioriture primaverili e che può esserlo altrettanto ricoperto di bianche distese immacolate, ma che, nelle attuali condizioni di erba riarsa e spelacchiata, nonché di qualche chiazza di neve sporca qua e là, non mi ha detto molto. Oltretutto non è certo il tipo di montagna che preferisco, visto che io adoro la roccia, decisamente meno le distese erbose. Un punto a favore invece per la panoramicità di tutto il percorso, ma, d’altronde, è il minimo che ci si può aspettare da un percorso interamente di crinale…
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Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
E ancora:
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
La sola verità è che la neve se n'è andata abbastanza rapidamente e per trovarla bisogna andare su versanti rigorosamente N. (come quello della foto in cui compare anche il sottoscritto).soundofsilence wrote:Mi hanno incastrato: non era un posto in cui avrei voluto tornare, se non con la neve. In effetti è un percorso che è sicuramente bello nel verde brillante e nelle fioriture primaverili e che può esserlo altrettanto ricoperto di bianche distese immacolate, ma che, nelle attuali condizioni di erba riarsa e spelacchiata, nonché di qualche chiazza di neve sporca qua e là, non mi ha detto molto. Oltretutto non è certo il tipo di montagna che preferisco, visto che io adoro la roccia, decisamente meno le distese erbose. Un punto a favore invece per la panoramicità di tutto il percorso, ma, d’altronde, è il minimo che ci si può aspettare da un percorso interamente di crinale…
Se fossimo andati sul tanto vituperato Antola, probabilmente ce ne sarebbe stata di più.
Certamente in Valle Pesio, ma si trattava di fare un'altro viaggio di 400 km e la benzina comincia a costare cara.
Ci si può pensare in futuro, ma solo con informazioni certe sulle condizioni della neve ed adeguata attrezzatura (ARVA, che non so nemmeno quanto costi...).
Sul resto, si potrebbe fare una discussione lunga settimane.
Ognuno ha i suoi gusti e le sue esigenze.
Per quanto mi riguarda, vado in montagna (in ordine sparso) per la sfida con me stesso, la bellezza del paesaggio, la compagnia... lasciando da parte gli afflati di tipo religioso che a non tutti interessano.
A Sound non interessa la sfida, sicuramente piace la compagnia, mentre è importante la scoperta e l'esplorazione di posti nuovi, meglio se singolari o particolari, capaci di stupirlo (a differenza di quelli visti e rivisti).
Io riesco a stupirmi ancora sulla vetta dell'Antola o del Caucaso; e probabilmente il mio andare in montagna ha motivazioni più conformistiche.
L'osservazione di una singolare formazione rocciosa, o di un bel torrente per me non valgono una gita; possono essere, semmai, un qualcosa in più che valorizza un percorso già bello per proprio conto.
Altrimenti (magari sbagliando) lo considero una forma di turismo naturalistico: nulla di male, ma è un'altra roba.
Questa, anche in queste condizioni, è - per me - una bella gita (fermo restando che la neve l'avrebbe resa più interessante) specialmente per i panorami magnifici che si godono dall'inizio alla fine; l'andamento mammelloso consente, poi, di gustarseli con tutta tranquillità.
La durata mi pare quella giusta per una camminata invernale (la neve avrebbe reso sicuramente molto più impegnativo il tutto), considerato anche il viaggio non brevissimo; i lati negativi, in conclusione, sono soprattutto le rovine sul Chiappo (chi è responsabile del rifugio?) e gli osceni tralicci sul Giarolo, (alla fine telefonare e guardare la TV piace a tutti... e quindi mi sa che bisogna rassegnarsi).
In questo senso fa davvero rabbia vedere quali sono le conseguenze della costruzione di impianti risalita in posti del genere: quando, com'è logico, le cose cominciano ad andare male, il tutto viene semplicemente abbandonato, senza che nessuno si prenda nemmeno la briga di fare un po' di pulizia da calcinacci e rovine varie.
Pensare alla follia dei quattrini spesi a S. Stefano e del prevedibile esito finale di tutta la vicenda fa davvero rabbia: come si dice, oltre il danno, anche la beffa!
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Re: Monte Ebro e Monte Giarolo
Non a sufficienza comunque, la neve è bella quando è continua e immacolata e imbianca anche gli alberi...Dirty Harry wrote:Se fossimo andati sul tanto vituperato Antola, probabilmente ce ne sarebbe stata di più.
Dei problemi di spesa, almeno per ora, cerco di non preoccuparmi, dopotutto spendo sempre molto meno di quando andavo da solo o con la famiglia...Dirty Harry wrote:Certamente in Valle Pesio, ma si trattava di fare un'altro viaggio di 400 km e la benzina comincia a costare cara.
Se poi c'è qualcuno che li sente di più mi va bene venirgli incontro per quanto possibile.
http://www.regione.piemonte.it/meteo/pr ... langhe.pdf qui il bollettino valanghe, unito alle relazioni recenti su gulliver e alle persone che conosciamo su qz penso siano sufficienti come fonti di informazione. In ogni caso non intendo andare in posti e in condizioni in cui ci sia un rischio, anche minimo, di valanghe e, in caso di dubbi una volta sul posto non mi farei problemi a tornare indietro, come d'altronde già fatto, seppur per altro tipo di pericoli e, quindi, non intendo neanche dotarmi del costoso ARVA, tanto più che possiamo istruire Gromit e dotarlo di una fiaschetta di grappa, stile San Bernardo....Dirty Harry wrote:ma solo con informazioni certe sulle condizioni della neve ed adeguata attrezzatura (ARVA, che non so nemmeno quanto costi...).
Certo, e a me non dispiace chiacchierarne amabilmente, come d'altronde già fatto: mi fa piacere ascoltare e cercare di capire i punti di vista degli altri, anche se, alla fine, è quasi sicuro che mi tenga i miei...Dirty Harry wrote:Sul resto, si potrebbe fare una discussione lunga settimane.
Tutto ciò sperando di non risultare troppo noioso.
A voler essere precisi, non è che non mi piaccia o non consideri il lato sportivo delle cose: essere più in forma o confrontarmi con i tempi miei del passato o con quelli di altri escursionisti è uno stimolo, ma non rientra tra le ragioni per cui vado in montagna, se fosse solo per quello avrei continuato ad andare in bicicletta, mentre ho scelto di abbandonarla per l'escursionismo.Dirty Harry wrote:A Sound non interessa la sfida
Ci sono posti che mi piacciono particolarmente e in cui tornerei sempre e altri già visti e ritenuti poco interessanti in cui non vado altrettanto volentieri, ma non è mai un rifiuto assoluto: per quante volte ripeta una gita non è mai uguale a sè stessa e la natura è sempre capace di stupirmi.Dirty Harry wrote:mentre è importante la scoperta e l'esplorazione di posti nuovi, meglio se singolari o particolari, capaci di stupirlo (a differenza di quelli visti e rivisti).
Raramente mi stupisco su monti tipo Antola o Caucaso, ma lo faccio invece ogni volta che torno sul Castellermo o sul Monte Forato, o che vado in Esterel o in Dolomiti....Dirty Harry wrote:Io riesco a stupirmi ancora sulla vetta dell'Antola o del Caucaso; e probabilmente il mio andare in montagna ha motivazioni più conformistiche.
Per me sì, e anche di più, sono disposto ad andarci pure senza gita; anche se il non dover raggiungere la meta, ma trovarsela già pronta, a volte, mi dà un sensazione strana...Dirty Harry wrote:L'osservazione di una singolare formazione rocciosa, o di un bel torrente per me non valgono una gita
ma poi passa.
Nessun problema su questo, non mi sono mai posto il problema di come si chiami quello che faccio: che sia escursionismo, speleologia, torrentismo, alpinismo, turismo o soundismo non è che mi importi granchè, tanto più che non ho mai sopportato le etichette e le generalizzazioni....Dirty Harry wrote: lo considero una forma di turismo naturalistico: nulla di male, ma è un'altra roba.
Per me no, o, almeno, non particolarmente, ma non è un problema: non è nè la prima, nè sarà l'ultima, il che non vuol dire, comunque, che mi abbia fatto schifo o non mi abbia fatto piacere.Dirty Harry wrote: Questa, anche in queste condizioni, è - per me - una bella gita
Non ho certo la pretesa di fare sempre gite 'speciali', anche perchè, altrimenti, non lo sarebbero più....
P.S.: Se masochisticamente volessi continuare la 'discussione' possiamo farlo più propriamente nel nostro solito topic 'spazzatura'...
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
Imagine there's no countries.
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