L'abbinameno bici/salita in montagna mi ha sempre affascinato. Il tutto ha origini storiche. I Grandi dell'alpinismo da Emilio Comici a Giusto Gervasutti, a Riccardo Cassin, spesso utilizzavano la bicicletta quale mezzo di avvicinamento per le loro grandi salite, in mancanza di alternative. Oggi fortunatamente possiamo contare sulle mitiche automobili, impianti di risalita etc. E salite allora per pochi eletti, come quelle del circle maudit, ad esempio, sono alla portata di molti.
In tempi piû recenti, grandi alpinisti quali Hans Kammerlander e Patrick Berault hanno utilizzato la bicicletta per gli spostamenti fra le salite dei loro fantastici concatenamenti.
Detto tutto ciò, e stabilite le dovute distanze, dopo le fatiche del tour du rutor (gran belle montagne in valgrisenche), avevo in mente di provare a salire il Mondolé partendo da casa in bicicletta. Le previsioni per la vigilia di Pasqua ad inizio settimana non erano delle migliori, ma giovedì lasciavano aperta una finestrafino al primo pomeriggio, e allora....
Chiamo Daniele e gli prospetto l'idea. Si può fare. Venerdì sera portiamo auto e attrezzatura scialpinistica nel piazzale ad Artesina.
Daniele é un buon ciclista e compensa le mie lacune nel campo... anche perchè non salgo in bici da agosto scorso e sui 50km che dividono casa mia da Artesina, mi sa che sputerò sangue...comunque l'appuntamento è per le 7,30 a Ceva.
Dopo la sveglia faccio, come mio solito, abbondante colazione e poi, vestito come gli esquimesi, vado a prensdere la bici. Mi soffermo con lo sguardo sul Mondolè.
Inutile dire che è la montagna che ho davanti agli occhi quando sono seduto al tavolo, che é la prima che ho salito con mia figlia Nives, che è la montagna, che, nel suo piccolo, mi ha dato grandi soddisfazoni, magari non per difficoltà, ma per il piacere spensierato dell'andare per monti.
Uscito di casa vedo la nonna, che mi chiede dove vada. Cosa vuoi rispondere... Mondolè, e mi dice "eh, col caldo che ha fatto, la neve è andata via cosí rapidamente..." non spiego e parto, sono le 7,10. Dopo neanche un km, due caprioli decidono di attraversare proprio mentre sto arrivando io ehhhhhh, via sono stato in piedi. Mi guardano con un fare dubbioso...
Alle 7,30 mi incontro con Daniele e via. Ci alterniamo nel tirare per permettere un pò di scia all'altro e pian piano scorrono Lesegno, San Michele Mondovì e Vicoforte. Poi la prima salita. Monastero di Vasco. È corta, ma il mio didietro chiede già pietà, scorre via anche questa e giù verso Vilanova. Sono le 8,30. Approfittiamo per un caffè e al bar dei deltaplanisti incontriamo altri scialpinisti conosciuti che non giudicano la nostra iniziativa, almeno davanti a noi, fortunatamente. Ripartiamo e il gioco si fa duro, fino a miroglio abbastanza in tranquillità, ma di lì gli ultimi 6 km sono veramente in piedi...cerchiamo di salire agili, ma la pendenza é importante. Il tratto più duro risulterà quello dei paravalanghe prima della palestra di roccia. Lì ci sorpassa in auto l'amico Joseph, che invece, matto come me, elogia l'iniziativa, capendo subito che ad Aretesina ci aspettavano gli sci. Percorro tutti questi ultimi km in piedi per evitare sofferenze al deretano e, arrivati ad Artesina, da buoni scialpinisti e per ridurre al minimo la soffernza, facciamo 6 gucie (inversioni) con la bicicletta sfruttando l'ampio piazzale, ormai vuoto di Artesina bassa...
Dall'auto cambiamo assetto, ci alimentiamo e dopo 20 minuti di sosta ripartiamo. Lo spuntare del sole (fino a questo momento nascosto dalle nuvole) sembra accogliere l’inizio della seconda parte. Le piste chiuse e l'ora tarda (sono le 10,15) fanno sì che possiamo fare la salita da soli. Facciamo un mare di inversioni sul muro del Mirafiori, ma nel canalone, dalla Madonnina, Daniele inizia ad accusare i crampi, non ci voleva...
Beviamo, ci fermiamo e ripartiamo cercando di affaticarci il meno possibile. Il ritmo è lento, ma oggi l'importante è riuscire a salire. Poco sotto colle Bauzano incontriamo i ragazzi visti al bar. Piccola sosta e via, balcunera. La vetta siavvicina. Lancio uno suardo verso il punto della valle dove so esserci la mia casetta. Non mollo, la meta è vicina.
Usciamo in cresta e, sorpresa, lì sdraiato c'è Joseph, che ci aspetta. Non c'è vento. La perturba annunciata è sul Mongioie. Raggiungiamo la vetta. È fatta, è mezzogiorno e un quarto e la nostra caparbietà e scemenza sono state premiate. Ancora una volta abbiamo conquistato l'inutilità... Dallo zaino tiro fuori dolcetto di clavesana, salame e pane fatti in casa e ci abbandoniamo a (sobri) festeggiamenti. Joseph ci fa anche qualche foto.
Appena la perturba si avvicina iniziamo la discesa che in breve ci riporta ad Artesina.
L'esperienza è stata positiva e ho già in mente almeno altre due cosette da realizzare con gli stessi mezzi, magari in estate.
Ritornato a casa, dopo l'abbraccio della mia famiglia, vengo invitato cortesemente da mia suocera a segare la legna per l'inverno. Si chiama recupero attivo. Alla prossima.
Mondolè by fair means
Moderator: Moderatori
Re: Mondolè by fair means
MITICO !!!
- lupo della steppa
- Quotazerino doc
- Posts: 1506
- Joined: Wed Jan 27, 2010 20:38
- Location: sassello
- Contact:
Re: Mondolè by fair means
bel trip ,bello pensarlo e poi realizzarlo
..p.s...anche H.Bul e K.Diemberger facevano gli avvicinamenti in bicicletta
..p.s...anche H.Bul e K.Diemberger facevano gli avvicinamenti in bicicletta
...montagna vissuta,tempo per respirare... (Reinhard Karl)
"Quando le luci si spegneranno per sempre il mio popolo sarà ancora qui.Noi abbiamo le nostre antiche usanze.Sopravviveremo."
(Nuvola Rossa,capo Sioux)
"Quando le luci si spegneranno per sempre il mio popolo sarà ancora qui.Noi abbiamo le nostre antiche usanze.Sopravviveremo."
(Nuvola Rossa,capo Sioux)
Re: Mondolè by fair means
Mi risulta che anche i fratelli Schmid in occasione della prima della parete nord del Cervino raggiunsero Zermatt da Monaco in bicicletta, loro però dopo l'impresa non sono andati a spaccare legna per sgranchirsi...
Re: Mondolè by fair means
Fantastico
Lungi i pensieri foschi! Se non verrà l'amore
che importa? Giunge al cuore il buon odor dei boschi.
Di quali aromi opimo odore non si sa:
di resina? di timo? o di serenità?... (G.Gozzano, Le due strade)
che importa? Giunge al cuore il buon odor dei boschi.
Di quali aromi opimo odore non si sa:
di resina? di timo? o di serenità?... (G.Gozzano, Le due strade)
Re: Mondolè by fair means
Bel racconto e bel modo di praticare la montagna.
"Perché con uno (occhio) tu guardi il mondo, con l'altro guardi in te stesso".
Amedeo Modigliani
Amedeo Modigliani