gambeinspalla wrote:Oggi con gli amici Flavio e Jebel si è provato ad andare a vedere il Canalino Quotazero, salito recentemente da Rockice. Siamo andati con poche speranze ma tanta buona volontà (partenza da Sambuco, 30 metri e ferraglia varia nello zaino per fare tutto in sicurezza, ecc ...), ma giunti alla base della strettoia del Malanotte, non abbiamo potuto far altro che prendere atto che per quest'anno il canalino non si farà più ... E non solo: anche quello del Bric Saiardo appariva scoperto in più punti, tanto da sconsigliarci anche questa soluzione.
Per fortuna, salendo, avevamo addocchiato quel bel canale sulla destra del Malanotte, che sale su praticamente rettilineo fino in prossimità della cima del Reixa: questo appariva tutto nevoso anche se piuttosto facile e non eccessivamente ripido. Abbiamo quindi optato per questa soluzione: in effetti il canale, all'infuori del tratto iniziale di circa 40-45°, è poi piuttosto adagiato (probabilmente non supera i 30°), però ci ha comuque permesso ancora una salita su neve continua fino in vetta, in condizioni normalmente tardo-primaverili (le temperature oggi erano veramente alte!), con alcuni tratti (brevi) di neve abbastanza trasformata. Questo canale potrebbe essere considerato una "variante di destra" del Malanotte, forse un po' più facile ma molto panoramico e diretto.
A presto per qualche foto.
Andrea
lo stesso itinerario da me percorso sabato 6 marzo, una settimana fa, prima dell'ultima inaspettata tornata di freddo e neve. ecco il resoconto.
"Sabato 6 marzo, mattina, la voglia di luce e d'aria vince sulla stanchezza cronica: c'è il sole, non posso non andare, anche se non so ancora dove. Partenza in tutta calma alle 8 e 30, ipotesi Faiallo e dintorni, sotto sotto penso al canalino Quotazero, che potrebbe essere tornato in condizione dopo gli ultimi freddi e leggère nevicate. Intanto mi dirigo verso il Fujiama di Genova, dai locali conosciuto come Reixa, col suo manto di nevi 'eterne'... (magari
)
poco dopo sono sul sentiero che sale da Sambuco ... come già un anno fa, ad un certo punto, dove ho lasciato un ometto di pietre, abbandono il sentiero per il basso vallone Malanotte, che si apre alla vista: sicuramente il 'Quotazero' non è in condizione. Salirò quella lingua sulla destra, che comincia più in basso e sale dritta in vetta. La diretta al Reixa da Sambuco (la stessa di Gambeinspalla, penso).
Ecco una vista più ravvicinata sul 'Quotazero' che sale bello dritto e sui canali limitrofi del Saiardo:
Tenedomi a mezza costa, sempre sotto il livello del sentiero Gava-Faiallo, raggiungo l'attacco della lingua di neve, nello stesso identico punto di un anno fa:
foto del 15/2/09
foto del 6/3/10
le foto non rendono la discreta pendenza del canale, cha dà il meglio di sé nella parte iniziale, una settantina di metri sotto il sentiero. E' il tratto più ripido e 'di soddisfazione' - fiatone a parte.
Nel frattempo il sole impallidisce, e poi svanisce del tutto sotto uno spesso velo grigio mentre si alza il vento. In vetta freddo, scricchiolio di neve gelata, 10 centimetri di fresca spazzati dal vento e accumulati qua e là. Pochi minuti fa ero al sole, vicino al mare. Ora sono in una distesa di ghiaccio - miracoli del nostro Appennino.
Sosta in vetta solo per mettere la giacca a vento, poi giù per il Malanotte 'principale', dove il vento si calma un po' e dove, in basso, incontro Bade - ma non ci vediamo, un piccolo costone ci divide - che lotta a mani nude con l'alpe. (Mi chiedo ancora adesso come Fabio, che era con lui, e che mi parla a pochi metri di distanza, non riconosca l'adesivo 'Quotazero' ben visibile sul mio caschetto, e non avvisi il sacro 'Admin' !)
Beh, salutate le 'bestie'
(i due cani, cosa avete capito, Orso e Peggy
) scendo al sentiero e per variare il percorso decido di scendere alla Gava e da lì a Sambuco (dove ho visto un cartello
Passo Gava - rif. Gilwell).
Mi volto a guardare la lingua di neve percorsa: effettivamente sale direttamente in vetta, spianando via via - ed è stretta, no zig zag, ti credo il fiatone
zummo sulle mie tracce (fotografare le tracce è una mia passione: sarò normale?)
Sotto il cielo plumbeo, con un mare dai riflessi minacciosi, raggiungo il passo. Di tracce per Sambuco non c'è traccia (evidentemente me la sono persa più in alto o non la trovo). Che faccio? Risalire? sono stanco, e ho pure fame, e ho pure fretta... e se poi non c'è nulla? Deciso: Sambuco è laggiù, se mi butto nel vallone e riesco a guadare il rio è fatta. In discesa vado forte, nonostante le primavere. Mi tuffo in un canalone erboso che sbuca, guarda guarda, proprio al termine di un labile sentierino, con bolli della forestale (presumo) e che mi porta in un attimo ad un piccolo acquedotto con annesso sentiero pianeggiante fino a Sambuco.
Il paesaggio è davvero selvaggio: i versanti nord del M. Tardia sono irti di torrioni rocciosi, chissà se qualcuno ha pensato...
Addirittura, lontana, una cascata di ghiaccio di una decina di metri.
A Sambuco riesco persino a trovare la 'famosa' pasticceria, canestrelli, 'baci di Sambuco' - vanno provati - la prima colomba appena sfornata. Il profumo in macchina mi fa venire l'acquolina in bocca, ma non svelo il segreto per non privarvi del gusto della scoperta
"
Meraviglie della "Zona Reixa" che in questi giorni (come direbbero i miei figli) ha "spaziato"
ciao a todos - Paolo