Becca di Gay - Parete Nord
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- davec77
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Becca di Gay - Parete Nord
L'alpinismo ha fatto il suo tempo?
Io non lo credo affatto, forse ha fatto il suo tempo qui su Quotazero, ma questo è un altro discorso, io quando vado in montagna incontro un sacco di gente... su certe montagne la frequentazione c'è eccome, in qualche caso anche troppa: in questo periodo la parete Nord del Gran Paradiso viene scalata da 30-50 persone al giorno, si potrebbe semmai denunciare il fatto che alcune montagne, o aree, vengono ingiustamente trascurate a favore di altre.
In certe discussioni ultimamente si contrappone, in maniera a mio parere un po' confusa e forzata, un poco definito (perché difficilmente definibile) "alpinismo classico" all'arrampicata su vie di roccia attrezzate più o meno abbondantemente con spit (ancoraggi fissi che talvolta fioriscono spontaneamente sulle pareti).
Sembra quasi che venga sistematicamente rimosso il fatto che l'alpinismo si può svolgere, oltre che su roccia pura, anche su neve, ghiaccio e misto, terreni che salendo di quota si fanno sempre più comuni, nonostante i cambiamenti climatici che interessano il pianeta Terra.
Passando oltre, lo scorso fine settimana, dopo anni (!) di tentativi infruttuosi, siamo riusciti a organizzare una gita con la Cintura Nera Mazzy-San, se si fosse chiamato Fuji, sarebbe stato Fuji-San.
Ci si incontra sabato mattina nel mezzo della pianura piemontese, e ci dirigiamo verso il vallone del Piantonetto, luogo fatato e storica meta di alpinisti, o anzi no, di climbers, o anzi no... boh.
Partiamo con grande calma nella tarda mattinata, ci fermiamo un bel po' al Rifugio Pontese che è già aperto sotto la supervisione della solita sorridente Mara, quindi piano piano ci incamminiamo verso il Bivacco Carpano.
Le chiazze di neve iniziano già sul piano di Teleccio, dietro il rifugio.
Per fortuna la neve è abbastanza portante. Fa caldo, ma non eccezionalmente, si sale abbastanza bene. Dopo un lungo percorso a semicerchio, attraverso il canalone dell'itinerario scialpinistico, raggiungiamo l'innevatissimo Piano delle Agnelere e poi traversiamo orizzontalmente fino al bivacco, dove c'è ancora un buon mezzo metro di neve davanti alla porta.
Il posto è bellissimo, non c'è che dire.
Poco dopo arrivano altri 4 baldi e allenatissimi giovani (beh, uno forse era anche un po' più navigato) saggiamente dotati di sci d'alpinismo. Il bivacco ha 9 posti e ci stiamo tutti tranquillamente, però speravamo in una notte silenziosa, e di andare a dormire prestissimo, invece... Anche loro sono diretti alla Nord della Becca di Gay. Bene... Vogliono partire alle 2 (!). Benissimo... noi li lasceremo andare avanti e partiremo alle 3, come pensavamo comunque di fare.
La notte è brevissima, visto che prima delle 21 non cala il silenzio e che poco dopo l'una cominciano i preparativi. Noi aspettiamo che escano tutti, anche per non darci fastidio a vicenda, poi ci alziamo, ci prepariamo in fretta e partiamo anche noi.
La notte è stellata, ma non è freddo. C'è un po' di rigelo superficiale... sfruttando le tracce di sci lasciate dai ragazzi, tutto sommato io riesco spesso a non rompere la crosta. Mazzy invece sfonda a ogni passo! E' quindi costretto a tenere un ritmo piuttosto lento, per non stancarsi. Il percorso comunque è lungo ma facile, traversiamo orizzontalmente aggirando alla base il Monte Nero, per poi salire verso il Ghiacciaio della Roccia Viva tenendoci a sinistra. All'alba siamo alla base dell'evidente e breve canalino che porta al Colle Baretti, stretto intaglio che separa la Becca di Gay dalla Roccia Viva.
A parte una strettoia iniziale un po' delicata, dove già scorre acqua, il canale è ben innevato e si risale comodamente, anche grazie alle ottime tracce a gradini di chi ci ha appena preceduti.
Arrivati al Colle Baretti il colpo d'occhio su Gran Paradiso e Grivola è magnifico.
Ora non resta che scendere il canale a nord del colle, e dirigerci all'attacco della nostra via. L'innevamento sul versante della Valnontey è impressionante, sembra ancora metà maggio, distese bianchissime si estendono fin quasi al fondovalle, ben sotto il bivacco Borghi, ben visibile grazie al colore rosso.
La discesa è un po' ripida ma sempre comoda, ben tracciata e su neve che qui, diversamente dall'altro versante, è piuttosto dura. Ecco Mazzy che si appresta a passare la terminale, che è aperta ma con grossi ponti.
Un breve traverso e siamo all'attacco dello scivolo centrale. Anche qui la terminale è aperta ma c'è un ampio ponte che permette di superarla.
Rimaniamo slegati e cominciamo a salire, le pendenze sono subito più sostenute, sui 50°, ma le tracce sono sempre comode.
Più in alto, visto che i gradini salgono spesso nella rigola di scarico sulla sinistra dello scivolo, che è mal frequentata, preferisco tracciare io e tenermene fuori. La neve è ottima, molto dura, ma costringe a faticare un po' per far entrare bene i piedi. Le pendenze non mollano, sempre 50-55°.
Siamo quasi in cima, mancheranno 50 m al colletto, qui però la neve peggiora e diminuisce anche come quantità. Qua e là affiora ghiaccio verde, per cui, già che ci siamo portati (anzi camallati, come è d'obbligo dire su Quotazero) una mezza corda, decidiamo di tirarla fuori e fare un tiretto per sicurezza. Sostiamo su 2 viti, poi parto io. Ravanando un po' nella neve inconsistente, su terreno che sfiora a tratti i 60°, metto un'altra vite e poi raggiungo gli ultimi metri più nevosi e appoggiati ed esco al colletto, dove sosto su uno spuntone.
Le rocce qui hanno forme e colori molto estetici.
Recuperato il compare, ci accorciamo e saliamo la breve crestina rocciosa che porta in vetta. Ci sono giusto un paio di passaggini, uno è forse anche di III, io riesco addirittura a usare il mitico friend-cimelio di Mazzy (la leggenda vuole che sia appartenuto a Giancarlo Grassi, sorta di baffuto genius loci: io immagino ci stia guardando appeso con i cordini alle picche, mentre sale una qualche goulotte effimera delle montagne dell'aldilà). C'è anche un punto molto esposto e fotogenico, da cui si inquadra lo scivolo appena salito...
Dopodiché siamo sulla cresta nevosa della vetta, il panorama è stratosferico!!!
E' davvero tardi, soprattutto considerando le temperature altissime, e non resta che la discesa dalla normale piemontese (tutto 'sto giro del mondo lo si è fatto proprio per scendere da questa via e non dalla normale verso il Colle del Gran Croux, che mi è sempre stata descritta con aggettivi terrificanti, stile "hic sunt leones").
Facile, la via lo è, ma la neve è di un marciume insopportabile, almeno nella prima metà. Dalla vetta scendiamo un breve pendio nevoso ripido, portandoci sul ghiacciaio Superiore di Gay, poi lo scendiamo imprecando fino a un evidente colle sulla sinistra. Qui un canale abbastanza ripido, sui 45°, riporta nei pressi del ghiacciaio di Roccia Viva, non lontano da dove siamo passati qualche ora prima. Il canale per fortuna è ben innevato, ma è devastato dalle slavine, con acqua che scorre dappertutto... insomma è tardi, e non è un bel posto dove stare, per fortuna ne usciamo abbastanza velocemente e indenni.
La storia è ancora lunga, anche perché continuamo a pestare neve (più trasformata, man mano che scendiamo) fino a quote davvero improbabili, io piangendo amaramente per non aver mai imparato a sciare. Il Pontese sembra allontanarsi a ogni passo.
Seppure in ritardo, e con un filino (!) di stanchezza nelle gambe, al rifugio alla fine ci arriviamo, e lì ci concediamo una lunga pausa con panini, torte e caffè. Mi fanno pure parlare al telefono del rifugio con gente che ha chiamato per sapere le condizioni della via!!! Tutto io devo fare!
Insomma...: una bella 2 giorni. Grazie Mazzy!
Ah, dimenticavo la foto con il friend-amuleto-cimelio...
Io non lo credo affatto, forse ha fatto il suo tempo qui su Quotazero, ma questo è un altro discorso, io quando vado in montagna incontro un sacco di gente... su certe montagne la frequentazione c'è eccome, in qualche caso anche troppa: in questo periodo la parete Nord del Gran Paradiso viene scalata da 30-50 persone al giorno, si potrebbe semmai denunciare il fatto che alcune montagne, o aree, vengono ingiustamente trascurate a favore di altre.
In certe discussioni ultimamente si contrappone, in maniera a mio parere un po' confusa e forzata, un poco definito (perché difficilmente definibile) "alpinismo classico" all'arrampicata su vie di roccia attrezzate più o meno abbondantemente con spit (ancoraggi fissi che talvolta fioriscono spontaneamente sulle pareti).
Sembra quasi che venga sistematicamente rimosso il fatto che l'alpinismo si può svolgere, oltre che su roccia pura, anche su neve, ghiaccio e misto, terreni che salendo di quota si fanno sempre più comuni, nonostante i cambiamenti climatici che interessano il pianeta Terra.
Passando oltre, lo scorso fine settimana, dopo anni (!) di tentativi infruttuosi, siamo riusciti a organizzare una gita con la Cintura Nera Mazzy-San, se si fosse chiamato Fuji, sarebbe stato Fuji-San.
Ci si incontra sabato mattina nel mezzo della pianura piemontese, e ci dirigiamo verso il vallone del Piantonetto, luogo fatato e storica meta di alpinisti, o anzi no, di climbers, o anzi no... boh.
Partiamo con grande calma nella tarda mattinata, ci fermiamo un bel po' al Rifugio Pontese che è già aperto sotto la supervisione della solita sorridente Mara, quindi piano piano ci incamminiamo verso il Bivacco Carpano.
Le chiazze di neve iniziano già sul piano di Teleccio, dietro il rifugio.
Per fortuna la neve è abbastanza portante. Fa caldo, ma non eccezionalmente, si sale abbastanza bene. Dopo un lungo percorso a semicerchio, attraverso il canalone dell'itinerario scialpinistico, raggiungiamo l'innevatissimo Piano delle Agnelere e poi traversiamo orizzontalmente fino al bivacco, dove c'è ancora un buon mezzo metro di neve davanti alla porta.
Il posto è bellissimo, non c'è che dire.
Poco dopo arrivano altri 4 baldi e allenatissimi giovani (beh, uno forse era anche un po' più navigato) saggiamente dotati di sci d'alpinismo. Il bivacco ha 9 posti e ci stiamo tutti tranquillamente, però speravamo in una notte silenziosa, e di andare a dormire prestissimo, invece... Anche loro sono diretti alla Nord della Becca di Gay. Bene... Vogliono partire alle 2 (!). Benissimo... noi li lasceremo andare avanti e partiremo alle 3, come pensavamo comunque di fare.
La notte è brevissima, visto che prima delle 21 non cala il silenzio e che poco dopo l'una cominciano i preparativi. Noi aspettiamo che escano tutti, anche per non darci fastidio a vicenda, poi ci alziamo, ci prepariamo in fretta e partiamo anche noi.
La notte è stellata, ma non è freddo. C'è un po' di rigelo superficiale... sfruttando le tracce di sci lasciate dai ragazzi, tutto sommato io riesco spesso a non rompere la crosta. Mazzy invece sfonda a ogni passo! E' quindi costretto a tenere un ritmo piuttosto lento, per non stancarsi. Il percorso comunque è lungo ma facile, traversiamo orizzontalmente aggirando alla base il Monte Nero, per poi salire verso il Ghiacciaio della Roccia Viva tenendoci a sinistra. All'alba siamo alla base dell'evidente e breve canalino che porta al Colle Baretti, stretto intaglio che separa la Becca di Gay dalla Roccia Viva.
A parte una strettoia iniziale un po' delicata, dove già scorre acqua, il canale è ben innevato e si risale comodamente, anche grazie alle ottime tracce a gradini di chi ci ha appena preceduti.
Arrivati al Colle Baretti il colpo d'occhio su Gran Paradiso e Grivola è magnifico.
Ora non resta che scendere il canale a nord del colle, e dirigerci all'attacco della nostra via. L'innevamento sul versante della Valnontey è impressionante, sembra ancora metà maggio, distese bianchissime si estendono fin quasi al fondovalle, ben sotto il bivacco Borghi, ben visibile grazie al colore rosso.
La discesa è un po' ripida ma sempre comoda, ben tracciata e su neve che qui, diversamente dall'altro versante, è piuttosto dura. Ecco Mazzy che si appresta a passare la terminale, che è aperta ma con grossi ponti.
Un breve traverso e siamo all'attacco dello scivolo centrale. Anche qui la terminale è aperta ma c'è un ampio ponte che permette di superarla.
Rimaniamo slegati e cominciamo a salire, le pendenze sono subito più sostenute, sui 50°, ma le tracce sono sempre comode.
Più in alto, visto che i gradini salgono spesso nella rigola di scarico sulla sinistra dello scivolo, che è mal frequentata, preferisco tracciare io e tenermene fuori. La neve è ottima, molto dura, ma costringe a faticare un po' per far entrare bene i piedi. Le pendenze non mollano, sempre 50-55°.
Siamo quasi in cima, mancheranno 50 m al colletto, qui però la neve peggiora e diminuisce anche come quantità. Qua e là affiora ghiaccio verde, per cui, già che ci siamo portati (anzi camallati, come è d'obbligo dire su Quotazero) una mezza corda, decidiamo di tirarla fuori e fare un tiretto per sicurezza. Sostiamo su 2 viti, poi parto io. Ravanando un po' nella neve inconsistente, su terreno che sfiora a tratti i 60°, metto un'altra vite e poi raggiungo gli ultimi metri più nevosi e appoggiati ed esco al colletto, dove sosto su uno spuntone.
Le rocce qui hanno forme e colori molto estetici.
Recuperato il compare, ci accorciamo e saliamo la breve crestina rocciosa che porta in vetta. Ci sono giusto un paio di passaggini, uno è forse anche di III, io riesco addirittura a usare il mitico friend-cimelio di Mazzy (la leggenda vuole che sia appartenuto a Giancarlo Grassi, sorta di baffuto genius loci: io immagino ci stia guardando appeso con i cordini alle picche, mentre sale una qualche goulotte effimera delle montagne dell'aldilà). C'è anche un punto molto esposto e fotogenico, da cui si inquadra lo scivolo appena salito...
Dopodiché siamo sulla cresta nevosa della vetta, il panorama è stratosferico!!!
E' davvero tardi, soprattutto considerando le temperature altissime, e non resta che la discesa dalla normale piemontese (tutto 'sto giro del mondo lo si è fatto proprio per scendere da questa via e non dalla normale verso il Colle del Gran Croux, che mi è sempre stata descritta con aggettivi terrificanti, stile "hic sunt leones").
Facile, la via lo è, ma la neve è di un marciume insopportabile, almeno nella prima metà. Dalla vetta scendiamo un breve pendio nevoso ripido, portandoci sul ghiacciaio Superiore di Gay, poi lo scendiamo imprecando fino a un evidente colle sulla sinistra. Qui un canale abbastanza ripido, sui 45°, riporta nei pressi del ghiacciaio di Roccia Viva, non lontano da dove siamo passati qualche ora prima. Il canale per fortuna è ben innevato, ma è devastato dalle slavine, con acqua che scorre dappertutto... insomma è tardi, e non è un bel posto dove stare, per fortuna ne usciamo abbastanza velocemente e indenni.
La storia è ancora lunga, anche perché continuamo a pestare neve (più trasformata, man mano che scendiamo) fino a quote davvero improbabili, io piangendo amaramente per non aver mai imparato a sciare. Il Pontese sembra allontanarsi a ogni passo.
Seppure in ritardo, e con un filino (!) di stanchezza nelle gambe, al rifugio alla fine ci arriviamo, e lì ci concediamo una lunga pausa con panini, torte e caffè. Mi fanno pure parlare al telefono del rifugio con gente che ha chiamato per sapere le condizioni della via!!! Tutto io devo fare!
Insomma...: una bella 2 giorni. Grazie Mazzy!
Ah, dimenticavo la foto con il friend-amuleto-cimelio...
Re: Becca di Gay - Parete Nord
Complimenti per la salita!
...altra uscita che metto nel cassetto dei sogni..
Ma allora questo e' San Mazzy in carne, ossa e mezzecorde?
...altra uscita che metto nel cassetto dei sogni..
Ma allora questo e' San Mazzy in carne, ossa e mezzecorde?
davec77 wrote:
Re: Becca di Gay - Parete Nord
Woooow!!! Che bello!
Ossigeno per i polmoni e la mente
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Re: Becca di Gay - Parete Nord
Pria ti sbagli!
Io sono questo:
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Ji ta kyo ei
Amicizia e mutua prosperità
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- Pazzaura
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Re: Becca di Gay - Parete Nord
Bello.... e che coppia!
"Se non fosse unta, non fosse focaccia." Ignota
Re: Becca di Gay - Parete Nord
complimenti ai quotazerini!
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
Re: Becca di Gay - Parete Nord
Il silenzio non si trova sulla cima delle montagne e il rumore non sta nei mercati delle città: ambedue sono nel cuore dell'uomo.
Lao Tse (VI sec a.C.)
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Re: Becca di Gay - Parete Nord
Che bella relazione e che bel posto!!
Complimenti e bravi..
Complimenti e bravi..
Re: Becca di Gay - Parete Nord
Complimenti per la bella salita! Sulla Becca di Gay c'ero stato con gli sci e ne ho un ottimo ricordo.
L'innevamento è davvero impressionante
L'innevamento è davvero impressionante
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
Re: Becca di Gay - Parete Nord
Bravi!!Molto bello il racconto e bellissime le foto.....
Sono un viandante, un valicatore di monti.
Non amo le pianure e sembra che non possa stare a lungo in un luogo.
Qualunque cosa mi riservi il fato o l'esperienza,sempre dovrò camminare ed ascendere monti.
Non si può vivere che da come si è.
F. NIETZSCHE
Non amo le pianure e sembra che non possa stare a lungo in un luogo.
Qualunque cosa mi riservi il fato o l'esperienza,sempre dovrò camminare ed ascendere monti.
Non si può vivere che da come si è.
F. NIETZSCHE
Re: Becca di Gay - Parete Nord
Una bella cordata...non c'è che dire...
La farfalla non conta gli anni, ma gli istanti. Per questo il suo breve tempo le basta..
Profilo Instagram: keiji76
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Re: Becca di Gay - Parete Nord
Eh bravi!!!!
Certo che se si vede una macchina targata Genova parcheggiata alla diga del Taleccio bisogna aspettarselo che ci siano dei quotazerini!
Certo che se si vede una macchina targata Genova parcheggiata alla diga del Taleccio bisogna aspettarselo che ci siano dei quotazerini!
"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
- davec77
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Re: Becca di Gay - Parete Nord
mazzysan wrote:Pria ti sbagli!
Io sono questo:
dai che il casco riesci ancora a infilarlo....
Re: Becca di Gay - Parete Nord
Solo perchè le arrotolo bene bene bene!davec77 wrote:mazzysan wrote:Pria ti sbagli!
Io sono questo:
dai che il casco riesci ancora a infilarlo....
Ji ta kyo ei
Amicizia e mutua prosperità
Amicizia e mutua prosperità
- davec77
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Re: Becca di Gay - Parete Nord
perché, eri in zona?Sub-Comandante wrote:Eh bravi!!!!
Certo che se si vede una macchina targata Genova parcheggiata alla diga del Teleccio bisogna aspettarselo che ci siano dei quotazerini!
- amadablam
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Re: Becca di Gay - Parete Nord
..l'alpinismo è vivo e vegeto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Namaste
"Non esiste una via per la pace, la Pace è la Via"
Tenzin Gyatso (Dalai Lama)
Tibet libero!!!
"...ognuno di noi, da qualche parte ha il suo Everest da scalare, qualunque nome esso porti (Wanda Rutkiewicz)
"Non esiste una via per la pace, la Pace è la Via"
Tenzin Gyatso (Dalai Lama)
Tibet libero!!!
"...ognuno di noi, da qualche parte ha il suo Everest da scalare, qualunque nome esso porti (Wanda Rutkiewicz)
Re: Becca di Gay - Parete Nord
amadablam wrote: ..l'alpinismo è vivo e vegeto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ji ta kyo ei
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Re: Becca di Gay - Parete Nord
Gran bella salitona... invidia e rodimento
- amadablam
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Re: Becca di Gay - Parete Nord
....pazienza, meglio la "pelle" (anche degli altri)
Namaste
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Tibet libero!!!
"...ognuno di noi, da qualche parte ha il suo Everest da scalare, qualunque nome esso porti (Wanda Rutkiewicz)
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"...ognuno di noi, da qualche parte ha il suo Everest da scalare, qualunque nome esso porti (Wanda Rutkiewicz)
Re: Becca di Gay - Parete Nord
vedo soltando adesso... grande salita!
It's only through changes that we grow