[03-08-2008] Incidenti in valle Gesso

Montagna a 360 gradi: pensieri, notizie, meteo...

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Ago
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Post by Ago »

RobyValgrana wrote:Chiara Bertaina, Berti per tutti noi.
Ero con lei quella domenica, stavamo realizzando uno dei nostri tanti obiettivi, da perseguire come sempre nel nostro modo di andare in montagna, con voglia, passione ma senza l'obiettivo a tutti i costi.
Chiara non stava salendo, e non era da sola, ma stavamo tornando giù dalla cima, un po' allungati in fila indiana, come spesso succede nei tratti più stretti. Era rimasta un po' più dietro, con un signore che avevamo conosciuto quel giorno, lei era fatta così, il suo carattere le facev fare amicizia con tutti.. Ad un certo punto un urlo, e mi sono girato convinto si fosse staccata una pietra, invece ho visto cadere una delle persone cui volevo più bene al mondo. Non so chi o cosa mi abbia portato fuori dalla cengia, non ricordo più nulla dei momenti successivi.
So solo che ne ho 2 palle così di leggere giornali che scrivono senza sapere nulla nè di quel giorno nè di lei.
Concordo con Bruno, che tra l'altro stimo molto, nel dire che non ha senso attrezzare quel percorso.
Chiara era esperta, abituata a quel tipo di difficoltà, e molto forte fisicamente nonostante fosse piccolina, viveva di sport e amava la montagna. Semplicemente il suo primo errore in montagna le è costato la vita, non ha avuto la posibilità di replica. era prudente, e non una che correva, ma sapeva apprezzare anche il fermarsi ad osservare.
era soprattutto una ragazza d'oro, come poche se ne possono incontrare, capace di esserci sempre nella tua vita quando l'amicizia era il valore che ti doveva sostenere.
Avevamo sognato l'argentera dal giono del Monviso, poco meno di 2 anni fa, e per il suo ritorno dall'egitto dopo tre mesi di lavoro (animatrice con funzioni di istruttrice sportiva, tanto per cambiare..) volevo regalarglielo quel sogno, insieme ad altri amici. Era felice in cima, come pochissime volte l'avevo vista anche se era una con il sorriso sempre in volto.
Spero vi serva per capire qualcosa in più, e per farvi un'idea concreta di cosa è successo.
Grazie per la testimonianza.
Per quello che può contare, accetta le mie condoglianze.
Sento il tuo passo sincrono col mio

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Pazzaura
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Post by Pazzaura »

Grazie Roby. So che è dura... ma fatti forza.
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RobyValgrana
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Post by RobyValgrana »

Grazie a chi tra di voi mi è vicino, domenica torno in montagna, per me, forse per lei, non lo so. Sento solo che lo devo fare. Non andrò a fare altro che una semplice passeggiata.

Non vi condanno per ciò che avete detto e scritto, perchè proprio dal dibattito può venire fuori qualcosa, ma da amico di Chiara mi da solo fastidio leggere considerazioni di persone che nemmeno sanno chi era o che cosa stava fecendo.
Non è caduta nel tratto più difficile nè dal canalino, ma su un tratto più o meno normale, crto molto molto esposto ma normale.
Attrezzare le normali con corde fisse lo vedo come un imprigionare la montagna e donare una falsa sicurezza. Noi sapevamo che cosa andavamo a percorrere, sapevamo le nostre capacità misurate a quel percorso e di poterlo fare; certo poi sono il primo a dire che fossimo stati a casa era meglio per tutti.
Ho voluto portarvi la mia storia per farvi capire che può toccare chiunque, ci sarei potuto finire io al suo posto in quel burrone, può succedere a chiunque ci passi.
Ma non parliamo di incapacità o imprudenze, non almeno in questo che è il caso che ho visto dal vivo e che mi ha strappato uno dei miei affetti più cari.
Non passa sera che mi esca fuori qualche rimorso o domanda sul fatto che si poteva evitare, però so che lei era felice quel giorno perchè stava facendo una cosa che sognava da sempre. Se c'è una cosa che vi posso dire è quella di mai mettere le montagne davanti alle persone, perchè non c'è gusto a salire senza un amico con cui condividerlo.
E Chiara mi mancherà soprattutto quando tornerò a farlo, oltre che dentro di me sempre. A presto, Roby
Il coraggio non è mai stato non avere paura,gli uomini coraggiosi affrontano le loro incertezze e le ribaltano a loro vantaggio per diventare ancora più forti
RobyValgrana
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Post by RobyValgrana »

P.S Scusate la durezza del primo intervento, ma sono un tipo un po' esplosivo e ho fatto una fatica tremenda a raccontare per cui..
Non criticate Bruno, ha dato dei riferimenti spazio temporali, magari anche per tentare di far capire più o meno di che percorso si tratta.
Imparate da lui e dalla sua passione.
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scinty
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Post by scinty »

RobyValgrana wrote:P.S Scusate la durezza del primo intervento, ma sono un tipo un po' esplosivo e ho fatto una fatica tremenda a raccontare per cui..
Non criticate Bruno, ha dato dei riferimenti spazio temporali, magari anche per tentare di far capire più o meno di che percorso si tratta.
Imparate da lui e dalla sua passione.
Scherzi... non hai di che scusarti! Hai fatto bene e hai parlato in maniera educatissima!!!
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Alec
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Post by Alec »

RobyValgrana wrote:Attrezzare le normali con corde fisse lo vedo come un imprigionare la montagna e donare una falsa sicurezza. Noi sapevamo che cosa andavamo a percorrere, sapevamo le nostre capacità misurate a quel percorso e di poterlo fare; certo poi sono il primo a dire che fossimo stati a casa era meglio per tutti.
Ho voluto portarvi la mia storia per farvi capire che può toccare chiunque, ci sarei potuto finire io al suo posto in quel burrone, può succedere a chiunque ci passi.
non posso aggiungere altro.

Posso chiederti se Chiara era parente di Livio, il gestore del Dante Livio Bianco?
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.

Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
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Ramingo
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Post by Ramingo »

scinty wrote:
RobyValgrana wrote:P.S Scusate la durezza del primo intervento, ma sono un tipo un po' esplosivo e ho fatto una fatica tremenda a raccontare per cui..
Non criticate Bruno, ha dato dei riferimenti spazio temporali, magari anche per tentare di far capire più o meno di che percorso si tratta.
Imparate da lui e dalla sua passione.
Scherzi... non hai di che scusarti! Hai fatto bene e hai parlato in maniera educatissima!!!
Grazie per l'intervento che fa molto molto riflettere,quello che hai scritto è triste per ciascuno di noi,come ha detto Alec, non si può aggiungere altro, se non un sentito ed umano cordoglio.
“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
RobyValgrana
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Post by RobyValgrana »

Chiara non credo fosse parente con il gestore del Livio Bianco, ma non sono sicuro perchè non conosco tutta la parentela.
Non ho scritto per altro se non per dare spunti di riflessione a tutti. Non sarà mai più lo stesso per me andare in montagna, ma spero che voi possiate vivere bene la vostra passione, senza dover vivere ciò che è toccato a me. Io non sono una persona coraggiosa, non lo sono mai stato, e sinceramente non so se tornerò a fare qualche cima, ma solo che a camminare sì, domenica. Ho paura di cosa proverò, di aver perso la gioia di farlo.
E Chiara mi mancherà.
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scinty
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Post by scinty »

RobyValgrana wrote:Chiara non credo fosse parente con il gestore del Livio Bianco, ma non sono sicuro perchè non conosco tutta la parentela.
Non ho scritto per altro se non per dare spunti di riflessione a tutti. Non sarà mai più lo stesso per me andare in montagna, ma spero che voi possiate vivere bene la vostra passione, senza dover vivere ciò che è toccato a me. Io non sono una persona coraggiosa, non lo sono mai stato, e sinceramente non so se tornerò a fare qualche cima, ma solo che a camminare sì, domenica. Ho paura di cosa proverò, di aver perso la gioia di farlo.
E Chiara mi mancherà.
Capisco cosa puoi provare (neppure io sono coraggiosa)... fatti forza... piano piano... passo per passo, nel tuo cuore tornerà un po' di serenità... con lei sempre nei tuoi pensieri, a darti più coraggio e forza interiore... ma è un processo che avverrà pian piano nel tempo.. ci vuole tanto tempo...
Ti auguro ogni bene, non è facile togliere certe immagini dagli occhi :(
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Brookite
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Post by Brookite »

Una sottile linea di confine

In questi giorni un persona, sconosciuta forse ai più ma non a qualcuno , ci ha lasciato così in modo improvviso e drammatico. Improvviso per la repentinità del fatto e drammatico nel modo in cui ciò è avvenuto. Purtoppo questo è sempre successo e succederà ancora, tutti lo sappiamo perfettamente e sappiamo anche di doverlo in qualche modo mettere in conto un pò come quando si viaggia im moto, in auto o in aereo.
La perdita di un compagno o compagna di cordata rappresenta uno dei punti in cui ci troviamo più vicini che mai a quella sottile linea di confine che rappresenta lo spartiacque tra la vita e la morte, e lo rappresenta proprio per il modo in cui ciò avviene: entrambi nello stesso posto, con gli stessi obbiettivi, amici o fidanzati, magari anche legati da una corda. Siamo quindi proprio su questa linea su cui il destino decide di non scegliere noi ma altri.
Il senso di colpa che puntualmente ci sommerge per qualcosa che il nostro cuore dice che avremmo potuto fare ma che la testa e la ragione immancabilmente smentiscono ci assale senza pietà. E se la ragione tenta di prevalere ci si sente in colpa (o intimamente ci si vergogna quasi di essere sopravvissuti) anche solo per il fatto di essere stati lì in quel momento, e lo sconforto ci demolisce. E succede lo stesso in un incidente d’auto, in moto, ovunque ci troviamo a strettissimo contatto. Quasi nessun altro lutto è in grado di colpirci così intimamente come in questo caso. La perdita di una persona cara per malattia, età o anche un incidente ma lontano da noi, ci ferisce, ci distrugge anche, ma siamo in grado di metabolizzarla più rapidamente prorpio perchè molto spesso si riesce a eliminare il senso di colpa. Penso che a qualcuno di noi sia già capitato, purtoppo, di vivere un’esperienza così in montagna e potrà capire meglio ciò che scrivo che è un niente di ciò che penso e provo ma difficile da trasmettere.
Caro o cara Roby, ti dò un consiglio: dato che la montagna è stata il male che ti ha ferito usala a piccole dosi come una medicina omeopatica. Torna in montagna, da subito, in compagnia. Non ti fermare per nessun motivo, non avrebbe senso ne per tè ne per chi ti e stato strappato. Torna pure anche lì, prima che puoi, dove tutto è successo. Ma abbi tanta pazienza ( e tanta ne dovranno avere i tuoi amici con tè) e vedrai che col tempo la montagna ti risarcirà.

Un saluto
E poi la neve bianca, gli alberi gli abeti, l'abbraccio del silenzio, colmarmi tutti i sensi
sentirsi solo e vivo, tra le montagne grandi, e i grandi spazi immensi. (R.Cocciante)
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federico67
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Post by federico67 »

brookite wrote:Una sottile linea di confine

In questi giorni un persona, sconosciuta forse ai più ma non a qualcuno , ci ha lasciato così in modo improvviso e drammatico. Improvviso per la repentinità del fatto e drammatico nel modo in cui ciò è avvenuto. Purtoppo questo è sempre successo e succederà ancora, tutti lo sappiamo perfettamente e sappiamo anche di doverlo in qualche modo mettere in conto un pò come quando si viaggia im moto, in auto o in aereo.
La perdita di un compagno o compagna di cordata rappresenta uno dei punti in cui ci troviamo più vicini che mai a quella sottile linea di confine che rappresenta lo spartiacque tra la vita e la morte, e lo rappresenta proprio per il modo in cui ciò avviene: entrambi nello stesso posto, con gli stessi obbiettivi, amici o fidanzati, magari anche legati da una corda. Siamo quindi proprio su questa linea su cui il destino decide di non scegliere noi ma altri.
Il senso di colpa che puntualmente ci sommerge per qualcosa che il nostro cuore dice che avremmo potuto fare ma che la testa e la ragione immancabilmente smentiscono ci assale senza pietà. E se la ragione tenta di prevalere ci si sente in colpa (o intimamente ci si vergogna quasi di essere sopravvissuti) anche solo per il fatto di essere stati lì in quel momento, e lo sconforto ci demolisce. E succede lo stesso in un incidente d’auto, in moto, ovunque ci troviamo a strettissimo contatto. Quasi nessun altro lutto è in grado di colpirci così intimamente come in questo caso. La perdita di una persona cara per malattia, età o anche un incidente ma lontano da noi, ci ferisce, ci distrugge anche, ma siamo in grado di metabolizzarla più rapidamente prorpio perchè molto spesso si riesce a eliminare il senso di colpa. Penso che a qualcuno di noi sia già capitato, purtoppo, di vivere un’esperienza così in montagna e potrà capire meglio ciò che scrivo che è un niente di ciò che penso e provo ma difficile da trasmettere.
Caro o cara Roby, ti dò un consiglio: dato che la montagna è stata il male che ti ha ferito usala a piccole dosi come una medicina omeopatica. Torna in montagna, da subito, in compagnia. Non ti fermare per nessun motivo, non avrebbe senso ne per tè ne per chi ti e stato strappato. Torna pure anche lì, prima che puoi, dove tutto è successo. Ma abbi tanta pazienza ( e tanta ne dovranno avere i tuoi amici con tè) e vedrai che col tempo la montagna ti risarcirà.

Un saluto
Queste parole sono veramente toccanti........
Bravo brook
La mozzarella non la usiamo NOI!
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RobyValgrana
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Post by RobyValgrana »

Ci tornerò, se mi passa mal di denti già domenica, riparto da lì, dal remondino. Non salgo oltre perchè avrò poco tempo e perchè non me la sento ancora.
Non volevo dare a nessuno lezioni di vita, solo portare ciò che sento dentro per invitare tutti a rimanere equilibrati sia nel valutare i fatti sia nell'attenzione da mettere in certe attività.
Non credo di aver diritto di pensare che la montagna abbia portato via Chiara, lei è lì, ferma ti lascia passare.. Chiamatelo destino, Dio o come meglio credete, ma penso che la montagna sia solo il luogo fisico dove era arrivata la sua ora.
Per quel che riguarda il resto..non passa giorno che non mi chieda come mai io abbia avuto il diritto di vivere e lei no, facendo esattamente la stessa strada.
Roby.
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RobyValgrana
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Post by RobyValgrana »

Spero che nè Vivaldi nè nessun altro vi riteniate attaccati direttamente, io ho portato solo quella che è la mia filosofia di montagna, che poi era anche la sua.
Non voglio essere offensivo, ma credo che l'aver sempre vissuto in metà alle montagne, Valgrana è un piccolo paese in valle, mi abbia portato a rifuggire il più possibile l'ingabbiarla per quello che è un nostro piacere. aprire vie di arrampicata, è comprensibile, non lo trovo una violenza, ma laddove la montagna ti propone la sua via naturale secondo me è sbagliato mettere chiodi, corde è catene. nessuno ti obbliga ad andarci, e ti devi mettere nell'ottica che quando arrivi lì puoi anche tornare indietro( a me è successo più di una volta, causa tempo, paura o condizioni fisiche non adeguate, e non mi vergogno a dirlo). Potrete obiettare che in questo caso a fare così abbiamo perso una persona, una vita umana, ciò che più prezioso ci sia. Vi rispondo che da questo lato avete ragione, e la pago in prima persona questa perdita, ma come già espresso prima conta anche molto il senso di appartenenza alla natura, ed il sentirsi parte di essa. Forse proprio l'amore ed il senso di appartenenza alla montagna era ciò che rendeva Chiara così felice: ci sfidavamo spesso in velocità, ma sui tratti innocui, magari su sentieri in mezzo a prato, ma quando si superava una certa difficoltà o ci si apprestava a fare la salita vera e propria si tornava sempre a sentire il vento, quasi il battito del cuore della montagna stessa e sparivano orologi, minuti: non contava altro che le sensazioni uniche e magiche che le rocce sanno dare.
Ecco perchè io ogni tanto ce l'ho un po' con chi non vive qui, ma viene a scalare e vuole vie attrezzate, e vuole chiodi ovunque, e vuole magari corde e protezioni fisse: capisco perfettamente il suo punto di vista, la sua esigenza e la sua bontà nel voler mettere tutti il più al sicuro possibile ( e in questo non biasimo nessuno, anzi per certi versi li ammiro), ma io qui in mezzo ai miei monti ci abito e mi piace pensarli liberi di respirare senza corde che li ingabbiano, liberi di prendere il sole senza chiodi piantati. AMO la montagna per ciò che sa offrire, a chi cammina, a chi scala, a chi ci vive, a chi ci lavora ecc.
Mi andava di condividere con voi queste cose, queste sensazioni, che vi possono anche spiegare perchè eravamo là, in quella maniera ecc..
Il coraggio non è mai stato non avere paura,gli uomini coraggiosi affrontano le loro incertezze e le ribaltano a loro vantaggio per diventare ancora più forti
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