Mi piacerebbe sentire il parere di Skeno in proposito.
Ciao.

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Si molto corretto, e lo stesso vale per i corsi.dags1972 wrote:vero ...sta al direttore di gita o del corso decidere se accettarli o menomahler wrote:guarda ti informo su una cosa che di per se può essere molto chiara ed eusastiva per la questione: nell'effettuazione delle assicurazioni sia per i corsi che per le gite CAI, esiste un apposito modulo da compilare, che prevede un'estensione per quanto riguarda la copertura soccorsi per i non soci partecipanti. Puoi andarlo a vedere direttamente sul sito del CAI centrale, nella modulistica. Quindi al di là di tutto quello che ho detto, cosa mai vorrà significare questo? Che sia a gite sociali che a corsi possono parteciparvi anche i non soci CAI.
scusate se riporto per un secondo la conversazione "fuori Tema" ma non ci riesco a non fare due precisazioni:Sub-Comandante wrote:ho visto i requisiti, quasi quasi...dags1972 wrote:http://cnsasgenova.altervista.org/Sub-Comandante wrote:Chissà perchè allora chiamano il nucleo speciale dei pompieri per i soccorsi in liguria... anche perchè l'elicottero ce lo hanno solo loro.dags1972 wrote:allora devo dire al prof di ginnastica e al maestro d'ascia che non guide ma pompieriSub-Comandante wrote: Se leggi bene ho scritto in "genere". In liguria il soccorso lo fanno i pompieri per esempio.
sicuramente, a meno che non mi si dimostri il contrario, per questi corsi avanzati sarà richiesto il corso base...mahler wrote:Volevo anche portare a conoscenza di sub-comandante, che non ritiene si faccia abbastanza conoscenza della montagna durante lo svolgimanto dei corsi, che se si informasse meglio scoprirebbe che vengo regolarmente tenuti corsi di livello medio e superiore di alpinismo, siano essi di perfezionamento o di base avanzato...
Inutile portare avanti questa tesi, un mezzo barcaiolo non ha nulla di difficile o complicato. Se trovi difficile eseguire i nodi base, quelli più ricercati li consideri impossibili?mahler wrote: per chi impara sui libri le manovre manco sa eseguire alla perfezione neppure un mezzo barcaiolo
A Genova non viene intimato, viene richiesto che sono due cose diverse.granpasso wrote:Non voglio far polemica assolutamente, ci mancherebbe, ma per esperienza direttissima ti posso dire che a genova NON è così. Addirittura viene intimato il tesseramento anche ai simpatizzanti che vengono in sede.................
Skeno tu che dici ?
Giusto, ho subito corretto: richiesto e non intimato...........A Genova non viene intimato, viene richiesto che sono due cose diverse.
In un certo senso sì. Ma è un modo un po' brutale di vedere la cosa. Io la vedo come una soluzione furba per entrambi e rispetto agli allievi non mi sembra di fare alcuna forzatura perchè i costi del corso sono ridotti al minimo (se ci dovessimo cercare una sede ricadrebbero comunque in parte su di loro), quando ci sono molti allievi nel corso l'iscrizione AIC gliela comprendiamo nel corso, e diamo in prestito (negli utlimi anni prestito gratuito) un sacco di materiale a chi ne è sprovvisto. Insomma sono a posto con la mia coscienza.granpasso wrote: In ogni caso non vedo alcuna differenza tra un corso di alpinismo organizzato dal CAI ed uno di torrentismo organizzato AIC/CAI.
In pratica mi vieni a dire che con il tessermaneto CAI paghiamo l'affitto della sede per tenerci i corsi ?
In un mondo ideale sì.granpasso wrote:Un corso di attività di montagna ha il fine principale di comunicare tutti quei valori in cui si riconosce il sodalizio. La tessera viene dopo, nel momento in cui il corsista condivide questi valori entrando di fatto a far parte del sodalizio.
Bene, complimenti, pieghiamo anche l'associazionismo alle orride regole di quest'orrido mondo.Nell'orrido mondo in cui viviamo secondo me potere fare un corso (così come frequentare una sede) è un "privilegio" di chi è socio di un sodalizio.
Bah i tuoi paragoni sono quasi offensivi, il mio "orrido mondo" era ironico, in realtà io ritengo sacrosanto che chi fa un corso sia iscritto all'associazione che lo tiene, per tutti i motivi di cui ho già detto sopra. Se poi qualcuno si trova male, se ne va l'anno dopo, l'iscrizione non è a vita.granpasso wrote: Bene, complimenti, pieghiamo anche l'associazionismo alle orride regole di quest'orrido mondo.
Comunque ieri travolto dalla noia (fermo a casa per un dolore ad un dito) ho fatto una breve ricerca tra decine di scuole di alpinismo del CAI, ne ho trovato solamente 2 che non richiedessero come obbligatoria l'iscrizione al CAI (a mio avviso obbligatoria come da regolamento riportato in un mio messaggio sopra).skeno wrote:...proprio se fai i corsi ai non soci. Ho corretto il mio penultimo post, che non si capiva.granpasso wrote:Diventi un fornitore di servizi
Anche all'ULE richiediamo l'iscrizione al CAI, proprio per rimarcare l'immedesimazione organica con l'istituzione.maqroll wrote:Comunque ieri travolto dalla noia (fermo a casa per un dolore ad un dito) ho fatto una breve ricerca tra decine di scuole di alpinismo del CAI, ne ho trovato solamente 2 che non richiedessero come obbligatoria l'iscrizione al CAI (a mio avviso obbligatoria come da regolamento riportato in un mio messaggio sopra).
La confusione regna sovrana. Percui visto che occorre toccare con mano (e visto che credo che presso l'ufficio legale della sede centrale CAI non siano pazzi) andate a vedere la modulistica riguardante l'assicurazione allievi per un corso: http://www.cai.it/index.php?id=764&L=0 entrati nel sito andate in DOCUMENTI PER ASSICURAZIONI poi cercate MODULI e infine MODULO 5, andate alla pag. 2 quella riguardante gli allievi dei corsi e vedrete che nell'ultima colonna a destra dovrete indicare se l'allievo del corso è socio o non socio (se socio indicare la sezione o il codice socio). Se vi sono allievi non soci CAI POSSONO frequentare tranquillamente il corso a patto che la scuola faccia (può anche non farla ma assumendosi gravi responsabilità) l'estensione assicurativa (altro modulo che non vi sto a trasmettere) riguardante l'eventuale intervento del soccorso alpino. Non ci sono dubbi su questo. Ho l'impressione che molte Scuole ritengano obbligatorio l'iscrizione come socio CAI solo per: 1) incrementare il numero di soci presso la sezione di appartenenza della scuola e quindi di un entrata i termini monetari, 2) per rendere meno complessa la gestione assicurativa degli allievi non soci. Mi dispiace si faccia ciò, perchè oltre ad essere personalmente un membro attivo presso le Scuole di Alpinismo CAI da ca fine anni '80, ed avendo diretto e organizzato poco più di una decina di corsi, mi sembra che la gestione della materia fatta in questi termini non faccia altro che allontanare possibili fruitori delle scuole stesse o delle attività CAI varie. I regolamenti parlano chiaro e assolutamente non devono essere interpretati con superficialità e sufficenza. Forse non è chiara un'altra cosa già citata. L'art. 9 del regolamento generale scuole cita, come già accennato che i corsi devono essere organizzati esclusivamente nell'ambito del CAI. Ovvero devono essere fatti nell'ambito, cioè presso una struttura appartenente al CAI. Se per esempio venisse organizzato un corso in collaborazione con per esempio un'associazione sportiva, ciò non sarebbe possibile. Non si potrebbero fare ad esempio le coperture assicurative e qualora fossero fatte in altro ambito (fuori dalla gestione legale CAI) per esempio gli istruttori o aiuto istruttori che vi partecipassero, rischierebbero la sicura radiazione (anche per gli AI visto che è praticamnete attivo l'albo). Questo vi sembra poco? Tralaltro giurisprudenza insegna che fuori dall'ambito CAI, ovvero fuori da una Scuola di Alpinismo o Scialpinismo o Arrampicata Libera, vi sarebbe anche il rischio di incorrere in procedimenti penali e civili di non poco conto come già purtroppo avvenuto. Facciamo attenzione perchè se all'interno del CAI ci si dovesse irrigidire su interpretazioni a piacere, il futuro di questa realtà ne riceverebbe (come in parte sta già avvenendo) un duro colpo. I mezzi e le opportunità create dalla sede centrale tali da rendere più dinamiche le varie attività legate al CAI ci sono e ben chiare, non attuarle o peggio ignorarle nella loro pienezza sarebbe estremamente deleterio.mazzysan wrote:Anche all'ULE richiediamo l'iscrizione al CAI, proprio per rimarcare l'immedesimazione organica con l'istituzione.maqroll wrote:Comunque ieri travolto dalla noia (fermo a casa per un dolore ad un dito) ho fatto una breve ricerca tra decine di scuole di alpinismo del CAI, ne ho trovato solamente 2 che non richiedessero come obbligatoria l'iscrizione al CAI (a mio avviso obbligatoria come da regolamento riportato in un mio messaggio sopra).
In parole più semplici: essere iscritti al CAI [sottolineo NON necessariamente alla sezione che organizza i corsi] è condizione richiesta, proprio per non snaturare l'essenza dei corsi CAI. Il CAI non è, a mio parere, una società che eroga servizi. Alle guide, che come giustamente detto, quando fanno corsi si comportano peraltro didatticamente come gli istruttori, non importa che il cliente sia socio CAI; è un cliente e basta.
Certo, se l'iscrizione al corso cade in ottobre/novembre, come è ormai fissato da decenni, agli allievi non si richiede una doppia iscrizione CAI [una per ott/nov/dic e l'altra per l'anno successivo], in quanto far spendere inutilmente i soldi per un trimestre sembra assurdo e sproporzionato.
Anzi, gli allievi hanno tempo ad iscriversi definitivamente al CAI solo entro la prima uscita sul campo. Abbiamo avuto casi di persone che hanno frequentato le prime lezioni teoriche ed hanno capito che l'alpinismo non faceva per loro. A questi non è stato richiesto il pagamento di nessuna quota e quindi nessun obbligo di iscrizione.
Mi riferivo ai SAF appunto quando parlavo che molto spesso gli interventi li fanno loro. Certo pochi di loro avranno avuto esperienza di alpinismo o speleologia, ma dal punto di vista tecnico non sono impreparati. Diverso il discorso per i ricercatori di funghi o cose simili dove i pompieri mettono molto spesso materiale umano abbondante per poter battere zone molto ampie, senza parlare poi delle unità cinofile che in questi casi sono più utili di centinai di guide alpine che ahimè non sanno usar il fiuto.. Sull'Aiona a cercare quei famosi dispersi in inverno c'erano anche loro e per vari giorni visto che uno non è stato trovato subito. Quindi anche i Vigili del Fuoco vanno a piedi!saxifraga wrote: Vorrei anche dire due cose a Sub Comandante, perché mi sembra abbia delle informazioni poco corrette riguardo ai soccorsi in montagna, o “ambiente impervio” come viene nominato tecnicamente. È vero che i Vigili del Fuoco hanno l’elicottero ( nome in codice DRAGO), ma è lo stesso mezzo che viene utilizzato anche per i soccorsi non in montagna, per i trasferimenti dei pazienti più critici negli ospedali specializzati, quindi non sempre è disponibile. Inoltre al buio o con la nebbia non vola. E molto spesso gli incidenti capitano con il brutto tempo… o si perdono i cercatori di funghi(che poi per i giornali sono sempre alpinisti) nei boschi dove dall’elicottero non si vede nulla! I Vigili del Fuoco hanno anche i SAF, la loro squadra speciale, con delle bellissime attrezzature quasi nuove…. Cioè, ben equipaggiati, ma l’esperienza?
Mi spiace ma non è così... perchè prima di scrivere non ci documenta?Sub-Comandante wrote:In genere sono guide alpine, che prima sono andati in montagna e poi hanno fatto i corsi, non il contrario...topo wrote:brookite wrote:...chiami il Soccorso Alpino...quelli del soccorso alpino li fanno dei corsi..?
Purtroppo noi Alphard ci paghiamo vitto e alloggio, solo il costo del viaggio è rimborsato, senza tener conto che "perdi anche il poco tempo libero a disposizione"... perchè lo facciamo?dags1972 wrote:plata ma scusa gli istruttori oltre a dare il loro tempo per insegnare....devono pure pagarsi vitto e alloggio nei rifugi...sarebbero santi non istruttori
l'assicurazione per un corso del genere non è come quella delle gite sociali ( e neanche le responsabilità civili e penali degli istruttori)
per dettagli più precisi chiedi ai tanti istruttori che sono su qz
E' molto improbabile che una persona sia molto preparata a soccorrere una persona in grotta "Spelo" (grotta e speleosub) in montagna "Alpino" (roccia, ghiaccio, neve) e in torrente "Forra" o "Fluviale"Sub-Comandante wrote:Mi riferivo ai SAF appunto quando parlavo che molto spesso gli interventi li fanno loro. Certo pochi di loro avranno avuto esperienza di alpinismo o speleologia, ma dal punto di vista tecnico non sono impreparati. Diverso il discorso per i ricercatori di funghi o cose simili dove i pompieri mettono molto spesso materiale umano abbondante per poter battere zone molto ampie, senza parlare poi delle unità cinofile che in questi casi sono più utili di centinai di guide alpine che ahimè non sanno usar il fiuto.. Sull'Aiona a cercare quei famosi dispersi in inverno c'erano anche loro e per vari giorni visto che uno non è stato trovato subito. Quindi anche i Vigili del Fuoco vanno a piedi!saxifraga wrote: Vorrei anche dire due cose a Sub Comandante, perché mi sembra abbia delle informazioni poco corrette riguardo ai soccorsi in montagna, o “ambiente impervio” come viene nominato tecnicamente. È vero che i Vigili del Fuoco hanno l’elicottero ( nome in codice DRAGO), ma è lo stesso mezzo che viene utilizzato anche per i soccorsi non in montagna, per i trasferimenti dei pazienti più critici negli ospedali specializzati, quindi non sempre è disponibile. Inoltre al buio o con la nebbia non vola. E molto spesso gli incidenti capitano con il brutto tempo… o si perdono i cercatori di funghi(che poi per i giornali sono sempre alpinisti) nei boschi dove dall’elicottero non si vede nulla! I Vigili del Fuoco hanno anche i SAF, la loro squadra speciale, con delle bellissime attrezzature quasi nuove…. Cioè, ben equipaggiati, ma l’esperienza?
Premetto che sono d'accordo col tuo intervento e che anche io ritengo che ognuno dovrebbe occuparsi della propria specialità (soccorso alpino-soccorso speleo-vigili del fuoco-soccorso in forra-soccorso fluviale-ecc ecc ecc), magari collaborando e diventando complementari (lo so, è un discorso di buon senso...Luca1981 wrote: L'intervento a cui fai riferimento tu è stato svolto dal 9-12 al 18-12-2005. I VVF erano tanti, ma a parte il primo giorno ad andare in giro a cercare il disperso era solo 1%... il disperso mi sembra che sia stato ritrovato verso aprile/maggio da un cacciatore
Ho l'impressione che molte Scuole ritengano obbligatorio l'iscrizione come socio CAI solo per: 1) incrementare il numero di soci presso la sezione di appartenenza della scuola e quindi di un entrata i termini monetari, 2) per rendere meno complessa la gestione assicurativa degli allievi non soci. Mi dispiace si faccia ciò, perchè oltre ad essere personalmente un membro attivo presso le Scuole di Alpinismo CAI da ca fine anni '80, ed avendo diretto e organizzato poco più di una decina di corsi, mi sembra che la gestione della materia fatta in questi termini non faccia altro che allontanare possibili fruitori delle scuole stesse o delle attività CAI varie.
Caro Mahler puoi/vuoi spiegare meglio il secondo punto ?Facciamo attenzione perchè se all'interno del CAI ci si dovesse irrigidire su interpretazioni a piacere, il futuro di questa realtà ne riceverebbe (come in parte sta già avvenendo) un duro colpo. I mezzi e le opportunità create dalla sede centrale tali da rendere più dinamiche le varie attività legate al CAI ci sono e ben chiare, non attuarle o peggio ignorarle nella loro pienezza sarebbe estremamente deleterio.
maxgastone wrote:Purtroppo noi Alphard ci paghiamo vitto e alloggio, solo il costo del viaggio è rimborsato, senza tener conto che "perdi anche il poco tempo libero a disposizione"... perchè lo facciamo?dags1972 wrote:plata ma scusa gli istruttori oltre a dare il loro tempo per insegnare....devono pure pagarsi vitto e alloggio nei rifugi...sarebbero santi non istruttori
l'assicurazione per un corso del genere non è come quella delle gite sociali ( e neanche le responsabilità civili e penali degli istruttori)
per dettagli più precisi chiedi ai tanti istruttori che sono su qz
Boh forse perchè un pò scemotti o forse perchè riteniamo che sia bello trasmettere qualcosa... ma son cose che si son dette mille volte
credo sia solo una tua opinione personale forse dettata da poca informazione (cosa daltronde normale) su quello che si fa in una scuola di alpinismo. Ti posso solo dire che dalla mia ultradecennale esperienza all'interno delle scuole di alpinimo CAI, niente di quello che tu hai sottolineato è mai accaduto, se non per limitati casi. Oltre ad una approfondita preparazione tecnica cerchiamo e sempre di fornire un'adeguata preparazione culturale ed etica dell'andare in montagna e anche del viverci. Comunque penso sia possibile che alcune persone uscite da un corso si siano comportate in una certa maniera, ma non perchè lo hanno imparato in un corso. Per quanto riguarda i "lavaggi del cervello", bhe ti assicuro che sia io che la maggior parte degli istruttori titolati della mia scuola, arrivano da una stagione culturale legata al "nuovo mattino" di mottiana memoria, diventata nel tempo metro di eperienze votate alla rispetto ed alla libertà altrui, non che di una filosofia dell'andar in montagna assai lontana da certi tecnicismi e voglie di protagonismo. Di certo posso evidenziare che oggi giorno l'ambiente alpinistico ha generato una serie di incrinature di cui mi duole prenderne atto. Guarda, i corsi di alpinismo sono una piccola goccia nel mare di che va in montagna, non sempre questi funzionano al 100%, anche in quelli che organizzo io occorre sempre migliorare qualcosa, ma certamente credo siano un bun punto di partenza per cercare di capire cos'è la montagna e come avvicinarsi ad essa. Concludo sperando un giorno di poterti invitare aconoscere le ns attività e magari a discuterne, e poi vorrei dirti di condividere appieno il tuo intervento di oggi nel topic sull'incidente in Valla Gesso; tralaltro quello che hai sottolineato nel topic è parte di quello che noi cerchiamo di insegnare nei ns corsi.RobyValgrana wrote:Ammiro chi fa le cose per passione e le ho sempre ammirate, d'altronde alleno a gratis una squadra di calcio, faccio l'amministratore nel mio piccolo "villaggio", pro loco e via dicendo, è meravigliosamente bello cercare di impegnarsi per ciò in cui credi e provare a trasmetterlo.
I corsi cai, non si offenda nessuno, son importanti secondo me da un punto di vista tecnico, perchè vedo amici che ne fanno e migliorano decisamente le loro abilità, per cui non li contesto assolutamente da quel lato.
Però ci sono 2 elementi che a me non piacciono:
1-lavaggio del cervello; ok è un po' forte, ma spesso chi inizia a fare una disciplina perde tutte le altre passioni che ha e viene un po' inquadrato, molto spesso arrivando a snobbare e considerare inferiori chi non lo pratica, e dalle mie conoscenze personali, una decina di persone almeno 8 sono diventate così.
2- diventano bravi tecnicamente, ma di pare passo non crescono come lvello umano, come conoscenza della montagna da punto di vista etico e culturale. questo mi fa *arrabbiare* a morte, perchè a volte mi vengono fatti discorsi da gente che in montagna ci va 20 giorni l'anno sulla vita in montagna ecc e io che più o meno ci vivo non so mai se rispondere e die che non ha capito un **** o stare zitto.
Ho pagato a carissimo prezzo il mio amore per la montagna, ma vedendo come diventa l'80% almeno di chi frequenta questo tipo di corsi preferisco restare a livelli bassi ma sentirne il battito del cuore sulle rocce che non trasformarla in una palestra su cui dimostrarmi quanto sono bravo ma non sapere assolutamente dove sono, che roccia sto toccando, che vita si sviluppa lì intorno ecc.
senza astio verso nessuno, anzi sperando di portare qualcosa alla riflessione, un abbraccio a tutti i fratelli di montagna