Monte Rama: via Mediterranea
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Monte Rama: via Mediterranea
Dopo mesi di battaglie e incidenti vari (un piede rotto nel corso della prima ascensione, mal di schiena fulminanti per gli zaini troppo carichi, tagli ed escoriazioni varie durante i lavori di pullizia e chiodatura, batterie dei trapani che non tenevano la carica...) finalmente, ieri abbiamo piazzato gli ultimi spit sulla via Mediterranea...
All'inizio, a dire il vero, si chiamava via del Macellaio in onore di Serafino che mi aveva accompagnato nella prima salita, ma agli amici Geki il nome non piaceva e poi ora è diversa da quella originaria perché con gli spit abbiamo cercato le placche (mentre senza spit cercavo d'infialrmi nei canali erbosi e agguarmi a sparuti alberelli...).
Insomma, finalmente l'abbiamo finita e ai miei amici Geki è sembrata bella. Ringrazio per la preziosa collaborazione (oltre Serafino il macellaio) gli inossidabili Geki, rigorosamente in ordine alfabetico: Attilio, Francesco, Giorgio, Roberto e Ugo.
Allego la relazione (su Gulliver trovate anche alcune foto, qui non ho ancora capito come si mettono) e sono disponibile per qualsiasi chiarimento.
Monte Rama (1150 m)
VIA MEDITERRANEA
Difficoltà: D+ (5+ max, 5 obbl.)
Sviluppo dell’arrampicata: 200 m circa
Materiale utile: otto rinvii, fettucce lunghe
È una bella scalata, in gran parte su placche, che si sviluppa sul versante sud-est del Monte Rama, tra la Via del Nonno e la Via del Vecchio. Salita per la prima volta l’8 dicembre 2008 da Andrea Parodi e Serafino Timossi, è stata poi modificata, ripulita e attrezzata con spit in più riprese ad opera del famigerato gruppo Geki di Arenzano. Può essere scesa integralmente in corda doppia con due corde di 40 metri, utilizzando gli alberi come ancoraggi.
Avvicinamento: si può partire da Sant’Anna di Lerca e salire per il sentiero della “diretta” segnalato con un cerchio rosso pieno; oppure dal Ponte di Sciarborasca salendo in macchina al serbatoio dell’acquedotto del Rio Scorza e proseguendo su sentiero fino all’attacco della Via Fly e poi ancora su al Passo del Camulà; oppure, volendo fare meno fatica, si può salire in macchina a Prato Rotondo, poi a piedi in cima al Monte Rama e in discesa lungo il sentiero della diretta fin sotto l'attacco.
Attacco: una quarantina di metri a monte della Fonte Rama si abbandona il sentiero della diretta e si sale a sinistra tra la boscaglia (ometti) fino alla base della parete. Il punto di inizio è un breve speroncino triangolare contrassegnato da una freccia bianca, sotto un marcato diedro canale.
1) Salendo la breve placca triangolare (2+) si arriva su una cengia con albero, alla base del diedro-canale inclinato a sinistra. Spostandosi un poco a destra si attacca una grande placca quasi verticale, che conduce (5-; 6 spit) ad un’altra cengia sotto una fascia strapiombante (40 m).
2) Spostandosi un metro a sinistra si supera un breve strapiombo per entrare in un diedro, poi si piega a destra e si rimonta un costolone di roccia compatta, prima assai ripido, poi più abbattuto (5+, 4, 3; 8 spit) fino ad un terrazzo erboso con alberi (35 m, sosta su un pino).
Piegando a destra sul ripiano erboso si arriva in breve alla base di una bella placca inclinata.
3) Si rimonta la placca articolata, si supera un gradino e, piegando a sinistra, si guadagna una cengia con albero (3 e 3+; 2 spit).
Si sale per una decina di metri per pendio erboso fino alla base di una muraglia caratterizzata da una gigantesca quinta strapiombante (sosta su albero).
4) Innalzandosi per rocce articolate si entra nel camino formato dalla gigantesca quinta (meglio togliere lo zaino). Traversando a destra sotto un grosso blocco incastrato, si esce su una placca compatta, che si rimonta tenendosi poco lontano dal diedro-canale che la delimita a sinistra (4, 5-; 7 spit). Quando la placca si abbatte, si piega a sinistra e si raggiungono in breve due spit di sosta (30 m).
5) Si attraversa una cengia erbosa e si attacca un diedro canale dal fondo erboso obliquo a sinistra: salendolo in spaccata (3; uno spit) si arriva su una terrazza e si sosta su albero ai piedi di un pilastrino gradinato (20 m).
6) Si sale il pilastrino uscendone sulla sinistra (3 e 4-, un chiodo). Dal gradino soprastante si supera sulla sinistra un altro breve risalto (passo di 3+, un chiodo) poi si scende ad una forcella. Si sale un breve muro (3) e si sosta ad un albero (20 m).
7) Giunti ai piedi dell’ultimo grande risalto, si sale un muretto con buoni appigli (3) poi si piega a sinistra su cengia per alcuni metri. Si supera il muro verticale ma ben appigliato (4-; 2 chiodi) e si sbuca su una cengia con pino (25 m).
Si supera ancora una breve balza rocciosa (2+) poi per cenge e gradini si piega a destra per raggiungere la parte finale della Via del Vecchio. Seguendo le frecce bianche si sale per erba, boschetti e balze rocciose (passi di 2), fino ad una cresta orizzontale che finisce nella boscaglia. Qui terminano le frecce bianche e si presentano due possibilità:
a) Piegando a destra si raggiunge in breve il sentiero della diretta, che conduce in una quindicina di minuti in cima al Monte Rama.
b) Piegando a sinistra per pendii erbosi e balze rocciose che offrono passaggi divertenti, si sale fino alla croce in cima al Monte Rama.
All'inizio, a dire il vero, si chiamava via del Macellaio in onore di Serafino che mi aveva accompagnato nella prima salita, ma agli amici Geki il nome non piaceva e poi ora è diversa da quella originaria perché con gli spit abbiamo cercato le placche (mentre senza spit cercavo d'infialrmi nei canali erbosi e agguarmi a sparuti alberelli...).
Insomma, finalmente l'abbiamo finita e ai miei amici Geki è sembrata bella. Ringrazio per la preziosa collaborazione (oltre Serafino il macellaio) gli inossidabili Geki, rigorosamente in ordine alfabetico: Attilio, Francesco, Giorgio, Roberto e Ugo.
Allego la relazione (su Gulliver trovate anche alcune foto, qui non ho ancora capito come si mettono) e sono disponibile per qualsiasi chiarimento.
Monte Rama (1150 m)
VIA MEDITERRANEA
Difficoltà: D+ (5+ max, 5 obbl.)
Sviluppo dell’arrampicata: 200 m circa
Materiale utile: otto rinvii, fettucce lunghe
È una bella scalata, in gran parte su placche, che si sviluppa sul versante sud-est del Monte Rama, tra la Via del Nonno e la Via del Vecchio. Salita per la prima volta l’8 dicembre 2008 da Andrea Parodi e Serafino Timossi, è stata poi modificata, ripulita e attrezzata con spit in più riprese ad opera del famigerato gruppo Geki di Arenzano. Può essere scesa integralmente in corda doppia con due corde di 40 metri, utilizzando gli alberi come ancoraggi.
Avvicinamento: si può partire da Sant’Anna di Lerca e salire per il sentiero della “diretta” segnalato con un cerchio rosso pieno; oppure dal Ponte di Sciarborasca salendo in macchina al serbatoio dell’acquedotto del Rio Scorza e proseguendo su sentiero fino all’attacco della Via Fly e poi ancora su al Passo del Camulà; oppure, volendo fare meno fatica, si può salire in macchina a Prato Rotondo, poi a piedi in cima al Monte Rama e in discesa lungo il sentiero della diretta fin sotto l'attacco.
Attacco: una quarantina di metri a monte della Fonte Rama si abbandona il sentiero della diretta e si sale a sinistra tra la boscaglia (ometti) fino alla base della parete. Il punto di inizio è un breve speroncino triangolare contrassegnato da una freccia bianca, sotto un marcato diedro canale.
1) Salendo la breve placca triangolare (2+) si arriva su una cengia con albero, alla base del diedro-canale inclinato a sinistra. Spostandosi un poco a destra si attacca una grande placca quasi verticale, che conduce (5-; 6 spit) ad un’altra cengia sotto una fascia strapiombante (40 m).
2) Spostandosi un metro a sinistra si supera un breve strapiombo per entrare in un diedro, poi si piega a destra e si rimonta un costolone di roccia compatta, prima assai ripido, poi più abbattuto (5+, 4, 3; 8 spit) fino ad un terrazzo erboso con alberi (35 m, sosta su un pino).
Piegando a destra sul ripiano erboso si arriva in breve alla base di una bella placca inclinata.
3) Si rimonta la placca articolata, si supera un gradino e, piegando a sinistra, si guadagna una cengia con albero (3 e 3+; 2 spit).
Si sale per una decina di metri per pendio erboso fino alla base di una muraglia caratterizzata da una gigantesca quinta strapiombante (sosta su albero).
4) Innalzandosi per rocce articolate si entra nel camino formato dalla gigantesca quinta (meglio togliere lo zaino). Traversando a destra sotto un grosso blocco incastrato, si esce su una placca compatta, che si rimonta tenendosi poco lontano dal diedro-canale che la delimita a sinistra (4, 5-; 7 spit). Quando la placca si abbatte, si piega a sinistra e si raggiungono in breve due spit di sosta (30 m).
5) Si attraversa una cengia erbosa e si attacca un diedro canale dal fondo erboso obliquo a sinistra: salendolo in spaccata (3; uno spit) si arriva su una terrazza e si sosta su albero ai piedi di un pilastrino gradinato (20 m).
6) Si sale il pilastrino uscendone sulla sinistra (3 e 4-, un chiodo). Dal gradino soprastante si supera sulla sinistra un altro breve risalto (passo di 3+, un chiodo) poi si scende ad una forcella. Si sale un breve muro (3) e si sosta ad un albero (20 m).
7) Giunti ai piedi dell’ultimo grande risalto, si sale un muretto con buoni appigli (3) poi si piega a sinistra su cengia per alcuni metri. Si supera il muro verticale ma ben appigliato (4-; 2 chiodi) e si sbuca su una cengia con pino (25 m).
Si supera ancora una breve balza rocciosa (2+) poi per cenge e gradini si piega a destra per raggiungere la parte finale della Via del Vecchio. Seguendo le frecce bianche si sale per erba, boschetti e balze rocciose (passi di 2), fino ad una cresta orizzontale che finisce nella boscaglia. Qui terminano le frecce bianche e si presentano due possibilità:
a) Piegando a destra si raggiunge in breve il sentiero della diretta, che conduce in una quindicina di minuti in cima al Monte Rama.
b) Piegando a sinistra per pendii erbosi e balze rocciose che offrono passaggi divertenti, si sale fino alla croce in cima al Monte Rama.
andreaparodi
Ho letto oggi su Gulliver della bella realizzazione, le vie da venire a ripetere in zona Rama cominciano ad essere parecchie: ho tento di trasformarmi anch'io in "gecko" o riesco a convincere il mio socio che la roccia e l'ambiente meritano veramente.
Un saluto, Walter.
Un saluto, Walter.
"Conoscere i propri limiti è il mezzo per progredire"
Andrea scusa ma l'uscita della via coincide con quella del Vecchio?
O spunta fuori più in alto?
E all'alttacco avete messo un ometto o segno visibile dal sentiero?
Infine...nei tratti sul 5 ... gli spit come sono? in stile gino musso (parecchio vicini) o ritieni la via più complessa e con protezioni più distanziate?
Ciao
O spunta fuori più in alto?

E all'alttacco avete messo un ometto o segno visibile dal sentiero?

Infine...nei tratti sul 5 ... gli spit come sono? in stile gino musso (parecchio vicini) o ritieni la via più complessa e con protezioni più distanziate?
Ciao

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Per andare all'attacco di Mediterranea tieni come riferimento la fonte che incontri sul sentiero poco oltre la partenza della via del Nonno. Superata la fonte cammini sul sentiero ancora quaranta metri, poi guardi a sinistra e vedi gli ometti. Con uno o due minuti di salita tra la boscaglia si arriva all'attacco evidenziato da una freccia bianca. I tratti dal quarto in su sono spittati abbastanza vicini, quelli di terzo hanno solo qualche spit o chiodo nei punti più esposti. Il tratto chiave di 5+ ha gli spit vicini come le vie di Sciarborasca. Rispetto alla Gino Musso, nei primi quattro tiri le difficoltà sono più continue. Gli ultimi tre tiri sono più rotti e discontinui: tipo creste del Camulà. La via termina più in alto rispetto alla "Torre" dellla via del Vecchio (che si vede bellissima sulla destra). Si esce a destra su una terrazza e s'incontrano le ultime frecce della via del Vecchio (dove quest'ultima diventa discontinua).
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Andrea io oramai sono anni che praticamente non arrampico più ma credo che la tua via sia molto più severa e impegnativa rispetto alla Gino Musso.
Correggimi se sbaglio
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http://trailsantacroce.com" onclick="window.open(this.href);return false;
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Nel libro "Nelle Alpi del Sole" la Gino Musso la valutavo "D-", questa l'ho valutata "D+", quindi è un poco più difficile. E' più continua nel primo, secondo e quarto tiro. Il secondo tiro in particolare è molto tecnico su un costolone di roccia compatta che sembra articolato, ma ha appigli sfuggenti o obliqui. Però i tiri difficili sono chiodati abbondantemente, come in palestra, e l'ambiente non è per nulla severo: placche in pieno sole interrotte ogni venti o trenta metri da cenge con pini. Poi se ti giri indietro vedi più mare che monti: non per niente l'abbiamo chiamata "Mediterranea"...
andreaparodi wrote:Nel libro "Nelle Alpi del Sole" la Gino Musso la valutavo "D-", questa l'ho valutata "D+", quindi è un poco più difficile. E' più continua nel primo, secondo e quarto tiro. Il secondo tiro in particolare è molto tecnico su un costolone di roccia compatta che sembra articolato, ma ha appigli sfuggenti o obliqui. Però i tiri difficili sono chiodati abbondantemente, come in palestra, e l'ambiente non è per nulla severo: placche in pieno sole interrotte ogni venti o trenta metri da cenge con pini . Poi se ti giri indietro vedi più mare che monti: non per niente l'abbiamo chiamata "Mediterranea"...
Questo rassicura in un certo qualmodo.

“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
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Riguardo alle cenge: alcune sono anche molto ampie, ma non pensate che si possa uscire dalla via quando si vuole semplicemente camminando per cenge. Quasi sempre finiscono tra le rocce e a volte sono inclinate con erba scivolosa che richiede un minimo di attenzione. Se si vuole interrompere l'arrampicata è giocoforza calarsi in doppia lungo la via. Noi l'abbiamo scesa integralmente tre volte con due corde da 40 metri, usando sempre gli alberi come ancoraggi, senza mai mettere cordini.
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La foto del primo tiro l'ho fatta diventare più verticale di quello che è in realtà. Poi quello era il mio pazzo amico Giorgio che saliva su placca prima che mettessimo gli spit... Insomma: la foto dà l'idea del posto, ma il primo tiro ora è un po' diverso, con meno ciuffi d'erba e sei rassicuranti spit!
andreaparodi
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Andrea allora
più o meno, ovvero i gradi son stati abbassati o alzati?....
più o meno, ovvero i gradi son stati abbassati o alzati?....

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Allora, riferisco quanto ho saputo da Giorgio:
Per quanto riguarda i tiri difficili per lui i gradi sono giusti.
Il passo chiave del secondo tiro (sopra il terzo spit), lui che non è tanto tecnico (ha anche 62 anni...), lo ha risolto spostandosi prima a sinistra e poi ritornando a destra subito sopra (io nella prima salita e nelle due successive senza spit ero passato due o tre metri a sinistra, che è molto più facile ma anche più rotto ed erboso).
Su Gulliver ho messo due foto fatte da Giorgio (qui non le ho messe perché è troppo complicato...) una in particolare mostra proprio il tratto chiave di 5+ (ma non si vedono tutti i rinvii perché lui, scendendo lungo la corda, ne ha tolto qualcuno.
Riguardo invece ai tiri facili, Giorgio dice che forse i due tiri finali sono 3+ anziché 4- (ma sono particolari di poco conto).
Per chi non ama gli avvicinamenti in salita: si può partire da Prato Rotondo (io c'ero oggi: vedi l'altro topic sulla direttissima al Rama) andare per l'Alta Via al Passo di Prato Ferretto, scendere per il rombo rosso fino alla casa Carbunea, poi prendere a destra il sentiero "A" che ti porta sotto l'attacco della via: una figata, perchè poi saliti in cima al Monte Rama, si ritorna al Prato Rotondo praticamente in piano con panorami strepitosi. Io che ho le articolazioni e la schiena a tocchi, ora le discese le patisco di più che le salite...
Per quanto riguarda i tiri difficili per lui i gradi sono giusti.
Il passo chiave del secondo tiro (sopra il terzo spit), lui che non è tanto tecnico (ha anche 62 anni...), lo ha risolto spostandosi prima a sinistra e poi ritornando a destra subito sopra (io nella prima salita e nelle due successive senza spit ero passato due o tre metri a sinistra, che è molto più facile ma anche più rotto ed erboso).
Su Gulliver ho messo due foto fatte da Giorgio (qui non le ho messe perché è troppo complicato...) una in particolare mostra proprio il tratto chiave di 5+ (ma non si vedono tutti i rinvii perché lui, scendendo lungo la corda, ne ha tolto qualcuno.
Riguardo invece ai tiri facili, Giorgio dice che forse i due tiri finali sono 3+ anziché 4- (ma sono particolari di poco conto).
Per chi non ama gli avvicinamenti in salita: si può partire da Prato Rotondo (io c'ero oggi: vedi l'altro topic sulla direttissima al Rama) andare per l'Alta Via al Passo di Prato Ferretto, scendere per il rombo rosso fino alla casa Carbunea, poi prendere a destra il sentiero "A" che ti porta sotto l'attacco della via: una figata, perchè poi saliti in cima al Monte Rama, si ritorna al Prato Rotondo praticamente in piano con panorami strepitosi. Io che ho le articolazioni e la schiena a tocchi, ora le discese le patisco di più che le salite...
...quindi il passo di 5+ è in parte evitabile?andreaparodi wrote:Il passo chiave del secondo tiro (sopra il terzo spit), lui che non è tanto tecnico (ha anche 62 anni...), lo ha risolto spostandosi prima a sinistra e poi ritornando a destra subito sopra (io nella prima salita e nelle due successive senza spit ero passato due o tre metri a sinistra, che è molto più facile ma anche più rotto ed erboso).

Andrea, ci si mette pochi minuti a capire come funziona (è semplicissimo, te lo assicuro) e in compenso su QZ le foto vengono ordinate e archiviate, cosa non da poco in prospettivaandreaparodi wrote: (qui non le ho messe perché è troppo complicato...)

Inoltre comunque puoi anche visualizzare qua le foto che metti su gulliver, basta incolli il link come spiegato nella guida che ti avevo indicato in mp...

...quindi tutto sommato ha leggermente abbassato i gradi....meglio.......andreaparodi wrote: Riguardo invece ai tiri facili, Giorgio dice che forse i due tiri finali sono 3+ anziché 4- (ma sono particolari di poco conto).

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Nel secondo tiro di obbligatorio c'è solo lo strapiombetto iniziale (che per altro ora è azzerabile), poi il passo più delicato si può addomesticare (come ha fatto Giorgio) spostandosi un poco a sinistra al terzo spit e ritornando poi a destra all'altezza del quarto spit.
In realtà nella prima salita (e nelle altre due prima degli spit), superato il primo strapiombetto, siamo sempre saliti sulla sinistra con difficoltà massime di quarto (c'è rimasto un chiodo normale). Però la via più facile e logica (come spesso accade sul queste montagne) è anche la più erbosa e con blocchi instabili...
Usando gli spit ho seguito il percorso più estetico, sulla destra, tutto su placca, che ha il "difetto" di avere un tratto liscio e tecnico (ma con spit a due metri, forse meno). Volendo potevamo stare due metri più a sinistra: disgaggiando un pò e facendo un po' di "gardening" veniva fuori (a parte lo strapiombetto iniziale) un tiro di 4 invece che 5+...
Comunque, ripeto, si può benissimo rinviare gli spit e poi salire a zigzag cercando il facile...
Ciao
Andrea
In realtà nella prima salita (e nelle altre due prima degli spit), superato il primo strapiombetto, siamo sempre saliti sulla sinistra con difficoltà massime di quarto (c'è rimasto un chiodo normale). Però la via più facile e logica (come spesso accade sul queste montagne) è anche la più erbosa e con blocchi instabili...
Usando gli spit ho seguito il percorso più estetico, sulla destra, tutto su placca, che ha il "difetto" di avere un tratto liscio e tecnico (ma con spit a due metri, forse meno). Volendo potevamo stare due metri più a sinistra: disgaggiando un pò e facendo un po' di "gardening" veniva fuori (a parte lo strapiombetto iniziale) un tiro di 4 invece che 5+...
Comunque, ripeto, si può benissimo rinviare gli spit e poi salire a zigzag cercando il facile...
Ciao
Andrea
grazie andrea, hai reso l'ideaandreaparodi wrote:Nel secondo tiro di obbligatorio c'è solo lo strapiombetto iniziale (che per altro ora è azzerabile), poi il passo più delicato si può addomesticare (come ha fatto Giorgio) spostandosi un poco a sinistra al terzo spit e ritornando poi a destra all'altezza del quarto spit.
In realtà nella prima salita (e nelle altre due prima degli spit), superato il primo strapiombetto, siamo sempre saliti sulla sinistra con difficoltà massime di quarto (c'è rimasto un chiodo normale). Però la via più facile e logica (come spesso accade sul queste montagne) è anche la più erbosa e con blocchi instabili...
Usando gli spit ho seguito il percorso più estetico, sulla destra, tutto su placca, che ha il "difetto" di avere un tratto liscio e tecnico (ma con spit a due metri, forse meno). Volendo potevamo stare due metri più a sinistra: disgaggiando un pò e facendo un po' di "gardening" veniva fuori (a parte lo strapiombetto iniziale) un tiro di 4 invece che 5+...
Comunque, ripeto, si può benissimo rinviare gli spit e poi salire a zigzag cercando il facile...
Ciao
Andrea

A questo punto non resta che andar a vedere con i propri occhi..

rebus sic stantibus potrei provarla anch'io, la scinty era interessata...bade wrote:grazie andrea, hai reso l'ideaandreaparodi wrote:Nel secondo tiro di obbligatorio c'è solo lo strapiombetto iniziale (che per altro ora è azzerabile), poi il passo più delicato si può addomesticare (come ha fatto Giorgio) spostandosi un poco a sinistra al terzo spit e ritornando poi a destra all'altezza del quarto spit.
In realtà nella prima salita (e nelle altre due prima degli spit), superato il primo strapiombetto, siamo sempre saliti sulla sinistra con difficoltà massime di quarto (c'è rimasto un chiodo normale). Però la via più facile e logica (come spesso accade sul queste montagne) è anche la più erbosa e con blocchi instabili...
Usando gli spit ho seguito il percorso più estetico, sulla destra, tutto su placca, che ha il "difetto" di avere un tratto liscio e tecnico (ma con spit a due metri, forse meno). Volendo potevamo stare due metri più a sinistra: disgaggiando un pò e facendo un po' di "gardening" veniva fuori (a parte lo strapiombetto iniziale) un tiro di 4 invece che 5+...
Comunque, ripeto, si può benissimo rinviare gli spit e poi salire a zigzag cercando il facile...
Ciao
Andrea![]()
A questo punto non resta che andar a vedere con i propri occhi..
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
Che bello, al massimo si può tornare indietro no!alec wrote:rebus sic stantibus potrei provarla anch'io, la scinty era interessata...bade wrote:grazie andrea, hai reso l'ideaandreaparodi wrote:Nel secondo tiro di obbligatorio c'è solo lo strapiombetto iniziale (che per altro ora è azzerabile), poi il passo più delicato si può addomesticare (come ha fatto Giorgio) spostandosi un poco a sinistra al terzo spit e ritornando poi a destra all'altezza del quarto spit.
In realtà nella prima salita (e nelle altre due prima degli spit), superato il primo strapiombetto, siamo sempre saliti sulla sinistra con difficoltà massime di quarto (c'è rimasto un chiodo normale). Però la via più facile e logica (come spesso accade sul queste montagne) è anche la più erbosa e con blocchi instabili...
Usando gli spit ho seguito il percorso più estetico, sulla destra, tutto su placca, che ha il "difetto" di avere un tratto liscio e tecnico (ma con spit a due metri, forse meno). Volendo potevamo stare due metri più a sinistra: disgaggiando un pò e facendo un po' di "gardening" veniva fuori (a parte lo strapiombetto iniziale) un tiro di 4 invece che 5+...
Comunque, ripeto, si può benissimo rinviare gli spit e poi salire a zigzag cercando il facile...
Ciao
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A questo punto non resta che andar a vedere con i propri occhi..

solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
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- Sub-Titano Valdostano
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- Joined: Sun Mar 09, 2008 0:05
- Location: Alta Valle Scrivia / bassa val di Vara
Martedì, in compagnia di GiPa, abbiamo affrontato questa via. Parlando a nome di entrambi posso dire che la via merita davvero, continua con pochi passaggi su erba e con i passi più duri ben spittati. La giornata splendida ha fatto poi da cornice. Ringrazio GiPa per aver tirato i tiri più duri e anche per avermi portato per la prima volta in vetta al Rama!
Come abbiamo anche annotato sul libro di vetta ringraziamo i gentili chiodatori, senza il loro lavoro giornate così non potrebbero essere vissute.
ps ho problemi con la gallery, se riesco a risolverli posto un po' di foto.


Come abbiamo anche annotato sul libro di vetta ringraziamo i gentili chiodatori, senza il loro lavoro giornate così non potrebbero essere vissute.
ps ho problemi con la gallery, se riesco a risolverli posto un po' di foto.
"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
Complimenti a tutti e due, ma in particolare al grande GiulioSub-Comandante wrote:Martedì, in compagnia di GiPa, abbiamo affrontato questa via. Parlando a nome di entrambi posso dire che la via merita davvero, continua con pochi passaggi su erba e con i passi più duri ben spittati. La giornata splendida ha fatto poi da cornice. Ringrazio GiPa per aver tirato i tiri più duri e anche per avermi portato per la prima volta in vetta al Rama!![]()
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Come abbiamo anche annotato sul libro di vetta ringraziamo i gentili chiodatori, senza il loro lavoro giornate così non potrebbero essere vissute.
ps ho problemi con la gallery, se riesco a risolverli posto un po' di foto.

Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
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Finalmente arrivano le foto!
GiPa sul passo della salamandra

GiPa in uscita dopo aver superato il passo della salamandra

dalla vetta l'Argentea

verso le Alpi

la cordata


GiPa sul passo della salamandra

GiPa in uscita dopo aver superato il passo della salamandra

dalla vetta l'Argentea

verso le Alpi

la cordata

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Grazie!ramingo wrote:![]()
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APPLAUSI alla cordata! L'avevo in programma da un anno, ora è la stagione è giusta. Come hai trovato i passaggi più duri Andre?

I gradi dati da Parodi sono più che giusti come sempre nelle sue relazioni, nei passaggi più duri (5+ e 5-) gli spit sono più vicini e volendo si possono così azzerare. Per farla da primo senza problemi il 4+/5- bisogna averlo sicuro, al massimo sul 5+ si azzera.
"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser