Vedo che volutamente fai confusione, pro domo tua come sempre.Conte Ugolino wrote:vorrei agiungere qualche chiarimento.
Esistono tratti di sentiereo che partono dalla città o dal paese e che per qualche motivo sono mantenuti puliti a carico di..
Sapete cosa vuol dire?
Bene lo sfalcio non può essere cacciato a lato ma caricato su camioncino e smaltito in apposita discarica nei rifiuti compostabili...., con ovvio costo.
Tali creuze in alcuni casio hanno circa tre passaggi di pulizia nei mesi primaverili estivi,
Come si fa? Non è il classico volontario con piccolo decespugliatore a filo...
Ah mi riferisco a creuze che in molti casi sono comunali..
Ma si, viva la wildernesse facciamo cadere i muri delle fasce, facciamocrescere l'edera, le erbacce e i rovi, poi verrà da ridere... si si con i falcetti si farà molto
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La wilderness: e' un valore, in grado di attrarre anche turismo, visto che a questo aspetto economico attribuisci importanza.
Le 5 terre ed i terrazzamenti, i rimboschimenti artificiali di pini o i boschi di castagno sono un'altra cosa che ha un suo valore culturale notevole ed innegabile.
Mettere in opposizione il crollo dei muretti e la wildnerness e' solo manipolazione.
Se le erbacce (ma non sono piante spontanee anch'esse?) ed i rovi invadono un sentiero potrebbe essere perche' non ci passa piu' nessuno. Mantenerlo per forza aperto potrebbe essere accanimento terapeutico.
Per non andare troppo OT torno in Val Cerusa e all'origine della mia riflessione. Se vado ravanando ed incontro un vecchio sentiero "minore" è giusto che pensi subito a contrassegnarlo? Non sarebbe più logico lasciarlo come è permettendo anche ad altri "esploratori" il piacere della riscoperta?