CORNO NERO gruppo del Monte Rosa
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- luigi.marchese
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CORNO NERO gruppo del Monte Rosa
Dopo aver letto le imprese di Bouquetin e Fed 7, con molta invidia e ammirazione, vi descrivo il mio we.
Cominciamo dalla metà della settimana scorsa dove Giò e Bouquetin mi hanno invitato per la traversata dei Lyskamm, invito che ho apprezzato ma rifiutato fermamente in quanto non mi sento ancora di affrontare simili imprese. Di passare un sabato e domenica a casa però non mi garbava molto e allora ho telefonato all'Egisto per proporgli il Polluce (visto che l'ultima volta sono arrivato solo fino alle catene) oppure il Corno Nero dove dobbiamo ancora mettere una targa ai piedi della Madonna in vetta.
L'Egisto propende per il Corno Nero e allora decidiamo per questa escursione. Nel frattempo Fed 7 mi telefona dicendomi che Za Za verrebbe con noi perchè ha bisogno di far quota. La sera di giovedi Za Za mi telefona e con piacere mi conferma la sua presenza. Inizio subito il giro di telefonate per prenotare la notte di sabato ma sia alla Gniffetti, sia al Mantova mi rispondono che è tutto esaurito!!!! Allora ripiego per il rifugio città di Vigevano al Col d'Olen e finalmente riesco a fissare tre mezze pensioni. Alle 11.00 aspetto Egisto sul piazzale del matitone a Casale e partiamo alla volta di Gressoney, Za Za si troverà al piazzale delle funivie perchè arriva dalla val Pelline. Riunito il terzetto, prendiamo l'ovovia e ci avviamo al passo dei Salati.
Ottima cena e dopo cena con vista di molti stambecchi che pascolavano sui prati sotto la balconata del rifugio e poi a dormire.
Sveglia alle 4.00 e partenza alle 5.00 con tempo bello e temperatura nella norma, il sentiero che va fino a punta Indren non presentava ghiaccio. Alle 7.00 eravamo sulle roccette in vista della Gniffetti e alle 8.00, superato il rifugio ci legavamo. Con piacere abbiamo constatato l'assenza di crepacci e la neve era in ottime condizioni. Za Za era in testa, io in mezzo e Egisto in coda. Il nostro capo cordata ci chiedeva continuamente se andava tutto bene, io soffrivo come al solito freddo alle mani e l'Egisto ogni tanto si fermava per prender fiato. Siamo arrivati al bivacco Felice Giordano alle 10.30, Egisto ha espresso la volontà di fermarsi li in modo da permettere a Za Za ed io di arrivare in punta. Mentre ci accordavamo su come procedere, neri nuvoloni arrivavano dalla val Sesia e altrettanti dalla Svizzera cosi ci hanno fatto decidere di mangiare un boccone nel bivacco e tornare indietro!!!! Abbiamo preso neve da sotto lo sperone del Balmenhorn fino al Mantova e poi acqua fino al passo dei Salati. Quest'anno è la seconda gita che non riesco a terminare e la cosa comincia a innervosirmi!! In ogni caso, come diceva Whymper, sono gli insuccessi che ci permettono di migliorare !!
Cominciamo dalla metà della settimana scorsa dove Giò e Bouquetin mi hanno invitato per la traversata dei Lyskamm, invito che ho apprezzato ma rifiutato fermamente in quanto non mi sento ancora di affrontare simili imprese. Di passare un sabato e domenica a casa però non mi garbava molto e allora ho telefonato all'Egisto per proporgli il Polluce (visto che l'ultima volta sono arrivato solo fino alle catene) oppure il Corno Nero dove dobbiamo ancora mettere una targa ai piedi della Madonna in vetta.
L'Egisto propende per il Corno Nero e allora decidiamo per questa escursione. Nel frattempo Fed 7 mi telefona dicendomi che Za Za verrebbe con noi perchè ha bisogno di far quota. La sera di giovedi Za Za mi telefona e con piacere mi conferma la sua presenza. Inizio subito il giro di telefonate per prenotare la notte di sabato ma sia alla Gniffetti, sia al Mantova mi rispondono che è tutto esaurito!!!! Allora ripiego per il rifugio città di Vigevano al Col d'Olen e finalmente riesco a fissare tre mezze pensioni. Alle 11.00 aspetto Egisto sul piazzale del matitone a Casale e partiamo alla volta di Gressoney, Za Za si troverà al piazzale delle funivie perchè arriva dalla val Pelline. Riunito il terzetto, prendiamo l'ovovia e ci avviamo al passo dei Salati.
Ottima cena e dopo cena con vista di molti stambecchi che pascolavano sui prati sotto la balconata del rifugio e poi a dormire.
Sveglia alle 4.00 e partenza alle 5.00 con tempo bello e temperatura nella norma, il sentiero che va fino a punta Indren non presentava ghiaccio. Alle 7.00 eravamo sulle roccette in vista della Gniffetti e alle 8.00, superato il rifugio ci legavamo. Con piacere abbiamo constatato l'assenza di crepacci e la neve era in ottime condizioni. Za Za era in testa, io in mezzo e Egisto in coda. Il nostro capo cordata ci chiedeva continuamente se andava tutto bene, io soffrivo come al solito freddo alle mani e l'Egisto ogni tanto si fermava per prender fiato. Siamo arrivati al bivacco Felice Giordano alle 10.30, Egisto ha espresso la volontà di fermarsi li in modo da permettere a Za Za ed io di arrivare in punta. Mentre ci accordavamo su come procedere, neri nuvoloni arrivavano dalla val Sesia e altrettanti dalla Svizzera cosi ci hanno fatto decidere di mangiare un boccone nel bivacco e tornare indietro!!!! Abbiamo preso neve da sotto lo sperone del Balmenhorn fino al Mantova e poi acqua fino al passo dei Salati. Quest'anno è la seconda gita che non riesco a terminare e la cosa comincia a innervosirmi!! In ogni caso, come diceva Whymper, sono gli insuccessi che ci permettono di migliorare !!
Peccato.
Conosco lo stato d'animo. Per due volte ho tentato di andare alla Margherita ed in entrambi i casi son dovuto tornare indietro. La prima è stata bruttina. Ormai prossimi al rifugio si è scatenata una tal tormenta che non si riusciva neppure a vedere il compagno di cordata davanti e l'orientamento è stato delicato. La seconda non siamo riusciti neppure ad uscire dalla Gniffetti.
In compenso lo star tra i monti è comunque una soddisfazione.
Conosco lo stato d'animo. Per due volte ho tentato di andare alla Margherita ed in entrambi i casi son dovuto tornare indietro. La prima è stata bruttina. Ormai prossimi al rifugio si è scatenata una tal tormenta che non si riusciva neppure a vedere il compagno di cordata davanti e l'orientamento è stato delicato. La seconda non siamo riusciti neppure ad uscire dalla Gniffetti.
In compenso lo star tra i monti è comunque una soddisfazione.
- Fed7
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Beh, non voglio sembrare "disfattista", ma viste le previsioni non poteva andare meglio! Il nucleo temporalesco arrivava con tal velocità e violenza che forse è stato meglio così, no? Ricordi quella volta che mi ha beccato sulla vetta del Corno Nero? Non è stato bello 

«They call me the breeze, I keep blowing down the road - I ain't got me nobody, .......»

“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
- Marco_Bibi
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Accipicchia!!!!
E' una vera gioia leggere i vostri accorati commenti, grazie a tutti, davvero! Spero di riuscire ad accontentarvi il prima possibile con un piacevole e divertente racconto. Vi anticipo che non sarò troppo tecnico perchè preferisco un resoconto leggero e scorrevole.
@ Marco-Bibi: Ho letto che hai conosciuto mia sorella ed Alec... com'è andata la Vs gita?
@ titus:
......
@ gecko, Andreino, Sub-comandante ed Ago, grazie e spero di non farvi crescere la barba nell'attesa
A presto, Alex




@ Marco-Bibi: Ho letto che hai conosciuto mia sorella ed Alec... com'è andata la Vs gita?
@ titus:
....Titus wrote:Quando Vuoi, vengo da secondo con Te![]()
![]()



@ gecko, Andreino, Sub-comandante ed Ago, grazie e spero di non farvi crescere la barba nell'attesa

A presto, Alex
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- Marco_Bibi
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Salutati...ma io cercavo di nascondere (soprattutto a me stesso ) di aver le gambe ormai di ricotta e non mi son impegnato troppo nello sbracciarmi.
Per Ramingo: mi han detto che sei andato forte anche in quota, ormai sei promosso con lode! Entro l'estate ho in programma il Bianco...se vuoi ti tengo informato
Per Ramingo: mi han detto che sei andato forte anche in quota, ormai sei promosso con lode! Entro l'estate ho in programma il Bianco...se vuoi ti tengo informato

"Chiamatemi Ismaele..."
Ehm... ma allora ci siamo davvero salutati?Marco_Bibi wrote:Salutati...ma io cercavo di nascondere (soprattutto a me stesso ) di aver le gambe ormai di ricotta e non mi son impegnato troppo nello sbracciarmi.





solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
Grande Ramingo
Attendiamo impazienti foto e racconto

Attendiamo impazienti foto e racconto


Video e foto panoramiche a 360° in Montagna e non solo --> Colsub.it
Colsub TV in onda 24 ore su 24
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Do you speak English?
Belandi!
(by Origone)
- Marco_Bibi
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Fico il mio primo OT!
Per non generar equivoci: salutati da lontano, io (giacca verde mela e caschetto arancione) ho sventolato la picca e voi, a gesti,mi avete risposto. Eravamo abbastanza vicini perché un miope come me riconoscesse giacche e fattezze viste nelle foto, ma abbastanza lontani da non sentirci a meno di urlare, cosa che non mi sembra abbiam fatto.
Voi traversavate verso il passo, noi scendevamo più in basso, puntando in diagonale.
Fine, scusate la divagazione.
Per non generar equivoci: salutati da lontano, io (giacca verde mela e caschetto arancione) ho sventolato la picca e voi, a gesti,mi avete risposto. Eravamo abbastanza vicini perché un miope come me riconoscesse giacche e fattezze viste nelle foto, ma abbastanza lontani da non sentirci a meno di urlare, cosa che non mi sembra abbiam fatto.
Voi traversavate verso il passo, noi scendevamo più in basso, puntando in diagonale.
Fine, scusate la divagazione.
"Chiamatemi Ismaele..."
Si si mi ricordo, io sono sicuro di avervi risposto, anche a voce.Marco_Bibi wrote:Fico il mio primo OT!
Per non generar equivoci: salutati da lontano, io (giacca verde mela e caschetto arancione) ho sventolato la picca e voi, a gesti,mi avete risposto. Eravamo abbastanza vicini perché un miope come me riconoscesse giacche e fattezze viste nelle foto, ma abbastanza lontani da non sentirci a meno di urlare, cosa che non mi sembra abbiam fatto.
Voi traversavate verso il passo, noi scendevamo più in basso, puntando in diagonale.
Fine, scusate la divagazione.
Complimentoni al Ramingo

Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
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- Fed7
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Grande!!! Hai firmato il libro di vetta?ramingo wrote:Oggi portata a termine con successo salita sulla vetta del Corno nero. A presto racconto e foto. Ciao
Che dici ho/abbiamo fatto un bel lavoro? Intendo nel ricollocare la statua ....
«They call me the breeze, I keep blowing down the road - I ain't got me nobody, .......»
@ marco-bibi: mi piacerebbe molto il tuo programma, il mio problema sarà gestire tempo, impegni e progetti, ho già diverse idee e non so neppure se riuscirò a realizzarle tutte, però se mi tieni informato mi fa piacere, non si può mai sapere.
@ Fed: Tranquillo, la Madonnina è sempre al suo posto, vigile e protettrice. Sul libro di vetta non ho firmato personalmente, è stato firmato a nome della ULE, ma in futuro è molto probabile che ritorni da quelle parti per toccare altre vette, dato che “vetta fatta vetta smarcata” non è il mio motto, non è escluso torni a salutare la Madonnina.
USCITA FINALE DEL 30° CORSO DI ALPINISMO "ENNIO DALLAGIACOMA" SEZ.CAI ULE GENOVA
“L’esperienza di un 4000 lascia sempre il segno. La montagna si fa severa, la quota ti segna nel fisico e nella mente e ti pone di fronte ai tuoi limiti, riflette le tue paure, esalta la tua voglia di avventura scoprendo le tue qualità nascoste, stimolando la tua fantasia. Ti entra dentro per non uscirne più. Quell’aria rarefatta che molti riduce all’impotenza, per altri diventa fonte di giovinezza e il sangue scorre nelle vene inebriando i sensi, liberando gli istinti e ti ritrovi nudo a contatto con quel mondo selvaggio e ti senti bene, come se fossi a casa, come se quel luogo, ricco di pericoli, di sorpresa diventasse amico e ti chiamasse a se con canti e suoni portati dal vento che fischia tra le rocce. Un’improvvisa raffica gelata ti desta da quell’incanto e ti accorgi che sul filo di cresta, sotto di te, centinaia di migliaia di metri…. C’è il vuoto. Le rocce appuntite ora sembrano minacciose, quell’aria si fa pesante, quasi irrespirabile.. La roccia ora si fa scura, attorno i panorami svaniscono celati da banchi di nuvole e secco s’ode un boato. Ora, di colpo rammenti che tu sei solo una minuscola creatura, in balia degli elementi.”
Dondolando mestamente, con gli occhi rapiti dalle gole percorse da lingue di neve sporca e indurita, la funivia sale, tra verdi cespugli di rododendri e cascatelle rumorose che saltano i balzi rocciosi correndo verso valle. La mente è libera, si ride e si scherza con i compagni di corso e con gli istruttori. E’ l’uscita finale di una stagione che ci ha visto misurare con l’abilità e la memoria nel fare i nodi alla corda, nel creare una sosta, nel proteggere un passaggio, a leggere una carta, a riconoscere i pericoli e a conoscere in modo un po’ più approfondito l’ambiente montagna. E’ possibile che per alcuni di noi sia stata solo una divertente esperienza al termine della quale tornare alle proprie cose, con la consapevolezza di aver toccato con mano la roccia, l’aver scalato pareti che fino ad allora sembravano impossibili da salire, l’aver percorso canali di neve su per i quali mai ci si sarebbe azzardati ad avventurarsi .. ma è possibile che per altri sia stato un corso istruttivo, magari avendo trattenuto solo un 30-40 o magari un 50% di quanto visto e provato.. beh sarebbe già un buon punto di partenza. Sicuramente ci sarà qualcuno per il quale il corso ha rappresentato il superamento e la canonizzazione dei propri obiettivi e quel passo in più verso la realizzazione dei propri desideri. Le porte si spalancano, un via vai di zaini colorati, giacche a vento, picche e l’inconfondibile scalpiccio del vibram sul terreno, presenta al gruppo del Rosa il gruppo della Sez.ULE del CAI di Genova.
Al passo dei Salati l’Andreina richiama all’ordine il branco di capre di montagna, dispersi a far foto
, a pestare la neve, a sparar belinate e a puntare il dito verso vette lontane con l’interrogativo sopra la testa.. In breve il gregge è radunato e si mette in marcia verso il Mantova.

Lungo il percorso Renzo ci racconta delle sue gite sui fili di cresta, bersagliato dai fulmini, colpito dalle pietre, inzuppato dall’acqua e ammaccato dalla grandine… insegnandoci che a volte partire quando fa brutto e tuona sopra la testa non vuol sempre dire “passato lo spartiacque spunterà il sole”.

Ed a proposito di nuvole nonostante il sole ci accompagni durante la salita attorno si presentano anche alcuni discreti cumuli che impensieriscono un po’ sulle condizioni del giorno successivo.

Il Mantova si avvicina, dietro il rifugio in pietra spunta una nuova costruzione in legno.


Il rifugio si rivela confortevole (ma un po’ caro, quantomeno a noi genovesi) allievi e istruttori hanno subito un assaggio della quota. A cena, facce da pesce palla, occhi vitrei, gente che tuffa la faccia nella pasta asciutta, chi a momenti non riesce neppure ad alzarsi da letto o a portarselo/a in bagno … creano qualche problema all’Andreina che è costretta a rifare e smontare, riscrivere e cancellare più volte le bozze delle cordate, sorretta da quel lupo di montagna di Renzo che imbracciata la chitarra ha riscoperto la sua vera natura ed ha iniziato un concerto che avrebbe fatto tremare zanna bianca.
Dopo cena le nuvole si tingono di rosso e di rosa incantando decine di alpinisti.


La notte trascorre più o meno bene e la mattina ci accoglie con un cielo limpido e turchino che sovrastava l’arco alpino ammantato di bianco. Fatta colazione, nonostante ancora non fosse ben chiara la composizione delle cordate ci si assembla piuttosto in fretta e alle 5.30 inizia il pellegrinaggio verso le vette.

La crosta è portante e si procede alla grande. Una prima cordata si dirige sulla Piramide Vincent per poi tornare indietro, un altro fatta la Vincent, sale anche sul Balmenhorn e ridisceso sale fino al colle del Lys per poi far rientro. La mia cordata, diretta al Corno Nero è composta da Stefano (del corso avanzato) e Maurizio (istruttore) partiti per ultimi, in breve raggiungiamo, mangiando dislivello, la testa del gruppo guidato da Antola, anch’egli diretto allo Schwarzhorn.
il panettone della Vincent

Nei gruppi c’è ancora chi accusa la quota, io al pieno delle forze mi sarei trascinato su per il ghiacciaio una cordata di statue di bronzo. Più il dislivello si faceva ripido più tiravo, mi sembrava di camminare su un sentiero in collina. Mai provata una tale soddisfazione e questa energia mi faceva ben sperare per le salite future. Man mano che salivamo lo spettacolo cresceva d’intensità, lo sguardo poteva spaziare dal massiccio del Bianco, al Gran Paradiso, al Combin… e davanti a noi, sulla sinistra, si ergeva la l’impressionante cresta del Lyskamm.


Giunti alla base del Corno Nero, ecco spiccare dalla cima l’inconfondibile sagoma della Madonnina.

Attorno agli occhi lo show degli altri 4000, il Ludwigshoe, Punta Parrot, la Zumstein, la maestosa parete della Dufour.

In breve dopo aver salito un ripido tratto innevato si supera un breve passaggio su roccette e si guadagna la vetta. Quota 4322, la più alta del gruppo del Rosa, interamente su suolo italiano, per me nuovo record. La discesa in doppia, corona questa bellissima salita che ormai è impressa dentro assieme alle altre catene di monti.

Il ritorno a Gressoney è stata una lunga passeggiata e purtroppo, sulla via del ritorno, al Passo delle Pisse, un signore oltre la sessantina (non del nostro gruppo) scivolando su di un passaggio protetto con i canaponi, si è slogato una spalla e provvidenziale è stato l’intervento del nostro Mazzy e di qualche altro allievo nel contattare l’elisoccorso per il recupero dell’infortunato. Il tempo ci ha assistito regalandoci due giorni davvero indimenticabili.
Panorami dal lato della Valsesia


Ritorno a casa

Qui ci saranno ancora una o due foto... https://www.quotazero.com/album/thumbnails.php?album=185
@ Fed: Tranquillo, la Madonnina è sempre al suo posto, vigile e protettrice. Sul libro di vetta non ho firmato personalmente, è stato firmato a nome della ULE, ma in futuro è molto probabile che ritorni da quelle parti per toccare altre vette, dato che “vetta fatta vetta smarcata” non è il mio motto, non è escluso torni a salutare la Madonnina.

USCITA FINALE DEL 30° CORSO DI ALPINISMO "ENNIO DALLAGIACOMA" SEZ.CAI ULE GENOVA
“L’esperienza di un 4000 lascia sempre il segno. La montagna si fa severa, la quota ti segna nel fisico e nella mente e ti pone di fronte ai tuoi limiti, riflette le tue paure, esalta la tua voglia di avventura scoprendo le tue qualità nascoste, stimolando la tua fantasia. Ti entra dentro per non uscirne più. Quell’aria rarefatta che molti riduce all’impotenza, per altri diventa fonte di giovinezza e il sangue scorre nelle vene inebriando i sensi, liberando gli istinti e ti ritrovi nudo a contatto con quel mondo selvaggio e ti senti bene, come se fossi a casa, come se quel luogo, ricco di pericoli, di sorpresa diventasse amico e ti chiamasse a se con canti e suoni portati dal vento che fischia tra le rocce. Un’improvvisa raffica gelata ti desta da quell’incanto e ti accorgi che sul filo di cresta, sotto di te, centinaia di migliaia di metri…. C’è il vuoto. Le rocce appuntite ora sembrano minacciose, quell’aria si fa pesante, quasi irrespirabile.. La roccia ora si fa scura, attorno i panorami svaniscono celati da banchi di nuvole e secco s’ode un boato. Ora, di colpo rammenti che tu sei solo una minuscola creatura, in balia degli elementi.”
Dondolando mestamente, con gli occhi rapiti dalle gole percorse da lingue di neve sporca e indurita, la funivia sale, tra verdi cespugli di rododendri e cascatelle rumorose che saltano i balzi rocciosi correndo verso valle. La mente è libera, si ride e si scherza con i compagni di corso e con gli istruttori. E’ l’uscita finale di una stagione che ci ha visto misurare con l’abilità e la memoria nel fare i nodi alla corda, nel creare una sosta, nel proteggere un passaggio, a leggere una carta, a riconoscere i pericoli e a conoscere in modo un po’ più approfondito l’ambiente montagna. E’ possibile che per alcuni di noi sia stata solo una divertente esperienza al termine della quale tornare alle proprie cose, con la consapevolezza di aver toccato con mano la roccia, l’aver scalato pareti che fino ad allora sembravano impossibili da salire, l’aver percorso canali di neve su per i quali mai ci si sarebbe azzardati ad avventurarsi .. ma è possibile che per altri sia stato un corso istruttivo, magari avendo trattenuto solo un 30-40 o magari un 50% di quanto visto e provato.. beh sarebbe già un buon punto di partenza. Sicuramente ci sarà qualcuno per il quale il corso ha rappresentato il superamento e la canonizzazione dei propri obiettivi e quel passo in più verso la realizzazione dei propri desideri. Le porte si spalancano, un via vai di zaini colorati, giacche a vento, picche e l’inconfondibile scalpiccio del vibram sul terreno, presenta al gruppo del Rosa il gruppo della Sez.ULE del CAI di Genova.
Al passo dei Salati l’Andreina richiama all’ordine il branco di capre di montagna, dispersi a far foto


Lungo il percorso Renzo ci racconta delle sue gite sui fili di cresta, bersagliato dai fulmini, colpito dalle pietre, inzuppato dall’acqua e ammaccato dalla grandine… insegnandoci che a volte partire quando fa brutto e tuona sopra la testa non vuol sempre dire “passato lo spartiacque spunterà il sole”.


Ed a proposito di nuvole nonostante il sole ci accompagni durante la salita attorno si presentano anche alcuni discreti cumuli che impensieriscono un po’ sulle condizioni del giorno successivo.

Il Mantova si avvicina, dietro il rifugio in pietra spunta una nuova costruzione in legno.

Il rifugio si rivela confortevole (ma un po’ caro, quantomeno a noi genovesi) allievi e istruttori hanno subito un assaggio della quota. A cena, facce da pesce palla, occhi vitrei, gente che tuffa la faccia nella pasta asciutta, chi a momenti non riesce neppure ad alzarsi da letto o a portarselo/a in bagno … creano qualche problema all’Andreina che è costretta a rifare e smontare, riscrivere e cancellare più volte le bozze delle cordate, sorretta da quel lupo di montagna di Renzo che imbracciata la chitarra ha riscoperto la sua vera natura ed ha iniziato un concerto che avrebbe fatto tremare zanna bianca.

Dopo cena le nuvole si tingono di rosso e di rosa incantando decine di alpinisti.


La notte trascorre più o meno bene e la mattina ci accoglie con un cielo limpido e turchino che sovrastava l’arco alpino ammantato di bianco. Fatta colazione, nonostante ancora non fosse ben chiara la composizione delle cordate ci si assembla piuttosto in fretta e alle 5.30 inizia il pellegrinaggio verso le vette.

La crosta è portante e si procede alla grande. Una prima cordata si dirige sulla Piramide Vincent per poi tornare indietro, un altro fatta la Vincent, sale anche sul Balmenhorn e ridisceso sale fino al colle del Lys per poi far rientro. La mia cordata, diretta al Corno Nero è composta da Stefano (del corso avanzato) e Maurizio (istruttore) partiti per ultimi, in breve raggiungiamo, mangiando dislivello, la testa del gruppo guidato da Antola, anch’egli diretto allo Schwarzhorn.
il panettone della Vincent

Nei gruppi c’è ancora chi accusa la quota, io al pieno delle forze mi sarei trascinato su per il ghiacciaio una cordata di statue di bronzo. Più il dislivello si faceva ripido più tiravo, mi sembrava di camminare su un sentiero in collina. Mai provata una tale soddisfazione e questa energia mi faceva ben sperare per le salite future. Man mano che salivamo lo spettacolo cresceva d’intensità, lo sguardo poteva spaziare dal massiccio del Bianco, al Gran Paradiso, al Combin… e davanti a noi, sulla sinistra, si ergeva la l’impressionante cresta del Lyskamm.


Giunti alla base del Corno Nero, ecco spiccare dalla cima l’inconfondibile sagoma della Madonnina.

Attorno agli occhi lo show degli altri 4000, il Ludwigshoe, Punta Parrot, la Zumstein, la maestosa parete della Dufour.

In breve dopo aver salito un ripido tratto innevato si supera un breve passaggio su roccette e si guadagna la vetta. Quota 4322, la più alta del gruppo del Rosa, interamente su suolo italiano, per me nuovo record. La discesa in doppia, corona questa bellissima salita che ormai è impressa dentro assieme alle altre catene di monti.

Il ritorno a Gressoney è stata una lunga passeggiata e purtroppo, sulla via del ritorno, al Passo delle Pisse, un signore oltre la sessantina (non del nostro gruppo) scivolando su di un passaggio protetto con i canaponi, si è slogato una spalla e provvidenziale è stato l’intervento del nostro Mazzy e di qualche altro allievo nel contattare l’elisoccorso per il recupero dell’infortunato. Il tempo ci ha assistito regalandoci due giorni davvero indimenticabili.
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Ritorno a casa

Qui ci saranno ancora una o due foto... https://www.quotazero.com/album/thumbnails.php?album=185
Last edited by Ramingo on Wed Jul 01, 2009 10:18, edited 3 times in total.
“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
- Fed7
- Titano di Quotazero
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ramingo wrote: @ Fed: Tranquillo, la Madonnina è sempre al suo posto, vigile e protettrice. Sul libro di vetta non ho firmato personalmente, è stato firmato a nome della ULE, ma in futuro è molto probabile che ritorni da quelle parti per toccare altre vette, dato che “vetta fatta vetta smarcata” non è il mio motto, non è escluso torni a salutare la Madonnina.![]()
bene, beneramingo wrote: In breve dopo aver salito un ripido tratto innevato si supera un breve passaggio su roccette e si guadagna la vetta. Quota 4322, la più alta del gruppo del Rosa, interamente su suolo italiano, per me nuovo record. La discesa in doppia, corona questa bellissima salita che ormai è impressa dentro assieme alle altre catene di monti.


però ... vedo che la crepaccia quest'anno è chiusa

«They call me the breeze, I keep blowing down the road - I ain't got me nobody, .......»
Fed7 wrote:bene, bene... vedo che i miei ancoraggi vi hanno resi felici
però ... vedo che la crepaccia quest'anno è chiusa


“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
Complimentoni a Ramingo per la salita e per le tante e belle foto
Qui https://www.quotazero.com/album/thumbnails.php?album=269 la cartella con le foto nella nuova Gallery
Ciaooo

Qui https://www.quotazero.com/album/thumbnails.php?album=269 la cartella con le foto nella nuova Gallery

Ciaooo

Video e foto panoramiche a 360° in Montagna e non solo --> Colsub.it
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Alcune considerazioni:
1. Renzo è sempre stato nella top-ten dei miei miti
Mi ricordo una volta al Barba-Ferrero che si è messo a suonare de Andrè con la chitarra ed ha animato tutto il rifugio!
2. Porca ******* quanto è bianca ancora la Dufour
3. Ho qualche dubbio che il Corno Nero sia la più alta vetta del Rosa interamente in territorio italiano...
4. C'erano cordate sui Lyskamm??
1. Renzo è sempre stato nella top-ten dei miei miti

2. Porca ******* quanto è bianca ancora la Dufour

3. Ho qualche dubbio che il Corno Nero sia la più alta vetta del Rosa interamente in territorio italiano...
4. C'erano cordate sui Lyskamm??
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
Scendendo da Gressoney lungo le vallate nei pendii più ripidi anche sopra le case era pieno di tronchi d'albero abbattuti, ad ogni curva ovunque ti girassi vedevi alberi sdraiati .... i valdostani avranno legna da ardere per un bel pò...
segno che quest'inverno di neve ne è scesa veramente moltissima, anche in Val d'Aosta ... e ne siamo stati tutti diretti testimoni...



segno che quest'inverno di neve ne è scesa veramente moltissima, anche in Val d'Aosta ... e ne siamo stati tutti diretti testimoni...

“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
alec wrote:Alcune considerazioni:
1. Renzo è sempre stato nella top-ten dei miei mitiMi ricordo una volta al Barba-Ferrero che si è messo a suonare de Andrè con la chitarra ed ha animato tutto il rifugio!
2. Porca ******* quanto è bianca ancora la Dufour![]()
3. Ho qualche dubbio che il Corno Nero sia la più alta vetta del Rosa interamente in territorio italiano...
4. C'erano cordate sui Lyskamm??
1.Ora è anche nella mia..

2. Partiamo?
3. Se lo dici tu ci credo

4. Mi pare di no, ci ho fatto caso ma non ho visto nessuno .... anche se all'inizio della cresta c'era una traccia di peste che salivano...
“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
vetta fatta vetta smarcataramingo wrote:2. Partiamo?

pensavo che la più alta in italia fosse la ludwigshohe, ma forse ho detto una belinata ed è già sul confine...
sul corno nero ero salito assicurato da colsub con la mia corda, poi in cima avevo unito la mia corda con quella di un altro solitario per fare la doppia

Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
mazzysan wrote:Visto come li abbiamo allevati bene, i nostri allevi???![]()
POco da aggiungere a quanto scritto da Ramingo.
Ogni volta che si torna sul Rosa, anche se fosse la centomillesima, l'emozione è sempre la stessa.
Chiedetelo un po' a quelli che hanno vomitato!!!![]()
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A parte gli scherzi: bravo Ramingo!









Grazie per i complimenti!

“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
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Ma quante doppie avete fatto per ridiscendere alla base? Ne basta una da 60? Qualche anno fa l'ho fatta ma sono ridisceso dallo scivolo di neve (fatta di questo periodo qui e anche allora la crepaccia terminale era chiusa).
"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
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ne basta una da 35!Sub-Comandante wrote:Ma quante doppie avete fatto per ridiscendere alla base? Ne basta una da 60? Qualche anno fa l'ho fatta ma sono ridisceso dallo scivolo di neve (fatta di questo periodo qui e anche allora la crepaccia terminale era chiusa).
«They call me the breeze, I keep blowing down the road - I ain't got me nobody, .......»
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Mi sa che la Ludwigshohe è già sul confine. La più alta interamente in Italia dovrebbe essere lo Schwarzhorn. D'altronde ce ne sono solo altre due, la Vincent e la Giordani.... parlo di 4000 ufficiali UIAA.alec wrote:vetta fatta vetta smarcataramingo wrote:2. Partiamo?![]()
pensavo che la più alta in italia fosse la ludwigshohe, ma forse ho detto una belinata ed è già sul confine...
sul corno nero ero salito assicurato da colsub con la mia corda, poi in cima avevo unito la mia corda con quella di un altro solitario per fare la doppia
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Meno male che non l'ho fatta allora, mi sarebbero mancati i 5 metri finali...Fed7 wrote:ne basta una da 35!Sub-Comandante wrote:Ma quante doppie avete fatto per ridiscendere alla base? Ne basta una da 60? Qualche anno fa l'ho fatta ma sono ridisceso dallo scivolo di neve (fatta di questo periodo qui e anche allora la crepaccia terminale era chiusa).

"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
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l'ultima volta che ci son stato son sceso con una da 50 e una da 40 legate assieme!Sub-Comandante wrote:Meno male che non l'ho fatta allora, mi sarebbero mancati i 5 metri finali...Fed7 wrote:ne basta una da 35!Sub-Comandante wrote:Ma quante doppie avete fatto per ridiscendere alla base? Ne basta una da 60? Qualche anno fa l'ho fatta ma sono ridisceso dallo scivolo di neve (fatta di questo periodo qui e anche allora la crepaccia terminale era chiusa).
«They call me the breeze, I keep blowing down the road - I ain't got me nobody, .......»
mazzysan wrote:Visto come li abbiamo allevati bene, i nostri allevi???![]()
POco da aggiungere a quanto scritto da Ramingo.
Ogni volta che si torna sul Rosa, anche se fosse la centomillesima, l'emozione è sempre la stessa.
Chiedetelo un po' a quelli che hanno vomitato!!!![]()
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A parte gli scherzi: bravo Ramingo!
non ho vomitato ma sono stato comunque partecipe "dell'emozione unica",
sarà stata la vertigine di possedere le sacre picche di Mazzysan che ha fatto cedere il mio fisico da climber provenzale...

comunque stupende giornate!
«La difficoltà non sta nelle idee nuove ma nell'uscire dalle vecchie» - Keynes
STEO wrote:mazzysan wrote:Visto come li abbiamo allevati bene, i nostri allevi???![]()
POco da aggiungere a quanto scritto da Ramingo.
Ogni volta che si torna sul Rosa, anche se fosse la centomillesima, l'emozione è sempre la stessa.
Chiedetelo un po' a quelli che hanno vomitato!!!![]()
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A parte gli scherzi: bravo Ramingo!
non ho vomitato ma sono stato comunque partecipe "dell'emozione unica",
sarà stata la vertigine di possedere le sacre picche di Mazzysan che ha fatto cedere il mio fisico da climber provenzale...
comunque stupende giornate!
