2 cardiopatici genovesi sul Bianco
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2 cardiopatici genovesi sul Bianco
L'impresa di due cardiopatici genovesi sul Bianco a meno di un anno dall'infarto.
Dopo cinque ore e mezza di scalata, ieri mattina, l'arrivo in vetta malgrado le condizioni meteo avverse per il gran vento.
Raggiungere il tetto d'Europa, oggi, non è più un'impresa. Ma se a farlo sono due cardiopatici, le prospettive cambiano decisamente. Ieri mattina, alle 8.30, dopo cinque ore e mezza di scalata, Lucio Siboldi, 61 anni, bancario e Gian Cuni, 64 anni, pensionato, sono arrivati sulla cima del Monte Bianco. Il primo era stato colpito da un infarto meno di un anno fa, proprio durante una scalata; Cuni era rimasto vittima di un attacco di cuore circa dieci anni fa.
I due non sono folli e non sono andati allo sbaraglio. Ieri sono arrivati sulla vetta accompagnati da un istruttore del Club alpino italiano, Celso Merciari, e da un cardiologo dell'Asl 3 "Genovese", Cesare Barone. La scalata al tetto d'Europa è il risultato di un certosino lavoro di un team specializzato.
«Per realizzare un progetto del genere, in sicurezza - ha detto Piero Clavario, cardiologo, responsabile del Centro territoriale di prevenzione e riabilitazione cardiovascolare della Asl che ha seguito Cuni e Siboldi fin dall'inizio dell'impresa - abbiamo dovuto effettuare esami medici complessi, sia a livello del mare sia ad alta quota e soprattutto ci sono voluti nove mesi di allenamenti intensi, sempre sotto stretto controllo medico».
La difficoltà di un'ascensione a quote così elevate è legata, oltre che alle condizioni di salute dei cardiopatici, alla rarefazione dell'ossigeno che a 4.800 metri (il Bianco è 4.810) è poco più della metà di quello che respiriamo a livello del mare. «La nostra capacità di fare esercizio fisico - ha spiegato Merciari - si dimezza. Inoltre bisogna acclimatarsi gradualmente facendo un programma di ascensioni progressive a quote inferiori in modo da dare al nostro fisico il tempo di abituarsi all'ambiente di alta quota».
Per questo motivo, i due alpinisti si sono sottoposti ad allenamenti faticosi ma anche a continue analisi specialistiche. «Lo abbiamo fatto prima di tutto per noi stessi - ha detto Siboldi - ma anche per tutte quelle persone che sono state colpite da un infarto e pensano di aver perso la speranza di una vita normale».
Per mettere i due cardiopatici in condizioni di dare l'assalto al Monte Bianco, sono stati effettuati molti esami medici per controllare le conseguenze dell'infarto, sofisticati test per simulare le condizioni di alta quota in laboratorio e verifiche con strumentazione trasportata fino in rifugi in alta montagna. Un programma di allenamento sviluppatosi per oltre nove mesi. Decine di sedute alla cyclette, ore di esercizi di allungamento e rinforzo muscolare e poi ancora decine di uscite di allenamento sui monti di Liguria. E finalmente, le prime uscite in montagna con gli sci e le pelli di foca per raggiungere lo stato di forma indispensabile per affrontare le più impegnative escursioni alpinistiche, di avvicinamento alla quota. Tredici escursioni di dieci ore, in media, cominciando dai 2.870 metri del Langfluehutte fino ai 4.165 dell'ultima uscita di domenica 5 luglio, alle due vette del Breithorn Occidentale e Centrale scalate in una sola mattinata.
Un programma tanto intenso ha avuto la sua bella funzionalità. Le condizioni meteorologiche, ieri, sul Monte Bianco, non erano granché. Durante la scalata di Siboldi e Cuni si è alzato un vento forte e freddo che ha complicato parecchio le cose e reso necessario un ulteriore dispendio energetico. Un elicottero, messo a disposizione dal Comune di Courmayeur, ha consentito a Clavario di seguire i due pazienti da - relativamente - vicino. «Alla fine erano stanchi - ha commentato lo stesso Clavario - ma decisamente contenti. Tutto quello che abbiamo fatto è stato possibile, va ricordato, grazie allo sforzo di tutto il Dipartimento di cardiologia».
Cuni, che prima dell'infarto aveva con la montagna una frequentazione assidua, era particolarmente felice: «Quando ho avuto l'infarto - ha detto - dieci anni fa - non ho avuto la disponibilità di un programma cardiologico di recupero». Alpinista appassionato, non si era arreso. «Ma ho dovuto fare da solo - ha aggiunto - impegnando molto più tempo e commettendo pericolose imprudenze. Oggi posso dire che quello che mi sembrava un sogno, adesso è realtà»
paolo giampieri
Dal Secolo XIX del 8/7/2009
Dopo cinque ore e mezza di scalata, ieri mattina, l'arrivo in vetta malgrado le condizioni meteo avverse per il gran vento.
Raggiungere il tetto d'Europa, oggi, non è più un'impresa. Ma se a farlo sono due cardiopatici, le prospettive cambiano decisamente. Ieri mattina, alle 8.30, dopo cinque ore e mezza di scalata, Lucio Siboldi, 61 anni, bancario e Gian Cuni, 64 anni, pensionato, sono arrivati sulla cima del Monte Bianco. Il primo era stato colpito da un infarto meno di un anno fa, proprio durante una scalata; Cuni era rimasto vittima di un attacco di cuore circa dieci anni fa.
I due non sono folli e non sono andati allo sbaraglio. Ieri sono arrivati sulla vetta accompagnati da un istruttore del Club alpino italiano, Celso Merciari, e da un cardiologo dell'Asl 3 "Genovese", Cesare Barone. La scalata al tetto d'Europa è il risultato di un certosino lavoro di un team specializzato.
«Per realizzare un progetto del genere, in sicurezza - ha detto Piero Clavario, cardiologo, responsabile del Centro territoriale di prevenzione e riabilitazione cardiovascolare della Asl che ha seguito Cuni e Siboldi fin dall'inizio dell'impresa - abbiamo dovuto effettuare esami medici complessi, sia a livello del mare sia ad alta quota e soprattutto ci sono voluti nove mesi di allenamenti intensi, sempre sotto stretto controllo medico».
La difficoltà di un'ascensione a quote così elevate è legata, oltre che alle condizioni di salute dei cardiopatici, alla rarefazione dell'ossigeno che a 4.800 metri (il Bianco è 4.810) è poco più della metà di quello che respiriamo a livello del mare. «La nostra capacità di fare esercizio fisico - ha spiegato Merciari - si dimezza. Inoltre bisogna acclimatarsi gradualmente facendo un programma di ascensioni progressive a quote inferiori in modo da dare al nostro fisico il tempo di abituarsi all'ambiente di alta quota».
Per questo motivo, i due alpinisti si sono sottoposti ad allenamenti faticosi ma anche a continue analisi specialistiche. «Lo abbiamo fatto prima di tutto per noi stessi - ha detto Siboldi - ma anche per tutte quelle persone che sono state colpite da un infarto e pensano di aver perso la speranza di una vita normale».
Per mettere i due cardiopatici in condizioni di dare l'assalto al Monte Bianco, sono stati effettuati molti esami medici per controllare le conseguenze dell'infarto, sofisticati test per simulare le condizioni di alta quota in laboratorio e verifiche con strumentazione trasportata fino in rifugi in alta montagna. Un programma di allenamento sviluppatosi per oltre nove mesi. Decine di sedute alla cyclette, ore di esercizi di allungamento e rinforzo muscolare e poi ancora decine di uscite di allenamento sui monti di Liguria. E finalmente, le prime uscite in montagna con gli sci e le pelli di foca per raggiungere lo stato di forma indispensabile per affrontare le più impegnative escursioni alpinistiche, di avvicinamento alla quota. Tredici escursioni di dieci ore, in media, cominciando dai 2.870 metri del Langfluehutte fino ai 4.165 dell'ultima uscita di domenica 5 luglio, alle due vette del Breithorn Occidentale e Centrale scalate in una sola mattinata.
Un programma tanto intenso ha avuto la sua bella funzionalità. Le condizioni meteorologiche, ieri, sul Monte Bianco, non erano granché. Durante la scalata di Siboldi e Cuni si è alzato un vento forte e freddo che ha complicato parecchio le cose e reso necessario un ulteriore dispendio energetico. Un elicottero, messo a disposizione dal Comune di Courmayeur, ha consentito a Clavario di seguire i due pazienti da - relativamente - vicino. «Alla fine erano stanchi - ha commentato lo stesso Clavario - ma decisamente contenti. Tutto quello che abbiamo fatto è stato possibile, va ricordato, grazie allo sforzo di tutto il Dipartimento di cardiologia».
Cuni, che prima dell'infarto aveva con la montagna una frequentazione assidua, era particolarmente felice: «Quando ho avuto l'infarto - ha detto - dieci anni fa - non ho avuto la disponibilità di un programma cardiologico di recupero». Alpinista appassionato, non si era arreso. «Ma ho dovuto fare da solo - ha aggiunto - impegnando molto più tempo e commettendo pericolose imprudenze. Oggi posso dire che quello che mi sembrava un sogno, adesso è realtà»
paolo giampieri
Dal Secolo XIX del 8/7/2009
....Ah!...Se tu mi amassi....?
....Ma no,... che non ti amasso!....
....Ma no,... che non ti amasso!....
- dedi dedone
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Non si capisce se scherzi...se sì, ti consiglierei di usare le faccine di modo che tutti capiscano che sei ironico.dedi dedone wrote:... e allora .... avanti tutti!!!mah!!!non ho parole!!!chissà a chi servono o interessano 'ste cose....oltre che agli interessati,ovviamente!!!e dai,siamo seri!!!
Se invece sei serio, il commento è proprio cinico oltre che di cattivo gusto.
Il sapere che nonostante difficoltà apparentemente molto debilitanti si può continuare a coltivare la propria passione e raggiungere anche obiettivi di tutto rispetto per me è molto rincuorante, anche se sono giovane e non ho al momento nessun impedimento...
E gia.......io la mia passione la devo continuare da sologabry wrote:Non si capisce se scherzi...se sì, ti consiglierei di usare le faccine di modo che tutti capiscano che sei ironico.dedi dedone wrote:... e allora .... avanti tutti!!!mah!!!non ho parole!!!chissà a chi servono o interessano 'ste cose....oltre che agli interessati,ovviamente!!!e dai,siamo seri!!!
Se invece sei serio, il commento è proprio cinico oltre che di cattivo gusto.
Il sapere che nonostante difficoltà apparentemente molto debilitanti si può continuare a coltivare la propria passione e raggiungere anche obiettivi di tutto rispetto per me è molto rincuorante, anche se sono giovane e non ho al momento nessun impedimento...






e anche a me interesserebbe salire il Bianco








Ah......per la cronaca caro/a Gabry....mi sono appena fatto tre by-pass coronarici





Leggendo quanto riportato da Olum credo che ste cose possano servire sia alla ricerca che a ridare la speranza a molte persone..........e non mi sembra poca cosadedi dedone wrote:... e allora .... avanti tutti!!!mah!!!non ho parole!!!chissà a chi servono o interessano 'ste cose....oltre che agli interessati,ovviamente!!!e dai,siamo seri!!!

Il silenzio non si trova sulla cima delle montagne e il rumore non sta nei mercati delle città: ambedue sono nel cuore dell'uomo.
Lao Tse (VI sec a.C.)
Lao Tse (VI sec a.C.)
Titus wrote:E gia.......io la mia passione la devo continuare da sologabry wrote:Non si capisce se scherzi...se sì, ti consiglierei di usare le faccine di modo che tutti capiscano che sei ironico.dedi dedone wrote:... e allora .... avanti tutti!!!mah!!!non ho parole!!!chissà a chi servono o interessano 'ste cose....oltre che agli interessati,ovviamente!!!e dai,siamo seri!!!
Se invece sei serio, il commento è proprio cinico oltre che di cattivo gusto.
Il sapere che nonostante difficoltà apparentemente molto debilitanti si può continuare a coltivare la propria passione e raggiungere anche obiettivi di tutto rispetto per me è molto rincuorante, anche se sono giovane e non ho al momento nessun impedimento...![]()
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non ho nessun reparto di cardiologia che mi segue
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e anche a me interesserebbe salire il Bianco![]()
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Come faccio?
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Ah......per la cronaca caro/a Gabry....mi sono appena fatto tre by-pass coronariciperciò quello che è di cattivo gusto .....lasciamolo agli interessati
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1) in primis: mi dispiace per la tua situazione
2) il fatto che io non abbia per ora impedimenti non mi impedisce di definire "cinico e di cattivo gusto" un commento abbastanza sprezzante nei confronti di un'iniziativa che ha comunque permesso di stabilire che 'ste cose', come dice gecko possano ridare speranza a molte persone...e anche a me non sembra poca cosa.
Poi se vogliamo continuare sull'italica linea del criticare sempre e comunque ogni cosa (anche questa che in effetti era -e rimane- una bella notizia), è un'altro discorso che ovviamente non intendo proseguire.
Saluti.
- dedi dedone
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gabry wrote:Non si capisce se scherzi...se sì, ti consiglierei di usare le faccine di modo che tutti capiscano che sei ironico.dedi dedone wrote:... e allora .... avanti tutti!!!mah!!!non ho parole!!!chissà a chi servono o interessano 'ste cose....oltre che agli interessati,ovviamente!!!e dai,siamo seri!!!
Se invece sei serio, il commento è proprio cinico oltre che di cattivo gusto.
Il sapere che nonostante difficoltà apparentemente molto debilitanti si può continuare a coltivare la propria passione e raggiungere anche obiettivi di tutto rispetto per me è molto rincuorante, anche se sono giovane e non ho al momento nessun impedimento...






Saluti
dedi dedone
- dedi dedone
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sinceramente penso che stiate sottolineando due aspetti diversi di questo fatto, entrambi sensati e comunque opportuni.
Non credo che nessuna delle due posizioni sia stolta.
da un lato la testimonianza che certi traguardi/passioni non sono preclusi a chi ha alcuni limiti fisici è secondo me un bel segno di incoraggiamento e speranza per chi quelle condizioni le vive più o meno direttamente..
..dall'altro lato non mi scandalizza quanto sottolinea dedi dedone, in quanto se questo segno di speranza e incoraggiamento viene portato avanti con uno spiegamento di forze che poi non ha a disposizione chiunque altri nelle stesse condizioni fisiche volesse compiere quei gesti in montagna...allora è chiaro che il messaggio "ce la posso fare anche io" viene in parte compromesso ... è comunque un aspetto su cui riflettere, ovviamente senza voler infangare ciò che di buono può aver portato con se questa iniziativa.
Non credo che nessuna delle due posizioni sia stolta.


Quoto! Queste cose servono proprio, oltre alla ricerca, a dare una speranza in più a chi fà queste attività. Penso che tutti, qui sul forum, più o meno giovani abbiano almeno una volta pensato a questa evenienza. Io purtroppo per motivi di genetica familiare (ipertesi e cardiopatici) ci penso sempre.gecko wrote:Leggendo quanto riportato da Olum credo che ste cose possano servire sia alla ricerca che a ridare la speranza a molte persone..........e non mi sembra poca cosadedi dedone wrote:... e allora .... avanti tutti!!!mah!!!non ho parole!!!chissà a chi servono o interessano 'ste cose....oltre che agli interessati,ovviamente!!!e dai,siamo seri!!!

Paolo
Il silenzio è il grido più forte.
Il silenzio è il grido più forte.
LA SFIGA FA CRESCERE (QUALCUNO)
MAH?
Avevo scritto un intervento assai infuocato perchè ritengo che la cosa più turpe che si può fare ad un individuo è togliergli ogni ragionevole speranza, costringerlo a sopravvivere a se stesso, lasciarlo in uno stato in cui non può più essere quello che il cuore gli dice d'essere, paralizzarlo nella paura.
Poi mi sono ricreduto su i toni che avevo usato e questo mi dimostra quanto siano variabili i miei pensieri.
Innanzitutto avevo attaccato le considerazioni fatte da dedone perchè irrispettose e un tantino presuntuose...
Poi, anche in questo caso, mi sono ricreduto ed ho pensato che egli dovesse avere le SUE ragioni per essere così sensibile e che il suo dovere interiore di deridere un iniziativa di questo genere meritasse qualche attenzione invece che una semplice e sonora pernacchia come mi accingevo potentemente ad emettere!
Alcuni fatti:
- Dei cardiologi hanno potuto fare buona pubblicità delle loro cure con questa iniziativa
- Due persone con problemi al cuore sono arrivate con molto impegno e molti sforzi ad un obiettivo denso di emozioni e gioia a cui tenevano in maniera notevole
- Lo studio probabilmente non apporta nulla di nuovo nel campo della cardiologia ma (è un mio parere con pochi dati di fatto) costituisce una conferma alle metodiche di allenamento in quota già conosciute e alla "vis sanatix" della natura di ogni essere vivente
- La notizia è una speranza e un sollievo per chi ha avuto un infarto e crede di averlo preso in saccoccia!
E' buono quello che è successo?
Si, direi di si!
Allora non lo critico e non mi scandalizzo se qualcuno ci dovesse guadagnare qualcosa.
Le spese per tali prestazioni "da astronauti" erano a carico della collettività ed erano esorbitanti?
Non credo proprio... e penso agli sprechi più assurdi d'Italia per raffronto.
Ancora, quindi, sono a favore!
Si ingenerano forse false speranze? Prossimamente avremo sui monti miradi di alpinisti cardiopatici stroncati da subitanei infarti sul pilastro centrale del Bianco?
Ipotesi ridicola. Credo che ognuno pensi per se e sappia quanto e come muoversi.
Credo invece che anche da queste notizie l'opinione pubblica e la classe medica possano deviare l'attenzione da una cura con farmaci "esterni" ad una basata principalmente sul recupero e sull'allenamento graduale e progressivo nata su risorse interne dell'individuo, sulla forza di recupero dell'intero individuo attivo e motivato ad un fine.
Nel mio mutato intervento avevo anche citato la mia esperienza personale ma poi l'ho stralciata perchè essa riguarda solo me stesso e nessun altro.
Auguro a tutti di di avere la forza morale, quando cadranno nella sfiga (cosa che prima o poi succede a tutti belli e brutti) di ribellarsi virilmente alla rassegnazione di un esistenza sopravvissuta. Di rialzarsi senza fare drammi, cercare scuse o colpevoli, con le proprie forze e senza commiserazioni.
Accettare di lottare strenuamente, per vivere appieno le proprie emozioni e la propria vita anche se con un polmone in meno o con il passo traballante: alla fine si potrà dire di avere capito qualche cosa di più di se stessi e del proprio valore.
Alla fine superare tali difficoltà, credo, sia comunque un bene: un inno alla forza della vita che nessuno abbia il purchè minimo diritto di contestare.
Guido
"Perché battersi solo se la vittoria è certa? È più bello quando è inutile, tra scoppi di scintille. Chi sono tutti quelli? Ah, ma siete mille e mille. Ah, sì, vi riconosco, nemici miei in consesso. Menzogna, Codardia, Doppiezza, Compromesso… Lo so che alla fin fine voi mi darete il matto. Che importa, io mi batto, io mi batto, io mi batto! Ah! Voi mi strappate tutto, l'alloro e la rosa. Servitevi. Malgrado voi, mi resta un'altra cosa che è mia. E quando a sera entrerò in quel di Dio, spazzerà il mio saluto l'azzurro sfavillìo e offrirò, con l'orgoglio che mai macchiai né macchio, l'indomita purezza del…"
"Del?"
"Del mio pennacchio!"
CYRANO DE BERGERAC
Avevo scritto un intervento assai infuocato perchè ritengo che la cosa più turpe che si può fare ad un individuo è togliergli ogni ragionevole speranza, costringerlo a sopravvivere a se stesso, lasciarlo in uno stato in cui non può più essere quello che il cuore gli dice d'essere, paralizzarlo nella paura.
Poi mi sono ricreduto su i toni che avevo usato e questo mi dimostra quanto siano variabili i miei pensieri.
Innanzitutto avevo attaccato le considerazioni fatte da dedone perchè irrispettose e un tantino presuntuose...
Poi, anche in questo caso, mi sono ricreduto ed ho pensato che egli dovesse avere le SUE ragioni per essere così sensibile e che il suo dovere interiore di deridere un iniziativa di questo genere meritasse qualche attenzione invece che una semplice e sonora pernacchia come mi accingevo potentemente ad emettere!
Alcuni fatti:
- Dei cardiologi hanno potuto fare buona pubblicità delle loro cure con questa iniziativa
- Due persone con problemi al cuore sono arrivate con molto impegno e molti sforzi ad un obiettivo denso di emozioni e gioia a cui tenevano in maniera notevole
- Lo studio probabilmente non apporta nulla di nuovo nel campo della cardiologia ma (è un mio parere con pochi dati di fatto) costituisce una conferma alle metodiche di allenamento in quota già conosciute e alla "vis sanatix" della natura di ogni essere vivente
- La notizia è una speranza e un sollievo per chi ha avuto un infarto e crede di averlo preso in saccoccia!
E' buono quello che è successo?
Si, direi di si!
Allora non lo critico e non mi scandalizzo se qualcuno ci dovesse guadagnare qualcosa.
Le spese per tali prestazioni "da astronauti" erano a carico della collettività ed erano esorbitanti?
Non credo proprio... e penso agli sprechi più assurdi d'Italia per raffronto.
Ancora, quindi, sono a favore!
Si ingenerano forse false speranze? Prossimamente avremo sui monti miradi di alpinisti cardiopatici stroncati da subitanei infarti sul pilastro centrale del Bianco?
Ipotesi ridicola. Credo che ognuno pensi per se e sappia quanto e come muoversi.
Credo invece che anche da queste notizie l'opinione pubblica e la classe medica possano deviare l'attenzione da una cura con farmaci "esterni" ad una basata principalmente sul recupero e sull'allenamento graduale e progressivo nata su risorse interne dell'individuo, sulla forza di recupero dell'intero individuo attivo e motivato ad un fine.
Nel mio mutato intervento avevo anche citato la mia esperienza personale ma poi l'ho stralciata perchè essa riguarda solo me stesso e nessun altro.
Auguro a tutti di di avere la forza morale, quando cadranno nella sfiga (cosa che prima o poi succede a tutti belli e brutti) di ribellarsi virilmente alla rassegnazione di un esistenza sopravvissuta. Di rialzarsi senza fare drammi, cercare scuse o colpevoli, con le proprie forze e senza commiserazioni.
Accettare di lottare strenuamente, per vivere appieno le proprie emozioni e la propria vita anche se con un polmone in meno o con il passo traballante: alla fine si potrà dire di avere capito qualche cosa di più di se stessi e del proprio valore.
Alla fine superare tali difficoltà, credo, sia comunque un bene: un inno alla forza della vita che nessuno abbia il purchè minimo diritto di contestare.
Guido
"Perché battersi solo se la vittoria è certa? È più bello quando è inutile, tra scoppi di scintille. Chi sono tutti quelli? Ah, ma siete mille e mille. Ah, sì, vi riconosco, nemici miei in consesso. Menzogna, Codardia, Doppiezza, Compromesso… Lo so che alla fin fine voi mi darete il matto. Che importa, io mi batto, io mi batto, io mi batto! Ah! Voi mi strappate tutto, l'alloro e la rosa. Servitevi. Malgrado voi, mi resta un'altra cosa che è mia. E quando a sera entrerò in quel di Dio, spazzerà il mio saluto l'azzurro sfavillìo e offrirò, con l'orgoglio che mai macchiai né macchio, l'indomita purezza del…"
"Del?"
"Del mio pennacchio!"
CYRANO DE BERGERAC
Guido
Non sono ASSOLUTAMENTE d'accordo.... su quello che si è scritto nell'ultimo intervento. perchè:
Se la speranza di vita deve essere a carico della collettività, come in questo caso, allora deve essere data a TUTTI, con annessi e connessi, e non solo a qualcuno (anche se l'azione è meritevole sul lato umano e medico) e se si pensa che i soggetti che sono affetti di tali problematiche sappiano gestirsi e finanziarsi una "operazione" del genere, allora si che si vive in un altro mondo.
La mia conclusione è che se ci sono le potenzialità e possibilità per raggiungere questi obbiettivi "DEVONO ESSERE DATE A TUTTI" e non solo a pochi eletti( e qui si aprirebbero delle altre ipotesi di come sono state fatte le scelte....) questo non vuol dire sparare contro l'iniziativa
Se la speranza di vita deve essere a carico della collettività, come in questo caso, allora deve essere data a TUTTI, con annessi e connessi, e non solo a qualcuno (anche se l'azione è meritevole sul lato umano e medico) e se si pensa che i soggetti che sono affetti di tali problematiche sappiano gestirsi e finanziarsi una "operazione" del genere, allora si che si vive in un altro mondo.



La mia conclusione è che se ci sono le potenzialità e possibilità per raggiungere questi obbiettivi "DEVONO ESSERE DATE A TUTTI" e non solo a pochi eletti( e qui si aprirebbero delle altre ipotesi di come sono state fatte le scelte....) questo non vuol dire sparare contro l'iniziativa

- Marco_Bibi
- Utente Attivo
- Posts: 112
- Joined: Tue Dec 09, 2008 16:54
Ciao a tutti, ho letto l'articolo del secolo XIX e i commenti di alcuni di voi.
Ho ricavato l'impressione che, forse, ci si stia "accalorando" un po' troppo per qualcosa che rientra nell'ambito di normali procedure di ricerca.
Mi permetto di dire che l'argomento è trattato, nell'artico del giornale, in maniera un po' sbrigativa e semplicistica, con l'intento di attirare l'attenzione per mezzo dello scalpore...ma è un'opinione personale.
Comunque sia, mi sembra che si sia ricavata l'idea di uno "spreco di denaro pubblico" e di un'impresa un po' fine a se stessa.
Io non sono propriamente d'accordo. Credo che si debba inquadrare il tutto nell'ambito di un'attività di ricerca, e che si debbano sfrondare le informazioni ricavate dall'articolo; per esempio: quando scrivono che i due alpinisti si sono sottoposti a visite specialistiche, io deduco che sono stati visitati dal cardiologo responsabile della ricerca e da qualche assistente, magari una volta al mese e sottoposti a ecografia; che poi sia stato elaborato un programma di esercizi e uscite in montagna e che si sia stabilita una routine di controlli. Fino a qui, da semiprofano, non ricavo l'idea che il denaro destinato a questa ricerca sia stato mal impiegato.
Tra l'altro l'articolo riporta come uno dei due "infartuati" abbia sofferto, e anche rischiato, per la mancanza di adeguato programma di recupero all'epoca del suo incidente (chiamamolo così).
Uno dei risultati di questa ricerca dovrebbe proprio esser quello di rendere disponibili a tutti programmi adeguati e sicuri per il ritorno ad una vita soddisfacente anche dopo un infarto.
Un mio caro amico, frequentando il corso di scialpinismo della sezione Ligure di quest'anno, ha avuto spesso come compagni di gita i due signori in questione, che si sono ben comportanti, aggregandosi in autonomia alle uscite, tanto per non andar sempre da soli.
Forse i punti che più colpiscono, e magari suscitano indignazione, sono la scelta dei soggetti e l'utilizzo dell'elicottero per il trasposrto del cardiologo.
I due alpinisti sono stati scelti come soggetti di ricerca. Ciò vuol dire, solitamente, che avevano i requisiti adatti per costituire un capione rappresentativo della media delle persone cardiopatiche di sesso maschile. Probabilmente erano già pazienti del cardiologo che ha seguito la ricerca, oppure si conoscevano per la frequentazione alpinistica, oppure...beh non so, ci possono essere molti collegamenti possibili, ma non credo siano poi così rilevanti. I punti fondamenteali sono la loro rappresentatività ai fini statistici della ricerca, e la loro competenza alpinistica (indispensabile visto che la ricerca riguardava la possibilità di svolgere sforzi in quota).
Per quanto riguarda l'elicottero bisognerebbe chiedere al comune di Courmayeur che, secondo il giornalista, l'ha messo a disposizione. L'hanno offerto loro? o è stato pagato con i soldi stanziati per questa ricerca?
Comunque sia andata a me sembra evidente che si è trattato di un'attività di ricerca le cui ricadute, saranno utili a tutti, perché permetteranno in futuro a tutti i cardiopatici di seguire uno sperimentato e sicuro programma di recupero (non necessariamente finalizzato a scalare una montagna, ma a ritornare ad una vita attiva).
Sono daccordo con Titus (di cui apprezzo molto la schiettezza e le chiodature in Valle), se il patto sociale esiste, se la società funziona, allora deve essere data a tutti la possibilità di migliorare il proprio stato. Credo che questa ricerca (perchè di questo si tratta, non di una gita organizzata per ricchi privilegiati) vada proprio in questo senso.
Una volta presentati pubblicamente e riconosciuti come validi (questo è fondamentale), i risultati ottenuti permetteranno a chiunque sia curato da un buon cardiologo di programmare un suo ritorno all'attività fisica, anche in quota; questa volta senza elicotteri (necessari, almeno credo, durante la fase sperimentale), ma eseguendo alcune visite ed esami.
Scusate se mi sono dilungato ma, presuntuosamente, pensavo di poter dare un po' di chiarezza.
Ciao a tutti.
Ho ricavato l'impressione che, forse, ci si stia "accalorando" un po' troppo per qualcosa che rientra nell'ambito di normali procedure di ricerca.
Mi permetto di dire che l'argomento è trattato, nell'artico del giornale, in maniera un po' sbrigativa e semplicistica, con l'intento di attirare l'attenzione per mezzo dello scalpore...ma è un'opinione personale.
Comunque sia, mi sembra che si sia ricavata l'idea di uno "spreco di denaro pubblico" e di un'impresa un po' fine a se stessa.
Io non sono propriamente d'accordo. Credo che si debba inquadrare il tutto nell'ambito di un'attività di ricerca, e che si debbano sfrondare le informazioni ricavate dall'articolo; per esempio: quando scrivono che i due alpinisti si sono sottoposti a visite specialistiche, io deduco che sono stati visitati dal cardiologo responsabile della ricerca e da qualche assistente, magari una volta al mese e sottoposti a ecografia; che poi sia stato elaborato un programma di esercizi e uscite in montagna e che si sia stabilita una routine di controlli. Fino a qui, da semiprofano, non ricavo l'idea che il denaro destinato a questa ricerca sia stato mal impiegato.
Tra l'altro l'articolo riporta come uno dei due "infartuati" abbia sofferto, e anche rischiato, per la mancanza di adeguato programma di recupero all'epoca del suo incidente (chiamamolo così).
Uno dei risultati di questa ricerca dovrebbe proprio esser quello di rendere disponibili a tutti programmi adeguati e sicuri per il ritorno ad una vita soddisfacente anche dopo un infarto.
Un mio caro amico, frequentando il corso di scialpinismo della sezione Ligure di quest'anno, ha avuto spesso come compagni di gita i due signori in questione, che si sono ben comportanti, aggregandosi in autonomia alle uscite, tanto per non andar sempre da soli.
Forse i punti che più colpiscono, e magari suscitano indignazione, sono la scelta dei soggetti e l'utilizzo dell'elicottero per il trasposrto del cardiologo.
I due alpinisti sono stati scelti come soggetti di ricerca. Ciò vuol dire, solitamente, che avevano i requisiti adatti per costituire un capione rappresentativo della media delle persone cardiopatiche di sesso maschile. Probabilmente erano già pazienti del cardiologo che ha seguito la ricerca, oppure si conoscevano per la frequentazione alpinistica, oppure...beh non so, ci possono essere molti collegamenti possibili, ma non credo siano poi così rilevanti. I punti fondamenteali sono la loro rappresentatività ai fini statistici della ricerca, e la loro competenza alpinistica (indispensabile visto che la ricerca riguardava la possibilità di svolgere sforzi in quota).
Per quanto riguarda l'elicottero bisognerebbe chiedere al comune di Courmayeur che, secondo il giornalista, l'ha messo a disposizione. L'hanno offerto loro? o è stato pagato con i soldi stanziati per questa ricerca?
Comunque sia andata a me sembra evidente che si è trattato di un'attività di ricerca le cui ricadute, saranno utili a tutti, perché permetteranno in futuro a tutti i cardiopatici di seguire uno sperimentato e sicuro programma di recupero (non necessariamente finalizzato a scalare una montagna, ma a ritornare ad una vita attiva).
Sono daccordo con Titus (di cui apprezzo molto la schiettezza e le chiodature in Valle), se il patto sociale esiste, se la società funziona, allora deve essere data a tutti la possibilità di migliorare il proprio stato. Credo che questa ricerca (perchè di questo si tratta, non di una gita organizzata per ricchi privilegiati) vada proprio in questo senso.
Una volta presentati pubblicamente e riconosciuti come validi (questo è fondamentale), i risultati ottenuti permetteranno a chiunque sia curato da un buon cardiologo di programmare un suo ritorno all'attività fisica, anche in quota; questa volta senza elicotteri (necessari, almeno credo, durante la fase sperimentale), ma eseguendo alcune visite ed esami.
Scusate se mi sono dilungato ma, presuntuosamente, pensavo di poter dare un po' di chiarezza.
Ciao a tutti.
"Chiamatemi Ismaele..."
STORIELLA VERA
Due estati fa sono stato a Courmayeur per una settimana.
Sono salito un mattino al facile rifugio Bonatti all'alpe di Malatrà (un oretta di cammino dalla strada).
C'era l'elicottero che portava bancali di roba al rifugio.
C'erano bancali con roba da mangiare... Bancali con bottiglie della famosa bevanda scura e gasata... Bancali (n.2) di acqua minerale (1 gasata e una liscia) perchè, evidentemente, quella che sgorga presso il rifugio è fetida, maleodorante e infetta come una fogna di calcutta o come un rivolo che scorre a nairobi in mezzo alle baraccopoli.
Spettacolari evoluzioni dell'elicottero emozionanti per gli astanti.
Nessuno scandalo.
Strano... avrei creduto che ci fosse almeno un borbottio generale degli astanti...
MA FORSE L'ACQUA MINERALE ERA PER TUTTI, QUINDI DEMOCRATICA E QUINDI GIUSTO IL VOLO PER PORTARE QUALCOSA CHE SI PUO' VENDERE A TUTTI... Il denaro giustifica tante cose... non scandalizza nessuno... a volte!
Evidentemente, per qualcuno, uno studio non ha alcuna importanza anche se potesse avere delle ricadute morali e fattive nell' affrontare da parte della classe medica e per i cardiopatici una nuova cura fatta di allenamenti e adattamenti.
E sto parlando di gente che non ce la fa a salire le scale di casa. Ma è vero: la ASL preferisce passarti le pastiglie che affrontare un programma di allenamento... le multinazionali delle cyclette non sono abbastanza potenti, quelle del farmaco temo di si.
Mi viene in mente mia zia che era nata nel 1902 e che diceva, nel 1969 una grande verità: "ma perchè non danno da mangiare a chi ha fame invece che andare sulla luna... Che spreco...!!!"
Aveva ragione???!!! BOH?
Sono salito un mattino al facile rifugio Bonatti all'alpe di Malatrà (un oretta di cammino dalla strada).
C'era l'elicottero che portava bancali di roba al rifugio.
C'erano bancali con roba da mangiare... Bancali con bottiglie della famosa bevanda scura e gasata... Bancali (n.2) di acqua minerale (1 gasata e una liscia) perchè, evidentemente, quella che sgorga presso il rifugio è fetida, maleodorante e infetta come una fogna di calcutta o come un rivolo che scorre a nairobi in mezzo alle baraccopoli.
Spettacolari evoluzioni dell'elicottero emozionanti per gli astanti.
Nessuno scandalo.
Strano... avrei creduto che ci fosse almeno un borbottio generale degli astanti...
MA FORSE L'ACQUA MINERALE ERA PER TUTTI, QUINDI DEMOCRATICA E QUINDI GIUSTO IL VOLO PER PORTARE QUALCOSA CHE SI PUO' VENDERE A TUTTI... Il denaro giustifica tante cose... non scandalizza nessuno... a volte!
Evidentemente, per qualcuno, uno studio non ha alcuna importanza anche se potesse avere delle ricadute morali e fattive nell' affrontare da parte della classe medica e per i cardiopatici una nuova cura fatta di allenamenti e adattamenti.
E sto parlando di gente che non ce la fa a salire le scale di casa. Ma è vero: la ASL preferisce passarti le pastiglie che affrontare un programma di allenamento... le multinazionali delle cyclette non sono abbastanza potenti, quelle del farmaco temo di si.
Mi viene in mente mia zia che era nata nel 1902 e che diceva, nel 1969 una grande verità: "ma perchè non danno da mangiare a chi ha fame invece che andare sulla luna... Che spreco...!!!"
Aveva ragione???!!! BOH?
Guido
quoto Marco_Bibi: solo leggendo questo fatto come un'operazione di ricerca medica con il fine ultimo di raccogliere INFORMAZIONI utili alla collettività intera si dà un nobile senso a quanto accaduto.
Se ci lasciamo invece andare ai sentimentalismo e si vuol leggere il tutto come un'operazione mirata a DARE SPERANZA ("ce l'hanbno fatta loro, ce la puoi fare anche tu !") allora cadiamo su un piano in cui, a mio parere, tutto è discutibile
Se ci lasciamo invece andare ai sentimentalismo e si vuol leggere il tutto come un'operazione mirata a DARE SPERANZA ("ce l'hanbno fatta loro, ce la puoi fare anche tu !") allora cadiamo su un piano in cui, a mio parere, tutto è discutibile

dedi dedone wrote:gabry wrote:Non si capisce se scherzi...se sì, ti consiglierei di usare le faccine di modo che tutti capiscano che sei ironico.dedi dedone wrote:... e allora .... avanti tutti!!!mah!!!non ho parole!!!chissà a chi servono o interessano 'ste cose....oltre che agli interessati,ovviamente!!!e dai,siamo seri!!!
Se invece sei serio, il commento è proprio cinico oltre che di cattivo gusto.
Il sapere che nonostante difficoltà apparentemente molto debilitanti si può continuare a coltivare la propria passione e raggiungere anche obiettivi di tutto rispetto per me è molto rincuorante, anche se sono giovane e non ho al momento nessun impedimento...![]()
![]()
lungi da me l'idea di suscitare un "vespaio" del genere...Il mio era solo un commento personale,condivisibile o meno,cinico e di cattivo gusto quanto volete,ma....purtroppo reale!!!voglio proprio vedere (sia ben chiaro:non lo auguro a nessuno!!!) se una qualunque altra persona "normale" nelle stesse condizioni ma senza qualche "aggancio" si può permettere tutto un sistema del genere (compreso elicottero a disposizione del medico(???) che seguiva la "salita"...e tutto l'impegno dello staff al completo di un'intera divisione cardiologica!!!!)
![]()
![]()
.Ti auguro di cuore di non doverti mai trovare in una situazione del genere,ma,se ti dovesse capitare,mi saprai dire se sarà la STESSA cosa!!!
Saluti
Mi dispiace un sacco sentire/leggere questi commenti pungenti...

Si dà il caso che io conosca PERSONALMENTE queste due persone di forza e vigore eccezionali che hanno compiuto quest'impresa.
Innanzi tutto posso testimoniare che il loro scopo era più che nobile. Si sono prestati per sè stessi (per vincere una battaglia personale, ma con un programma di allenamento molto preciso e ben rispettato, per non correre rischi inutili) e per gli altri, per dare una speranza di guarigione e allargare le vedute di chi ha avuto come loro seri problemi di salute.
MOLTO OVVIAMENTE sono stati seguiti dai medici, anche perchè imprese del genere, se in via di studio, possono essere pericolose, specie se magari ancora non si conoscono bene proprio tutte le reazioni dell'organismo sotto sforzo e in quota, dopo un infarto...
Ma tutto ciò è stato fatto non certo per vanagloria, ma per coltivare la speranza che in futuro si possano trovare dei rimedi alla portata di tutti, molto più "da banco" e quindi anche meno "scenici" per permettere questi stessi progressi a un ventaglio molto più ampio di persone... anche a chi non ha "agganci".
Bisogna sempre conoscere prima di giudicare...

(Per la cronaca, 'sti due soggetti qui sono montanari sinceri e sfegatati e hanno interessi totalmente diversi dalla visibilità sul giornale o in TV...)
«Voglio gridare che la vita è indistruttibile, nonostante la morte; che l'altro è un fratello prima d'essere un nemico; che le forze che sono in noi possono sollevarci e sono inesauribili; che la vita comincia oggi e ogni giorno, e che è speranza.»
- dedi dedone
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Manù wrote:dedi dedone wrote:gabry wrote:Non si capisce se scherzi...se sì, ti consiglierei di usare le faccine di modo che tutti capiscano che sei ironico.dedi dedone wrote:... e allora .... avanti tutti!!!mah!!!non ho parole!!!chissà a chi servono o interessano 'ste cose....oltre che agli interessati,ovviamente!!!e dai,siamo seri!!!
Se invece sei serio, il commento è proprio cinico oltre che di cattivo gusto.
Il sapere che nonostante difficoltà apparentemente molto debilitanti si può continuare a coltivare la propria passione e raggiungere anche obiettivi di tutto rispetto per me è molto rincuorante, anche se sono giovane e non ho al momento nessun impedimento...![]()
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lungi da me l'idea di suscitare un "vespaio" del genere...Il mio era solo un commento personale,condivisibile o meno,cinico e di cattivo gusto quanto volete,ma....purtroppo reale!!!voglio proprio vedere (sia ben chiaro:non lo auguro a nessuno!!!) se una qualunque altra persona "normale" nelle stesse condizioni ma senza qualche "aggancio" si può permettere tutto un sistema del genere (compreso elicottero a disposizione del medico(???) che seguiva la "salita"...e tutto l'impegno dello staff al completo di un'intera divisione cardiologica!!!!)
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.Ti auguro di cuore di non doverti mai trovare in una situazione del genere,ma,se ti dovesse capitare,mi saprai dire se sarà la STESSA cosa!!!
Saluti
Mi dispiace un sacco sentire/leggere questi commenti pungenti...![]()
Si dà il caso che io conosca PERSONALMENTE queste due persone di forza e vigore eccezionali che hanno compiuto quest'impresa.
Innanzi tutto posso testimoniare che il loro scopo era più che nobile. Si sono prestati per sè stessi (per vincere una battaglia personale, ma con un programma di allenamento molto preciso e ben rispettato, per non correre rischi inutili) e per gli altri, per dare una speranza di guarigione e allargare le vedute di chi ha avuto come loro seri problemi di salute.
MOLTO OVVIAMENTE sono stati seguiti dai medici, anche perchè imprese del genere, se in via di studio, possono essere pericolose, specie se magari ancora non si conoscono bene proprio tutte le reazioni dell'organismo sotto sforzo e in quota, dopo un infarto...
Ma tutto ciò è stato fatto non certo per vanagloria, ma per coltivare la speranza che in futuro si possano trovare dei rimedi alla portata di tutti, molto più "da banco" e quindi anche meno "scenici" per permettere questi stessi progressi a un ventaglio molto più ampio di persone... anche a chi non ha "agganci".
Bisogna sempre conoscere prima di giudicare...![]()
(Per la cronaca, 'sti due soggetti qui sono montanari sinceri e sfegatati e hanno interessi totalmente diversi dalla visibilità sul giornale o in TV...)





saluti a tutti



dedi dedone
...però scusa, dedi (abbreviato anche se così diventa il nome del mio co-admin che nn si vede da una vita..
), ti sei focalizzato su alcuni interventi e non su altri...
Secondo me il punto di contatto sta in quanto scritto da Marco_Bibi, cioè tutta sta cosa ha un vero senso se lo scopo è quello di raccogliere informazioni utili a tutti.
Sotto questa lettura non ci sarebbe nulla di poco nobile, anzi. Non concordi?
Poi ovviamente tu puoi mettere in dubbio che sia stato questo lo scopo dell'iniziativa, è questo che dici?


Sotto questa lettura non ci sarebbe nulla di poco nobile, anzi. Non concordi?

Poi ovviamente tu puoi mettere in dubbio che sia stato questo lo scopo dell'iniziativa, è questo che dici?

- dedi dedone
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Concordo,ovviamente.......Restano i dubbi su una certa "spettacolarizzazione" di tanti,troppi eventi che,a mio giudizio,non è necessaria.bade wrote:...però scusa, dedi (abbreviato anche se così diventa il nome del mio co-admin che nn si vede da una vita..), ti sei focalizzato su alcuni interventi e non su altri...
Secondo me il punto di contatto sta in quanto scritto da Marco_Bibi, cioè tutta sta cosa ha un vero senso se lo scopo è quello di raccogliere informazioni utili a tutti.
Sotto questa lettura non ci sarebbe nulla di poco nobile, anzi. Non concordi?![]()
Poi ovviamente tu puoi mettere in dubbio che sia stato questo lo scopo dell'iniziativa, è questo che dici?
...e non mi offendo,se mi chiami Dedi:è il mio diminutivo,anche se sono talmente piccolo che se ancora mi "diminuiscono" un pò...finisco in niente



dedi dedone
Bene.
Ah, si... Ognuno può e deve pensarla come gli viene!
Le idee si scambiano (se sono idee...) proprio per la possibilità che qualche volta si possano confrontare e cambiarle, se si crede...
Credo alla dialettica. Noto però, talvolta, che la ragione rimane impigliata nei preconcetti di ognuno...
Un amico mi ha confidato una strategia che adotta nelle dispute che reputa più inutilmente accese...
Lui dice:
"Non dicutere mai con uno stupido.
Ti porterebbe al suo livello
e poi ti batterebbe con l'esperienza..."
Sull'esistenza dello stupido dialettico (come ruolo, beninteso, e non come persona in carne e ossa) non avevo mai fatto i conti ma temo che qualche ragione, a volte, il mio amico ce l'abbia.
Un esempio sono le discussioni con una mia collega: le parlo di democrazia, diritti umani, dando per scontato che ogni essere umano valga la stessa cosa, ma lei è dichiaratamente razzista e radicata nelle sue convinzioni e nessun dubbio smuove la sua coscienza.
Ora però nasce un altro interrogativo LEI è stupida, lo sono IO, ENTRAMBI o NESSUNO?
E' lo stesso paradosso logico di affrontare con i consueti strumenti della dialettica democratica una qualsiasi forma di violento e muto totalitarismo basato su un consenso sufficientemente largo... Si soccombe... Storicamente accertato!
Ah, si... Ognuno può e deve pensarla come gli viene!
Le idee si scambiano (se sono idee...) proprio per la possibilità che qualche volta si possano confrontare e cambiarle, se si crede...
Credo alla dialettica. Noto però, talvolta, che la ragione rimane impigliata nei preconcetti di ognuno...
Un amico mi ha confidato una strategia che adotta nelle dispute che reputa più inutilmente accese...
Lui dice:
"Non dicutere mai con uno stupido.
Ti porterebbe al suo livello
e poi ti batterebbe con l'esperienza..."
Sull'esistenza dello stupido dialettico (come ruolo, beninteso, e non come persona in carne e ossa) non avevo mai fatto i conti ma temo che qualche ragione, a volte, il mio amico ce l'abbia.
Un esempio sono le discussioni con una mia collega: le parlo di democrazia, diritti umani, dando per scontato che ogni essere umano valga la stessa cosa, ma lei è dichiaratamente razzista e radicata nelle sue convinzioni e nessun dubbio smuove la sua coscienza.
Ora però nasce un altro interrogativo LEI è stupida, lo sono IO, ENTRAMBI o NESSUNO?
E' lo stesso paradosso logico di affrontare con i consueti strumenti della dialettica democratica una qualsiasi forma di violento e muto totalitarismo basato su un consenso sufficientemente largo... Si soccombe... Storicamente accertato!
Guido
...capisco il discorso in generale, ma nel particolare di questa discussione lo trovo fuori luogo, sinceramente.
se una persona avesse detto:" i cardipatici tutti a casa, vadano a quel paese" allora credo saremmo tutti perplessi e indignati, oltre che contrari. Ma qui si discute sul MODO di portare avanti una iniziativa. Mi pare chiaro...anche Dedi lo ha specificato nel suo ultimo intervento.
Ora io credo che tu Guido puoi ritenere che discutere sul MODO in questo caso sia cosa sbagliata in quanto è il nobile FINE quello che conta, però non è stupido porsi anche il problema sul modo, perchè se ne fai una notizia allora il modo in cui avviene un evento condiziona il MESSAGGIO che ne deriva e come questo viene recepito. Ne è prova questo topic.

se una persona avesse detto:" i cardipatici tutti a casa, vadano a quel paese" allora credo saremmo tutti perplessi e indignati, oltre che contrari. Ma qui si discute sul MODO di portare avanti una iniziativa. Mi pare chiaro...anche Dedi lo ha specificato nel suo ultimo intervento.
Ora io credo che tu Guido puoi ritenere che discutere sul MODO in questo caso sia cosa sbagliata in quanto è il nobile FINE quello che conta, però non è stupido porsi anche il problema sul modo, perchè se ne fai una notizia allora il modo in cui avviene un evento condiziona il MESSAGGIO che ne deriva e come questo viene recepito. Ne è prova questo topic.

é da sperare che si tratti di una ricerca e non appunto della gita in quota dell'amico o dell'amico dell'amico...Marco_Bibi wrote:Ciao a tutti, ho letto l'articolo del secolo XIX e i commenti di alcuni di voi.
Ho ricavato l'impressione che, forse, ci si stia "accalorando" un po' troppo per qualcosa che rientra nell'ambito di normali procedure di ricerca.
Mi permetto di dire che l'argomento è trattato, nell'artico del giornale, in maniera un po' sbrigativa e semplicistica, con l'intento di attirare l'attenzione per mezzo dello scalpore...ma è un'opinione personale.
Comunque sia, mi sembra che si sia ricavata l'idea di uno "spreco di denaro pubblico" e di un'impresa un po' fine a se stessa.
Io non sono propriamente d'accordo. Credo che si debba inquadrare il tutto nell'ambito di un'attività di ricerca, e che si debbano sfrondare le informazioni ricavate dall'articolo; per esempio: quando scrivono che i due alpinisti si sono sottoposti a visite specialistiche, io deduco che sono stati visitati dal cardiologo responsabile della ricerca e da qualche assistente, magari una volta al mese e sottoposti a ecografia; che poi sia stato elaborato un programma di esercizi e uscite in montagna e che si sia stabilita una routine di controlli. Fino a qui, da semiprofano, non ricavo l'idea che il denaro destinato a questa ricerca sia stato mal impiegato.
Tra l'altro l'articolo riporta come uno dei due "infartuati" abbia sofferto, e anche rischiato, per la mancanza di adeguato programma di recupero all'epoca del suo incidente (chiamamolo così).
Uno dei risultati di questa ricerca dovrebbe proprio esser quello di rendere disponibili a tutti programmi adeguati e sicuri per il ritorno ad una vita soddisfacente anche dopo un infarto.
Un mio caro amico, frequentando il corso di scialpinismo della sezione Ligure di quest'anno, ha avuto spesso come compagni di gita i due signori in questione, che si sono ben comportanti, aggregandosi in autonomia alle uscite, tanto per non andar sempre da soli.
Forse i punti che più colpiscono, e magari suscitano indignazione, sono la scelta dei soggetti e l'utilizzo dell'elicottero per il trasposrto del cardiologo.
I due alpinisti sono stati scelti come soggetti di ricerca. Ciò vuol dire, solitamente, che avevano i requisiti adatti per costituire un capione rappresentativo della media delle persone cardiopatiche di sesso maschile. Probabilmente erano già pazienti del cardiologo che ha seguito la ricerca, oppure si conoscevano per la frequentazione alpinistica, oppure...beh non so, ci possono essere molti collegamenti possibili, ma non credo siano poi così rilevanti. I punti fondamenteali sono la loro rappresentatività ai fini statistici della ricerca, e la loro competenza alpinistica (indispensabile visto che la ricerca riguardava la possibilità di svolgere sforzi in quota).
Per quanto riguarda l'elicottero bisognerebbe chiedere al comune di Courmayeur che, secondo il giornalista, l'ha messo a disposizione. L'hanno offerto loro? o è stato pagato con i soldi stanziati per questa ricerca?
Comunque sia andata a me sembra evidente che si è trattato di un'attività di ricerca le cui ricadute, saranno utili a tutti, perché permetteranno in futuro a tutti i cardiopatici di seguire uno sperimentato e sicuro programma di recupero (non necessariamente finalizzato a scalare una montagna, ma a ritornare ad una vita attiva).
Sono daccordo con Titus (di cui apprezzo molto la schiettezza e le chiodature in Valle), se il patto sociale esiste, se la società funziona, allora deve essere data a tutti la possibilità di migliorare il proprio stato. Credo che questa ricerca (perchè di questo si tratta, non di una gita organizzata per ricchi privilegiati) vada proprio in questo senso.
Una volta presentati pubblicamente e riconosciuti come validi (questo è fondamentale), i risultati ottenuti permetteranno a chiunque sia curato da un buon cardiologo di programmare un suo ritorno all'attività fisica, anche in quota; questa volta senza elicotteri (necessari, almeno credo, durante la fase sperimentale), ma eseguendo alcune visite ed esami.
Scusate se mi sono dilungato ma, presuntuosamente, pensavo di poter dare un po' di chiarezza.
Ciao a tutti.
prendi la tacchetta,
la MANARA ti aspetta!!!
...............
usa il cervello, non il martello!
la MANARA ti aspetta!!!
...............
usa il cervello, non il martello!
-
- Matricola
- Posts: 1
- Joined: Mon Jul 27, 2009 13:01
Sono il Cardiologo che li ha accompagnati sul M.Bianco e che li ha seguiti durante tutti gli allenamenti.
Volevo precisare alcune cose senza entrare in merito alle vostre opinioni, che sono appunto vostre.
Però vi permetterà di parlare in maniera più precisa. I giornali spesso fanno errori di superficialità, sbagliano i nomi o dicono quello che vogliono, tralasciando concetti importanti
1. non ci sono stati dati fondi di alcun tipo dalla ASL
2. io e tutti gli altri ci siamo pagati tutto dal rifugio alla funivia
3. non ero al lavoro mentre scalavo ma in ferie
4. al centro di riabilitazione cardiologica territoriale alla Fiumara si accede con richiesta del medico o del cardiologo curante e sicuramente si trova completa disponibilità per iniziare un progetto riabilitativo individuale
5. il nostro progetto è nato perchè lavorando in Riabilitazione cardiologica ti rendi conto che l'apetto psicologico dei pazienti è essenziale.
6. il cardiologo sull'elicottero non aveva alcun ruolo operativo, l'elicottero è stato messo a disposizione dagli enti turistici, io avevo allertato, come era necessario, il responsabile dell'elisoccorso della Val d'Aosta spiegandogli il progetto
Il poter mostrare che dopo un infarto puoi ancora fare cose di impegno fisico così elevato è per Noi molto importante.
E' un forte stimolo per i pazienti che iniziano il loro progetto riabilitativo
La ricerca scientifica ... bisogna avere dei numeri importanti per poter parlare in maniera scientifica, non sono sufficienti due pazienti.
Vi assicuro che trovare persone con queste caratteristiche non è facile:
intanto alpinisti e poi affiatati ed amici da legarsi insieme in montagna
disponibili ad allenarsi 2-3 pomeriggi alla settimana per 9 mesi sacrificandoli al tempo libero ed alla famiglia,
2-3 wek-end di uscite al mese in montagna
la forza di arrivare in fondo e di mettere la faccia ed il loro nome al di là della privacy
Credo che la forza di questo progetto sia prevalentemente psicologica
L'aspetto medico scientifico specifico ci dice, e ce lo dice per la prima volta perchè in letteratura non esiste nulla, che due pazienti con un infarto miocardico e con:
-una funzionalità miocardica conservata
-una serie di accertamenti eseguibili in ogni cardiologia negativi
-in ottimale compenso metabolico e pressorio
-adeguatamente allenati ed acclimatati
sono andati a 4808m senza problemi. E' un primo passo
Ognuno dica la sua ma
sprechi non ce ne sono stati
la riabilitazione cardiologica è un servizio pubblico aperto a tutti
se uno desidera un progetto riabilitativo + importante, è qualcosa di individuale che va discusso con il Cardiologo che vi sta riabilitando
non rovinate un piccolo progetto, nato da un gruppo affiatato di amici che hanno affrontato insieme anche i problemi medici di alcuni di loro senza lasciarli da parte a giocare a carte e che da questa esperienza hanno voluto tirare fuori un messaggio di supporto per i futuri cardiopatici
Un caro saluto a tutti,
Cesare Barone
Volevo precisare alcune cose senza entrare in merito alle vostre opinioni, che sono appunto vostre.
Però vi permetterà di parlare in maniera più precisa. I giornali spesso fanno errori di superficialità, sbagliano i nomi o dicono quello che vogliono, tralasciando concetti importanti
1. non ci sono stati dati fondi di alcun tipo dalla ASL
2. io e tutti gli altri ci siamo pagati tutto dal rifugio alla funivia
3. non ero al lavoro mentre scalavo ma in ferie
4. al centro di riabilitazione cardiologica territoriale alla Fiumara si accede con richiesta del medico o del cardiologo curante e sicuramente si trova completa disponibilità per iniziare un progetto riabilitativo individuale
5. il nostro progetto è nato perchè lavorando in Riabilitazione cardiologica ti rendi conto che l'apetto psicologico dei pazienti è essenziale.
6. il cardiologo sull'elicottero non aveva alcun ruolo operativo, l'elicottero è stato messo a disposizione dagli enti turistici, io avevo allertato, come era necessario, il responsabile dell'elisoccorso della Val d'Aosta spiegandogli il progetto
Il poter mostrare che dopo un infarto puoi ancora fare cose di impegno fisico così elevato è per Noi molto importante.
E' un forte stimolo per i pazienti che iniziano il loro progetto riabilitativo
La ricerca scientifica ... bisogna avere dei numeri importanti per poter parlare in maniera scientifica, non sono sufficienti due pazienti.
Vi assicuro che trovare persone con queste caratteristiche non è facile:
intanto alpinisti e poi affiatati ed amici da legarsi insieme in montagna
disponibili ad allenarsi 2-3 pomeriggi alla settimana per 9 mesi sacrificandoli al tempo libero ed alla famiglia,
2-3 wek-end di uscite al mese in montagna
la forza di arrivare in fondo e di mettere la faccia ed il loro nome al di là della privacy
Credo che la forza di questo progetto sia prevalentemente psicologica
L'aspetto medico scientifico specifico ci dice, e ce lo dice per la prima volta perchè in letteratura non esiste nulla, che due pazienti con un infarto miocardico e con:
-una funzionalità miocardica conservata
-una serie di accertamenti eseguibili in ogni cardiologia negativi
-in ottimale compenso metabolico e pressorio
-adeguatamente allenati ed acclimatati
sono andati a 4808m senza problemi. E' un primo passo
Ognuno dica la sua ma
sprechi non ce ne sono stati
la riabilitazione cardiologica è un servizio pubblico aperto a tutti
se uno desidera un progetto riabilitativo + importante, è qualcosa di individuale che va discusso con il Cardiologo che vi sta riabilitando
non rovinate un piccolo progetto, nato da un gruppo affiatato di amici che hanno affrontato insieme anche i problemi medici di alcuni di loro senza lasciarli da parte a giocare a carte e che da questa esperienza hanno voluto tirare fuori un messaggio di supporto per i futuri cardiopatici
Un caro saluto a tutti,
Cesare Barone
I miei più sinceri complimenti per la testimonianza e per la riuscita del progetto, ma soprattutto grazie per la speranza che avete infuso a tante persone che non vogliono ancora "ritirarsi a giocare a carte!"CesareBarone wrote:Sono il Cardiologo che li ha accompagnati sul M.Bianco e che li ha seguiti durante tutti gli allenamenti.
...
Penso che di fronte ad un intervento come questo, certe risposte viste in precedenza fanno ancora più rabbrividire...
PS Scrivo da 28enne senza problemi al cuore (per ora...) ma con una buona dose di fiducia in più nel caso dovessero arrivare

Benvenuto e grazie per l'intervento
Mi permetto solo di puntualizzare che qui non si stava rovinando nessun progetto, tra l'altro la maggior parte degli interventi erano decisamente positivi su tutta la linea.
Gli aspetti del progetto che hanno invece generato un pò di scetticismo mi par di capire che siano stati in buona parte frutto di una cattiva informazione da parte dei media. Direi quindi che l'esortazione ad un comportamento più costruttivo verso questa iniziativa dovrebbe essere rivolto prima di tutto a loro (giornali etc), e non ad un forum dove si discute e si cerca di confrontarsi
Grazie per l'intervento, mi pare abbia chiarito un bel pò di cose


Mi permetto solo di puntualizzare che qui non si stava rovinando nessun progetto, tra l'altro la maggior parte degli interventi erano decisamente positivi su tutta la linea.
Gli aspetti del progetto che hanno invece generato un pò di scetticismo mi par di capire che siano stati in buona parte frutto di una cattiva informazione da parte dei media. Direi quindi che l'esortazione ad un comportamento più costruttivo verso questa iniziativa dovrebbe essere rivolto prima di tutto a loro (giornali etc), e non ad un forum dove si discute e si cerca di confrontarsi

Grazie per l'intervento, mi pare abbia chiarito un bel pò di cose

- Marco S.
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Persone di gran coraggio e dedizione...
Ho seguito l'impresa attraverso Internet ed i Tg regionali della VdA. I miei complimenti, grande impresa e gran significato per molti.
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Marco S.
una salus victis, nullam sperare salutem
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http://oneshottoofar.blogspot.com/" onclick="window.open(this.href);return false;
una salus victis, nullam sperare salutem
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- dedi dedone
- Utente Attivo
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bade wrote:Benvenuto e grazie per l'intervento![]()
![]()
Mi permetto solo di puntualizzare che qui non si stava rovinando nessun progetto, tra l'altro la maggior parte degli interventi erano decisamente positivi su tutta la linea.
Gli aspetti del progetto che hanno invece generato un pò di scetticismo mi par di capire che siano stati in buona parte frutto di una cattiva informazione da parte dei media. Direi quindi che l'esortazione ad un comportamento più costruttivo verso questa iniziativa dovrebbe essere rivolto prima di tutto a loro (giornali etc), e non ad un forum dove si discute e si cerca di confrontarsi![]()
Grazie per l'intervento, mi pare abbia chiarito un bel pò di cose



dedi dedone