Il campanaccio delle mucche
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Il campanaccio delle mucche
Qulcuno è in grado di soddisfare questa mia curiosità e rispondere seriamente a qualcuna delle seguenti domande ?
1) Qual'è la funzione precisa del campanaccio delle mucche ? Quella di allontanare le vipere (che io ho sempre saputo sorde, peraltro) oppure quella di consentire al margaro di ritrovarle più facilmente o che altro ?
2) Con che criterio, se ne esiste uno, viene assegnato a certe mucche e non a tutte, il campanaccio ? Alle più irrequiete e curiose (ossia a quelle che potrebbero più facilmente mettersi in pericolo) oppure viene dato solo a qualcuna per questioni economiche o che altro ?
3) Esistono studi seri circa le modificazione del carattere e/o della produzione di latte che il campanaccio ha ? Fa produrre più latte (come - dicono - un certo tipo di musica) oppure è ininfluente o addirittura rischia di "rintronare" le mucche stesse ? Immaginate a questo proposito che venisse fuori una legge che imponesse a tutti i ciclisti di dotarsi di campanello perennemente funzionante: credo che tutti uscirebbero fuori di testa in breve tempo ! E allora perchè le mucche debbono averlo appeso al collo perennemente ?
Non sembri spiritoso il mio ragionamento e provocatorie le mie domande: voglio solo capire.
Grazie a tutti coloro che vorranno proseguire questa discussione (so che c'è qualcuno, in questo forum, molto competente ed appassionato alla pastorizia in montagna).
1) Qual'è la funzione precisa del campanaccio delle mucche ? Quella di allontanare le vipere (che io ho sempre saputo sorde, peraltro) oppure quella di consentire al margaro di ritrovarle più facilmente o che altro ?
2) Con che criterio, se ne esiste uno, viene assegnato a certe mucche e non a tutte, il campanaccio ? Alle più irrequiete e curiose (ossia a quelle che potrebbero più facilmente mettersi in pericolo) oppure viene dato solo a qualcuna per questioni economiche o che altro ?
3) Esistono studi seri circa le modificazione del carattere e/o della produzione di latte che il campanaccio ha ? Fa produrre più latte (come - dicono - un certo tipo di musica) oppure è ininfluente o addirittura rischia di "rintronare" le mucche stesse ? Immaginate a questo proposito che venisse fuori una legge che imponesse a tutti i ciclisti di dotarsi di campanello perennemente funzionante: credo che tutti uscirebbero fuori di testa in breve tempo ! E allora perchè le mucche debbono averlo appeso al collo perennemente ?
Non sembri spiritoso il mio ragionamento e provocatorie le mie domande: voglio solo capire.
Grazie a tutti coloro che vorranno proseguire questa discussione (so che c'è qualcuno, in questo forum, molto competente ed appassionato alla pastorizia in montagna).
- Marco S.
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Ciao,
rispondendo seriamente, posso dirti che:
1) le vipere, a quanto mi consta, non hanno un udito come il nostro, sono invece sensibili alle vibrazioni. E molto probabilmente, come tutti i serpenti, al calore emesso dal corpo della preda. Quindi i campanellini sono, da sempre, inutili. Una mia carissima amica è biologa e quando tornerà in Italia potrò tranquillamente chiedere a lei.
2) finora ho sempre visto che le mucche, almeno quelle valdostane da me incontrate, avevano tutte il loro campanaccio. Solo le Reines avevano campanacci e collari particolarmente elaborati (mi riferisco alla storica ed incruenta Bataille che ogni anno contrappone le bestie più potenti, pesanti e "valenti" della Vallée).
3) per quanto concerne la pastorizia, infine, un ottimo libro è questo, se posso permettermi di consigliartelo,
Marzia Verona, "Dove vai pastore? Pascolo vagante e transumanza nelle Alpi occidentali agli albori del XXI secolo". Edito nel 2006 da Priuli e Verlucca. So anche dove trovarne una copia a Biella, perchè l'ho vista casualmente ieri..
Purtroppo non so dirti altro, ma come appassionato di cultura alpina a 360° questo topic mi interessa molto.
rispondendo seriamente, posso dirti che:
1) le vipere, a quanto mi consta, non hanno un udito come il nostro, sono invece sensibili alle vibrazioni. E molto probabilmente, come tutti i serpenti, al calore emesso dal corpo della preda. Quindi i campanellini sono, da sempre, inutili. Una mia carissima amica è biologa e quando tornerà in Italia potrò tranquillamente chiedere a lei.
2) finora ho sempre visto che le mucche, almeno quelle valdostane da me incontrate, avevano tutte il loro campanaccio. Solo le Reines avevano campanacci e collari particolarmente elaborati (mi riferisco alla storica ed incruenta Bataille che ogni anno contrappone le bestie più potenti, pesanti e "valenti" della Vallée).
3) per quanto concerne la pastorizia, infine, un ottimo libro è questo, se posso permettermi di consigliartelo,
Marzia Verona, "Dove vai pastore? Pascolo vagante e transumanza nelle Alpi occidentali agli albori del XXI secolo". Edito nel 2006 da Priuli e Verlucca. So anche dove trovarne una copia a Biella, perchè l'ho vista casualmente ieri..

Purtroppo non so dirti altro, ma come appassionato di cultura alpina a 360° questo topic mi interessa molto.
Marco S.
una salus victis, nullam sperare salutem
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interessanti queste domande, alla fine si da sempre per scontato che le mucche abbiano il campanaccio senza porsi tante domande...
"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
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la domanda richiederebbe una lunga risposta...
nel mio prossimo libro ci sarà un racconto appositamente dedicato alle campane, anche se ne ho già parlato, più che in "dove vai pastore?", in "vita d'alpeggio"
bisogna distinguere tra le campane "da festa" e "da transumanza", quelle usate più che altro per farsi sentire, per annunciare la transumanza, la salita o la discesa dall'alpe. hanno forme e dimensioni diverse a seconda delle zone. stimolano anche gli animali ad avanzare più veloci e... incredibile, ma vero, quando le vacche sentono il rumore di questi campanacci, iniziano a muggire, perchè sanno che è ora di partire.
le campane "da pascolo" servono agli animali per sentirsi gli uni con gli altri (specie in caso di nebbia) e più ancora all'allevatore per individuare dove sono (più che mai per le capre e le pecore) quando sono in montagna. quando si sono persi degli animali, li si va a cercare chiamandoli e magari agitando una campana, così che questi la sentano e vengano in direzione del suono
vipere... mai sentita questa versione
si crea anche un'associazione tra la madre/suono della campana, per il vitello o l'agnello
un grandissimo esperto di campane è giovanni mocchi http://www.miapavia.it/articolo.cfm?id=6602
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bisogna distinguere tra le campane "da festa" e "da transumanza", quelle usate più che altro per farsi sentire, per annunciare la transumanza, la salita o la discesa dall'alpe. hanno forme e dimensioni diverse a seconda delle zone. stimolano anche gli animali ad avanzare più veloci e... incredibile, ma vero, quando le vacche sentono il rumore di questi campanacci, iniziano a muggire, perchè sanno che è ora di partire.
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Molto interessante, soprattutto l'uso della campana come richiamo e l'utilizzo che ne fanno le stesse mucche!blacksheep77 wrote:la domanda richiederebbe una lunga risposta...
nel mio prossimo libro ci sarà un racconto appositamente dedicato alle campane, anche se ne ho già parlato, più che in "dove vai pastore?", in "vita d'alpeggio"
bisogna distinguere tra le campane "da festa" e "da transumanza", quelle usate più che altro per farsi sentire, per annunciare la transumanza, la salita o la discesa dall'alpe. hanno forme e dimensioni diverse a seconda delle zone. stimolano anche gli animali ad avanzare più veloci e... incredibile, ma vero, quando le vacche sentono il rumore di questi campanacci, iniziano a muggire, perchè sanno che è ora di partire.
le campane "da pascolo" servono agli animali per sentirsi gli uni con gli altri (specie in caso di nebbia) e più ancora all'allevatore per individuare dove sono (più che mai per le capre e le pecore) quando sono in montagna. quando si sono persi degli animali, li si va a cercare chiamandoli e magari agitando una campana, così che questi la sentano e vengano in direzione del suono
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molto interessante questa discussione. In fondo siamo abituati a vedere le mucche colcampanaccio, io non mi ero mai posta la domanda. Cioè, ci avevo pensato ed ero giunta alla conclusione che servisse al pastore per ritrovarle in caso di scarsa visibilità o di smarrimento, ma non sapevo se fosse la motivazione reale.
Sarebbe bello poter educare i bambini di oggi anche a queste cose. Anni fa, come capo scout, ero inorridita quando un bambino di 9 anni, davanti a un maiale, mi ha chiesto se era una mucca. Questo rasenta quasi il paradosso, ma in realtà è un segnale (seppur esagerato) di come i bimbi di oggi vivano chiusi in casa, nelle città, davanti a una televisione, ma abbiano scarsa o nulla esperienza delle nostre campagne e delle tradizioni popolari.
Sarebbe bello poter educare i bambini di oggi anche a queste cose. Anni fa, come capo scout, ero inorridita quando un bambino di 9 anni, davanti a un maiale, mi ha chiesto se era una mucca. Questo rasenta quasi il paradosso, ma in realtà è un segnale (seppur esagerato) di come i bimbi di oggi vivano chiusi in casa, nelle città, davanti a una televisione, ma abbiano scarsa o nulla esperienza delle nostre campagne e delle tradizioni popolari.
- Korba
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Bello e interessante questo topic, ho sempre visto animali al pascolo con il campanaccio ma non mi sono mai chiesto il perchè, lo davo per scontato. Allora ho chiesto a un paio di anziani del paese (tra i quali mio padre) che so avevano animali da pascolo, mi hanno detto:
Per non perderli nella nebbia!!
Perchè il din don tiene compagnia durante i pascoli!!
Perchè anche quando pascolano da sole senti dove sono!!
E perchè alcune si e altre no??
Perchè non avevamo i soldi per comprarne uno per vacca...
Per non perderli nella nebbia!!
Perchè il din don tiene compagnia durante i pascoli!!
Perchè anche quando pascolano da sole senti dove sono!!
E perchè alcune si e altre no??
Perchè non avevamo i soldi per comprarne uno per vacca...
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- blacksheep77
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certe campane sono anche un vanto per l'allevatore!
i campanacci da transumanza, i "rudun", spesso vengono fatti fare per certe occasioni speciali: un matrimonio, una nascita... così riportano sul collare una foto, una scritta, una data, e magari pure la campana è dipinta.
qui qualcosa in più sulle campane ed alcune immagini
[align=center]
[/align]
questi rudun erano appesi nell'ultimo alpeggio lungo la strada che, da marmora, sale al col d'esischie. finita la transumanza, vengono messi in mostra così. se invece in famiglia c'è stato un lutto, o non si mettono le campane al collo delle vacche, o le si lista a lutto ed il batacchio viene fermato in modo che non possa suonare
i campanacci da transumanza, i "rudun", spesso vengono fatti fare per certe occasioni speciali: un matrimonio, una nascita... così riportano sul collare una foto, una scritta, una data, e magari pure la campana è dipinta.
qui qualcosa in più sulle campane ed alcune immagini
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questi rudun erano appesi nell'ultimo alpeggio lungo la strada che, da marmora, sale al col d'esischie. finita la transumanza, vengono messi in mostra così. se invece in famiglia c'è stato un lutto, o non si mettono le campane al collo delle vacche, o le si lista a lutto ed il batacchio viene fermato in modo che non possa suonare
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Piccolo riepilogo riguardo le 3 (non 10) domande sui campanacci:
1) Sembra confermato che le vipere non possono essere intimorite dal suono del campanacci in quanto esse sono "sorde", almeno per come la intendiamo noi. Ma se le vipere sono sensibili alle vibrazioni non bisogna dimenticare che le onde sonore sono (è un dato fisico inoppugnabile) vibrazioni dell'aria e quindi non mi sentirei di escludere che esse "sentano" con la pelle (ad esempio) i suoni. C'è qualche erpetologo che chiarisce questo punto ?
2) La ricca Val d'Aosta sembra in grado di fornire ad ogni mucca un campanaccio; qui nel profondo sud del Piemonte solo la metà (molto all'incirca) delle mucche ha il campanaccio la cui funzione principale sembra essere quella di richiamo bidirezionale (verso il pastore e verso le "colleghe") in caso di scarsa visibilità ed anche come stimolo al raduno. Non c'entra nulla il fatto che il campanaccio sia più o meno appariscente, più o meno colorato: le 3 domande riguardavano la vita delle mucche in montagna, non lungo passerelle per assegnare il titolo di Miss Mucca 2009.
3) Alla terza domanda l'attenzione dei miei corrispondenti è calata improvvisamente oppure, più probabilmente, nessuno ha informazioni in merito. Me ne dispiace perchè era forse la domanda più interessante, quella che separa i discorsi da bar dall'applicazione del metodo sperimentale.
Termino senza un motto in latino, senza una frase di un noto poeta, senza una dotta citazione. Perdonatemi ma, come amo dire, ho fatto solo le tecniche.
1) Sembra confermato che le vipere non possono essere intimorite dal suono del campanacci in quanto esse sono "sorde", almeno per come la intendiamo noi. Ma se le vipere sono sensibili alle vibrazioni non bisogna dimenticare che le onde sonore sono (è un dato fisico inoppugnabile) vibrazioni dell'aria e quindi non mi sentirei di escludere che esse "sentano" con la pelle (ad esempio) i suoni. C'è qualche erpetologo che chiarisce questo punto ?
2) La ricca Val d'Aosta sembra in grado di fornire ad ogni mucca un campanaccio; qui nel profondo sud del Piemonte solo la metà (molto all'incirca) delle mucche ha il campanaccio la cui funzione principale sembra essere quella di richiamo bidirezionale (verso il pastore e verso le "colleghe") in caso di scarsa visibilità ed anche come stimolo al raduno. Non c'entra nulla il fatto che il campanaccio sia più o meno appariscente, più o meno colorato: le 3 domande riguardavano la vita delle mucche in montagna, non lungo passerelle per assegnare il titolo di Miss Mucca 2009.
3) Alla terza domanda l'attenzione dei miei corrispondenti è calata improvvisamente oppure, più probabilmente, nessuno ha informazioni in merito. Me ne dispiace perchè era forse la domanda più interessante, quella che separa i discorsi da bar dall'applicazione del metodo sperimentale.
Termino senza un motto in latino, senza una frase di un noto poeta, senza una dotta citazione. Perdonatemi ma, come amo dire, ho fatto solo le tecniche.
AlpVir
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Per la terza domanda chiederò ad un amico veterinario, per i campanacci al collo dei ciclisti.....non sarebbe una brutta idea, almeno si sentono quando scendono a tutta birra sui sentieri!!AlpVir wrote:Piccolo riepilogo riguardo le 3 (non 10) domande sui campanacci:
3) Alla terza domanda l'attenzione dei miei corrispondenti è calata improvvisamente oppure, più probabilmente, nessuno ha informazioni in merito. Me ne dispiace perchè era forse la domanda più interessante, quella che separa i discorsi da bar dall'applicazione del metodo sperimentale.
Termino senza un motto in latino, senza una frase di un noto poeta, senza una dotta citazione. Perdonatemi ma, come amo dire, ho fatto solo le tecniche.


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Mi ha risposto adesso l'amico Veterinario, riporto la sua risposta:
Il campanaccio in se non ha nessuna influenza sulla produzione di latte ma serve essenzialmente all'uomo per controllare le vacche al pascolo. Per quanto riguarda la musica c'è chi dice che quella classica possa avere una certa influenza positiva sul rilascio di ossitocina quindi per una più abbondante produzione di latte. Personalmente penso che la vacca sia un animale abitudinario e ho avuto modo di vedere delle sale di mungitura affollate da molte persone che parlavano ad alta voce con radio accesa ad alto volume e gli animali ,che ormai erano abituati perchè questa scena si ripeteva quotidianamente, davano il latte che dovevano.Potrei dire che quelle vacche se si fossero trovate in una sala " normale" paradossalmente avrebbero avuto dei problemi a rilasciare il latte.
Ma questo è un caso estremo, la norma dovrebbe essere la tranquillità di un bel pascolo, di una sala tradizionale, l'aggiunta di musica classica può essere senz'altro positiva anche per le orecchie del mungitore.
Il campanaccio in se non ha nessuna influenza sulla produzione di latte ma serve essenzialmente all'uomo per controllare le vacche al pascolo. Per quanto riguarda la musica c'è chi dice che quella classica possa avere una certa influenza positiva sul rilascio di ossitocina quindi per una più abbondante produzione di latte. Personalmente penso che la vacca sia un animale abitudinario e ho avuto modo di vedere delle sale di mungitura affollate da molte persone che parlavano ad alta voce con radio accesa ad alto volume e gli animali ,che ormai erano abituati perchè questa scena si ripeteva quotidianamente, davano il latte che dovevano.Potrei dire che quelle vacche se si fossero trovate in una sala " normale" paradossalmente avrebbero avuto dei problemi a rilasciare il latte.
Ma questo è un caso estremo, la norma dovrebbe essere la tranquillità di un bel pascolo, di una sala tradizionale, l'aggiunta di musica classica può essere senz'altro positiva anche per le orecchie del mungitore.
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non sono erpetologo,ma per me le vipere sono sì sensibili alle vibrazioni,ma non dell'aria,bensi quelle del terreno,che sono rilevabili appunto attraverso la sua pelle. Per rilevare le vibrazioni nell'aria è necessario avere o un orecchio o qualcosa di simile alle vibrisse che la vipera non ha.quindi la vipera sente la mucca che arriva perchè appunto muovendosi produce vibrazioni nel terreno che lei percepisce(come la mucca anche altri animali o semplicemente l'uomo)il campanaccio per me non influisce.
mtb no limits
Credo che la spiegazione di "gabri" sia corretta. Quando vado in montagna d'estate faccio attenzione a fare un po' di rumore con i bastoncini, specie davanti a me, in modo da far "vibrare" minimamente il suolo avvertendo così le care amiche che sto arrivando: per favore non mordetemi !
AlpVir
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miss mucca esiste davvero, è un concorso di bellezza bovina che si tiene tutte le estati a pragelato, in val chisone!
il suono del campanaccio (quello da transumanza) stimola gli animali a camminare di più durante questo spostamento. sarà per arrivare prima e farselo togliere?


il suono del campanaccio (quello da transumanza) stimola gli animali a camminare di più durante questo spostamento. sarà per arrivare prima e farselo togliere?



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- Marco S.
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Da profano, mi chiedo,
quali sono i veri pericoli per una mucca al pascolo? Per una bestia così grande?
Su "Nature" di molti anni fa avevo letto una ricerca che, tra l'altro, postulava come i bovidi non potessero vedere oggetti non in movimento, o quantomeno li vedessero ma non li "considerassero". In sintesi, l'uomo si ferma e per la mandria sparisce. E' possibile una cosa del genere? E come si può capirlo davvero?
Oppure, come penso sia forse più concretamente plausibile, c'è una soglia temporale oltre la quale l'uomo, fermatosi e rimasto fermo, "perde interesse" in quanto essere vivente all'attenzione della mucca?
quali sono i veri pericoli per una mucca al pascolo? Per una bestia così grande?
Su "Nature" di molti anni fa avevo letto una ricerca che, tra l'altro, postulava come i bovidi non potessero vedere oggetti non in movimento, o quantomeno li vedessero ma non li "considerassero". In sintesi, l'uomo si ferma e per la mandria sparisce. E' possibile una cosa del genere? E come si può capirlo davvero?
Oppure, come penso sia forse più concretamente plausibile, c'è una soglia temporale oltre la quale l'uomo, fermatosi e rimasto fermo, "perde interesse" in quanto essere vivente all'attenzione della mucca?
Marco S.
una salus victis, nullam sperare salutem
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- elenapollo
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AlpVir wrote:Credo che la spiegazione di "gabri" sia corretta. Quando vado in montagna d'estate faccio attenzione a fare un po' di rumore con i bastoncini, specie davanti a me, in modo da far "vibrare" minimamente il suolo avvertendo così le care amiche che sto arrivando: per favore non mordetemi !
...ma visto che sapevi tutte le risposte alle domande poste... come mai le poni ugualemente?

elenapollo wrote:AlpVir wrote:Credo che la spiegazione di "gabri" sia corretta. Quando vado in montagna d'estate faccio attenzione a fare un po' di rumore con i bastoncini, specie davanti a me, in modo da far "vibrare" minimamente il suolo avvertendo così le care amiche che sto arrivando: per favore non mordetemi !
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- elenapollo
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sono ignorante di latino, sorry!topo wrote:elenapollo wrote:AlpVir wrote:Credo che la spiegazione di "gabri" sia corretta. Quando vado in montagna d'estate faccio attenzione a fare un po' di rumore con i bastoncini, specie davanti a me, in modo da far "vibrare" minimamente il suolo avvertendo così le care amiche che sto arrivando: per favore non mordetemi !
...ma visto che sapevi tutte le risposte alle domande poste... come mai le poni ugualemente?Doctum doces

a naso...dici che le fa/risponde per istruire tutti noi?!?!?! caspita che egregio servizio!

non sono certo un dotto, più che citazioni spesso ci serviamo di frasi fatte fossero anche latine o inglesielenapollo wrote:sono ignorante di latino, sorry!topo wrote:elenapollo wrote:...ma visto che sapevi tutte le risposte alle domande poste... come mai le poni ugualemente?AlpVir wrote:Credo che la spiegazione di "gabri" sia corretta. Quando vado in montagna d'estate faccio attenzione a fare un po' di rumore con i bastoncini, specie davanti a me, in modo da far "vibrare" minimamente il suolo avvertendo così le care amiche che sto arrivando: per favore non mordetemi !Doctum doces
![]()
a naso...dici che le fa/risponde per istruire tutti noi?!?!?! caspita che egregio servizio!
nello specifico: insegni a uno che sa già
ma calzava molto bene alla tua osservazione che non ho resistito


per il topic, molto interessante!
e ben vengano le domande

mi riservo solo un disaccordo al penultimo stizzito intervento di Alpvir, senza togliergli il merito per le curiosità che hanno aperto il topic

ovvero, ritengo che il forum sia (e non possa essere altro) che il più bel esempio, il più alto e proficuo esempio di "chiacchere da bar"

dove tra il serio e il faceto si ci scambia pezzi di vita (cose importantissime quindi) in tutta tranquillità
a ciascuno poi indagare, verificare, sperimentare altrove
detto con bonarietà: non prendiamoci troppo sul serio!

- Marco S.
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Trovo che fosse un topic interessante e fuori dai discorsi più usuali, e soprattutto, che riguardasse qualcosa di cui non ero ancora a conoscenza,
per cui ringrazio AlpVir per averlo postato. Si tratta indubbiamente di tematiche molto specialistiche e non facilmente reperibili, almeno per chi vive in città.
Inoltre, da che mondo è mondo, far domande è (oltre che lecito) la base per andare oltre alla propria ignoranza. Porsi domande, confutare tesi, chiedere informazioni e poi elaborarle in base alle proprie esperienze e conoscenze è la sacra base del metodo scientifico.
Io ogni giorno che passa trovo che la stragrande maggioranza delle persone "funzioni" per sentito dire, per inerzia. Chiedere, ammettendo umilmente di non sapere o di non essere sicuri di qualcosa, ragionare sulle risposte e poi imparare... è ben diverso. Per cui questo topic mi è piaciuto molto e mi sarebbe altrettanto piaciuto qualora avessi già conosciuto le risposte alle domande di AlpVir.
Inoltre.. parlando a tono strettamente personale, più invecchio, più leggo e giro e parlo e sento, più mi rendo conto del devastante novero di "cose" che ignoro. La sola cosa da fare è andare avanti a chiedere e non accontentarsi mai.
per cui ringrazio AlpVir per averlo postato. Si tratta indubbiamente di tematiche molto specialistiche e non facilmente reperibili, almeno per chi vive in città.
Inoltre, da che mondo è mondo, far domande è (oltre che lecito) la base per andare oltre alla propria ignoranza. Porsi domande, confutare tesi, chiedere informazioni e poi elaborarle in base alle proprie esperienze e conoscenze è la sacra base del metodo scientifico.
Io ogni giorno che passa trovo che la stragrande maggioranza delle persone "funzioni" per sentito dire, per inerzia. Chiedere, ammettendo umilmente di non sapere o di non essere sicuri di qualcosa, ragionare sulle risposte e poi imparare... è ben diverso. Per cui questo topic mi è piaciuto molto e mi sarebbe altrettanto piaciuto qualora avessi già conosciuto le risposte alle domande di AlpVir.

Inoltre.. parlando a tono strettamente personale, più invecchio, più leggo e giro e parlo e sento, più mi rendo conto del devastante novero di "cose" che ignoro. La sola cosa da fare è andare avanti a chiedere e non accontentarsi mai.
Marco S.
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quoto in totoMarco S. wrote:Trovo che fosse un topic interessante e fuori dai discorsi più usuali, e soprattutto, che riguardasse qualcosa di cui non ero ancora a conoscenza,
per cui ringrazio AlpVir per averlo postato. Si tratta indubbiamente di tematiche molto specialistiche e non facilmente reperibili, almeno per chi vive in città.
Inoltre, da che mondo è mondo, far domande è (oltre che lecito) la base per andare oltre alla propria ignoranza. Porsi domande, confutare tesi, chiedere informazioni e poi elaborarle in base alle proprie esperienze e conoscenze è la sacra base del metodo scientifico.
Io ogni giorno che passa trovo che la stragrande maggioranza delle persone "funzioni" per sentito dire, per inerzia. Chiedere, ammettendo umilmente di non sapere o di non essere sicuri di qualcosa, ragionare sulle risposte e poi imparare... è ben diverso. Per cui questo topic mi è piaciuto molto e mi sarebbe altrettanto piaciuto qualora avessi già conosciuto le risposte alle domande di AlpVir.
Inoltre.. parlando a tono strettamente personale, più invecchio, più leggo e giro e parlo e sento, più mi rendo conto del devastante novero di "cose" che ignoro. La sola cosa da fare è andare avanti a chiedere e non accontentarsi mai.
anche la parte stettamente personale (se è permesso

anzi ribatto: è un topic interessante!
se qualcun'altro ha altre osservazione in merito si faccia sotto

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Ma certo,
chiedere.. e così facendo, informare anche il prossimo, come sta facendo AlpVir, quando si ha un dubbio o una mezza certezza, è sacrosanto, utile e "pro bono" per chiunque abbia interesse a leggere.
Sfottere e parlare sulla base della propria abissale ignoranza, invece, lascia il tempo che trova. Perchè la seconda cosa che constato ogni giorno che passa, oltre a quante "cose" purtroppo ignoro!, è questa: è ben raro che una persona che s'è presa il disturbo di imparare qualcosa caschi a pié pari nei guai, e tantomeno, che strisci davanti al prossimo. Se proprio vogliamo fare un discorso strettamente utilitaristico ed egoistico, perché personalmente preferisco imparare per mia curiosità e soddisfazione.. Ma da sempre, la conoscenza, il sapere, sono armi.
Inoltre odio non sapere le cose, santi numi!
chiedere.. e così facendo, informare anche il prossimo, come sta facendo AlpVir, quando si ha un dubbio o una mezza certezza, è sacrosanto, utile e "pro bono" per chiunque abbia interesse a leggere.
Sfottere e parlare sulla base della propria abissale ignoranza, invece, lascia il tempo che trova. Perchè la seconda cosa che constato ogni giorno che passa, oltre a quante "cose" purtroppo ignoro!, è questa: è ben raro che una persona che s'è presa il disturbo di imparare qualcosa caschi a pié pari nei guai, e tantomeno, che strisci davanti al prossimo. Se proprio vogliamo fare un discorso strettamente utilitaristico ed egoistico, perché personalmente preferisco imparare per mia curiosità e soddisfazione.. Ma da sempre, la conoscenza, il sapere, sono armi.
Inoltre odio non sapere le cose, santi numi!

Marco S.
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- Korba
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Vero, infatti, come mi è stato spiegato in Spagna una dozzina di anni fa in una corrida, il toro attacca quando "vede" Capote o Muleta in movimento, anche il colore rosso tanto temuto, sembra non venga riconosciuto.Marco S. wrote:Da profano, mi chiedo,
quali sono i veri pericoli per una mucca al pascolo? Per una bestia così grande?
Su "Nature" di molti anni fa avevo letto una ricerca che, tra l'altro, postulava come i bovidi non potessero vedere oggetti non in movimento, o quantomeno li vedessero ma non li "considerassero". In sintesi, l'uomo si ferma e per la mandria sparisce. E' possibile una cosa del genere? E come si può capirlo davvero?
Oppure, come penso sia forse più concretamente plausibile, c'è una soglia temporale oltre la quale l'uomo, fermatosi e rimasto fermo, "perde interesse" in quanto essere vivente all'attenzione della mucca?
Per le vipere, vi è mai capitato di vederne una immobile e restare voi immobili? Non si muove. Vi muovete molto lentamente e lei non si muove, picchiate un piede o un bastone a terra e lei fugge.
Chi combatte rischia di perdere, chi non combatte ha già perso!!
- elenapollo
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è per quello che mi è venuta spontanea quella frase...topo wrote:
mi riservo solo un disaccordo al penultimo stizzito intervento di Alpvir, senza togliergli il merito per le curiosità che hanno aperto il topic!

visto che nessuno nasce dotto... che senso aveva postare delle domande di cui conosco le risposte e poi rispondere con tono piccato perchè nessuno nota una domanda o semplicemente non sa rispondere?

Marzia è stata gentilissima, e lei, credo, meglio di noi poteva dare le risposte complete essendo quello il suo ambito e il suo lavoro e avendo, oltre che studiato, pubblicato giusto qualche libro inerente a tale materia...la frase piccata mi ha disturbato un pochino...se pongo una domanda perchè ignoro la risposta, ringrazio gentilmente chi si è preso la briga di leggere e di rispondere colmando così una mia lacuna...se la risposta non è completa perchè c'erano "n" domande, dopo aver ringraziato potrei buttare lì un "nessuno sa qualcosa su xyz"? di sicuro non vado a dire "Alla terza domanda l'attenzione dei miei corrispondenti è calata improvvisamente oppure, più probabilmente, nessuno ha informazioni in merito. Me ne dispiace perchè era forse la domanda più interessante, quella che separa i discorsi da bar dall'applicazione del metodo sperimentale. " comparando così i discorsi dei vari topic (molti interessanti) a discorsi da bar.... il paragone mi è parso un tantino eccessivo....

- Marco S.
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Mah, a me non è affatto parsa provocatoria, anzi. Si vede che ultimamente mi capita di vedere ben di peggio e quindi sarò più abituato alle piccole miserabili provocazioni di tutti i giorni.
Tornando a Korba... il colore rosso, pare, non c'entra - c'entra l'agitarsi del drappo! O quantomeno me l'ha spiegata in questo modo un gentile ed inoffensivo signore, l'ultima volta che ho volato. Il mio vicino di posto pareva la pace in terra in persona, e solo all'atterraggio mi ha sfoderato la sua grande, antica passione per i massacri in arena, le tauromachie. I combattimenti dei galli. Veniva da Gibilterra se ben ricordo..
(Tanto per dire, non sai mai cosa dorme nella mente delle persone che si hanno intorno..!)
Ma tornando ancora a bomba, anzi alla terza famosa domanda... Ho una chicca che qualcuno in questo topic ben conosce!, e che in parecchi staremmo cercando: François Mathiou, "Le fromage Fontine. Origine, commerce et fabrication",
http://www.varasc.it/storiografia.htm (la "ç" del link non mi permette di postarvi un link diretto qui, il forum non la accetta, mi dispiace).

Si tratta in primis di un testo dedicato a quel particolare prodotto, non all'industria casearia "di montagna" in generale, e quindi limitato inoltre alla sola Valle d'Aosta. Però è un gran testo, molto approfondito ed anche curato sul versante storico, specialmente nel secondo capitolo. Ricordo che parlava anche delle tradizioni anticamente legate alla transumanza, alla salita in alpeggio, alle varie feste rurali... Di certo avrà parlato anche del discorso "campanario", il problema è che ancora non dispongo di questo volume. Ne abbiamo trovato una sola, rara copia a Pont e se l'è aggiudicata un mio amico che mi ha cortesemente permesso di farne la recensione di cui sopra.
Se qualcuno conoscesse altri testi dedicati alla pastorizia o alla condotta del bestiame in montagna, oltre a quello di Marzia Verona ed al Mathiou, direi che questo topic virerebbe profondamente sul culturale...
Tornando a Korba... il colore rosso, pare, non c'entra - c'entra l'agitarsi del drappo! O quantomeno me l'ha spiegata in questo modo un gentile ed inoffensivo signore, l'ultima volta che ho volato. Il mio vicino di posto pareva la pace in terra in persona, e solo all'atterraggio mi ha sfoderato la sua grande, antica passione per i massacri in arena, le tauromachie. I combattimenti dei galli. Veniva da Gibilterra se ben ricordo..
(Tanto per dire, non sai mai cosa dorme nella mente delle persone che si hanno intorno..!)
Ma tornando ancora a bomba, anzi alla terza famosa domanda... Ho una chicca che qualcuno in questo topic ben conosce!, e che in parecchi staremmo cercando: François Mathiou, "Le fromage Fontine. Origine, commerce et fabrication",
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Si tratta in primis di un testo dedicato a quel particolare prodotto, non all'industria casearia "di montagna" in generale, e quindi limitato inoltre alla sola Valle d'Aosta. Però è un gran testo, molto approfondito ed anche curato sul versante storico, specialmente nel secondo capitolo. Ricordo che parlava anche delle tradizioni anticamente legate alla transumanza, alla salita in alpeggio, alle varie feste rurali... Di certo avrà parlato anche del discorso "campanario", il problema è che ancora non dispongo di questo volume. Ne abbiamo trovato una sola, rara copia a Pont e se l'è aggiudicata un mio amico che mi ha cortesemente permesso di farne la recensione di cui sopra.
Se qualcuno conoscesse altri testi dedicati alla pastorizia o alla condotta del bestiame in montagna, oltre a quello di Marzia Verona ed al Mathiou, direi che questo topic virerebbe profondamente sul culturale...

Marco S.
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Per quanto riguarda i colori, credo che ben pochi animali abbiano la vista come la nostra, semplicemente perchè si sono preoccupati di sviluppare più gli altri sensi come olfatto e udito. Per esempio i gatti vedono in bianco e nero e i cani riconoscono una serie limitata di colori. Inoltre esiste una corrispondenza tra la capacità di vedere di notte e il riconoscimento dei colori, chi ha l'una non ha l'altra. Avevo letto molto tempo fa che è per via di come è strutturato l'occhio che le due qualità non possono coesistere. I canidi sono in una via di mezzo, non vedono i colori come noi e non vedono bene di notte come i gatti.
Per quanto riguarda i bovini so per certo che non riconoscono i colori, o almeno come li intendiamo noi. Però credo che riconoscano un animale non in movimento, credo che abbiano un buon olfatto e un cervello abbastanza sviluppato per riconoscere un'immaggine senza vederla necessariamente muoversi. Molto probabilmente essendo animali addomesticati da millenni se vedono un animale fermo lo vedono ma non lo percepiscono come pericoloso e ne restano indifferenti.
Sul discorso della conoscenza possiamo scegliere tra l'umiltà di Socrate: "so di non sapere", oppure la velata arroganza di Cicerone:"Non mi vergogno di non sapere quello che non so"!
Per quanto riguarda i bovini so per certo che non riconoscono i colori, o almeno come li intendiamo noi. Però credo che riconoscano un animale non in movimento, credo che abbiano un buon olfatto e un cervello abbastanza sviluppato per riconoscere un'immaggine senza vederla necessariamente muoversi. Molto probabilmente essendo animali addomesticati da millenni se vedono un animale fermo lo vedono ma non lo percepiscono come pericoloso e ne restano indifferenti.
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"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
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Direi che scelgo Socrate,
l'altro sembra uno scioglilingua, più che una affermazione..
Io sapevo che non si era ancora riusciti a provare che gli animali riconoscano i colori. Anche se lo potessero fare, come si spiega ad un cane cosa si intenda per "verde"?
l'altro sembra uno scioglilingua, più che una affermazione..

Io sapevo che non si era ancora riusciti a provare che gli animali riconoscano i colori. Anche se lo potessero fare, come si spiega ad un cane cosa si intenda per "verde"?

Marco S.
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Penso che avessero fatto degli esperimenti del tipo lancio una palla gialla sul prato e il cane ha difficoltà a trovarla perchè la confonde con il verde dell'erba. Molte volte infatti quando si lanciano degli oggetti ai cani questi devono seguirne la traiettoria per ritrovarli.Marco S. wrote:Io sapevo che non si era ancora riusciti a provare che gli animali riconoscano i colori. Anche se lo potessero fare, come si spiega ad un cane cosa si intenda per "verde"?
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- Marco S.
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Perfetto:
la scienza prima di tutto!
Domani provo.
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Marco S.
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non ho mai letto niente in merito, quindi parlo per sola esperienza diretta...Marco S. wrote:Su "Nature" di molti anni fa avevo letto una ricerca che, tra l'altro, postulava come i bovidi non potessero vedere oggetti non in movimento, o quantomeno li vedessero ma non li "considerassero". In sintesi, l'uomo si ferma e per la mandria sparisce. E' possibile una cosa del genere? E come si può capirlo davvero?
Oppure, come penso sia forse più concretamente plausibile, c'è una soglia temporale oltre la quale l'uomo, fermatosi e rimasto fermo, "perde interesse" in quanto essere vivente all'attenzione della mucca?
sicuramente l'oggetto in movimento attrae l'attenzione, ma l'animale sfrutta anche gli altri sensi, oltre alla vista (ben più di quanto facciamo noi), vacca compresa.
anche se fermo quindi l'uomo può essere individuato attraverso l'olfatto o al suono della voce.
posto che stia fermo, zitto e che non sia "profumato"... non so, bisognerebbe provare!
oggi però io non sarei rimasta ferma (anche se non ero per nulla profumata) davanti alla mandria che scendeva di corsa perchè aveva voglia di sale!!! se non mi avesse per nulla considerata... potevo anche fare una brutta fine

…Vedi un pastore che passa con il suo gregge e senti un desiderio di liberarti di tutto quello che di artificioso ti circonda e di partire e di andare per strade polverose...
http://pascolovagante.splinder.com
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- Marco S.
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Eh immagino... quanto pesa in media una mucca? mezza tonnellata, di meno? Moltiplica per venti...
io non sono un biologo né un veterinario, però due weekend or sono son passato dall'Alpe Giassit, al confine tra Valle d'Aosta e Piemonte, molti di voi la conosceranno bene sin dall'infanzia. Bene, il mio amico è rimasto al Colle omonimo a far foto ed io mi son fermato poco più sotto, dove stan costruendo la nuova poderale, per aspettarlo. Ero in piedi.
C'era una mandria di mucche, le normali pezzate valdostane se ben ricordo. Finché mi son mosso mi han seguito, in parecchie, con lo sguardo. Quando mi son fermato senza far niente, nel giro di un minuto circa, mi son passate tranquillamente intorno senza più considerarmi.
Non è certo una prova scientifica (!) del fatto che "ignorino", per abitudine o per struttura mentale e percettiva, le cose che non si muovono: però quando finalmente è sceso il mio amico ed a mia volta son ripartito, senza scatti bruschi o che, parecchie bestie si son spaventate. La mia impressione, non ridete, è che si fossero "dimenticate" del mio arrivo e della mia presenza, perchè rimasto fermo per un po'.
Prontissimo ad essere smentito neh!

io non sono un biologo né un veterinario, però due weekend or sono son passato dall'Alpe Giassit, al confine tra Valle d'Aosta e Piemonte, molti di voi la conosceranno bene sin dall'infanzia. Bene, il mio amico è rimasto al Colle omonimo a far foto ed io mi son fermato poco più sotto, dove stan costruendo la nuova poderale, per aspettarlo. Ero in piedi.
C'era una mandria di mucche, le normali pezzate valdostane se ben ricordo. Finché mi son mosso mi han seguito, in parecchie, con lo sguardo. Quando mi son fermato senza far niente, nel giro di un minuto circa, mi son passate tranquillamente intorno senza più considerarmi.
Non è certo una prova scientifica (!) del fatto che "ignorino", per abitudine o per struttura mentale e percettiva, le cose che non si muovono: però quando finalmente è sceso il mio amico ed a mia volta son ripartito, senza scatti bruschi o che, parecchie bestie si son spaventate. La mia impressione, non ridete, è che si fossero "dimenticate" del mio arrivo e della mia presenza, perchè rimasto fermo per un po'.
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Marco S.
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In realtà hai constatato sul campo un loro modo di comportarsi in presanza dell'uomo, però non puoi con certezza ipotizzarne la causa. La domanda: ti ignorano perchè da fermo non ti vedono, oppure ti avvertono ma non ti considerano un pericolo perchè fermo, non ha ancora risposta...Marco S. wrote:Eh immagino... quanto pesa in media una mucca? mezza tonnellata, di meno? Moltiplica per venti...![]()
io non sono un biologo né un veterinario, però due weekend or sono son passato dall'Alpe Giassit, al confine tra Valle d'Aosta e Piemonte, molti di voi la conosceranno bene sin dall'infanzia. Bene, il mio amico è rimasto al Colle omonimo a far foto ed io mi son fermato poco più sotto, dove stan costruendo la nuova poderale, per aspettarlo. Ero in piedi.
C'era una mandria di mucche, le normali pezzate valdostane se ben ricordo. Finché mi son mosso mi han seguito, in parecchie, con lo sguardo. Quando mi son fermato senza far niente, nel giro di un minuto circa, mi son passate tranquillamente intorno senza più considerarmi.
Non è certo una prova scientifica (!) del fatto che "ignorino", per abitudine o per struttura mentale e percettiva, le cose che non si muovono: però quando finalmente è sceso il mio amico ed a mia volta son ripartito, senza scatti bruschi o che, parecchie bestie si son spaventate. La mia impressione, non ridete, è che si fossero "dimenticate" del mio arrivo e della mia presenza, perchè rimasto fermo per un po'.
Prontissimo ad essere smentito neh!

"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
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E' esattamente quello, il problema!
Bell'inghippo... L'impressione, davvero, è stata "Queste non sapevano più che io fossi qui", quando mi son mosso di nuovo;
però, scientificamente parlando, della mia impressione possiamo farci ben poco..
Se poi dall'articolo di quella rivista di cui parlavo la divina Scienza non ha fatto progressi, dubito che anche qualche esperto del settore possa dirci di più!
Bell'inghippo... L'impressione, davvero, è stata "Queste non sapevano più che io fossi qui", quando mi son mosso di nuovo;
però, scientificamente parlando, della mia impressione possiamo farci ben poco..

Se poi dall'articolo di quella rivista di cui parlavo la divina Scienza non ha fatto progressi, dubito che anche qualche esperto del settore possa dirci di più!
Marco S.
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Questa foto l'ho scattata l'anno scorso in Valsesia, Rimella, valle del Bise Rosse, ho visto una mandria di vacche che scendevano guidate dai cani alla stalla per la mungitura serale, mi sono seduto su un masso per vederle passare, ero fermo, non stavo mangiando o bevendo nulla di odoroso, magari avevo addosso un pò di odore di sudore dopo una giornata di cammino, comunque ero fermo, questa vacca si è avvicinata, o mi ha visto o mi ha sentito.

Chi combatte rischia di perdere, chi non combatte ha già perso!!
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Sì, direi che pare decisamente consapevole della tua presenza (anche se a voler fare gli avvocati del diavolo, potrebbe essere stata attratta dal clic o dallo scintillio della tua macchina fotografica... dal movimento della cinghia..
)



Marco S.
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La macchina fotografica era nello zaino, la vacca è arrivata e ho deciso di fotografarla, quindi dopo che è arrivata ho aperto lo zaino, preso la macchina, accesa, tolto il coperchio dall'obiettivo e poi fotografato.Marco S. wrote:Sì, direi che pare decisamente consapevole della tua presenza (anche se a voler fare gli avvocati del diavolo, potrebbe essere stata attratta dal clic o dallo scintillio della tua macchina fotografica... dal movimento della cinghia..![]()
![]()
)
Poi, ho provato ieri un esperimento con il mio cane, la palla gialla sull'erba verde, vede quando la tiro e va a prenderla subito, ma se mentre va lo distraggo chiamandolo, poi noto che la cerca con il fiuto.
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