A proposito della scalata più difficile del mondo

Montagna a 360 gradi: pensieri, notizie, meteo...

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Alexander
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A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by Alexander »

Ciao, metto qui questo topic perchè non si tratta di arrampicata sportiva ma di scalata moderna, in parte trad in parte "old modern style"... forse è l'evoluzione moderna delle scalate di Comici, e di tanti altri...

Decidete voi cos'è... si tratta comunque della scalata più dura al mondo, per ora...



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Ektor
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by Ektor »

A proposito della scalata più difficile del mondo posto questa foto:
Image

Semplicemente stupenda, direi che non ha bisogno di spiegazioni...!
‎"The other climbers are really talented so they don't need to train as hard as I do. But I have to work fucking hard. My talent is being a masochist" cit.Patxi Usobiaga
Titus

Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by Titus »

Ektor wrote:A proposito della scalata più difficile del mondo posto questa foto:
Image

Semplicemente stupenda, direi che non ha bisogno di spiegazioni...!
Tre Ere..... non a confronto...ma a bere una birra insieme....O no :domanda: :neutral: :risataGrassa:
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Alexander
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by Alexander »

...magnifica.
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Alec
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by Alec »

per quanto incredibile e di difficoltà pazzesche non penso che questa via sia paragonabile con quelle che ha aperto il terzo signore della foto...
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.

Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by Alexander »

...perchè no? O meglio con quali?
Che differenza c'è per esempio con le vie al Medale?

é proprio una domanda... per quale o quali ragione o ragioni è diversa?

Si tratta di una via che sale su una cima. E' una scalata che punta ad una vetta per una linea non forzata.

E' aperta su protezioni vecchie che non tengono un gran che, sono chiodi d'un tempo, a cui si sommano protezioni tradizionali. In ogni tiro ci sono lunghi da 10-15 anche 20 metri con potenziale morte in tali tratti in caso di caduta e non su resinati o roba del genere ma su un misto di chiodi vecchi marci ecc...

In cosa vedi la non possibilità di un paragone?
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scinty
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by scinty »

alec wrote:per quanto incredibile e di difficoltà pazzesche non penso che questa via sia paragonabile con quelle che ha aperto il terzo signore della foto...
Che sarebbe, perdonate l'ignoranza? : Sorry! :
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by Alec »

Alexander wrote:...perchè no? O meglio con quali?
Che differenza c'è per esempio con le vie al Medale?

é proprio una domanda... per quale o quali ragione o ragioni è diversa?

Si tratta di una via che sale su una cima. E' una scalata che punta ad una vetta per una linea non forzata.

E' aperta su protezioni vecchie che non tengono un gran che, sono chiodi d'un tempo, a cui si sommano protezioni tradizionali. In ogni tiro ci sono lunghi da 10-15 anche 20 metri con potenziale morte in tali tratti in caso di caduta e non su resinati o roba del genere ma su un misto di chiodi vecchi marci ecc...

In cosa vedi la non possibilità di un paragone?
tralasciando per un attimo le difficoltà tecniche (bonatti non sarebbe mai stato in grado di salire in libera su difficoltà di quel genere), ma bisogna considerare anche l'evoluzione dei materiali, dell'allenamento specifico, vedo un'enorme differenza tra una via di bonatti (non quella al medale ma quelle in quota) e una via di questo tipo

penso all'ambiente, ai pericoli oggettivi, ecc (basta vedere che loro scalano in maglietta)

le vie di bonatti erano all'epoca il top dell'alpinismo (e anche adesso, pur con tutta l'evoluzione tecnica, non credo che una bonatti al cervino, o al dru, o tantopiù alle jorasses siano alla portata di molti) queste vie le vedo più come il top dell'arrampicata...
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by scinty »

forse ho capito male "terzo". Il secondo nella foto ovviamente so chi è...
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by Alexander »

:freccia: Scinty... è Bonatti

:freccia: A parte il fatto che magari con arrampicata intendiamo due cose diverse. A parte questo. Ti pongo una questione tanto per capire nello specifico di cosa stiamo parlando:

- La vetta viene chiamata Naranjo de Bulnes ed è alta 2518 metri.
- La via di scalata ha uno sviluppo di oltre 510 m più avvicinamento ed uscita.
- Su uno sviluppo del genere ci sono 14 vecchi spit. (non fix o resinati)
- Tutti i tiri sono protetti a chiodi, nuts, friends, cordini...

Quanto al clima, il commento di Pareti per inquadrarla (l'ha paragonata alla Marmolada) è stato "La vicinanza dell'Oceano Atlantico e la tradizionale piovosità delle Asturie consigliano di affontare questa montagna, su tutti i suoi versanti, con la cautela e l'attenzione al meteo che si riservano di norma alle nostre Dolomiti"

Sulle difficoltà non mi ponevo il dubbio, è ovvio che ci sono diversità di mezzi, abilità e bacino d'utenza, quindi non paragoniamo per un attimo quello. non sto facendo il paragone sulle difficoltà. Questa è una via di XII grado ma non è quello il paragone rispetto al tuo discorso. Sul resto... pericoli oggettivi e quant'altro.

...la "maglietta" citata non è solo testimonianza di un possibile caldo... ma anche del fatto che su una via del genere non puoi approcciare come su una via a più campi. non puoi fare altro che andare leggerissimo. Se arriva un temporale che ti blocca in parete... potresti esser morto... Su una via del genere non puoi far altro che andare leggerissimo.
Sul pilone centrale arrivò una tempesta e sappiamo che successe... su una via del genere, appeso a quella robetta... con una maglietta, come dici tu... senza possibilità particolari verso l'alto o verso il basso... non finirebbe diversamente...

Per seguire il tuo discorso quindi alle vie di bonatti paragoneresti quelle di Glowacz per esempio ai poli scalando 500 metri di via di IX trad. ma con il ghiaccio sotto e -10 gradi. La differenza la vedi in pratica su questo?
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by Alexander »

scinty wrote:forse ho capito male "terzo". Il secondo nella foto ovviamente so chi è...
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by Alec »

Alexander wrote:magari con arrampicata intendiamo due cose diverse.
forse è questo, forse anche la mia venerazione mistica per Bonatti che per uno che vede l'alpinismo come me rimane, insieme ad altri, un mito insuperabile, forse il fatto che l'alpinismo/arrampicata come si sono evoluti al giorno d'oggi non mi appassionano più e rimango ancorato al passato...
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by Alexander »

...Bonatti (come Messner) anche per me è un mito, ma più che per la sua enorme bravura, per la sua testa. E' stato un visionario, cercava l'impossibile e lo rendeva possibile... anche per questo ho citato anche Messner...

"Non si può andare sull'Everest senza ossigeno, è il massimo limite umano"
"perchè no?"

"non si può superare il VI grado, è il massimo limite umano"
"perchè no?"

Però quando leggo due fratelli che fanno una cosa del genere... ricomincio a sognare... questo non cancella i vecchi sogni... ovviamente e la magia che avverto dentro quando penso al passato... e mica solo di Bonatti, ma anche degli altri grandissimi...

Eppure quando sento di "Eternal Flame" in libera, oppure di "Bellavista", o il Pesce in free solo, o gli exploit sugli 8000... e di molte altre cose anche nelle altre discipline... penso che magari se oggi Bonatti avesse 30 anni... magari sarebbe lui ad averle fatte...

Chissà... mi è anche piaciuto proprio cos'hanno detto Bonatti e Messner su questo tipo di cose, da Fazio.
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by guido »

Alexander wrote:...Bonatti (come Messner) anche per me è un mito, ma più che per la sua enorme bravura, per la sua testa. E' stato un visionario, cercava l'impossibile e lo rendeva possibile... anche per questo ho citato anche Messner...

"Non si può andare sull'Everest senza ossigeno, è il massimo limite umano"
"perchè no?"

"non si può superare il VI grado, è il massimo limite umano"
"perchè no?"

Però quando leggo due fratelli che fanno una cosa del genere... ricomincio a sognare... questo non cancella i vecchi sogni... ovviamente e la magia che avverto dentro quando penso al passato... e mica solo di Bonatti, ma anche degli altri grandissimi...

Eppure quando sento di "Eternal Flame" in libera, oppure di "Bellavista", o il Pesce in free solo, o gli exploit sugli 8000... e di molte altre cose anche nelle altre discipline... penso che magari se oggi Bonatti avesse 30 anni... magari sarebbe lui ad averle fatte...

Chissà... mi è anche piaciuto proprio cos'hanno detto Bonatti e Messner su questo tipo di cose, da Fazio.


Concordo :esclamativo: : Thumbup :
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by TylerDurden »

il fatto è che senza Bonatti e Messner non sarebbero nati i fratelli Pou, così come senza gli Iron Maiden non sarebbero nati gli In Flames, o i Griffin senza i Simpson. E' arcinoto che l'allievo supera molto spesso il maestro, ma per me i più grandi rimangono coloro che, come B. MEssner o Manolo, hanno avuto la fortuna di essere le persone giuste al momento storico giusto, e si sono letteralmente sentiti le ali ai piedi, sorpassando di più che una spanna i propri contemporanei e spingendo i limiti noti ben oltre a quel che si credeva possibile.
Rimango anche convinto che se non fossero stati loro a fare questo, sarebbe senz'altro arrivato qualcun altro più tardi. Siamo tanti, siamo formiche.
Volante 1 a volante 2: siete arrivati o no? No perchè c'è un silenzio assordante: bisogna urlare tutti assieme STATTE CAPITALE!!! Dopo 2 giorni passati a CAPITAN HARLOCK e MASTER OF STONE che dire...
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by Sub-Comandante »

TylerDurden wrote:il fatto è che senza Bonatti e Messner non sarebbero nati i fratelli Pou, così come senza gli Iron Maiden non sarebbero nati gli In Flames, o i Griffin senza i Simpson. E' arcinoto che l'allievo supera molto spesso il maestro, ma per me i più grandi rimangono coloro che, come B. MEssner o Manolo, hanno avuto la fortuna di essere le persone giuste al momento storico giusto, e si sono letteralmente sentiti le ali ai piedi, sorpassando di più che una spanna i propri contemporanei e spingendo i limiti noti ben oltre a quel che si credeva possibile.
Rimango anche convinto che se non fossero stati loro a fare questo, sarebbe senz'altro arrivato qualcun altro più tardi. Siamo tanti, siamo formiche.
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by Ramingo »

Bel topic, gran via e gran bella montagna! :skifree:
“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by Ramingo »

Solo un punto di vista in merito:

Ci sta il confronto tra vecchi e giovani, tra il vecchio modo di scalare e l'arrampicata di oggi. Deve esserci perchè è importante e, come giustamente osservato sopra, cambierà l'allenamento e cambieranno i materiali, ma a fattor comune penso restino sempre un cuore grandissimo ed una fortissima determinazione. Senza uno spirito forte e senza un'alta conoscenza di se stessi non si arrivano a compiere imprese del genere. La forza e la motivazione che ti spingono oltre e ti portano in cima devono essere solide come il granito. Penso che possa essere facile altrimenti perdersi d'animo e farsi vincere su una via del genere, tanto quanto su una d'alta quota con il freddo ed i rischi del caso, che in proporzione possono differire magari da quelli incontrati in una parete come quella del Piccu Urriellu ma, come riportato da Alexander e dagli articoli in merito, con il clima soggetto ad improvvisi cambiamenti i rischi oggettivi e reali, restano invariati nonostante si arrampichi in maglietta. Un temporale oltre i 2000 metri in parete.... non lo vedo differente da uno in quota o su ghiacciaio...
“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by gambeinspalla »

Io penso che sia giusto, giustissimo non dimenticare le grandi imprese del passato, ma non mi pare nemmeno giusto "sminuire" quelle di oggi: è vero che i materiali, la conoscenza dei luoghi, la preparazione oggi rendono molte cose più facili rispetto a 100 anni fa, ma è anche vero che oggi si fanno imprese che 100 anni fa neppure si sognavano potessero essere realizzate! Semplicemente, molte cose sono cambiate, come è giusto che sia in una società che si evolve, e anche le imprese alpinistiche seguono questa logica! Personalmente, ritengo che la scalata degli spagnoli sia, nel suo genere, un'impresa veramente "al limite", degna delle più importanti e difficili imprese alpinistiche del passato. E sono d'accordo con Tyler, quando dice che senza Bonatti e Messner probabilmente non ci sarebbero stati nemmeno i fratelli Pou: ma sinceramente, Bonatti e Messner ci sono già stati, e i fratelli Pou ci sono ora. Per fortuna, domani vedremo qualche faccia nuova che farà qualcosa di ancora più stupefacente! Secondo me, è giusto così ...

Andrea
"Io intanto salgo, poi si vedrà ..."
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by Alexander »

...più che altro aggiungerei che non sarebbe carino trovarsi magari fra 30 anni e vedere che magari ci saranno scalate di 10c con i figli dei fittoni ad 1 metro... e ritrovarci noi a dire...

"eh ti ricordi le imprese dei pou quando scalavano con quella roba marcia, sull'8c, con i friends a 15 metri uno dall'altro che se volavano sarebbero morti... altro che le imprese di oggi" ... oppure "ti ricordi auer in free solo sul pesce" ecc...

oggi viene passato tutto per moderno, inteso come mancanza di romanticismo... e quando proprio non lo si può fare allora giù critiche... il tipo fa l'eiger in 3 ore... non puoi dire che non sia una super classica... allora ti metti a dire che non vanno bene le 3 ore perché bla bla bla... è vero per carità che non è una grande emozione per molti... io stesso che lo scrivo non vengo minimamente animato da uno che fa una super classica di corsa... non mi entusiasma... ma non è che per questo lo condanno... semplicemente è a me che non garba... non è lui a non esser romantico od elevato ...sono situazioni diverse.

non lo so... spesso mi trovo a sentire alpinisti che in montagna ci vanno per fare curriculum che parlano male di climber che cercano il grado... e per me sono esattamente la stessa cosa. caso strano invece i climber che in falesia cercano se stessi o la trascendenza sono molto simili agli alpinisti che in montagna cercano Dio od un'elevazione spirituale.

credo che allo stesso modo le grandi imprese di oggi e del passato siano affini e differenti a seconda del cuore con cui vengono affrontate... altrimenti tutto si riduce semplicemente alla matematica analisi dei materiali trattati, delle difficoltà o del vestiario. penso che bonatti, messner, i pou, ed i tanti altri alpinisti e/o scalatori, ci vadano per altra ragione lassù. noi stessi ci andiamo per altra ragione

questo poi ovviamente è solo il mio parere.
uno dei tanti.
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by AndreaC »

A proposito, nel secondo video si vede che usano il gri gri...
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by Alexander »

...anche io l'ho notato e mi sono stupito... forse con degli strappi del genere diventa ininfluente se usi barcaiolo, secchiello, molla, otto o grigri. (parla di potenziali cadute di 25 m, sempre che tenga la roba...)
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by AndreaC »

Eh si è proprio quello che ho pensato io, probabilmente con allungamenti della corda dell'ordine del metro o anche più che essa possa scorrere di una decina di centimetri ha veramente poca importanza, certo magari è meglio cercare di rinviare per non cadere fattore 2 secchi sul gri gri :pensoso: :risataGrassa: :risataGrassa:
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by AndreaC »

Cmq oggi pensavo: secondo me la prestazione dei due è seppur eccezionale non paragonabile a quelle di imprese come quelle di bonatti etc...
Diciamoci la verità, per quanto l'altitudine giochi il suo fattore etc non credo si possa provare la solitudine e il senso di abbandona che provava bonatti a salire su una parete inviolata magari anche in solitaria quando questi hanno affianco il cameraman appeso dall'alto... ok un temporale poteva essere una bella rogna ma una giacchetta gliel'avrebbero passata...
Ben altra cosa per esposizione psicologica le imprese di un tempo per conto mio, livello inferiore certo ma incertezza maggiore causa scarsissime possibilità di comunicazione o soccorso.... uno solo sbaglio poteva essere morte!

Le soste cmq le hanno fatte a spit?
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by Alec »

AndreaC wrote:Cmq oggi pensavo: secondo me la prestazione dei due è seppur eccezionale non paragonabile a quelle di imprese come quelle di bonatti etc...
Diciamoci la verità, per quanto l'altitudine giochi il suo fattore etc non credo si possa provare la solitudine e il senso di abbandona che provava bonatti a salire su una parete inviolata magari anche in solitaria quando questi hanno affianco il cameraman appeso dall'alto... ok un temporale poteva essere una bella rogna ma una giacchetta gliel'avrebbero passata...
Ben altra cosa per esposizione psicologica le imprese di un tempo per conto mio, livello inferiore certo ma incertezza maggiore causa scarsissime possibilità di comunicazione o soccorso.... uno solo sbaglio poteva essere morte!
proprio quello che intendevo io : Thumbup :

mi ricordo il racconto che fa bonatti della sua salita sulla nord del cervino (via nuova e diretta alla vetta, in solitaria e in pieno inverno :shock: :shock: :shock: ), quando parla dell'immensa solitudine che provava, della gioia solo per aver visto un elicottero che era passato per vederlo/fotografarlo...

certo un temporale preso su questa parete non è una bella cosa...ma è paragonabile alle condizioni estreme cui è sottoposto un corpo a tre bivacchi ad alta quota in inverno? mi ricordo anche quando bonatti racconta della prima invernale alla nord della cima grande (aveva forse 19 anni), che bivaccavano appesi alle staffe e non si riusciva a respirare da quanto freddo faceva...
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by TylerDurden »

anche io sono pro bonatti, comunque tra le performances "moderne" sopra citate potrei affiancargli senza problemi quella di Auer in free solo sul Pesce, che ha in comune con le imprese pionieristiche di un tempo quel sapore di bravata e quell'impressione di salto nel buio dall'esito incerto. E' questo a conferire a un'impresa il valore di essere "estrema", a mio parere. Ricordo anche l'avventura dei due ragazzi dell'est europeo praticamente equipaggiati da pic nic sulle torri trango, che sono tornati giù in extremis da una via di 3000 metri (90 lunghezze di corda) in quota dopo giorni di drammatica scalata e discesa in preda alla fame e alla stanchezza.

e già che siamo in tema, perchè non citare questo? :mrgreen:

http://www.youtube.com/watch?v=ejUmh4y3N-Q" onclick="window.open(this.href);return false;
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by gambeinspalla »

Io sono del parere che non vanno mischiate le carte: una prima alla nord di cima grande, per quanto si tratti di una parete infernale, non può essere messa sullo stesso piano della prima alla Nord dell'Eiger, secondo me ... E queste sono due imprese quasi coetanee, per giunta! Di conseguenza, mette male anche paragonare la scalata dei fratelli Pou alla prima dell'Everest, o al Dru, o ad altre simili imprese ... Semplicemente, da una parte si parla del top dell'alpinismo esplorativo, dall'altra del massimo livello di difficoltà su roccia attualmente affrontato. Insomma, alpinismo contro arrampicata: anche se spesso vengono usati come sinonimi, io dico che c'è una differenza abissale!
Per questo secondo me non si può dire "meglio Bonatti" o "meglio i Pou" ... Sono due discipline diverse! E' un po' come dire: "è stato più grande Maiorca o Patrick de Gallardon?". Io dico che i Pou, nell'ambito della loro disciplina, sono stati autori di un'impresa tra le più ardue mai effettuate.

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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by RobyValgrana »

Mi permetto un piccolo pensiero; secondo me Bonatti ha aperto una nuova era dell'alpinismo, è uno di quelli che hanno contribuito a tracciarne la via.
per questo non ritengo paragonabie l'impresa dei 2 fratelli con le migliori vie di bonatti.
ciò non toglie che abbiano fatto qlcs di pazzesco
Il coraggio non è mai stato non avere paura,gli uomini coraggiosi affrontano le loro incertezze e le ribaltano a loro vantaggio per diventare ancora più forti
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by Alexander »

Mi permetto anche io un piccolo chiarimento sugli intenti, perchè questo topic finirebbe per essere la solita gara tra il vecchio ed il nuovo... si sta trasformando in quello perdendo così la sua utilità.

Prima di tutto io non sono pro o contro Bonatti... qui NON c'è gara. La foto di Ektor ha scaturito il solito sondaggio tra il vecchio ed il nuovo. Possiamo farne una gara, ed avremo snaturato la questione, o possiamo afferrarne il senso di continuità/scontro, ed allora avremo fatto qualche cosa di costruttivo (a patto che poi si afferri davvero l'evoluzione etica-sportiva-materiale dell'alpinismo e delle sue discipline).

Come scritto in precedente post... per me Messner e Bonatti (ed altri) sono stati e sono delle leggende... tutti partono con "sono pro" Bonatti, come se io avessi detto che sono contro... :strizzaOcchio::

L'importanza di questo topic è un'altra... s'intitola "A proposito della scalata più difficile del mondo"... le cose bisogna sempre vederle da fuori... per capire il momento storico e l'entità degli eventi.

Mia personale conclusione storica
Sono circa 15 anni che vi è una sorta di crisi dell'alpinismo... Si cerca una nuova corrente ma non si arriva a concludere. Le imprese di un tempo continuano a sembrare irripetibili... la sensazione diffusa è proprio quella che voi esprimete... come se tutto fosse già visto o già detto... strano perchè proprio Bonatti e Messner (in TV non in un remoto deserto ghiacciato) hanno asserito che i nuovi ci faranno vedere cose che nemmeno immaginavamo... Però le cose si vedono sempre a distanza...

Ed allora cosa possiamo dire di questa salita? Ok vediamo il quadro... in questi anni ci sono state le free solo di Alexander Huber. Le concatenazioni del fratello Thomas Huber. Ci sono state le salite sportive di arrampicata di Sharma che tenta il 9a+/9b nei tracciati più diversi, corti, lunghi, di strapiombo, di placca. Ci sono stati i confronti sportivi di Ondra che cerca di confrontarsi con tutti facendo o tentando di chiudere tutti i 9a d'Europa (prima di tracciare lui nei prossimi anni). C'è Auer che fa la free solo del Pesce, ed altre più dure. C'è la velocità all'eiger ed a El Capitan... prima c'erano state le libere del Capitan. Poi le libere intorno al mondo a 5000 o 6000 metri... vedi Eternal Flame...

Insomma si cerca il nuovo... si cerca il vero nuovo... la libera di eternal flame è qualche cosa che capiremo nei libri di storia dell'alpinismo fra 10 anni... ma nemmeno questa è la novità... c'è chi ha cercato quindi il massimo grado... edi Bellavista alle lavaredo... e poi le novità.. delle varianti... chi conosce un po' la storia delle dolomiti capisce l'importanza di quella salita... ma nemmeno quello era il nuovo...

Ed allora quale? Ora tutto si sospinge su due nuovi fronti...

1) - la massima difficoltà
2) - l'etica della tradizione

1) Veniamo alla prima. La massima difficoltà di oggi, quella accertata e confermata, è l'XI grado in falesia.
2) Veniamo alla seconda. L'etica considerata più pura è il trad. che viene dalla tecnica di hard grit inglese.

Che succede se misceliamo queste due cose?

Facciamo un passo indietro alla Lucarelli... avete presete tutte le cose che citate come esprienze veramente dei grandi del passato? Da dove vengono? Arrivano grazie all'epoca del VI grado? Ma che cos'è quest'epoca del VI grado? ...si tratta del periodo delle grandi libere conseguito all'avvicendarsi dell'epoca di Solleder. Chi sa già scusi la banalità. so che per alcuni sono cose ovvie queste. Ma senza un elemento comune non si capisce il discorso.
Emil Solleder (1899-1913), bavarese, fu fabbro, rifugista ed è il celebre apritore della via alla Civetta consideratail massimo limite delle capacità umane. Wilhelm Welzenbach fece la classica divisione in 6 gradi e tutto ciò che ne derivò... ok lo sappiamo... poi Arrivò Messner ed altri... ma lui per primo a dire... "io posso" oppure "io ho fatto il VII" o "è assurdo dire che c'è un limite"... ecc...

Fin qui ci siamo? E Bonatti dal canto suo aprì degli itinerari difficilissimi con una fantasia incredibile... ok tutto vero... qual'è fu il loro vero pregio? Capire un metodo etico ed applicarlo con volontà incrollabile a queste incredibili imprese in un momento in cui sembrava tutto sterile... c'era il tetto del VI grado e tutto era fermo... con la libera non si poteva fare di più... una stasi, come quella dei commerci medievali poi snaturata. misero in gioco la loro vita e dimostrarono che si poteva sognare e realizzare.

Ok... ritorniamo a noi... Oggi viviamo la stessa stasi... fino a 15 anni fa si pensava che forse ci potesse essere qualche 9a in falesia... forse... Tutti la menavano con l'antico e che i nuovi potessero soltanto fare quei gradi perchè a terra in modo non etico e con il chiodo al piede... questo era il tetto... un grado alto solo se la roccia profanata dal trapano ad ogni metro...

Poi è arrivata la tecnica dell'hard grit... o meglio si è diffusa da noi... ecco un modo etico... ma pur sempre indietro anni luce sulle difficoltà... in questa crisi delle nuove correnti e tentativi arrivano due fratelli e cosa fanno?

Scelgono il modo considerato etico. scelgono la massima difficoltà esistente in falesia ma mai esistita ancora in montagna.... e dicono... si può fare...

Questa è la prima scalata al mondo di XI grado

Non ci sono spit ai piedi... Siamo in una vera montagna... ci sono pericoli oggettivi, materiale precario, l'etica è rigorosamente trad. Sostanzialmente i due fratelli hanno applicato la stesso identico procedimento che usò Messner quando affermò di poter fare il VII, o la stessa etica, in versione moderna, di Bonatti nelle sue salite.

Fino al giorno prima di questa salita qualcuno avrebbe potuto ancora dire che il 9a è roba da acrobati da falesia con lo spit al piede... questa salita, la prima scalata trad. di XI al mondo, dimostra che è iniziata una nuova epoca ed è finita la precedente che non ha ancora un nome.

Chi ci viveva dentro non sapeva di essere nell'epoca dell'artificiale, idem in quella dei pionieri, idem in quella del VI grado ecc...

Ora noi non sappiamo ancora qual'è il nome di quest'epoca ibrida in cui abbiamo vissuto dopo il nuovo mattino, dopo le antiche sere e prima della prossima. Ma questo è lo spartiacque. Solo che lo capiremo fra molti anni ripensando nostalgicamente al passato.

Poi possiamo chiamarla arrampicata... alpinismo... arrampicata in montagna... possiamo fare le gare se è meglio Bonatti, i Pou, Messner, Auer, ecc... Tutto è paragonabile e niente lo è... Vogliamo davvero paragonare una salita ad un'altra? Ok... facciamo un topic per le solitarie di Messner con quelle di Hauer, o apriamo uno Solleder vs Pou ecc... Può anche essere interessante. Ciò non toglie il vero valore di questa impresa che non è un grado alto su una parete... è l'esser la prima pagina di un nuovo capitolo dell'alpinismo :strizzaOcchio::
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AndreaC
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by AndreaC »

Io non voglio togliere niente a questa salita incredibile ne negare che sia la prima nel suo genere
Ma solo affermare che secondo me molte imprese del passato sono state compiute in condizioni di "esposizione psicologica" molto maggiori a causa della distanza da altre persone dall'incertezza e dalla inesistente possibilità di soccorso
E' un concetto che secondo me è ben spiegato anche in "Oltre il limite" dello stesso messner : Thumbup :
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Alexander
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by Alexander »

AndreaC wrote:Io non voglio togliere niente a questa salita incredibile ne negare che sia la prima nel suo genere
Ma solo affermare che secondo me molte imprese del passato sono state compiute in condizioni di "esposizione psicologica" molto maggiori a causa della distanza da altre persone dall'incertezza e dalla inesistente possibilità di soccorso
E' un concetto che secondo me è ben spiegato anche in "Oltre il limite" dello stesso messner : Thumbup :
Anche questo è un concetto molto importante che andrebbe sviscerato! : Thumbup : : Thumbup : : Thumbup : : Thumbup :
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TylerDurden
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by TylerDurden »

Io non voglio togliere niente a questa salita incredibile ne negare che sia la prima nel suo genere
Ma solo affermare che secondo me molte imprese del passato sono state compiute in condizioni di "esposizione psicologica" molto maggiori a causa della distanza da altre persone dall'incertezza e dalla inesistente possibilità di soccorso
è quello che tentavo di dire io, poi, sul fatto che quella dei Pou Brothers sia la scalata attualmente più difficile, non c'è nulla da dire e per tirare le somme aspetteremo qualche decina d'anni. Ammesso che interessi realmente a qualcuno, visto che questo genere di imprese mi sembra sempre più una serie di performances che ci vengono spiattellate con facilità davanti alla faccia al ritmo martellante imposto dai media
Volante 1 a volante 2: siete arrivati o no? No perchè c'è un silenzio assordante: bisogna urlare tutti assieme STATTE CAPITALE!!! Dopo 2 giorni passati a CAPITAN HARLOCK e MASTER OF STONE che dire...
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disgaggio
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by disgaggio »

TylerDurden wrote:anche io sono pro bonatti, comunque tra le performances "moderne" sopra citate potrei affiancargli senza problemi quella di Auer in free solo sul Pesce, che ha in comune con le imprese pionieristiche di un tempo quel sapore di bravata e quell'impressione di salto nel buio dall'esito incerto. E' questo a conferire a un'impresa il valore di essere "estrema", a mio parere. Ricordo anche l'avventura dei due ragazzi dell'est europeo praticamente equipaggiati da pic nic sulle torri trango, che sono tornati giù in extremis da una via di 3000 metri (90 lunghezze di corda) in quota dopo giorni di drammatica scalata e discesa in preda alla fame e alla stanchezza.

e già che siamo in tema, perchè non citare questo? :mrgreen:

http://www.youtube.com/watch?v=ejUmh4y3N-Q" onclick="window.open(this.href);return false;
....e che non si dica piu' "non riesco a salire perche' lo zainetto mi sbilancia"!!!!
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by disgaggio »

comunque questa impresa e quelle di bonatti messner e c. hanno in comune una cosa: fanno sognare, e questo e' uno stimolo per ognuno ad andare oltre i propri limiti, cecando se stessi. o perlomeno lo e' per me.

dal punto di vista "tecnico" condivido quando detto da chri: prendi l'XI grado, mettici su dei chiodi marci (a leggere su pareti sembra veramente che siano delle puntine da disegno conficcate nella roccia, altro che "resinati che muovono al silenzio alto" :strizzaOcchio:: ) e porta il tutto a 2500 metri con clima del ca..o, ed ecco una nuova era dell'arrampicata...con conseguenze che capiremo tra dieci, venti o trentanni!

non e' secondo me una mera esposizione mediatica. tant'e' che il grande pubblico conosce i bonatti, i messner, i manolo, ma ancora non i pou....poi e' chiaro che nel momento in cui ci sono alcuni pochi personaggi che per indiscusse capacita' scalatorie/alpinistiche riescono a vivere del loro "mestiere" e' conseguenza anche del fatto che ci sia un lato commerciale (spot, apparizioni in pubblico, etc....)
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by skeno »

disgaggio wrote:tant'e' che il grande pubblico conosce i bonatti, i messner, i manolo, ma ancora non i pou....poi e' chiaro che nel momento in cui ci sono alcuni pochi personaggi che per indiscusse capacita' scalatorie/alpinistiche riescono a vivere del loro "mestiere" e' conseguenza anche del fatto che ci sia un lato commerciale (spot, apparizioni in pubblico, etc....)
Penso che oggi sia molto più difficile che un grande dell'alpinismo moderno sia conosciuto al grande pubblico.
Per vari motivi: perchè i fortissimi sono molti ed è difficile "svettare", perchè molti scalano in luoghi lontani da noi, perchè i media non hanno più attenzione alla montagna (a parte se c'è da parlare di morti o di apertura impianti a novembre su neve artificiale e piste illuminate con cena in rifugio e discesa in gatto delle nevi :diavoletto: ).

E, forse, anche perchè i fortissimi fanno cose talmente fuori dalla portata dell'alpinista "comune" che diventano, paradossalmente, poco interessanti. Lo spirito di emulazione, a me scarso, parte di più quando leggo di un quotazerino che fa una via abbordabile di V... più difficilmente se leggo di un XI grado che mi lascia sempre così :shock: :shock: :shock:

Ciao
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mazzysan
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by mazzysan »

Aggiungo molto poco a quanto già scritto, perchè mi sembrerebbe solo di ripetere concetti abbondantemente ed esaurientemente illustrati.
Non parlo dell'aspetto squisitamente tecnico, ma di quello del "sogno", come bene è stato definito.
Anche Gian Carlo Grassi, visionario onirico ed alpinista d'oc, non disdegnava di passare da una cascata di ghiaccio ad una falesia di fondovalle, da una salita in montagna alle esperienze in alta quota. D'altra parte, di Grassi si parlerà esaurientemente domani sera... :strizzaOcchio:: .
Oggi forse le cose sono cambiate. La maggiore specializzazione tecnica ha determinato una specializzazione del sogno, che si è diversificato (come se ciò fosse possibile! n.d.r) a seconda delle intenzioni, delle speranze, delle emozioni di chi scala.
Provate (proviamo) solo a stare sotto Hotel Supramonte, via archetipo di un certo modo di scalare in Sardegna. Il nostro sogno sarà là. Così come sotto la cresta Federici a punta Martìn o all'attacco della nord della Verte.
Così come per la più difficile scalata al mondo (adesso :strizzaOcchio:: ).
Le emozioni non cambiano. Per fortuna...
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mazzysan
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by mazzysan »

mazzysan wrote:Aggiungo molto poco a quanto già scritto, perchè mi sembrerebbe solo di ripetere concetti abbondantemente ed esaurientemente illustrati.
Non parlo dell'aspetto squisitamente tecnico, ma di quello del "sogno", come bene è stato definito.
Anche Gian Carlo Grassi, visionario onirico ed alpinista d'oc, non disdegnava di passare da una cascata di ghiaccio ad una falesia di fondovalle, da una salita in montagna alle esperienze in alta quota. D'altra parte, di Grassi si parlerà esaurientemente domani sera... :strizzaOcchio:: .
Oggi forse le cose sono cambiate. La maggiore specializzazione tecnica ha determinato una specializzazione del sogno, che si è diversificato (come se ciò fosse possibile! n.d.r) a seconda delle intenzioni, delle speranze, delle emozioni di chi scala.
Provate (proviamo) solo a stare sotto Hotel Supramonte, via archetipo di un certo modo di scalare in Sardegna. Il nostro sogno sarà là. Così come sotto la cresta Federici a punta Martìn o all'attacco della nord della Verte.
Così come per la più difficile scalata al mondo (adesso :strizzaOcchio:: ).
Le emozioni non cambiano. Per fortuna...
Inserisco una considerazione fatta da Nick Bullock, alpinista di punta, che ha salito con vari compagni sette linee di ghiaccio e misto nel bacino di Argentiere (Chamonix). Il testo è ripreso dal sito Iborderline/intotherocks:
«L’arrampicata è una grande attività, che rappresenta cose diverse per persone diverse – ha spiegato Bullock -. Ci saranno molti che diranno che queste vie sono inutili, linee brevi ed insignificanti. Bene, non le ripeteranno. Per me e per i miei compagni, invece, sono state delle grandi avventure – che hanno messo a dura prova i nostri nervi – quando le pareti in quota erano troppo pericolose. Spingersi dove nessuno è mai passato, senza la minima idea delle difficoltà che si dovranno superare, di quali protezioni sarà possibile piazzare e di che tipo di arrampicata si dovrà affrontare, è incredibilmente gratificante: non importa dove ci si trova. Queste vie non diventeranno mai delle classiche: non le abbiamo salite per metterci in mostra, per fare vedere quanto siamo bravi, e se abbiamo deciso di parlarne è soltanto per le giornate fantastiche che ci hanno regalato».
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by Sub-Comandante »

mazzysan wrote: Inserisco una considerazione fatta da Nick Bullock, alpinista di punta, che ha salito con vari compagni sette linee di ghiaccio e misto nel bacino di Argentiere (Chamonix). Il testo è ripreso dal sito Iborderline/intotherocks:
«L’arrampicata è una grande attività, che rappresenta cose diverse per persone diverse – ha spiegato Bullock -. Ci saranno molti che diranno che queste vie sono inutili, linee brevi ed insignificanti. Bene, non le ripeteranno. Per me e per i miei compagni, invece, sono state delle grandi avventure – che hanno messo a dura prova i nostri nervi – quando le pareti in quota erano troppo pericolose. Spingersi dove nessuno è mai passato, senza la minima idea delle difficoltà che si dovranno superare, di quali protezioni sarà possibile piazzare e di che tipo di arrampicata si dovrà affrontare, è incredibilmente gratificante: non importa dove ci si trova. Queste vie non diventeranno mai delle classiche: non le abbiamo salite per metterci in mostra, per fare vedere quanto siamo bravi, e se abbiamo deciso di parlarne è soltanto per le giornate fantastiche che ci hanno regalato».
non si può che quotare : Thumbup :
"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by Alexander »

...magnifico... io ce lo vedo un Bonatti a dire la stessa identica cosa
:strizzaOcchio:: : WallBash : :strizzaOcchio:: : WallBash :
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Re: A proposito della scalata più difficile del mondo

Post by disgaggio »

è soltanto per le giornate fantastiche che ci hanno regalato
cos'altro aggiungere?
prendi la tacchetta,
la MANARA ti aspetta!!!
...............

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