vorrei segnalarvi una notizia che mi ha colpito e, se possibile, sottolineare qualcosa che da anni mi sta molto a cuore.
La notizia, riportata dal Tg3 regionale valdostano e da altre agenzie,
http://www.aostaoggi.it/2010/agosto/10a ... s19285.htm" onclick="window.open(this.href);return false;
è semplice. A La Thuile hanno creato una sorta di comitato o gruppo, aperto a chiunque frequenti come villeggiante quella valle da almeno 15 anni, con lo scopo di consultare tali "aficionados" in merito ai problemi più urgenti ed alla futura evoluzione economica, edile e paesaggistica.
Trovo che, parlando della realtà valdostana (ma non solo), l'idea del sindaco Orlandi sia assolutamente ammirevole.
In più zone ho constatato una sorta di... Non dico astio o rivalità, ma mancanza di dialogo tra locali e "forestieri", che in un ambiente economico come quello valdostano, basato essenzialmente sul turismo, è certo deleteria. Potrei citare tali località ed i differenti gradi di "contrapposizione", ma non è un mistero che recentemente in Ayas si sia formato addirittura un comitato volto a contrastare alcune precise politiche edili\viabilitarie proposte dalle autorità. Ciononostante, da anni il sindaco di Ayas incontra i turisti, il che mi è sempre parso un'ottima idea ed una saggia politica.
Io credo, vivendolo di persona, che molto spesso le persone "forestiere" giungano ad amare una terra, una valle, con una profondità ed una passione assolutamente pure, profonde, disarmanti. Decine di grandi Autori ne sono la prova, così come migliaia e migliaia di più o meno sconosciuti genovesi, milanesi, torinesi, biellesi che per decenni hanno trascorso le proprie ferie in Valle. E che hanno trasmesso questo amore, nonché concreti patrimoni immobiliari di grande peso nel contesto catastale di ogni vallata (!), a figli e nipoti.
Io stesso, che frequento Ayas da 27 anni, cui ho dedicato un libro ed un sito e dalla cui bellezza sono tuttora stupito come il più ingenuo dei bambini!, sono il prodotto di questo processo - qualcuno è venuto qui prima di me e mi ha insegnato che, quassù, c'era un posto dove star bene e staccare un po' dal caos sottostante.
Ora, a rischio di scrivere qualcosa di ovvio, è palese che chi ama un luogo non vorrà distruggerlo. Al contrario vorrà viverlo, il che impedirà che tanti paesini si tramutino in sterili e falsi "ecomusei della montagna", come denunciato da più pensatori ed anche in un noto ed attivissimo centro studi sul Web.
Credo infine che esista una profonda differenza tra turismo occasionale, che è assolutamente sacro e legittimo, e villeggiatura - nell'accezione più antica del termine, in cui nel passare delle stagioni dedicate ad una terra si crea una vera interazione tra culture differenti, in cui ognuno impara dall'altro.
Per tutti questi motivi sono davvero lieto dell'iniziativa di La Thuile, e vi chiedo semplicemente cosa ne pensate..

A mio avviso, i "contro" sono semplici:
1) il rischio che simili gruppi diventino solo un'"opposizione" città-montagna, accentuando il contrasto invece di collaborare con gli abitanti locali;
2) il rischio che le evidenti differenze di abitudine e necessità di chi vive in città portino ad un eccessivo trasferimento della città in montagna, rovinando tutto.. Come purtroppo successo in alcune località.
Al contrario, penso invece che se si riuscisse ad instaurare un sereno dibattito (per amor di razionalità, un dibattito apartitico, apolitico, laico ed il più possibile lontano dagli interessi economici di parte..) tra "forestieri" e locali, si potrebbe solamente imparare e trarre beneficio gli uni dagli altri.
Penso infine che oggi le vallate aostane si trovino ad un bivio, sull'onda di questa crisi e sui dubbi su come inseguire il turismo, su come investire nel futuro, sull'apertura di nuovi impianti e strutture alberghiere, e così via. Credo che ascoltare chi vive in realtà economiche e professionali molto diverse ed intense, spesso internazionali e sovente molto "aperte" a nuove soluzioni, possa essere saggio e utile.
Che ne pensate?