Turismo e villeggiatura in montagna

Montagna a 360 gradi: pensieri, notizie, meteo...

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Marco S.
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Turismo e villeggiatura in montagna

Post by Marco S. »

Ciao a tutti,

vorrei segnalarvi una notizia che mi ha colpito e, se possibile, sottolineare qualcosa che da anni mi sta molto a cuore.

La notizia, riportata dal Tg3 regionale valdostano e da altre agenzie,

http://www.aostaoggi.it/2010/agosto/10a ... s19285.htm" onclick="window.open(this.href);return false;

è semplice. A La Thuile hanno creato una sorta di comitato o gruppo, aperto a chiunque frequenti come villeggiante quella valle da almeno 15 anni, con lo scopo di consultare tali "aficionados" in merito ai problemi più urgenti ed alla futura evoluzione economica, edile e paesaggistica.

Trovo che, parlando della realtà valdostana (ma non solo), l'idea del sindaco Orlandi sia assolutamente ammirevole.

In più zone ho constatato una sorta di... Non dico astio o rivalità, ma mancanza di dialogo tra locali e "forestieri", che in un ambiente economico come quello valdostano, basato essenzialmente sul turismo, è certo deleteria. Potrei citare tali località ed i differenti gradi di "contrapposizione", ma non è un mistero che recentemente in Ayas si sia formato addirittura un comitato volto a contrastare alcune precise politiche edili\viabilitarie proposte dalle autorità. Ciononostante, da anni il sindaco di Ayas incontra i turisti, il che mi è sempre parso un'ottima idea ed una saggia politica.

Io credo, vivendolo di persona, che molto spesso le persone "forestiere" giungano ad amare una terra, una valle, con una profondità ed una passione assolutamente pure, profonde, disarmanti. Decine di grandi Autori ne sono la prova, così come migliaia e migliaia di più o meno sconosciuti genovesi, milanesi, torinesi, biellesi che per decenni hanno trascorso le proprie ferie in Valle. E che hanno trasmesso questo amore, nonché concreti patrimoni immobiliari di grande peso nel contesto catastale di ogni vallata (!), a figli e nipoti.
Io stesso, che frequento Ayas da 27 anni, cui ho dedicato un libro ed un sito e dalla cui bellezza sono tuttora stupito come il più ingenuo dei bambini!, sono il prodotto di questo processo - qualcuno è venuto qui prima di me e mi ha insegnato che, quassù, c'era un posto dove star bene e staccare un po' dal caos sottostante.

Ora, a rischio di scrivere qualcosa di ovvio, è palese che chi ama un luogo non vorrà distruggerlo. Al contrario vorrà viverlo, il che impedirà che tanti paesini si tramutino in sterili e falsi "ecomusei della montagna", come denunciato da più pensatori ed anche in un noto ed attivissimo centro studi sul Web.
Credo infine che esista una profonda differenza tra turismo occasionale, che è assolutamente sacro e legittimo, e villeggiatura - nell'accezione più antica del termine, in cui nel passare delle stagioni dedicate ad una terra si crea una vera interazione tra culture differenti, in cui ognuno impara dall'altro.
Per tutti questi motivi sono davvero lieto dell'iniziativa di La Thuile, e vi chiedo semplicemente cosa ne pensate.. :D

A mio avviso, i "contro" sono semplici:

1) il rischio che simili gruppi diventino solo un'"opposizione" città-montagna, accentuando il contrasto invece di collaborare con gli abitanti locali;
2) il rischio che le evidenti differenze di abitudine e necessità di chi vive in città portino ad un eccessivo trasferimento della città in montagna, rovinando tutto.. Come purtroppo successo in alcune località.

Al contrario, penso invece che se si riuscisse ad instaurare un sereno dibattito (per amor di razionalità, un dibattito apartitico, apolitico, laico ed il più possibile lontano dagli interessi economici di parte..) tra "forestieri" e locali, si potrebbe solamente imparare e trarre beneficio gli uni dagli altri.
Penso infine che oggi le vallate aostane si trovino ad un bivio, sull'onda di questa crisi e sui dubbi su come inseguire il turismo, su come investire nel futuro, sull'apertura di nuovi impianti e strutture alberghiere, e così via. Credo che ascoltare chi vive in realtà economiche e professionali molto diverse ed intense, spesso internazionali e sovente molto "aperte" a nuove soluzioni, possa essere saggio e utile.

Che ne pensate?
Marco S.

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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by amadablam »

quoto e perquoto. : Thumbup : .ho frequentato per anni lal Valtournenche (fraz. Losache) e amo quel posto ...anche se passo solo una volta all'anno solo per lo scialpinismo...è bella iniziativa...e lodo i valdostani, che sono dei selvatici come noi liguri e/o piemontesi, hanno avuto coraggio, conoscendoli...capisco benissimo quando hai detto di amare un luogo...ho girato molto, ma per me Losanche è sempre Losanche.... :D
Namaste
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"...ognuno di noi, da qualche parte ha il suo Everest da scalare, qualunque nome esso porti (Wanda Rutkiewicz)
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mazzysan
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by mazzysan »

Marco S. wrote: ...Credo infine che esista una profonda differenza tra turismo occasionale, che è assolutamente sacro e legittimo, e villeggiatura - nell'accezione più antica del termine, in cui nel passare delle stagioni dedicate ad una terra si crea una vera interazione tra culture differenti, in cui ognuno impara dall'altro.
Per tutti questi motivi sono davvero lieto dell'iniziativa di La Thuile, e vi chiedo semplicemente cosa ne pensate.. :D

A mio avviso, i "contro" sono semplici:

1) il rischio che simili gruppi diventino solo un'"opposizione" città-montagna, accentuando il contrasto invece di collaborare con gli abitanti locali;
2) il rischio che le evidenti differenze di abitudine e necessità di chi vive in città portino ad un eccessivo trasferimento della città in montagna, rovinando tutto.. Come purtroppo successo in alcune località.

Al contrario, penso invece che se si riuscisse ad instaurare un sereno dibattito (per amor di razionalità, un dibattito apartitico, apolitico, laico ed il più possibile lontano dagli interessi economici di parte..) tra "forestieri" e locali, si potrebbe solamente imparare e trarre beneficio gli uni dagli altri.
Penso infine che oggi le vallate aostane si trovino ad un bivio, sull'onda di questa crisi e sui dubbi su come inseguire il turismo, su come investire nel futuro, sull'apertura di nuovi impianti e strutture alberghiere, e così via. Credo che ascoltare chi vive in realtà economiche e professionali molto diverse ed intense, spesso internazionali e sovente molto "aperte" a nuove soluzioni, possa essere saggio e utile.

Che ne pensate?
Credo che tu abbia ragione, anche se una certa mentalità dei valligiani può essere freno allo sviluppo "intelligente" delle singole zone.
D'altro canto, si era già affrontato il ragionamento, mi pare nel post sul film "Il vento fa il suo giro", riguardo soprattutto alle difficoltà di comunicazione tra "indigeni" e "conquistatori".
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granpasso
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by granpasso »

Argomento molto interessante ma difficile............
Ho già provato a scrivere qualcosa ma senza postare.........molti spunti, forse un pò confusi ma secondo me interessanti.........
Del resto ad Agosto di sera nelle piazze dei paesi c'è molta con/fusione :strizzaOcchio:: :strizzaOcchio::
Provo ad iniziare con pochi spunti:
Villeggiatura intesa come frequentazione di uno stesso luogo per per lunghi periodi e per lungo tempo.
Fenomeno decisamente in calo per tutte le ragioni che conosciamo e che quì poco interessano.
Distinguerei la villeggiatura dal turismo di massa, quello dei campi da sci per intenderci.......ed eliminerei il turismo di massa da questa discussione.
Un discreta percentuale di quotazerini (azzardo un trenta percento) ha svolto o svolge tutt'ora della villeggiatura.
La maggior parte degli utenti di qz sono frequentatori itineranti delle forme della montagna (cime, valli, pendii, torrenti, ecc...)
La villeggiatura è un'"attività" svolta prettamente da metropolitani ( cioè coloro che vivono nelle grandi città).
La catena alpina è quantomai vasta e varia per storia, cultura, lingua e così: accoglienza, villeggiatura, turismo in Trentino o Vallè sono ben diverse che in altre "aree" come ad esempio il Cuneese.
All'interno di una stessa area possono esserci enormi differenze tra una valle e l'altra, mi vengono in mente le valli Vermegnana, Gesso, Stura..........addirittura all'interno di una valle possono esserci enormi diffrenze tra un paese e l'altro........
Un tempo Villeggiatura era sinonimo di "aria buona", era il tempo dei mesi di vacanza con il papà in città a lavorare e i lunghi viaggi in 1100. Adesso ????
Partirei da qui..........
Dimenticavo: sono villeggiante per scelta e frequentatore di montagne.........
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Marco S.
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by Marco S. »

Interessante spunto.. :D

Ovviamente le forme di frequentazione "turistica" della montagna sono profondamente mutate, oggi il turismo è perlopiù mordi e fuggi, nei weekend..
Tuttavia concordo assolutamente nel separare la villeggiatura vecchio stampo, vista soprattutto nel rapporto profondo e pluridecennale che lega una persona o un nucleo familiare, una storia familiare di più generazioni, ad una terra. Questo secondo me è il tipo di fenomeno, purtroppo per forza di cose in regressione, più virtuoso ed interessante. Ed è da qui, secondo me, che possono partire spunti e sinergie vincenti per l'evoluzione futura dell'accoglienza turistica in montagna - volendo semplificare brutalmente, ad esempio, su come seguire il flusso turistico e le richieste del pubblico senza stravolgere definitivamente la montagna, il paesaggio, le risorse locali.

C''è poi da considerare il patrimonio di conoscenza, che deriva dall'affetto, dei villeggianti di più lunga data nei confronti della montagna, della cultura, della storia recente della "loro" valle.. conosco persone che magari trascorrono le ferie in Ayas da trent'anni e che la conoscono meglio delle Guide locali. Parlo concretamente.
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by granpasso »

Tuttavia concordo assolutamente nel separare la villeggiatura vecchio stampo, vista soprattutto nel rapporto profondo e pluridecennale che lega una persona o un nucleo familiare, una storia familiare di più generazioni, ad una terra. Questo secondo me è il tipo di fenomeno, purtroppo per forza di cose in regressione, più virtuoso ed interessante. Ed è da qui, secondo me, che possono partire spunti e sinergie vincenti per l'evoluzione futura dell'accoglienza turistica in montagna - volendo semplificare brutalmente, ad esempio, su come seguire il flusso turistico e le richieste del pubblico senza stravolgere definitivamente la montagna, il paesaggio, le risorse locali.
Sono d'accordo con te ma in realtà le cose sono ben diverse..............
Frequento le valli del cuneese da un pò di anni oramai e anche se il mio interese principale sono le montagne non ho perso occasione per osservare ed interrogarmi sulle persone che vivono e frequentano i paesi di montagna e sui rapporti che instaurano con gli abitanti e il luogo. E sono perplesso, molto perplesso.............
Per quello che è la mia esperienza si contano ben più alpinisti, arrampicatori ed escursionisti nei frequentatori occasionali che tra i villeggianti, questa cosa mi fa "strano", noi come famiglia, ad esempio, siamo un pò unici, siamo più alla "francese" per dirla tutta...........Secondo me la passione per un luogo di montagna non può prescindere dalla conoscenza dei monti, delle valli, delle sorgenti che lo circondano e che fanno parte del suo territorio, anzi ne sono Valore: storico, culturale ma anche economico ( vedi l'affitto degli alpeggi di proprietà dei comuni). Certo non penso che ogni villeggiante debba essere un'alpinista provetto ma un attento passeggiatore almeno questo si..............
E non mi pare che questo accada............
Ma penso invece che una "chiave" per entrare veramente nel "mondo" dei Veri abitanti di un luogo possa essere anche ( forse sopratutto) la conoscenza dei luoghi e la sua condivisione.
ora scappo..........son di fretta............ :D
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by Marco S. »

[Ma penso invece che una "chiave" per entrare veramente nel "mondo" dei Veri abitanti di un luogo possa essere anche ( forse sopratutto) la conoscenza dei luoghi e la sua condivisione.
[/quote]


sicuramente d'accordo..
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by mazzysan »

Marco S. wrote:[Ma penso invece che una "chiave" per entrare veramente nel "mondo" dei Veri abitanti di un luogo possa essere anche ( forse sopratutto) la conoscenza dei luoghi e la sua condivisione.

sicuramente d'accordo..[/quote]
Verissimo. Sta all'intelligenza ed alla sensibilità di chi "invade" creare un clima favorevole, sintonizzandosi su cultura, storia e quant'altro locale.
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by Sub-Comandante »

granpasso wrote:Villeggiatura intesa come frequentazione di uno stesso luogo per per lunghi periodi e per lungo tempo.
Fenomeno decisamente in calo per tutte le ragioni che conosciamo e che quì poco interessano.
forse con la crisi di questi anni vedremo un'inversione di tendenza, gli abitanti delle città, non potendosi più permettere settimane in giro per l'Europa e per il mondo, si ricorderanno di possedere i vecchi appartamenti dei nonni lasciati a marcire dieci anni prima perchè andare in crociera era più bello, così capiranno che le vacanze sono vacanze se sono un momento di riposo e di quiete, le valli si ripopoleranno ed il turismo montano avrà una ripresa.
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by Marco S. »

Può essere... bisognerebbe anche pensare seriamente a che punto sia arrivato il fenomeno turistico dello sci!, e vedere se sia davvero il caso, anche solo economicamente parlando, di progettare nuovi comprensori, piste e via dicendo.. o se non convenga di più preservare il proprio ambiente naturale e sfruttarlo, dal punto di vista dei locali, nei prossimi decenni!
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by Sub-Comandante »

Marco S. wrote:Può essere... bisognerebbe anche pensare seriamente a che punto sia arrivato il fenomeno turistico dello sci!, e vedere se sia davvero il caso, anche solo economicamente parlando, di progettare nuovi comprensori, piste e via dicendo.. o se non convenga di più preservare il proprio ambiente naturale e sfruttarlo, dal punto di vista dei locali, nei prossimi decenni!
Me lo chiedo sempre, fino a che punto il Monterosa Ski può spennarci? Aumentando tutti gli anni si arriverà al punto di non ritorno? Cioè quando gli aumenti non copriranno i giornalieri persi perchè gli sciatori sono diminuiti?
E' evidente come negli ultimi anni ci sia meno gente, certo il facoltoso turista inglese viene sempre, però le famiglie da settimana bianca ce ne sono sempre meno, aumentano gli appartamenti sfitti, eppure i prezzi non calano...
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by paolo59 »

Sub-Comandante wrote:
Marco S. wrote:Può essere... bisognerebbe anche pensare seriamente a che punto sia arrivato il fenomeno turistico dello sci!, e vedere se sia davvero il caso, anche solo economicamente parlando, di progettare nuovi comprensori, piste e via dicendo.. o se non convenga di più preservare il proprio ambiente naturale e sfruttarlo, dal punto di vista dei locali, nei prossimi decenni!
Me lo chiedo sempre, fino a che punto il Monterosa Ski può spennarci? Aumentando tutti gli anni si arriverà al punto di non ritorno? Cioè quando gli aumenti non copriranno i giornalieri persi perchè gli sciatori sono diminuiti?
E' evidente come negli ultimi anni ci sia meno gente, certo il facoltoso turista inglese viene sempre, però le famiglie da settimana bianca ce ne sono sempre meno, aumentano gli appartamenti sfitti, eppure i prezzi non calano...
Questo (in grassetto) è un problema locale: prova ad andare a sciare in Alto Adige (nel Dolomiti Superski) e ti accorgerai che crisi o non crisi la gente aumenta ogni anno. Questo succede negli ultimi ventanni. Non esiste più la bassa stagione. Anche mesi come gennaio son presi d'assalto. Forse è anche (e principalmente) un problema di rapporto qualità-prezzo..... :pensoso:
Paolo

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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by Marco S. »

I prezzi sono proprio alti... certe cose ormai semplicemente non convengono più.

Poi mi è successo più volte di veder servire le cose ai locali ad un prezzo, ai turisti "forestieri" ad un altro, e potrei anche citare nomi e cognomi, volendo. Il che certo non attira il turismo e soprattutto non lo fidelizza, che è quel che le singole vallate dovrebbero cercar di fare per sopravvivere.

Comunque Paolo hai ragione, mai come quest'anno m'era capitato di veder fiorire, da Challand in su, così tanti cartelli "Affittasi".
L'unica, come dico io, è comprar casa. :risataGrassa:
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by Sub-Comandante »

Marco S. wrote:Comunque Paolo hai ragione, mai come quest'anno m'era capitato di veder fiorire, da Challand in su, così tanti cartelli "Affittasi".
però contro ogni legge del mercato i valligiani piuttosto che abbassare il prezzo la lasciano sfitta... :?
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by granpasso »

Spunti ce ne sono tanti però io farei un passo indietro.........
Se parliamo di strutture parliamo di realtà che si sono già "piegate" alla logica del mercato. Turismo di massa che ha bisogno di residence, grandi impianti, villette a scheira............In questo modo c'è ben poca diffusione di cultura.........Il tutto è indirizzato al massimo rendimento economico per vantaggio di tutti, ospitanti e visitatori......In situazioni simili non esiste più il "foresto" e il "locale", si crea un meltingpot identico a quello delle metropoli dove è molto probabile che a servirvi il caffe al bar in piazza sia la ragazzina romena di turno piuttosto che la giovane del paese........
Tornerei alla villeggiatura :D Al villaggio quindi, con gli alloggi di famiglia presi in affitto :strizzaOcchio::
Guardandomi intorno sembra che l'errore principale commesso da molti (sopratutto i giovani ma non solo) sia quello di riportare nella vita di paese i "modelli" delle metropoli.........auto con stereo al massimo volume nelle piazze, felpe della squadra del cuore, scarpetta da calcetto il massimo della scarpa sportiva ammessa, visita al centro commerciale di Cuneo nei giorni di pioggia...........
In condizioni simili gli sbocchi possono essere solo in due direzioni: totale chiusura e incomunicabilità da parte delle due realtà......Trasformazione del luogo secondo le esigenze di mercato......
Ma non vorrei essere frainteso......non ho il mito del buon montanaro e so benissimo che i "giovani" sono uguali a tutte le latitudini..........
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by Marco S. »

vere entrambe le cose: piuttosto che affittare a meno, lasciano vuote le case;

ed è strapieno di nuovi turistelli trentenni che portano letteralmente la città in montagna, specie intorno a Ferragosto, e che pretendono di trovare le stesse cose che frequentano a valle, come discoteche, palestre, saune, luoghi di ritrovo etc..

per fortuna questo tipo di persona "cittadina" si allontana ben poco dalla civiltà, diciamo.. :wink:
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by Sub-Comandante »

granpasso wrote:Spunti ce ne sono tanti però io farei un passo indietro.........
Se parliamo di strutture parliamo di realtà che si sono già "piegate" alla logica del mercato. Turismo di massa che ha bisogno di residence, grandi impianti, villette a scheira............In questo modo c'è ben poca diffusione di cultura.........Il tutto è indirizzato al massimo rendimento economico per vantaggio di tutti, ospitanti e visitatori......In situazioni simili non esiste più il "foresto" e il "locale", si crea un meltingpot identico a quello delle metropoli dove è molto probabile che a servirvi il caffe al bar in piazza sia la ragazzina romena di turno piuttosto che la giovane del paese........
Tornerei alla villeggiatura :D Al villaggio quindi, con gli alloggi di famiglia presi in affitto :strizzaOcchio::
Guardandomi intorno sembra che l'errore principale commesso da molti (sopratutto i giovani ma non solo) sia quello di riportare nella vita di paese i "modelli" delle metropoli.........auto con stereo al massimo volume nelle piazze, felpe della squadra del cuore, scarpetta da calcetto il massimo della scarpa sportiva ammessa, visita al centro commerciale di Cuneo nei giorni di pioggia...........
In condizioni simili gli sbocchi possono essere solo in due direzioni: totale chiusura e incomunicabilità da parte delle due realtà......Trasformazione del luogo secondo le esigenze di mercato......
Ma non vorrei essere frainteso......non ho il mito del buon montanaro e so benissimo che i "giovani" sono uguali a tutte le latitudini..........
hai pienamente ragione, quoto ogni parola! : Thumbup :
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by granpasso »

In ogni caso anche nelle "realtà" che non sono state stravolte dal turismo vedo molto difficile la relazione tra "villeggiante" e "locale".
La prima cosa che mi viene in mente è chiedere ai "locali" se ritengono la "villeggiatura" una realtà su cui investire.........
La mia impressione è che si preferisca altro (su questo poi ne possiamo discutere, potrebbero essere altre forme di turismo). In fondo la "villeggiatura" è troppo "invasiva". Sempre le stesse persone e per lunghi periodi alla fine finiscono per impicciarsi di "fatti" che non li riguardano........
Potrei citare molti esempi di "iniziative" utili al sostegno dei "villeggianti" ed altrettante risposte negative da parte dei locali........
Perchè non fare un bel parco giochi per bimbi e ragazzi ???? "Perchè costa e "voi" venite su un mese all'anno"........il resto dell'anno con i pochi bimbi del paese (scuola chiusa) il parco resta inutilizzato sotto la neve.
Poi ci sono realtà diverse e se in alcune regioni ci sono finanziamenti per rifare i tetti con le lose, segnare sentieri e quant'altro, altrove, con i tempi che corrono poi, quattrini non ce ne sono e cmq vengono impiegati per la comunità residente......
Mi pare chiaro che fare "promozione turistica" in Trentino o in Vallè sia cosa ben diversa che farla altrove........
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by Marco S. »

quel che dici è verissimo,


assolutamente...

Bisogna però tener presente che la Valle d'Aosta si basa quasi del tutto sull'industria del turismo, che sia di villeggiatura o di passaggio. Seguire anche quel che desiderano i "forestieri", entro certi limiti, è una politica molto saggia e prudente, visto e considerato che in Italia, di vallate e montagne, ne abbiamo a iosa.. :D
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by granpasso »

Seguire anche quel che desiderano i "forestieri", entro certi limiti, è una politica molto saggia e prudente, visto e considerato che in Italia, di vallate e montagne, ne abbiamo a iosa..
Ok.........questa è la nostra opinione di amatori della montagna nonchè metropolitani.......
Ma come stanno veramente le cose ???? La realtà è multiforme così come le montagne, le valli e le genti che le popolano....
Il denaro aiuta certo, anche a perdere l'identità......
Ecco una lettura interessante
http://www.priulieverlucca.it/catalogo/ ... Altrove/72" onclick="window.open(this.href);return false;
Ciao.
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by Marco S. »

sì, l'ho letto, me l'ha prestato e consigliato un amico :D
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by scinty »

INTERVISTA A GIORGIO DIRITTI:
Sono nato a Bologna, ma, a circa due anni e mezzo, ci siamo trasferiti a Biella in Piemonte per necessità lavorative di mio padre: la storia della mia infanzia fino all’adolescenza è fortemente legata a quei luoghi. Quand’ero bambino mi poteva capitare di aprire la finestra la notte e sentire il rumore dei campanacci delle mucche che attraversavano la città per andare agli alpeggi: potrei dire che a Biella si sentono gli odori della montagna che arrivano a valle, come l’odore di letame o, a seconda della stagione, del fieno o dei temporali. Oltre a queste sensazioni olfattive c’è sempre stata una partecipazione alla scoperta vera della montagna con le classiche gite fatte con i genitori e con la parrocchia: in particolare ricordo un campo estivo molto piacevole e bello in una cascina a Bagneri, vicino a Graglia, organizzato dai sacerdoti filippini in una baita ristrutturata.
Allora andare in quei luoghi voleva ancora dire incontrare pienamente l’attività della pastorizia e dell’agricoltura in montagna: a parte noi, che eravamo una specie di infiltrati, quasi fuori luogo, erano tutti malgari, contadini che avevano le mucche e facevano i formaggi. In quel periodo mi sono avvicinato alla bellezza dei volti e dei luoghi: è da lì che ho iniziato ad amare le case in pietra, le travi in legno cotte dal sole, quella sensazione di una casa fatta della materia del terreno, che quasi non sembra una costruzione artificiale dell’uomo.
Scusate se mi intrometto ma prendo uno stralcio molto bello dalla presentazione del libro Altrove di cui granpasso ha messo il link.

Non sono cresciuta vedendo la vita dei pastori e margari come dice Diritti nelle prime righe, ma come lui ho maturato negli ultimi anni di visite in montagna una grande passione per quel mondo... non so spiegare il calore che si sprigiona dentro di me quando vengo a contatto con quella realtà... anche solo nell'osservare un dettaglio, o quando sento i roudoun o i richiami dei pastori nella nebbia...

Per cammuffare questa mia comparsa :mrgreen: (volevo esprimere ciò che ho provato leggendo l'intervista a Diritti) proverò a restare in tema:

credo che la frequentazione delle montagne da parte dei turisti/villeggianti abbia cambiato sicuramente anche la vita dei montanari, da un lato per venire incontro alle nostre esigenze ed avere maggiori introiti economici... dall'altro, più che altro per i giovani, perchè è inevitabile che attraverso gli scambi culturali ci si influenzi un po'.

mi vengono in mente, ad esempio, i musei etnografici, mostre fotografiche, feste e stage di danze folkloristiche, rassegne cinematografiche, presentazioni di libri presso le associazioni culturali, concerti, escursioni guidate, l'apertura di piste di pattinaggio sul ghiaccio e le discoteche estive (i tendoni...), certi laboratori di arte e artigianato presso le strutture ricettive, cene e aperitivi a tema o accompagnati da qualche evento... tutte idee promosse dalla regione o dagli enti locali (o dalle strutture stesse che sono un po' "più avanti") per valorizzare il territorio dando ascolto ai gusti e alle tendenze di chi visita quei luoghi...

Non so se ho colto pienamente il significato del topic, ma credo che il dialogo tra le diverse realtà sia importante senza però modificare troppo la natura, la "personalità" mi viene da dire, dei luoghi di montagna. A me anche la montagna così com'è piace, più è pura più mi piace. Solitaria, la montagna che parla con i proprio suoni e le voci dei suoi abitanti...

In questi 7 anni in Val Maira (caspita sono già 7 anni che ci vado :shock: ), è vero che sono andata molte volte ma sempre per brevissimi periodi, ciò nonostante mi è capitato di incontrare varie persone, e non posso proprio dire che siano chiuse! Personalmente preferisco spendere il tempo a chiacchierare con loro e sentire le loro storie e i loro ricordi che partecipare a un evento preparato ad hoc, perchè mi rimane nel cuore e nella testa uno spaccato di vita vera...

Certo non siamo tutti uguali, anzi spesso ragionando con gli altri mi rendo conto di essere io un po' particolare...

ad ogni modo sono apprezzabili tutte le iniziative che si svolgono in montagna, sicuramente ci trasmettono molta più conoscenza della cultura locale che il solo andare per monti... a proposito ma sapete che mi è capitato di sentirmi dire dai locali "ah sei andata su quel monte? dov'è, io non ci sono mai stato" :lol:

In quanto ai turisti di passaggio o ai villeggianti tutti portano soldi... quelli di passaggio dormono e mangiano nelle pensioni mentre i secondi pagano l'affitto e comprano nei negozi... in ogni caso sono entrambi figure necessarie per il sostegno del turismo in montagna.. se potessi scegliere, io in Val Maira farei la villeggiante.

uhm... se potessi scegliere davvero, forse anche di più :o , ma qua sto sconfinando nei sogni...
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by Alec »

una casa fatta della materia del terreno, che quasi non sembra una costruzione artificiale dell’uomo.
bellissima frase :D
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.

Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
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Marco S.
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by Marco S. »

Ciao Scinty,


grazie per questo bellissimo post!, condivido davvero quel che hai scritto.

E' innegabile che lo scambio, l'influenza, ci sia stata.. I "cittadini" hanno bisogno della montagna a livello fisico e psichico, vuoi per le ferie, vuoi per portar su i nipotini mentre i genitori lavorano, vuoi per andare a fare escursioni e rilassarsi, staccare un po'. Per passione. E spesso si instaurano quei rapporti di lunga data di cui parlavo io, magari estesi per generazioni, che portano ad amare e conoscere una terra in modo davvero ammirevole e duraturo.

Chi vive in montagna... Non è un mistero che in Valle d'Aosta si lamentino spesso della fuga dei giovani. Non solo da località meno privilegiate come Pontboset, Fontainemore, Lillianes, ma anche dalle dorate comunità del turismo invernale ed estivo. Con la motivazione che, qui, "c'è solo il comparto alberghiero, tolto quello, non resta niente".
E le lamentele riguardano anche il fatto che ormai di giovani valdostani che vogliano fare i mandriani, negli alpeggi, non ce ne siano più; che scarseggino i ragazzi nei campi o nei boschi, a fare i lavori di un tempo. Non mi stupisce molto, se pensiamo che ogni anno, nelle due stagioni di punta, vedono un'invasione di loro coetanei portatori e portatrici di un modello di vita profondamente diverso e certo molto più comodo... Da lì a pensare, ma chi me lo fa fare?, il passo è breve.

Purtroppo, infine, anche a me è spesso capitato di sentirmi dire da residenti ayassini di non aver mai salito la tal vetta, o di chiedere informazioni ad anziani del posto e ricevere indicazioni profondamente nebulose, "Ma sì, è lì, vicino a..", che non stavano né in cielo né in terra. Questo se non altro si spiega con il fatto che un tempo, prima dell'orgia di benessere dei nostri giorni, la gente di montagna doveva lavorare duramente, dall'alba a dopo il tramonto, per poter sopravvivere. E non c'era tempo per le escursioni, dunque si conosceva solo l'ambiente più prossimo al mayen, al villaggio, all'alpe.
Marco S.

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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by scinty »

Marco S. wrote: Purtroppo, infine, anche a me è spesso capitato di sentirmi dire da residenti ayassini di non aver mai salito la tal vetta, o di chiedere informazioni ad anziani del posto e ricevere indicazioni profondamente nebulose, "Ma sì, è lì, vicino a..", che non stavano né in cielo né in terra. Questo se non altro si spiega con il fatto che un tempo, prima dell'orgia di benessere dei nostri giorni, la gente di montagna doveva lavorare duramente, dall'alba a dopo il tramonto, per poter sopravvivere. E non c'era tempo per le escursioni, dunque si conosceva solo l'ambiente più prossimo al mayen, al villaggio, all'alpe.
Infatti, è vero, magari per qualche giovane di oggi che potrebbe avere più tempo, non c'è l'interesse a salire sul monte, ma per molti è stato ed è sicuramente così. Anche io spesso penso, se lavorassi in montagna... comunque poi i monti li guarderei solo dal basso!
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by Marco S. »

Sì, penso sia una quasi costante universale... dico "quasi" perché ci sono persone, residenti locali, altamente appassionati e molto competenti su cime, vie, zone "segrete" e luoghi di riproduzione degli ungulati, per fare qualche esempio immediato. Spesso sono, del resto, cacciatori. Le Guide che conosco salgono perlopiù sui 4000 del confine, o sul Monte Sarezza, per parlare sempre di Ayas.
Una cosa che mi sta estremamente a cuore e che nel mio piccolo (troppo piccolo, purtroppo) ho sempre cercato di preservare, invece, è quell'eccezionale ed istintivo patrimonio di toponomastica che hanno gli anziani montanari. Non so, ho sempre cercato di chiedere come mai una cresta si chiamasse così, o come si chiamasse una tal zona, e poi di fissarlo nel mio sito, nel libro, in modo che "sopravvivesse". Anche lì il villeggiante, se solo sa ascoltare e se si pone in modo da imparare e non da "Ghepensimì!", ha molto da recepire.. :D
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by amadablam »

Marco S. wrote:Sì, penso sia una quasi costante universale... dico "quasi" perché ci sono persone, residenti locali, altamente appassionati e molto competenti su cime, vie, zone "segrete" e luoghi di riproduzione degli ungulati, per fare qualche esempio immediato. Spesso sono, del resto, cacciatori. Le Guide che conosco salgono perlopiù sui 4000 del confine, o sul Monte Sarezza, per parlare sempre di Ayas.
Una cosa che mi sta estremamente a cuore e che nel mio piccolo (troppo piccolo, purtroppo) ho sempre cercato di preservare, invece, è quell'eccezionale ed istintivo patrimonio di toponomastica che hanno gli anziani montanari. Non so, ho sempre cercato di chiedere come mai una cresta si chiamasse così, o come si chiamasse una tal zona, e poi di fissarlo nel mio sito, nel libro, in modo che "sopravvivesse". Anche lì il villeggiante, se solo sa ascoltare e se si pone in modo da imparare e non da "Ghepensimì!", ha molto da recepire.. :D
quoto...la toponomastica è veramente interessante!! : Thumbup :
Namaste
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by Marco S. »

Sì, verissimo,

ed è solo uno dei tanti elementi che si possono imparare circa una terra, se la si vuol conoscere bene, approfonditamente, e non solo per quel che riguarda i bar o le piste.. :D

Non so, per esempio, oltre alla toponomastica c'è tutto un immenso patrimonio di leggende e (dove resiste ancora) musica locale. Tradizioni... Modi di dire e di fare. Tradizioni anche religiose. Mi affascina moltissimo, tutto ciò. :D
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by amadablam »

Marco S. wrote:Sì, verissimo,

ed è solo uno dei tanti elementi che si possono imparare circa una terra, se la si vuol conoscere bene, approfonditamente, e non solo per quel che riguarda i bar o le piste.. :D

Non so, per esempio, oltre alla toponomastica c'è tutto un immenso patrimonio di leggende e (dove resiste ancora) musica locale. Tradizioni... Modi di dire e di fare. Tradizioni anche religiose. Mi affascina moltissimo, tutto ciò. :D
ti riquoto....la toponomastica fa rivivere tempi lontanissimi, è la storia di un popolo con le tradizioni e differenze (ad esempio la parole Breuil , se parli con un valdostano il Breuil è un posto umido..non Cervinia) oppure Tza.....Tzan.....colle di bella Tza (Tza che significa un sacco di cose piene di storia........ lo tza de tzan)... la Becca, la punta il Rascard ..... la reina....Losanche (da losa pietra) roisettaz (giacciaio da rosee) val tournenche (tournalin) ......etc se ami dei posti e gli abitanti che li abitano ritengo che sia bello conoscere anche queste cose per comprendere il loro spirito antico per salvaguardarli...
strada del pan perdù....etc....
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by amadablam »

....e desidero ricordare tutte le bellissime chiesette tipiche VDA
ND de la guerison, ND de la Salette, ND de la guarde, ND de la neige e i santi San teodulo, Pantaleone etc è storia di un popolo che in passato non se la passava bene .....poi è arrivato il turismo, ma prima....
Ricordo quando la mia amica Detta (Bernadette) mi faceva la fioca alla festa della ND Guerison mentre la gente giocava al Palet......
IL Cervino per lei era la Gran Becca .......e basta :esclamativo:
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by Martu »

Riporto in vita questo topic molto interessante! :strizzaOcchio::
Odio il turismo di massa (parlo solo per la Val d'Ayas perché la conosco :D ) e non mi ritengo una turista..e tengo a sottolineare il concetto di villeggiatura nel senso di frequentazione per lunghi periodi e per lungo tempo!
Trascorro in val d'Ayas circa un mese all'anno, purtroppo sempre in periodi molto "commerciali"..l'unica volta in cui siamo andati in un periodo morto (il ponte dei Santi) è stato meraviglioso, tutto più tranquillo e meno caotico! E ha ragione chi dice che per integrarsi serve molto anche la conoscenza accurata del posto: non sopporto chi dice di amare la val d'Ayas solo perché è stato al Lago Blu (con tutto il rispetto per quel lago, però d'estate sembra veramente di essere al mare.. : WallBash ::, anche se quest anno per via del ginocchio da poco operato anch'io mi sono dovuta fermare lì :oops: )..
Però ora forse domina troppo la logica del turismo di massa, penso che sotto capodanno e a carnevale Champoluc sia veramente invivibile! ma se anche quest'anno il Monterosa ski ha deciso di ritoccare i prezzi verso l'alto (e per fortuna a capodanno non scio ancora per far assestare bene il ginocchio :mrgreen: ) vuol dire che sa benissimo che la gente a sciare, crisi o non crisi, ci va lo stesso..che è poi la stessa gente che tornata in città si vanta di aver mangiato la polenta in chissà quale baita sperduta in VdA quando magari l'ha mangiata a due passi dagli impianti..
Ci sarebbero molte altre cose da dire su questi fenomeni, quindi scrivete!! :mrgreen:
Lungi i pensieri foschi! Se non verrà l'amore
che importa? Giunge al cuore il buon odor dei boschi.
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by Marco S. »

Ciao carissima!,

grazie per aver riaperto il topic.

Come sai io, pur essendo cresciuto in Ayas ed amandola più di qualsiasi altra terra, salvo forse Chiavari, negli ultimi anni vedo la questione da un punto di vista più... sociologico? Panoramico?
Nel senso: io amo quella terra ed ogni pista, ogni sfregio, ogni piccola catastrofe mi fa star male. Il Palazzetto.. Un ecomostro che vedo ogni giorno dal balcone. Il mio amatissimo Pratone Varasc che è stato minacciato di ridursi, in parte, a parcheggio per camper. Queste sono cose che ovviamente mi impegnano a livello personale.

Il problema è però molto più ampio e trascende la nostra epoca. C'è da considerare tutta una serie di logiche ben più antiche, alla base dello sviluppo turistico e dell'industria del turismo in tante valli. Si può ragionare, per esempio, con la SACROSANTA mentalità ambientalista ed ecologica del 2010 in merito ad un fenomeno esploso negli anni Sessanta, quando lo sci è diventato all'improvviso il trampolino di lancio dalla penuria e dalla povertà verso un futuro di ricchezza? E si può rimpiangere ORA la perdita di tante tradizioni, abitudini, di una ricchissima cultura di montagna (generalizzo) quando da secoli sono proprio le nostre città ad attirare i giovani delle Alpi, quando sono i "ricchi" turisti di Milano, Genova, Torino a porsi come emblemi di un modello di vita molto diverso e percepito come più "libero" proprio agli occhi dei giovani valligiani?

Capisci Martina che se si deve assolutamente parlare del singolo caso, se si deve difendere il singolo bosco (come sotto Resy...) o la singola casetta (come nel caso del povero mulino Walser di Soussun), tutto ciò va inserito in un contesto storico, economico e soprattutto sociale che... Corre sopra di noi, di noi tutti, da almeno 50 anni e più.
La mia analisi condensata, forse troppo cinica, è: all'epoca non si poteva fare di più, e chi sta affogando si aggrappa a tutto, non importa con quali danni. Il vero punto di discussione è riuscire a sfruttare perfino gli scempi del passato come vero trampolino per un futuro più pulito e consapevole, in cui non si propongano più le montagne come un carosello anonimo ad uso e consumo del turista (ho colleghi che vanno da anni a sciare in Valle d'Aosta e non sanno dirmi DOVE!), portando ad un incontro tra montagna e pianura... E volendo parlare nel concreto, chi può aiutare in questo sono i villeggianti, cioè chi risiede altrove ma frequenta da generazioni una valle, un paese. Chi vive la realtà locale ma proviene da un mondo più vasto, esterno alla montagna, e può dunque imparare e portare benefici.
Marco S.

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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by Sub-Comandante »

Marco S. wrote:Ciao carissima!,

grazie per aver riaperto il topic.

Come sai io, pur essendo cresciuto in Ayas ed amandola più di qualsiasi altra terra, salvo forse Chiavari, negli ultimi anni vedo la questione da un punto di vista più... sociologico? Panoramico?
Nel senso: io amo quella terra ed ogni pista, ogni sfregio, ogni piccola catastrofe mi fa star male. Il Palazzetto.. Un ecomostro che vedo ogni giorno dal balcone. Il mio amatissimo Pratone Varasc che è stato minacciato di ridursi, in parte, a parcheggio per camper. Queste sono cose che ovviamente mi impegnano a livello personale.

Il problema è però molto più ampio e trascende la nostra epoca. C'è da considerare tutta una serie di logiche ben più antiche, alla base dello sviluppo turistico e dell'industria del turismo in tante valli. Si può ragionare, per esempio, con la SACROSANTA mentalità ambientalista ed ecologica del 2010 in merito ad un fenomeno esploso negli anni Sessanta, quando lo sci è diventato all'improvviso il trampolino di lancio dalla penuria e dalla povertà verso un futuro di ricchezza? E si può rimpiangere ORA la perdita di tante tradizioni, abitudini, di una ricchissima cultura di montagna (generalizzo) quando da secoli sono proprio le nostre città ad attirare i giovani delle Alpi, quando sono i "ricchi" turisti di Milano, Genova, Torino a porsi come emblemi di un modello di vita molto diverso e percepito come più "libero" proprio agli occhi dei giovani valligiani?

Capisci Martina che se si deve assolutamente parlare del singolo caso, se si deve difendere il singolo bosco (come sotto Resy...) o la singola casetta (come nel caso del povero mulino Walser di Soussun), tutto ciò va inserito in un contesto storico, economico e soprattutto sociale che... Corre sopra di noi, di noi tutti, da almeno 50 anni e più.
La mia analisi condensata, forse troppo cinica, è: all'epoca non si poteva fare di più, e chi sta affogando si aggrappa a tutto, non importa con quali danni. Il vero punto di discussione è riuscire a sfruttare perfino gli scempi del passato come vero trampolino per un futuro più pulito e consapevole, in cui non si propongano più le montagne come un carosello anonimo ad uso e consumo del turista (ho colleghi che vanno da anni a sciare in Valle d'Aosta e non sanno dirmi DOVE!), portando ad un incontro tra montagna e pianura... E volendo parlare nel concreto, chi può aiutare in questo sono i villeggianti, cioè chi risiede altrove ma frequenta da generazioni una valle, un paese. Chi vive la realtà locale ma proviene da un mondo più vasto, esterno alla montagna, e può dunque imparare e portare benefici.
hai pienamente ragione, il tuo modo di vedere non è cinico bensì da vero storico, troppo spesso si giudica il passato con la mentalità odierna.
Quello che è accaduto è stato un processo inevitabile, ora bisogna guardare solo avanti per creare un nuovo modello di sviluppo imparando dal passato.
"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by Martu »

Sub-Comandante wrote:
Marco S. wrote:Ciao carissima!,

grazie per aver riaperto il topic.

Come sai io, pur essendo cresciuto in Ayas ed amandola più di qualsiasi altra terra, salvo forse Chiavari, negli ultimi anni vedo la questione da un punto di vista più... sociologico? Panoramico?
Nel senso: io amo quella terra ed ogni pista, ogni sfregio, ogni piccola catastrofe mi fa star male. Il Palazzetto.. Un ecomostro che vedo ogni giorno dal balcone. Il mio amatissimo Pratone Varasc che è stato minacciato di ridursi, in parte, a parcheggio per camper. Queste sono cose che ovviamente mi impegnano a livello personale.

Il problema è però molto più ampio e trascende la nostra epoca. C'è da considerare tutta una serie di logiche ben più antiche, alla base dello sviluppo turistico e dell'industria del turismo in tante valli. Si può ragionare, per esempio, con la SACROSANTA mentalità ambientalista ed ecologica del 2010 in merito ad un fenomeno esploso negli anni Sessanta, quando lo sci è diventato all'improvviso il trampolino di lancio dalla penuria e dalla povertà verso un futuro di ricchezza? E si può rimpiangere ORA la perdita di tante tradizioni, abitudini, di una ricchissima cultura di montagna (generalizzo) quando da secoli sono proprio le nostre città ad attirare i giovani delle Alpi, quando sono i "ricchi" turisti di Milano, Genova, Torino a porsi come emblemi di un modello di vita molto diverso e percepito come più "libero" proprio agli occhi dei giovani valligiani?

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La mia analisi condensata, forse troppo cinica, è: all'epoca non si poteva fare di più, e chi sta affogando si aggrappa a tutto, non importa con quali danni. Il vero punto di discussione è riuscire a sfruttare perfino gli scempi del passato come vero trampolino per un futuro più pulito e consapevole, in cui non si propongano più le montagne come un carosello anonimo ad uso e consumo del turista (ho colleghi che vanno da anni a sciare in Valle d'Aosta e non sanno dirmi DOVE!), portando ad un incontro tra montagna e pianura... E volendo parlare nel concreto, chi può aiutare in questo sono i villeggianti, cioè chi risiede altrove ma frequenta da generazioni una valle, un paese. Chi vive la realtà locale ma proviene da un mondo più vasto, esterno alla montagna, e può dunque imparare e portare benefici.
hai pienamente ragione, il tuo modo di vedere non è cinico bensì da vero storico, troppo spesso si giudica il passato con la mentalità odierna.
Quello che è accaduto è stato un processo inevitabile, ora bisogna guardare solo avanti per creare un nuovo modello di sviluppo imparando dal passato.
Eh sì, avete ragione entrambi! Quoto Sub Comandante, non è un'analisi cinica ma da persona competente, mi ha soddisfatta! =D>
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by Marco S. »

Quoto anch'io Sub Comandante... Bisogna prender la palla al balzo, lasciar perdere la retorica, sfruttare i tanti errori del passato per andare avanti in modo migliore.
Una volta c'era uno slogan, anzi un bellissimo titolo, gli stambecchi non mangiano il cemento. Riproposto ora per la nostra discussione... Credono forse che le future generazioni di turisti premieranno valli intonse, non ecomusei stereotipati ma ancora ragionevolmente naturali, o la trasposizione di San Babila a 2000 metri?

Inoltre, oggi ci sono delle alternative valide: pensiamo solo al biologico, pensiamo alle colture alpine (alcuni vigneti "eroici" d'alta quota che producono massimo 1000 contesissime bottiglie l'anno), pensiamo alla tecnologia, al fotovoltaico, alle comunicazioni a distanza, alla possibilità del booking a mezzo Internet... Ci sono tante risposte possibili. Nell'arco della mia breve vita, ho visto e toccato con mano (eh quante volte) la diminuzione dei rifiuti e delle lattine, in Ayas e Valle del Lys: qualcosa sta cambiando. Oggi ci sono levate di scudi e petizioni contro i nuovi ecomostri, cose che una volta sarebbero scivolate via come l'acqua.

Tanti di questi argomenti vengono discussi in modo molto approfondito nel sito e forum Dislivelli.eu, che vi consiglio davvero di vedere e seguire... Perchè tanti oggi parlano di montagna, ma pochi si impegnano di studiarla e capirne i veri problemi. Insomma, io sono ottimista. I mezzi per "fare meglio" ci sono, la coscienza ambientale è molto migliorata, e solo qui in Quotazero c'è un patrimonio umano di veri amanti della montagna, e di esperienze pratiche, da capogiro.
Marco S.

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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by Martu »

Marco S. wrote:Una volta c'era uno slogan, anzi un bellissimo titolo, gli stambecchi non mangiano il cemento. Riproposto ora per la nostra discussione... Credono forse che le future generazioni di turisti premieranno valli intonse, non ecomusei stereotipati ma ancora ragionevolmente naturali, o la trasposizione di San Babila a 2000 metri?
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by granpasso »

Tanti di questi argomenti vengono discussi in modo molto approfondito nel sito e forum Dislivelli.eu, che vi consiglio davvero di vedere e seguire... Perchè tanti oggi parlano di montagna, ma...............
Grazie per la segnalazione........Un sito e un forum del genere ci volevano proprio.......
Putroppo il forum langue ma è anche vero che ha iniziato l'attività da poco.
Agenda interessante invece : http://www.dislivelli.eu/blog/category/agenda" onclick="window.open(this.href);return false;
ciao.
Belin !
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by Marco S. »

Mi sono iscritto su suggerimento del mio compagno di cordata, che ha collaborato per un convegno...

vero, il forum per ora langue!, purtroppo come dicevamo prima è difficile trattare in modo equilibrato di questi temi..
Marco S.

una salus victis, nullam sperare salutem

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Martu
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by Martu »

Riporto un passo di uno dei libri che sto studiando per l'esame di Geografia (modulo monografico sulle Alpi, libro del mio prof), devo dire che mi ha molto colpita:
E' giunto adesso il momento di trarre qualche conclusione, e lo farò cominciando col dire che l'amore che sin da ragazzino nutro per le Alpi rende ai miei occhi quasi intollerabile ascoltare il rumore di fondo, e respirare le infernali emissioni dei flussi di traffico pesante che continuamente attraversano, stravolgendoli, i fondovalle; l'oltraggio dei motociclisti - provenenti anche da Germania e Svizzera - che coi loro mezzi da cross si arrampicano sugli impervi sentieri delle Alpi Cozie, diffondendo gas di scarico e rumore anche laddove gli ultimi escursionisti si rfugiano per trovare un po' di natura ed osservare animali selvaggi, o quello delle motoslitte che sfrecciano tra sciatori ed escursionisti, tranciano radici, distruggono tane di animali; il lento, progressivo insinuarsi del "serpente" metropolitano nelle grandi valli trasversali, gli scempi urbanistici perpetrat in ossequio al mito della seconda casa, la miriade di abitazioni in anonimo stile urbano costruite da o per i residenti, le selve di tralicci che tranciano senza rispetto vallate idilliche, le tetre altissime muraglie che sbarrano i grandi laghi artificiali, l'irrazionale, smodata proliferazione degli impianti di risalita, la semi-scomparsa dell'agricoltura di montagna, lo sgretolamento di certe usanze, mestieri, attività, la scomparsa di odori e sapori che avevano contribuito a rendere fascinoso il mondo alpino. Ricordo, ad esempio, che ancora nella seconda metà degli anni '60, a Welschnofen ("Nova Levante"), percorrendo d'estate la strada in salita che porta alla chiesa, si passava accanto a una porta in legno semichiusa dalla quale usciva aria gelida e un intenso, gradevole odore di stalla: oggi quella stalla non c'è più, e al suo posto si erge na fila di case moderne e di scarsa qualità.
Fabrizio Bartaletti, Geografia e cultura delle Alpi
Lungi i pensieri foschi! Se non verrà l'amore
che importa? Giunge al cuore il buon odor dei boschi.
Di quali aromi opimo odore non si sa:
di resina? di timo? o di serenità?... (G.Gozzano, Le due strade)
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Re: Turismo e villeggiatura in montagna

Post by Sub-Comandante »

dipinge un quadro molto reale, anche se personalmente non sarei così "negativo". Luoghi incontaminati ce ne sono ancora molti e l'escursionista può ancora fuggire dal "rumore"! : Thumbup :
"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
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