La spiritualità in montagna
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La spiritualità in montagna
Ramingo ha scritto in altro post: Conoscendomi.... Al cospetto di simili montagne credo che il mio lato spirituale sarebbe scosso da sensazioni davvero molto forti! Il paesaggio, le persone e il profondo rispetto del culto religioso locale sono di per sè dei forti catalizzatori.
Amadablam ha risposto: in Nepal (cosa che non ho trovato in Sud america e nemmeno in alte parti) la spiritualità la si sente la si percepisce in qualsiasi cosa: le montagne sono sempre comunque "sacre", la stessa piccola cima dell'Islan Peack, (mi ricordo in vetta che Tika fece uno strano inchino), i colli sono pieni di preghiere nepalesi e sacri pali tibetani che pregano nel vento..........molto spesso vi sono "mani"(muretti) dedicati agli spiriti delle montagne e dei loro caduti...
.una curiosità: namaste è il saluto , ma in sanscritto significa "saluto il divino che è in te", è bellissimo ogni persona è una rappresentazione del divino del spirituale del grandioso perchè umano, è un meraviglioso esempio di tolleranza, ricordatevi che, specialmente i buddisti, hanno un profondo rispetto per tutto ciò che è natura: gli animali, i fiori, i fiumi, le montagne..tutto è vita, gli alberi ....
Allora ho pensato di aprire a parte un post per parlarne un po'.
Per quel che mi riguarda, agnostico convinto ma non "talebano", ogni tanto risento di un certo clima particolare sulle montagne. A prescindere ovviamente dalle considerazioni sulla vera e propria religiosità/religione e nel rispetto di tutte le posizioni
Amadablam ha risposto: in Nepal (cosa che non ho trovato in Sud america e nemmeno in alte parti) la spiritualità la si sente la si percepisce in qualsiasi cosa: le montagne sono sempre comunque "sacre", la stessa piccola cima dell'Islan Peack, (mi ricordo in vetta che Tika fece uno strano inchino), i colli sono pieni di preghiere nepalesi e sacri pali tibetani che pregano nel vento..........molto spesso vi sono "mani"(muretti) dedicati agli spiriti delle montagne e dei loro caduti...
.una curiosità: namaste è il saluto , ma in sanscritto significa "saluto il divino che è in te", è bellissimo ogni persona è una rappresentazione del divino del spirituale del grandioso perchè umano, è un meraviglioso esempio di tolleranza, ricordatevi che, specialmente i buddisti, hanno un profondo rispetto per tutto ciò che è natura: gli animali, i fiori, i fiumi, le montagne..tutto è vita, gli alberi ....
Allora ho pensato di aprire a parte un post per parlarne un po'.
Per quel che mi riguarda, agnostico convinto ma non "talebano", ogni tanto risento di un certo clima particolare sulle montagne. A prescindere ovviamente dalle considerazioni sulla vera e propria religiosità/religione e nel rispetto di tutte le posizioni
Ji ta kyo ei
Amicizia e mutua prosperità
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Re: La spiritualità in montagna
Secondo me è il contatto con la natura che ci rende più spirituali, non le vette in se stesse.
Penso che il contatto con la natura “incontaminata”, ovvero non “modificata” dalla presenza umana e quindi ancora “perfetta” ci porti a fare riflessioni sull’armonia e sull’equilibrio che sono insiti nella natura stessa.
Siamo portati a pensare che una tale perfezione non possa essere frutto della casualità e allora siamo spinti a vederci qualcosa di divino ….quale che sia, poi, il concetto di divino che abbiamo (ovvero che sia quello cristiano, o quello islamico, o quello buddhista….)
Noi proviamo queste sensazioni in montagna perché è in montagna che abbiamo questo contatto profondo con la natura…
Penso che il contatto con la natura “incontaminata”, ovvero non “modificata” dalla presenza umana e quindi ancora “perfetta” ci porti a fare riflessioni sull’armonia e sull’equilibrio che sono insiti nella natura stessa.
Siamo portati a pensare che una tale perfezione non possa essere frutto della casualità e allora siamo spinti a vederci qualcosa di divino ….quale che sia, poi, il concetto di divino che abbiamo (ovvero che sia quello cristiano, o quello islamico, o quello buddhista….)
Noi proviamo queste sensazioni in montagna perché è in montagna che abbiamo questo contatto profondo con la natura…
Sono un viandante, un valicatore di monti.
Non amo le pianure e sembra che non possa stare a lungo in un luogo.
Qualunque cosa mi riservi il fato o l'esperienza,sempre dovrò camminare ed ascendere monti.
Non si può vivere che da come si è.
F. NIETZSCHE
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- amadablam
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Re: La spiritualità in montagna
..ti ringrazio personalmente per aver aperto il topic (si dice così, vero?)mazzysan wrote:
Allora ho pensato di aprire a parte un post per parlarne un po'.


Namaste
"Non esiste una via per la pace, la Pace è la Via"
Tenzin Gyatso (Dalai Lama)
Tibet libero!!!
"...ognuno di noi, da qualche parte ha il suo Everest da scalare, qualunque nome esso porti (Wanda Rutkiewicz)
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Re: La spiritualità in montagna
Che topic impegnativo!
Ci provo con una prima riflessione.
Separando tra spiritualità e religiosità, che possono incontrarsi in modi e momenti diversi, una vena di trascendenza la ritengo, anch'io, insita nell'esser umano anche se non saprei quanto sia innata o dovuta a presunzione.
Mi è, inoltre, difficile valutare se prevalga la parte esteriore in cui siamo immersi nell' offrirci spunto o la possibilità di essere a contatto con noi stessi a seguito della possibilità di silenzio, isolamento, riflessione.
Una cosa ho realizzato fin ora : tutto molto bello, importante ma infruttuoso se non posso condividerlo.
Nonostante tutto la ricchezza più grande la trovo nell'interagire con gli uomini.
trovo sia costitutivo per l'incontro tra persone
'ste due righe in croce le avrò corrette venti volte 
Ci provo con una prima riflessione.
Separando tra spiritualità e religiosità, che possono incontrarsi in modi e momenti diversi, una vena di trascendenza la ritengo, anch'io, insita nell'esser umano anche se non saprei quanto sia innata o dovuta a presunzione.
Mi è, inoltre, difficile valutare se prevalga la parte esteriore in cui siamo immersi nell' offrirci spunto o la possibilità di essere a contatto con noi stessi a seguito della possibilità di silenzio, isolamento, riflessione.
Una cosa ho realizzato fin ora : tutto molto bello, importante ma infruttuoso se non posso condividerlo.
Nonostante tutto la ricchezza più grande la trovo nell'interagire con gli uomini.
Amadablam wrote:...namaste è il saluto , ma in sanscritto significa "saluto il divino che è in te"
trovo sia costitutivo per l'incontro tra persone


- amadablam
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Re: La spiritualità in montagna
quotoAgo wrote: Separando tra spiritualità e religiosità

..da sempre l'umanità ha trovato nelle montagne la sede ideale per i propri dei e comunque luoghi dove il divino si manifestava (Olimpo, Sinai, Ararat ..) Ogni civiltà ha la sua montagna sacra: gli Aborigeni la loro, i buddhisti anche e noi pure (i vari santuari anche quelli + montani: Rocciamelone, Tabor etc). Più delle volte nel passato la montagna rappresentava anche l'ignoto, quindi la sede di spiriti maligni....ma sempre un "quid" nascosto e misterioso, proprio perchè, secondo me , era protesa verso l'alto, difficile da raggiungere, da capire, da vedere , da controllare.
Ai giorni ns tante cose sono ovviamente cambiate, però , come ha giustamente sottolineato l'amico Ago, anch'io separo la spiritualità dalla religiosità. In montagna penso che sia maggiormente sentita in noi stessi la spiritualità per un sacco di motivi: il silenzio, la natura, gli animali, i tramonti etc. La religione è dogma ha bisogno del rito, del totem. Invece la spiritualità , per me, in motagna è sentire che sei una cosa unica con la natura , con i compagni di cordata, è quella cosa che anche se sei magari ateo, ti fa pensare, sperare in un qualche cosa che non ha nome ma che da qualche parte esiste (anche dentro nella mente). In un passaggio difficile (reggerà l'appiglio?....) penso che tutti nel cuore i quel momento abbiano pensato e sperato in un qualche cosa.....quando arrivi in vetta e stringi la mano ai compagni, quando senti la corda tirare, quando dividi la fatica e la gioia..., quando per un attimo dimentichi le menate quotidiane e la mente non va + a 100 all'ora: ti siedi e ti godi la pace, un'alba, gli animaletti, i colori e pensi solo a cose belle condividendole con l'ambiente e con altri umani, per me questa è la spritualità in monatagna
Namaste
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Re: La spiritualità in montagna
argomento tosto, ma vero, proverò anch'io a cimentarmi..
sono d'accordo con le cose fin qui scritte. la montagna è luogo di spiritualità e di prove di questo se ne potrebbero trovare a bizzeffe nella storia e nella cultura umane.
Penso si siano toccati i due aspetti fondamentali di questo nostro sentire la montagna:
- il sentirsi vicini alla natura che si rivela "altro" da noi (sentirsi minuscoli, sentirsi solo marginali e neppure troppo adatti)
- il sentirsi parte di un tutto che ci mette dentro a una realtà ben al di sopra delle nostre esistenze
ma tutto ciò non ci schiaccia, ci riempie e sentiamo un intima felicità.
bellissima la sottolineatura di Ago, che senso avrebbe questo senza condividerlo?
ecco il nostro posto, il nostro ruolo di uomini: condividere i doni misteriosi della nostra esistenza; che sono altro dalla nostra volontà, che travalicano il nostro personale io passeggero, ma che sono di tutti e per tutti.
un ultimissima cosa:
quando si parla di natura incontaminata dall'uomo (quel cattivone che rovina tutto) si fa una grossa semplificazione, che spesso ci impedisce di guardare con vera responsabilità al nostro ruolo. Allora mi piace far notare come ben pochi posti nelle nostre amate montagne non siano frutto del rapporto con l'uomo che le ha abitate, spesso in un modo talmente rispettoso da creare dei paesaggi armoniosi che ai nostri occhi appaiono "incontaminati"

sono d'accordo con le cose fin qui scritte. la montagna è luogo di spiritualità e di prove di questo se ne potrebbero trovare a bizzeffe nella storia e nella cultura umane.
Penso si siano toccati i due aspetti fondamentali di questo nostro sentire la montagna:
- il sentirsi vicini alla natura che si rivela "altro" da noi (sentirsi minuscoli, sentirsi solo marginali e neppure troppo adatti)
- il sentirsi parte di un tutto che ci mette dentro a una realtà ben al di sopra delle nostre esistenze
ma tutto ciò non ci schiaccia, ci riempie e sentiamo un intima felicità.
bellissima la sottolineatura di Ago, che senso avrebbe questo senza condividerlo?
ecco il nostro posto, il nostro ruolo di uomini: condividere i doni misteriosi della nostra esistenza; che sono altro dalla nostra volontà, che travalicano il nostro personale io passeggero, ma che sono di tutti e per tutti.
un ultimissima cosa:
quando si parla di natura incontaminata dall'uomo (quel cattivone che rovina tutto) si fa una grossa semplificazione, che spesso ci impedisce di guardare con vera responsabilità al nostro ruolo. Allora mi piace far notare come ben pochi posti nelle nostre amate montagne non siano frutto del rapporto con l'uomo che le ha abitate, spesso in un modo talmente rispettoso da creare dei paesaggi armoniosi che ai nostri occhi appaiono "incontaminati"

Re: La spiritualità in montagna
Che dire in più?topo wrote:argomento tosto, ma vero, proverò anch'io a cimentarmi..![]()
sono d'accordo con le cose fin qui scritte. la montagna è luogo di spiritualità e di prove di questo se ne potrebbero trovare a bizzeffe nella storia e nella cultura umane.
Penso si siano toccati i due aspetti fondamentali di questo nostro sentire la montagna:
- il sentirsi vicini alla natura che si rivela "altro" da noi (sentirsi minuscoli, sentirsi solo marginali e neppure troppo adatti)
- il sentirsi parte di un tutto che ci mette dentro a una realtà ben al di sopra delle nostre esistenze
ma tutto ciò non ci schiaccia, ci riempie e sentiamo un intima felicità.
bellissima la sottolineatura di Ago, che senso avrebbe questo senza condividerlo?
ecco il nostro posto, il nostro ruolo di uomini: condividere i doni misteriosi della nostra esistenza; che sono altro dalla nostra volontà, che travalicano il nostro personale io passeggero, ma che sono di tutti e per tutti.
un ultimissima cosa:
quando si parla di natura incontaminata dall'uomo (quel cattivone che rovina tutto) si fa una grossa semplificazione, che spesso ci impedisce di guardare con vera responsabilità al nostro ruolo. Allora mi piace far notare come ben pochi posti nelle nostre amate montagne non siano frutto del rapporto con l'uomo che le ha abitate, spesso in un modo talmente rispettoso da creare dei paesaggi armoniosi che ai nostri occhi appaiono "incontaminati"
Niente.
Quindi quoto e basta.
Ji ta kyo ei
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Re: La spiritualità in montagna
....e no eehh!!
topo lo quoto io, in mancanza di skeno
però ora vado a leggere cos'ha scritto


però ora vado a leggere cos'ha scritto

"E®ne" ...VECCHIA BELINA DOC.
- sonia gasman
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Re: La spiritualità in montagna
Io purtropppo, per motivi che non sto a spiegare,frequento molto poco la montagna. Le rare volte che riesco ad andare, cerco sempre mete che mi possano permettere di isolarmi in una spece di meditazione contemplativa. Non amo la folla, e rifuggo, se possibile, quei luoghi dove posso prevedere di incontrare qualcuno.. Mi piace la solitudine totale, che mi permette di immergermi totalmente nella natura. L'unica volta che ho salito un monte quasi esclusivamente per raggiungere e provare il piacere della vetta, mi sono mancate queste sensazioni. Forse sabaglio, ma non cerco la compagnia in montagna, cerco di vivere la mia spiritualità montana in solitudine.
A presto.
Sonia
Sonia
Re: La spiritualità in montagna
Secondo me non c'è un atteggiamento giusto e un atteggiamento sbagliato.sonia gasman wrote:Io purtropppo, per motivi che non sto a spiegare,frequento molto poco la montagna. Le rare volte che riesco ad andare, cerco sempre mete che mi possano permettere di isolarmi in una spece di meditazione contemplativa. Non amo la folla, e rifuggo, se possibile, quei luoghi dove posso prevedere di incontrare qualcuno.. Mi piace la solitudine totale, che mi permette di immergermi totalmente nella natura. L'unica volta che ho salito un monte quasi esclusivamente per raggiungere e provare il piacere della vetta, mi sono mancate queste sensazioni. Forse sabaglio, ma non cerco la compagnia in montagna, cerco di vivere la mia spiritualità montana in solitudine.
Ogni atteggiamento evidentemente è giusto per chi lo adotta....
Ognuno di noi- credo- va in montagna alla ricerca di qualcosa che va oltre la vetta, o la meta, o il panorama.
Se questo "qualcosa" lo vivi più profondamente da sola.....allora è giusto, secondo me, che tu ricerchi la solitudine e non la condivisione con altri.....
Sono un viandante, un valicatore di monti.
Non amo le pianure e sembra che non possa stare a lungo in un luogo.
Qualunque cosa mi riservi il fato o l'esperienza,sempre dovrò camminare ed ascendere monti.
Non si può vivere che da come si è.
F. NIETZSCHE
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- Marco S.
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Re: La spiritualità in montagna
Secondo me non c'è un atteggiamento giusto e un atteggiamento sbagliato.serena wrote:sonia gasman wrote:Io purtropppo, per motivi che non sto a spiegare,frequento molto poco la montagna. Le rare volte che riesco ad andare, cerco sempre mete che mi possano permettere di isolarmi in una spece di meditazione contemplativa. Non amo la folla, e rifuggo, se possibile, quei luoghi dove posso prevedere di incontrare qualcuno.. Mi piace la solitudine totale, che mi permette di immergermi totalmente nella natura. L'unica volta che ho salito un monte quasi esclusivamente per raggiungere e provare il piacere della vetta, mi sono mancate queste sensazioni. Forse sabaglio, ma non cerco la compagnia in montagna, cerco di vivere la mia spiritualità montana in solitudine.
Ogni atteggiamento evidentemente è giusto per chi lo adotta....
Ognuno di noi- credo- va in montagna alla ricerca di qualcosa che va oltre la vetta, o la meta, o il panorama.
Se questo "qualcosa" lo vivi più profondamente da sola.....allora è giusto, secondo me, che tu ricerchi la solitudine e non la condivisione con altri.....[/quote]
Non male!

Marco S.
una salus victis, nullam sperare salutem
http://www.varasc.it" onclick="window.open(this.href);return false;
http://oneshottoofar.blogspot.com/" onclick="window.open(this.href);return false;
una salus victis, nullam sperare salutem
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Re: La spiritualità in montagna
serena wrote:Secondo me non c'è un atteggiamento giusto e un atteggiamento sbagliato.sonia gasman wrote:Io purtropppo, per motivi che non sto a spiegare,frequento molto poco la montagna. Le rare volte che riesco ad andare, cerco sempre mete che mi possano permettere di isolarmi in una spece di meditazione contemplativa. Non amo la folla, e rifuggo, se possibile, quei luoghi dove posso prevedere di incontrare qualcuno.. Mi piace la solitudine totale, che mi permette di immergermi totalmente nella natura. L'unica volta che ho salito un monte quasi esclusivamente per raggiungere e provare il piacere della vetta, mi sono mancate queste sensazioni. Forse sabaglio, ma non cerco la compagnia in montagna, cerco di vivere la mia spiritualità montana in solitudine.
Ogni atteggiamento evidentemente è giusto per chi lo adotta....
Ognuno di noi- credo- va in montagna alla ricerca di qualcosa che va oltre la vetta, o la meta, o il panorama.
Se questo "qualcosa" lo vivi più profondamente da sola.....allora è giusto, secondo me, che tu ricerchi la solitudine e non la condivisione con altri.....


Lungi i pensieri foschi! Se non verrà l'amore
che importa? Giunge al cuore il buon odor dei boschi.
Di quali aromi opimo odore non si sa:
di resina? di timo? o di serenità?... (G.Gozzano, Le due strade)
che importa? Giunge al cuore il buon odor dei boschi.
Di quali aromi opimo odore non si sa:
di resina? di timo? o di serenità?... (G.Gozzano, Le due strade)
Re: La spiritualità in montagna
" ... Anche quando si scala, si deve tendere ad eliminare il rumore. Si rimuove ogni movimento superfluo
ogni disequilibrio....
...Gea traduce nelle pareti e nelle vette la sua aria primordiale. "
" .....Diamo un'ultimo sguardo ... e poi scendiamo. Arrivati ... , aggiriamo una mandria di manzi
per non disperderli. Troviamo un piccolo vitellino che si stà nutrendo del latte della mamma.
Un ultimo respiro e c'incamminiamo verso casa, già pronti a ripartire. "
pensieri e parole tratte da: "Lacrime nella pioggia" di C. Roccati
Come diceva il leggendario alpinista Julius Kugy:
" Non scacciate i cari spiriti della montagna dalla loro dimora. In punta di piedi,
non chiamateli, ma state in ascolto. E non disturbate il loro placido governo.
Ve ne saranno grati e vi compenseranno".
Mio piccolo contributo ai bei pensieri espressi in precedenza nei vari post...!

ogni disequilibrio....
...Gea traduce nelle pareti e nelle vette la sua aria primordiale. "
" .....Diamo un'ultimo sguardo ... e poi scendiamo. Arrivati ... , aggiriamo una mandria di manzi
per non disperderli. Troviamo un piccolo vitellino che si stà nutrendo del latte della mamma.
Un ultimo respiro e c'incamminiamo verso casa, già pronti a ripartire. "
pensieri e parole tratte da: "Lacrime nella pioggia" di C. Roccati
Come diceva il leggendario alpinista Julius Kugy:
" Non scacciate i cari spiriti della montagna dalla loro dimora. In punta di piedi,
non chiamateli, ma state in ascolto. E non disturbate il loro placido governo.
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- TylerDurden
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- Joined: Thu Sep 21, 2006 14:06
Re: La spiritualità in montagna
Italo Calvino, che nel suo lunghissimo iter narrativo inventò persino un omino chiamato Palomar che era tutto sguardo e contemplazione, definì l'uomo come "una finestra da cui il mondo guarda il mondo", " un dispositivo di cui il mondo dispone per sapere che c'è"
Volante 1 a volante 2: siete arrivati o no? No perchè c'è un silenzio assordante: bisogna urlare tutti assieme STATTE CAPITALE!!! Dopo 2 giorni passati a CAPITAN HARLOCK e MASTER OF STONE che dire...
Re: La spiritualità in montagna
Gran bel topic! Non l'avevo ancora letto... e ne ringrazio l'autore per aver pensato di aprire il discorso su un argomento di cui si parla spesso e che, pur affiorando spesso nei vari racconti, ad oggi non aveva ancora uno spazio tutto suo su Quotazero.
L'intervento di topo è toccante nella sua autenticità! Lo condivido davvero in pieno!
L'isolamento ed il silenzio che si trovano in montagna ma che possono essere cercati in ogni ambiente, in ogni isolato angolo di paradiso, hanno sempre spinto l'uomo alla contemplazione, alla meditazione ed alla ricerca, oltre che scientifica (o più filosoficamente della propria identità) anche verso una vera e propria dimensione spirituale!
Di fronte alle meraviglie ed alla grandezza maestosa e possente della natura l'uomo non può mostrarsi indifferente.
La natura può essere materna e mostrarci scene dolcissime e commoventi, quanto spietata, dura ed inarrestabile quando scatena le sue forze. Una natura troppo spesso offesa, vituperata, calpestata da comportamenti irrispettosi e malvagi da parte dei suoi abitanti, dimentichi che il mondo ove vivono non gli appartiene ed è patrimonio ereditario dei propri figli e dei figli dei loro figli. Fortunatamente, in molti casi, essa è altrettanto testimone, come ha scritto topo, di autentiche e rispettose simbiosi con l'essere umano.
Non è facile capire la natura. Spesso e troppo facilmente essa non viene ascoltata, perchè non vogliamo o perchè semplicemente non vi riusciamo, incapaci di riconoscere che in essa vi è qualcosa di straordinariamente grande, qualcosa di immenso e divino che governa questo mondo, attraverso leggi che spesso non riusciamo a comprendere!
Come vivo la montagna attraverso questo aspetto?
Tenterò di esprimere a parole quello che provo
Andando in montagna ho scoperto quanto questo ambiente sia particolarmente adatto alla riflessione. Camminare tra le rocce, in luoghi desolati, mi mette in comunicazione ed in ascolto.
In montagna sento il mio cuore e quella parte di me che spesso non comunica neppure con la mia testa, interagire con qualcosa di elevato, di soprannaturale. Ognuno, ogni persona dotata di umanità e di sentimenti intendo, nel silenzio della natura si pone automaticamente in ascolto, ed in questo silenzio..... riceve!
L'anima riceve donando a sua volta, attraverso emozioni che interagiscono nella nostra profonda intimità sino a toccare e stimolare gli angoli più reconditi della nostra spiritualità.
La montagna così elevata ed immensa, così protesa verso l'atmosfera, che più la quota è elevata, più si avverte selvaggio quel suo irresistibile ed inconfondibile richiamo ammaliatore.
Nelle pieghe dei suoi sentieri, nei suoi anfratti, nelle sue nevi perenni, sui suoi ghiacciai, dentro le sue vallate, tra gli alberi e nelle loro radici, dall'odore della terra e del muschio fino all'apice delle sue vette spazzate dalle correnti atmosferiche....
.... sento ogni atomo della mia pelle accendersi in un viscerale e profondo contatto con la terra e con il blu della volta celeste, ai quali so di appartenere ed ai quali, prima o poi, ritornerò!
Credo che sia per questo forte ed irresistibile senso di appartenenza, cosciente che la vita terrena su questo mondo sia solo un passaggio, un'esperienza, mentre la vera vita mi attende altrove, che avverto come una forza straordinaria il legame con la montagna e con la natura nel suo insieme, un insieme di molecole che fremono e che si sfiorano, sprigionando attraverso i cinque sensi un'ampio senso di assoluta libertà!
La spiritualità vissuta in montagna concilia in sostanza un aspetto felice e positivo nella persona, un momento spensierato e di libero sfogo; ed anche un bel momento (tra i molti che ci possono essere) per vivere con gioia la propria fede!

L'intervento di topo è toccante nella sua autenticità! Lo condivido davvero in pieno!
L'isolamento ed il silenzio che si trovano in montagna ma che possono essere cercati in ogni ambiente, in ogni isolato angolo di paradiso, hanno sempre spinto l'uomo alla contemplazione, alla meditazione ed alla ricerca, oltre che scientifica (o più filosoficamente della propria identità) anche verso una vera e propria dimensione spirituale!
Di fronte alle meraviglie ed alla grandezza maestosa e possente della natura l'uomo non può mostrarsi indifferente.
La natura può essere materna e mostrarci scene dolcissime e commoventi, quanto spietata, dura ed inarrestabile quando scatena le sue forze. Una natura troppo spesso offesa, vituperata, calpestata da comportamenti irrispettosi e malvagi da parte dei suoi abitanti, dimentichi che il mondo ove vivono non gli appartiene ed è patrimonio ereditario dei propri figli e dei figli dei loro figli. Fortunatamente, in molti casi, essa è altrettanto testimone, come ha scritto topo, di autentiche e rispettose simbiosi con l'essere umano.
Non è facile capire la natura. Spesso e troppo facilmente essa non viene ascoltata, perchè non vogliamo o perchè semplicemente non vi riusciamo, incapaci di riconoscere che in essa vi è qualcosa di straordinariamente grande, qualcosa di immenso e divino che governa questo mondo, attraverso leggi che spesso non riusciamo a comprendere!
Come vivo la montagna attraverso questo aspetto?
Tenterò di esprimere a parole quello che provo

Andando in montagna ho scoperto quanto questo ambiente sia particolarmente adatto alla riflessione. Camminare tra le rocce, in luoghi desolati, mi mette in comunicazione ed in ascolto.
In montagna sento il mio cuore e quella parte di me che spesso non comunica neppure con la mia testa, interagire con qualcosa di elevato, di soprannaturale. Ognuno, ogni persona dotata di umanità e di sentimenti intendo, nel silenzio della natura si pone automaticamente in ascolto, ed in questo silenzio..... riceve!
L'anima riceve donando a sua volta, attraverso emozioni che interagiscono nella nostra profonda intimità sino a toccare e stimolare gli angoli più reconditi della nostra spiritualità.
La montagna così elevata ed immensa, così protesa verso l'atmosfera, che più la quota è elevata, più si avverte selvaggio quel suo irresistibile ed inconfondibile richiamo ammaliatore.
Nelle pieghe dei suoi sentieri, nei suoi anfratti, nelle sue nevi perenni, sui suoi ghiacciai, dentro le sue vallate, tra gli alberi e nelle loro radici, dall'odore della terra e del muschio fino all'apice delle sue vette spazzate dalle correnti atmosferiche....
.... sento ogni atomo della mia pelle accendersi in un viscerale e profondo contatto con la terra e con il blu della volta celeste, ai quali so di appartenere ed ai quali, prima o poi, ritornerò!
Credo che sia per questo forte ed irresistibile senso di appartenenza, cosciente che la vita terrena su questo mondo sia solo un passaggio, un'esperienza, mentre la vera vita mi attende altrove, che avverto come una forza straordinaria il legame con la montagna e con la natura nel suo insieme, un insieme di molecole che fremono e che si sfiorano, sprigionando attraverso i cinque sensi un'ampio senso di assoluta libertà!
La spiritualità vissuta in montagna concilia in sostanza un aspetto felice e positivo nella persona, un momento spensierato e di libero sfogo; ed anche un bel momento (tra i molti che ci possono essere) per vivere con gioia la propria fede!
“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
Re: La spiritualità in montagna
Cito da wikipedia in merito alla parola "agnostico":mazzysan wrote: Allora ho pensato di aprire a parte un post per parlarne un po'.
Per quel che mi riguarda, agnostico convinto ma non "talebano", ogni tanto risento di un certo clima particolare sulle montagne. A prescindere ovviamente dalle considerazioni sulla vera e propria religiosità/religione e nel rispetto di tutte le posizioni
Si suole distinguere, riguardo ai noncredenti in alcuna religione, tra ateismo e agnosticismo. La differenza sta nel fatto che, mentre l'agnostico afferma semplicemente l'impossibilità di conoscere la verità sull'esistenza di Dio o di altre forze soprannaturali, l'ateo non crede nell'esistenza di alcun Dio o qualsiasi altro tipo di entità o forza superiore.
Mi definivo ateo, ma mi calza molto di più il termine agnostico. La spiritualità, intesa come "valore personale dell'esperienza" (wikipedia) la sento soprattutto in montagna, ma non solo, mi pervade ogni volta che mi ritrovo a fare qualcosa di MIO, che mi da soddisfazione, intendo qualcosa all'aria aperta, correre, scalare, ecc. meglio se c'è la componente fatica o magari anche un po' di "pericolo".
Ricordo molto tempo fa, in una mia prima esperienza in montagna in cui dormii al Quintino Sella per salire il giorno dopo al Viso per la normale. La sera dopo cena uscii a vedere il tramonto e mi venne voglia di entrare nella cappelletta davanti al rifugio, non per pregare, ma per cercare qualcosa che forse continuo ad inseguire.
superare gli altri è avere la forza, superare se stessi è essere forti (confucio)
- amadablam
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Re: La spiritualità in montagna
....bello, ciao Donald...donald wrote: La sera dopo cena uscii a vedere il tramonto e mi venne voglia di entrare nella cappelletta davanti al rifugio, non per pregare, ma per cercare qualcosa che forse continuo ad inseguire.
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"...ognuno di noi, da qualche parte ha il suo Everest da scalare, qualunque nome esso porti (Wanda Rutkiewicz)
"Non esiste una via per la pace, la Pace è la Via"
Tenzin Gyatso (Dalai Lama)
Tibet libero!!!
"...ognuno di noi, da qualche parte ha il suo Everest da scalare, qualunque nome esso porti (Wanda Rutkiewicz)
Re: La spiritualità in montagna
Ecco, quanto scritto è quello che intendo per spiritualità.donald wrote:Cito da wikipedia in merito alla parola "agnostico":mazzysan wrote: Allora ho pensato di aprire a parte un post per parlarne un po'.
Per quel che mi riguarda, agnostico convinto ma non "talebano", ogni tanto risento di un certo clima particolare sulle montagne. A prescindere ovviamente dalle considerazioni sulla vera e propria religiosità/religione e nel rispetto di tutte le posizioni
Si suole distinguere, riguardo ai noncredenti in alcuna religione, tra ateismo e agnosticismo. La differenza sta nel fatto che, mentre l'agnostico afferma semplicemente l'impossibilità di conoscere la verità sull'esistenza di Dio o di altre forze soprannaturali, l'ateo non crede nell'esistenza di alcun Dio o qualsiasi altro tipo di entità o forza superiore.
Mi definivo ateo, ma mi calza molto di più il termine agnostico. La spiritualità, intesa come "valore personale dell'esperienza" (wikipedia) la sento soprattutto in montagna, ma non solo, mi pervade ogni volta che mi ritrovo a fare qualcosa di MIO, che mi da soddisfazione, intendo qualcosa all'aria aperta, correre, scalare, ecc. meglio se c'è la componente fatica o magari anche un po' di "pericolo".
Ricordo molto tempo fa, in una mia prima esperienza in montagna in cui dormii al Quintino Sella per salire il giorno dopo al Viso per la normale. La sera dopo cena uscii a vedere il tramonto e mi venne voglia di entrare nella cappelletta davanti al rifugio, non per pregare, ma per cercare qualcosa che forse continuo ad inseguire.
Ji ta kyo ei
Amicizia e mutua prosperità
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Re: La spiritualità in montagna
la frase dell'amico Donald è bellissima e penso moooolto vera per molti di noi, anzi ritengo che in montagna anche la persona + devota e praticante è alla ricerca di un qualcosa......un quid + vero del dogma religioso: Thumbup :
Namaste
"Non esiste una via per la pace, la Pace è la Via"
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Re: La spiritualità in montagna
quotomazzysan wrote:Ecco, quanto scritto è quello che intendo per spiritualità.donald wrote:Cito da wikipedia in merito alla parola "agnostico":mazzysan wrote: Allora ho pensato di aprire a parte un post per parlarne un po'.
Per quel che mi riguarda, agnostico convinto ma non "talebano", ogni tanto risento di un certo clima particolare sulle montagne. A prescindere ovviamente dalle considerazioni sulla vera e propria religiosità/religione e nel rispetto di tutte le posizioni
Si suole distinguere, riguardo ai noncredenti in alcuna religione, tra ateismo e agnosticismo. La differenza sta nel fatto che, mentre l'agnostico afferma semplicemente l'impossibilità di conoscere la verità sull'esistenza di Dio o di altre forze soprannaturali, l'ateo non crede nell'esistenza di alcun Dio o qualsiasi altro tipo di entità o forza superiore.
Mi definivo ateo, ma mi calza molto di più il termine agnostico. La spiritualità, intesa come "valore personale dell'esperienza" (wikipedia) la sento soprattutto in montagna, ma non solo, mi pervade ogni volta che mi ritrovo a fare qualcosa di MIO, che mi da soddisfazione, intendo qualcosa all'aria aperta, correre, scalare, ecc. meglio se c'è la componente fatica o magari anche un po' di "pericolo".
Ricordo molto tempo fa, in una mia prima esperienza in montagna in cui dormii al Quintino Sella per salire il giorno dopo al Viso per la normale. La sera dopo cena uscii a vedere il tramonto e mi venne voglia di entrare nella cappelletta davanti al rifugio, non per pregare, ma per cercare qualcosa che forse continuo ad inseguire.
mi ritrovo parecchio in questo riferimento a cosa sia la spiritualità
la fede invece è sapere in quale direzione cercare, non perchè si è già trovato, ma sulla fiducia in chi ci indica la strada
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Re: La spiritualità in montagna
quototopo wrote: la fede invece è sapere in quale direzione cercare, non perchè si è già trovato, ma sulla fiducia in chi ci indica la strada

"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
Re: La spiritualità in montagna
“(…) voi miseri che salite sugli autobus non conoscete che cosa sia la vita, non conoscete l’ebrezza che dà il salire e lo scendere monti e valli senza meta, senza il provvidenziale vaglia di papà. Voi spregevoli esseruncoli, adoratori di morbidi materassi non conoscete il linguaggio della natura, non sapete comprendere le parole appassionate che si sussurrano tra loro la dura roccia e gli incandescenti bagliori di un tramonto, l’odore dei piedi che vincono le distanze e il profumo di un qualsiasi fiore che disdegna le basse quote. Insomma voi ignorate l’essenza del bello (…)”
Chi scrive, nei primi anni '40 del Novecento, è un ragazzo romano (trasteverino) di diciannove anni, innamorato della montagna in generale e del Gran Sasso in particolare, dove aveva la fortuna di potersi recare spesso a scalare; le vicende della guerra lo portarono poi in Liguria, dove perse la vita tra i partigiani della brigata "Coduri", ai primi di febbraio del 1945 a Sestri Levante.
così, mi ha colpito per varie cose... è particolare io credo, un po' buffo e un po' ingenuo, un po' retorico, simpatico e a tratti molto poetico...
Chi scrive, nei primi anni '40 del Novecento, è un ragazzo romano (trasteverino) di diciannove anni, innamorato della montagna in generale e del Gran Sasso in particolare, dove aveva la fortuna di potersi recare spesso a scalare; le vicende della guerra lo portarono poi in Liguria, dove perse la vita tra i partigiani della brigata "Coduri", ai primi di febbraio del 1945 a Sestri Levante.
così, mi ha colpito per varie cose... è particolare io credo, un po' buffo e un po' ingenuo, un po' retorico, simpatico e a tratti molto poetico...
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Re: La spiritualità in montagna
ma da che cosa l'hai tratto? da una lettera o c'è proprio un libro?
Volante 1 a volante 2: siete arrivati o no? No perchè c'è un silenzio assordante: bisogna urlare tutti assieme STATTE CAPITALE!!! Dopo 2 giorni passati a CAPITAN HARLOCK e MASTER OF STONE che dire...
Re: La spiritualità in montagna
Ciao! è tratto da una lettera inviata ad un amico, e si trova nel libretto intitolato "Maitardi", uscito nel 1945... in libreria non si trova di certo...
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Re: La spiritualità in montagna
..per me il tramonto è bellissimo...è magico è portatore di pace.....spesso in campagna (sopra Motessoro) al tramonto in inverno aspetto l'imbrunire e da un colletto ,dove la strada prosegue verso la Val Borbera, c'è una vista stupenda delle alpi pennine al gruppo del Rosa..ogni volta aspetto il "sacro"momento: una tavolozza di colori dal blu-nero al rosso, i contorni neri delle montagne , le loro sagome riconoscibili......è un momento che ho vissuto un sacco di volte , ma se posso vado sempre vedere questo spettacolo, per me è un momento "spirituale" non è in montagna, ma in campagna ..è bello e sono nel silenzio .....
Namaste
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Re: La spiritualità in montagna
...anche oggi, quando ho visto la croce di vetta (una croce un po' particolare, ricorda forse la forma di una picozza, molto bella) del Viso Mozzo, ho pensato a questo argomento...e ho detto..."grazie" alla croce per essere li, non perché ero sfinito e qundi rappresentava la fine della salita, ma perché in quel momento rappresentava "tutto" il mio mondo, inteso come mondo di persone che sono, o sono state, importanti per me, senza una classifica!
superare gli altri è avere la forza, superare se stessi è essere forti (confucio)
Re: La spiritualità in montagna
Mi succede anche nella vita quotidiana ma quante volte andando per monti, particolarmente se in solitudine, ho avuto la sensazione netta di esseri in compagnia e di potermici relazionare. Ho inserito ,infatti, nella firma: "Sento il tuo passo sincrono col mio"donald wrote:...anche oggi, quando ho visto la croce di vetta (una croce un po' particolare, ricorda forse la forma di una picozza, molto bella) del Viso Mozzo, ho pensato a questo argomento...e ho detto..."grazie" alla croce per essere li, non perché ero sfinito e qundi rappresentava la fine della salita, ma perché in quel momento rappresentava "tutto" il mio mondo, inteso come mondo di persone che sono, o sono state, importanti per me, senza una classifica!