Mi ha sempre affascinato, ed è finito in uno dei cassettini privilegiati per le idee da realizzare, un giorno o l’altro…
Finalmente quel giorno è arrivato, domenica ho avuto l’approvazione di ramingo, bade ed Emma per un piacevole giretto pomeridiano!
Il percorso descritto e le foto del depliant mi attiravano un sacco, suggerendomi atmosfere ritrovate durante il cammino, invogliandomi a tornare magari in altre stagioni, magari per una corsetta solitaria…
Molti di voi conosceranno come le proprie tasche l’anello che si sviluppa nell’alta Val Leone: si lascia l’auto in località Agueta, sulle alture di Arenzano. Si percorre una sterrata che porta al passo Gua, dove l’anello parte e si ricongiunge. Si segue il segnavia T dall’Agueta fino al passo Gua e il segnavia C2 dal passo Gua fino al Passo du Figu; da qui nuovamente il segnavia T fino all’Agueta.
E’ un sentiero molto vario, inizialmente più assolato e caldo (ieri si stava benissimo), con scorci sulla Val Lerone e sul versante sud del Monte Argentea.
Più avanti, a dispetto delle zone aspre caratterizzate in prevalenza da erica arborea, ci si può ritemprare in ombrosi boschetti dominati da lecci, roverelle, prugnoli e persino ontani nelle zone più umide.
Attraversando diversi ruscelli si arriva in località Ruggi, dove parte l’acquedotto che rifornisce Arenzano: lì ci siamo fermati a scattare qualche foto alla bellissima cascata visibile dal ponticello, percorrendo spinti dalla curiosità e dallo spirito d’avventura, il muretto suppongo dell’acquedotto stesso fino a raggiungere i freschi salti di acqua cristallina…
Richiamati all’ordine bade e ramingo che già stavano studiando una ravanata per poter scattare foto alla cascata dall’alto, proseguiamo attraversando il Rio Leone e poco dopo iniziamo a scendere verso il passo du Figu. Fino a questo momento il percorso si è sviluppato prevalentemente in piano, questo mi ispira una (spero prossima) corsetta serale.
Chiacchierando armoniosamente e godendoci l’ombra dei boschi...
...arriviamo in breve al passo du Figu, dove molti in estate approfittano dei bei laghetti e delle rocce assolate per un piacevolissimo bagno. Pochi metri sopra si trova infatti il Lago della Tina (Lagu da Tina); in questa giornata dei primi di maggio forse è un po’ presto per tuffarsi ma qualcuno ne approfitta per la tintarella (vero arietina?

Sono zone molto suggestive e sempre varie, questo mi aspettavo dal percorso senza mai restare delusa!
Passeggiando in silenzio e avvicinandosi cautamente al rio Leone, con un po’ di fortuna è possibile sorprendere ad abbeverarsi o sonnecchiare, cullato dall’ipnotico mormorio delle acque, il Bade Bade (nome scientifico del meglio noto Ravanatore Appenninico).
Nella concitazione del momento, tutti presi a tirar fuori la macchina fotografica per uno scatto irripetibile, spaventiamo purtroppo il Bade Bade che svegliatosi di soprassalto si dilegua fra i cespugli...
Siamo pronti per ripartire dopo una sosta rilassante e una frugale merenda, quando ecco pararsi davanti ai miei occhi una scena singolare: come in tutte le passeggiate domenicali, nelle quali si incontra ogni genere di persona, anche in montagna non manca chi le studia tutte per farsi notare… e nel timore che il concetto non sia chiaro, l’escursionista smargiasso non esita ad appropriarsi di un toponimo per meglio esaltare la propria immagine.
Risvegliati i begli addormentati, riprendiamo il sentiero che si rituffa nel bosco con scintillanti giochi di luce del sole oramai calante nel tardo pomeriggio.
Lasciandomi alle spalle la fitta rete di sentieri che si addentra nel cuore dell’Alta Val Leone, mi domando se in una giornata meno trafficata (magari prendendosi una mattinata libera dal lavoro) sia possibile individuare alcune delle specie indicate sui pannelli didattici, come caprioli, cinghiali, poiane, scoiattoli, ghiri, macachi…



Devo avere le travvegole…

Strabuzzo un attimo gli occhi e mi volto, tirando dritto sul sentiero… forse la mia fantasia, stimolata dal fiabesco paesaggio, ha galoppato un po’ troppo…
E come passando attraverso la porta di un mondo a parte, sbuchiamo nuovamente nella luce di un pomeriggio che adesso fonde insieme il cielo e il mare, paghi di questa facile ma stuzzicante camminata.

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