Corso CAI Bolzaneto EA-2006/2007
Moderator: Moderatori
Corso CAI Bolzaneto EA-2006/2007
2° escursione corso CAI EA
Terreno impervio
Alle 8 in punto eravamo al bivio per Punta Martin ai Piani di Praglia.
Seconda gita, la prima un po’ più seria. Tutti a scrutarci e a conoscerci un po’…
Poi si parte in direzione Prou Norcu fino ad incrociare il Rio Sturetta…(30 min)e qui comincia la vera escursione!
Si discende fuori sentiero il Rio , alternando improbabili guadi a faticose risalite sui versanti laterali laddove era impossibile continuare lungo il Rio.
Si arriva ad un primo lago in circa 1.00h di cammino abbastanza costante e si supera la prima cascata con una lunga risalita a sinistra per poi ridiscendere lungo il ripido pendio prativo;un secondo salto (1.30 h) invece lo superiamo con l’aiuto di un pezzo di corda …ed un po’ di adrenalina !
Ci si compatta in una radura poco sotto un lungo guado che provoca qualche scivolamento e relativo piede nell’acqua, poi si prosegue alternando discese e risalite lungo le sponde scivolose del Rio, aiutandosi molto con le mani.
Raggiunto un terzo salto lo si supera su terreno scivoloso e pendente con l’aiuto di una lunga corda, sapientemente posta dagli istruttori…e arriviamo a due bellissime cascate dove finalmente ci fermiamo per il pranzo dopo 3 orette buone di cammino!
Si scende poi ancora un po’ fino ad incrociare il Rio del Pizzo e qui cominciamo subito a risalirlo “arrampicandoci” molto con le mani in un panorama veramente bello,stretti nella gola in compagnia di pozze smeraldine.
In circa 1,30 h arriviamo ai primi ripidi prati del pendio sottostante all’AV dove facciamo una breve sosta per giungere poi fino al Colle Gandolfi , e da qui sulla comoda E1 ritorniamo al punto di partenza!
Gita faticosa (8 ore in totale)molto istruttiva per noi neofiti sul come muoversi su terreno accidentato,non pericolosa ma che ha richiesto costante attenzione; abbiamo anche imparato i primi rudimenti dell’arrampicata, ovvero come mettere mani e piedi .
Eravamo circa 40 persone,25 del Corso più le Guide ufficiali e altri amici della Sezione che non hanno lesinato aiuti e consigli un po’ a tutti.
Spero di non avervi annoiati,cercherò di mettere qualche immagine nella galleria fotografica.
A presto
Terreno impervio
Alle 8 in punto eravamo al bivio per Punta Martin ai Piani di Praglia.
Seconda gita, la prima un po’ più seria. Tutti a scrutarci e a conoscerci un po’…
Poi si parte in direzione Prou Norcu fino ad incrociare il Rio Sturetta…(30 min)e qui comincia la vera escursione!
Si discende fuori sentiero il Rio , alternando improbabili guadi a faticose risalite sui versanti laterali laddove era impossibile continuare lungo il Rio.
Si arriva ad un primo lago in circa 1.00h di cammino abbastanza costante e si supera la prima cascata con una lunga risalita a sinistra per poi ridiscendere lungo il ripido pendio prativo;un secondo salto (1.30 h) invece lo superiamo con l’aiuto di un pezzo di corda …ed un po’ di adrenalina !
Ci si compatta in una radura poco sotto un lungo guado che provoca qualche scivolamento e relativo piede nell’acqua, poi si prosegue alternando discese e risalite lungo le sponde scivolose del Rio, aiutandosi molto con le mani.
Raggiunto un terzo salto lo si supera su terreno scivoloso e pendente con l’aiuto di una lunga corda, sapientemente posta dagli istruttori…e arriviamo a due bellissime cascate dove finalmente ci fermiamo per il pranzo dopo 3 orette buone di cammino!
Si scende poi ancora un po’ fino ad incrociare il Rio del Pizzo e qui cominciamo subito a risalirlo “arrampicandoci” molto con le mani in un panorama veramente bello,stretti nella gola in compagnia di pozze smeraldine.
In circa 1,30 h arriviamo ai primi ripidi prati del pendio sottostante all’AV dove facciamo una breve sosta per giungere poi fino al Colle Gandolfi , e da qui sulla comoda E1 ritorniamo al punto di partenza!
Gita faticosa (8 ore in totale)molto istruttiva per noi neofiti sul come muoversi su terreno accidentato,non pericolosa ma che ha richiesto costante attenzione; abbiamo anche imparato i primi rudimenti dell’arrampicata, ovvero come mettere mani e piedi .
Eravamo circa 40 persone,25 del Corso più le Guide ufficiali e altri amici della Sezione che non hanno lesinato aiuti e consigli un po’ a tutti.
Spero di non avervi annoiati,cercherò di mettere qualche immagine nella galleria fotografica.
A presto
3° uscita Corso Cai - EA
Esercitazione di Orienteering
Cari amici del Forum,
ecco il breve resoconto della nostra terza escursione ,che precede di una settimana l’uscita di due giorni su neve con l’uso di ramponi e piccozza!
4 marzo,giornata di orientamento , dove l’ obiettivo è arrivare alla meta “ sconosciuta” seguendo
indicazioni su carta militare e descrizione sommaria di punti salienti nel percorso.
Siamo partiti intorno alle 8,45 dalla Località Guado (lungo il Rio Gorzente), nel parco delle Capanne di Marcarolo, ed abbiamo da subito seguito l’indicazione che ci avrebbe dovuto portare a Case Nespolo(1° punto);qui giunti,lasciando il sentiero FIE per il Mte Tobbio siamo arrivati prima per sentiero poi per terreno impervio alla confluenza tra due torrenti!(2° punto).
Da qui, abbiamo cominciato a risalire il ripido pendio, ovviamente fuori sentiero, tra prati e vegetazione abbastanza folta fino ad uscire su di una sommità a 713 m che rappresentava il 3° punto significativo,
Qui , finalmente,sosta per orientarsi sulle vette circostanti ,Tobbio e Figne oltre ai rilievi minori;un po’ di esercizio cartografico con la bussola e poi,ancora con qualche incertezza sulla meta, ,siamo ripartititi percorrendo tutto il crinale con saliscendi piacevoli , per poi perdere rapidamente (sigh) quota nei pressi di un colletto. (4° punto).
Da qui in poi le indicazioni ci hanno illuminato sulla meta, ancora lontana , del Monte Figne!
Abbiamo risalito fuori sentiero il ripido pendio prima con ampi tornanti ,poi per via più diretta, accumulando un po’ di fatica verso gli ultimi divertenti spuntoni di roccia ,superati i quali ci si è aperta la vista sul falsopiano che conduce alla vetta!
Alle 11.45 eravamo in cima contenti della nostra piccola impresa!
Giornata calda ma con buona visibilità verso le Alpi,Cervino e Gruppo del Rosa su tutti , ed il Monviso!
Il ritorno lo abbiamo effettuato per il sentiero FIE , passando per case Carrossina e percorrendo poi in discesa il sentiero FIE veramente panoramico che sale al Tobbio .
Dopo aver ammirato nel bosco alcuni imponenti esemplari plurisecolari di castagno, ci siamo dissetati a case Nespolo ed in una decina di minuti abbiamo raggiunto le macchine.
Se riesco aggiungo qualche immagine in galleria.
Alla prossima
Fabio
Esercitazione di Orienteering
Cari amici del Forum,
ecco il breve resoconto della nostra terza escursione ,che precede di una settimana l’uscita di due giorni su neve con l’uso di ramponi e piccozza!
4 marzo,giornata di orientamento , dove l’ obiettivo è arrivare alla meta “ sconosciuta” seguendo
indicazioni su carta militare e descrizione sommaria di punti salienti nel percorso.
Siamo partiti intorno alle 8,45 dalla Località Guado (lungo il Rio Gorzente), nel parco delle Capanne di Marcarolo, ed abbiamo da subito seguito l’indicazione che ci avrebbe dovuto portare a Case Nespolo(1° punto);qui giunti,lasciando il sentiero FIE per il Mte Tobbio siamo arrivati prima per sentiero poi per terreno impervio alla confluenza tra due torrenti!(2° punto).
Da qui, abbiamo cominciato a risalire il ripido pendio, ovviamente fuori sentiero, tra prati e vegetazione abbastanza folta fino ad uscire su di una sommità a 713 m che rappresentava il 3° punto significativo,
Qui , finalmente,sosta per orientarsi sulle vette circostanti ,Tobbio e Figne oltre ai rilievi minori;un po’ di esercizio cartografico con la bussola e poi,ancora con qualche incertezza sulla meta, ,siamo ripartititi percorrendo tutto il crinale con saliscendi piacevoli , per poi perdere rapidamente (sigh) quota nei pressi di un colletto. (4° punto).
Da qui in poi le indicazioni ci hanno illuminato sulla meta, ancora lontana , del Monte Figne!
Abbiamo risalito fuori sentiero il ripido pendio prima con ampi tornanti ,poi per via più diretta, accumulando un po’ di fatica verso gli ultimi divertenti spuntoni di roccia ,superati i quali ci si è aperta la vista sul falsopiano che conduce alla vetta!
Alle 11.45 eravamo in cima contenti della nostra piccola impresa!
Giornata calda ma con buona visibilità verso le Alpi,Cervino e Gruppo del Rosa su tutti , ed il Monviso!
Il ritorno lo abbiamo effettuato per il sentiero FIE , passando per case Carrossina e percorrendo poi in discesa il sentiero FIE veramente panoramico che sale al Tobbio .
Dopo aver ammirato nel bosco alcuni imponenti esemplari plurisecolari di castagno, ci siamo dissetati a case Nespolo ed in una decina di minuti abbiamo raggiunto le macchine.
Se riesco aggiungo qualche immagine in galleria.
Alla prossima
Fabio
Che bello, sembra veramente organizzato super bene il corso che stai seguendo. Che divertente la prova di orientering... sono le cose che mi esaltano. Un giro simile in zona lo avevo fatto tempo fa con dei miei amici senza pero' salire sulle Figne ma con meta il tobbio. Dal Gorzente a salire verso case carossina c'e' pieno di vecchie tracce che si inerpicano. Tra l'altro tempo un mesetto e si finisce in prati interi fioriti di giunchiglie, bellissime 

4° uscita Corso Cai-EA
Cari amici del Forum,
eccoci al resoconto della 4° uscita “a tema” del nostro Corso CAI.
Questa volte si fa esperienza di due giorni in rifugio, in Val Varaita a 1850 m di altitudine.
Partiti di buon’ora siamo giunti al rifugio Melezet in Val Bellino,una severa valle laterale della Val Varaita.
La prima esercitazione era mirata all’insegnamento dell’uso della corda fissa su terreno impervio e scosceso, con esecuzione di nodi , ancoraggi e manovre di sicurezza..
A gruppi di 5-6 persone, istruttori compresi,ci siamo esercitati a lungo con queste manovre, prendendo dimestichezza con i nodi barcaioli e mezzi barcaioli e con la realizzazione del paranco.
Finita l’esercitazione, è stata tenuta una lezione veramente interessanre di circa un’ora sul tema dei pericoli in montagna .
Poi la cena ed il meritato riposo.
Il giorno dopo ,sveglia presto ed alle 8 già a scarpinare verso i distanti pendii innevati!
L’obiettivo era impratichirsi con le varie tecniche di progressione su ambiente innevato, soprattutto con i ramponi “questi sconosciuti” ,cercando di alternare i vari passi insegnati nelle lezioni teoriche.
Nello stesso tempo ci siamo anche esercitati con la piccozza, e le varie tecniche di utilizzo della stessa nella risalita di un forte pendio;molto utili anche le esercitazioni di scivolata sul pendio con arresto immediata grazie alla piccozza!
Dopo un breve sosta per il pranzo al sacco, nel pianoro antistante il Colle di Vars,con un tempo inclemente, freddo e neve improvvisi, abbiamo imparato la posa della corda fissa sulla neve, e i vari tipi di ancoraggio con la piccozza .(fungo compreso!)
Nell’ambiente innevato tutto è stato più difficile e faticoso ma, per certi aspetti, più gratificante!
Alla fine ritorno in rifugio, saluti e ritorno a casa!
Decisamente un’esperienza interessante,che ci ha permesso di mettere in pratica le tante nozioni teoriche apprese nelle settimane precedenti…(la pratica vale più della grammatica…J)
Un grazie a tutti gli istruttori, veramente pazienti e sempre disponibili
Alla prossima
Cari amici del Forum,
eccoci al resoconto della 4° uscita “a tema” del nostro Corso CAI.
Questa volte si fa esperienza di due giorni in rifugio, in Val Varaita a 1850 m di altitudine.
Partiti di buon’ora siamo giunti al rifugio Melezet in Val Bellino,una severa valle laterale della Val Varaita.
La prima esercitazione era mirata all’insegnamento dell’uso della corda fissa su terreno impervio e scosceso, con esecuzione di nodi , ancoraggi e manovre di sicurezza..
A gruppi di 5-6 persone, istruttori compresi,ci siamo esercitati a lungo con queste manovre, prendendo dimestichezza con i nodi barcaioli e mezzi barcaioli e con la realizzazione del paranco.
Finita l’esercitazione, è stata tenuta una lezione veramente interessanre di circa un’ora sul tema dei pericoli in montagna .
Poi la cena ed il meritato riposo.
Il giorno dopo ,sveglia presto ed alle 8 già a scarpinare verso i distanti pendii innevati!
L’obiettivo era impratichirsi con le varie tecniche di progressione su ambiente innevato, soprattutto con i ramponi “questi sconosciuti” ,cercando di alternare i vari passi insegnati nelle lezioni teoriche.
Nello stesso tempo ci siamo anche esercitati con la piccozza, e le varie tecniche di utilizzo della stessa nella risalita di un forte pendio;molto utili anche le esercitazioni di scivolata sul pendio con arresto immediata grazie alla piccozza!
Dopo un breve sosta per il pranzo al sacco, nel pianoro antistante il Colle di Vars,con un tempo inclemente, freddo e neve improvvisi, abbiamo imparato la posa della corda fissa sulla neve, e i vari tipi di ancoraggio con la piccozza .(fungo compreso!)
Nell’ambiente innevato tutto è stato più difficile e faticoso ma, per certi aspetti, più gratificante!
Alla fine ritorno in rifugio, saluti e ritorno a casa!
Decisamente un’esperienza interessante,che ci ha permesso di mettere in pratica le tante nozioni teoriche apprese nelle settimane precedenti…(la pratica vale più della grammatica…J)
Un grazie a tutti gli istruttori, veramente pazienti e sempre disponibili
Alla prossima
- Conte Ugolino
- Titano di Quotazero
- Posts: 5466
- Joined: Wed Jan 11, 2006 22:00
- Contact:
tutto bello e tutto buono solo che mi pare un corso più di facile alpinismo (tipo i vecchi e sani corsi di introduzione all'alpinismo) che per escursionisti esperti
http://trailsantacroce.com" onclick="window.open(this.href);return false;
Se l'è fassile m'angusciu, se l'è diffisile tribullu!
"Ogni civetta ha la sua casa l'albero, ma il barbagianni invece no" Punkreas Paranoia e potere
Se l'è fassile m'angusciu, se l'è diffisile tribullu!
"Ogni civetta ha la sua casa l'albero, ma il barbagianni invece no" Punkreas Paranoia e potere
- Conte Ugolino
- Titano di Quotazero
- Posts: 5466
- Joined: Wed Jan 11, 2006 22:00
- Contact:
Remo ci riesce, tu invece?fabioic wrote:.le a prossima uscita è la Ferrata di capriè!![]()
ce la fa remo???

Last edited by Conte Ugolino on Wed Mar 14, 2007 20:04, edited 1 time in total.
http://trailsantacroce.com" onclick="window.open(this.href);return false;
Se l'è fassile m'angusciu, se l'è diffisile tribullu!
"Ogni civetta ha la sua casa l'albero, ma il barbagianni invece no" Punkreas Paranoia e potere
Se l'è fassile m'angusciu, se l'è diffisile tribullu!
"Ogni civetta ha la sua casa l'albero, ma il barbagianni invece no" Punkreas Paranoia e potere
- Conte Ugolino
- Titano di Quotazero
- Posts: 5466
- Joined: Wed Jan 11, 2006 22:00
- Contact:
mi sono permesso alcune correzioni ortografiche sennò la mia consorte, illustre prof. mi linciavafabioic wrote:Conte Ugolino wrote:Remo ci riesce, tu invecefabioic wrote:.le a prossima uscita è la Ferrata di capriè!![]()
ce la fa remo???![]()
..vorrà dire che andrò con Remo
http://trailsantacroce.com" onclick="window.open(this.href);return false;
Se l'è fassile m'angusciu, se l'è diffisile tribullu!
"Ogni civetta ha la sua casa l'albero, ma il barbagianni invece no" Punkreas Paranoia e potere
Se l'è fassile m'angusciu, se l'è diffisile tribullu!
"Ogni civetta ha la sua casa l'albero, ma il barbagianni invece no" Punkreas Paranoia e potere
5a uscita -FERRATA DI CAPRIE
5a uscita corso CAI- EEA
FERRATA DI CAPRIE (Val di Susa)
L’abbiamo tanto attesa e finalmente è arrivato il momento di cimentarci con la nostra prima ferrata.
Beh, progredire su roccia è ben diverso che percorrere un qualsivoglia sentiero anche impegnativo e di questo , ancorché preparati psicologicamente, ce ne siamo accorti da subito.
Ogni allievo era affiancato da almeno un istruttore esperto e questo ci ha consentitio di completare in piena tranquillità la prima parte della ferrata…………si, solo la prima parte (AntiCaprie)perché il tempo inclemente (ha sempre piovuto) avrebbe reso troppo rischiosa la seconda, interessante ed aerea salita fino a Punta Rocca Bianca!
Devo dire che Le descrizioni del percorso presenti su Internet erano piuttosto precise e realistiche ,a parte la mancata segnalazione di un passaggio piuttosto atletico poco oltre la metà del percorso dove ,su totale esposizione,
ci si deve fidare di un minuscolo appoggio per poi allungare la gamba sinistra verso un gradino di ferro e…… rimanere li …appesi!
Sicuramente sorriderete
al mio racconto se già esperti di ferrate , ma il momento della decisione è stato importante,frutto di attenzione e valutazione del gesto da compiere con decisione !
In complesso abbiamo impiegato circa 1,30 h per arrivare in cima.
La sicurezza del percorso ,che si snoda completamente sullo spigolo della parete, è garantita molto bene con un nuovissimo cavo.
Aggiungerei che, pur essendo sempre in forte pendenza , il percorso risulta abbastanza agevole e l’esposizione non è mai eccessiva (strapiombino a parte).
Il rientro avviene per un sentiero accidentato ma breve, 15 minuti circa facendo attenzione!
Peccato la giornata ci abbia impedito di andare oltre…ma ci rifaremo alla Mazzocchi in Val d’Aveto fra una ventina di giorni!
FERRATA DI CAPRIE (Val di Susa)
L’abbiamo tanto attesa e finalmente è arrivato il momento di cimentarci con la nostra prima ferrata.

Beh, progredire su roccia è ben diverso che percorrere un qualsivoglia sentiero anche impegnativo e di questo , ancorché preparati psicologicamente, ce ne siamo accorti da subito.
Ogni allievo era affiancato da almeno un istruttore esperto e questo ci ha consentitio di completare in piena tranquillità la prima parte della ferrata…………si, solo la prima parte (AntiCaprie)perché il tempo inclemente (ha sempre piovuto) avrebbe reso troppo rischiosa la seconda, interessante ed aerea salita fino a Punta Rocca Bianca!
Devo dire che Le descrizioni del percorso presenti su Internet erano piuttosto precise e realistiche ,a parte la mancata segnalazione di un passaggio piuttosto atletico poco oltre la metà del percorso dove ,su totale esposizione,
ci si deve fidare di un minuscolo appoggio per poi allungare la gamba sinistra verso un gradino di ferro e…… rimanere li …appesi!

Sicuramente sorriderete

In complesso abbiamo impiegato circa 1,30 h per arrivare in cima.
La sicurezza del percorso ,che si snoda completamente sullo spigolo della parete, è garantita molto bene con un nuovissimo cavo.
Aggiungerei che, pur essendo sempre in forte pendenza , il percorso risulta abbastanza agevole e l’esposizione non è mai eccessiva (strapiombino a parte).
Il rientro avviene per un sentiero accidentato ma breve, 15 minuti circa facendo attenzione!
Peccato la giornata ci abbia impedito di andare oltre…ma ci rifaremo alla Mazzocchi in Val d’Aveto fra una ventina di giorni!

ferrata Mazzocchi e gita perduta
Sono Ines, la moglie di Fabio (che scrive come “fabioic”); siamo sposati da 24 anni, per non dire degli anni di fidanzamento, tanto che, per scherzare, dico sempre: se avessi commesso un reato allora…oggi sarei gia’ fuori!
Lettrice del forum, ma appena oggi registrata, anche io, come mio marito, sono iscritta al corso del CAI di Bolzaneto, proprio perché, per nostra fortuna, mio marito ed io abbiamo gli stessi interessi naturalistici, montagna e mare; ora che i figli sono piu’ grandi da poter stare a casa da soli, noi due ci concediamo il lusso di partire la domenica mattina presto e andare in gita.
Con mia forte delusione e mio grande dispiacere vorrei sottoporre un problema che si è creato ieri mattina, alla partenza per la ferrata Mazzocchi: io, che sono estremamente sincera ed ho il massimo rispetto delle persone e del loro impegno, ho comunicato candidamente ai responsabili dell’escursione che avrei fatto la gita (2 ore di camminata, prima della ferrata), ma non la ferrata (ho gia’ fatto la Caprie e le ferrate, proprio per l’attrezzatura e le soste sulle cenge, essendo in tanti partecipanti, non mi piacciono e non mi divertono); essendovi un sentiero alternativo, avrei fatto quello per raggiungere il gruppo di arrampicatori sulla cima e, quel che è bello, avrei goduto anche io, che non amo le ferrate, di una bella gita sui monti.
Essendovi delle regole ferree, per cui gli allievi non possono essere lasciati da soli, e non essendosi offerto nessun accompagnatore CAI di seguirmi sul sentiero, ho dovuto immediatamente accettare di non partire piu’ e tornare tristemente a casa, col nodo in gola! (chi mi conosce sa che ho la fortuna-sfortuna di essere sensibile e di avere la lacrima facile).
Voglio sottolineare che: a- capisco le regole e la responsabilita’ di queste persone, tutte volontarie, che non potevano farmi percorrere un sentiero contiguo da sola; b- sono una persona piena di regole anche io, quindi non contesto affatto la disposizione.
Mi chiedo solo questo: pur avendo io detto che avrei firmato una manleva, proprio per non far loro correre rischi (in caso di mia caduta, o cose analoghe), non c’è stato possibilismo alcuno.
Allora: avrei dovuto essere falsa e bugiarda, e dire solo all’attacco della ferrata:io non vengo?, questo per costringere a quel punto un istruttore ad accompagnarmi sul sentiero, facendo poi lui stesso la ferrata, una volta che io ero “al sicuro, scortata” in alto con gli altri, finito il sentiero?
Avrei dovuto ingannare i volontari del CAI, che tanto si impegnano con noi alunni? Questo non mi sembra corretto, per cui ho optato per la sincerita’ subito.
Non voglio assolutamente far polemiche, cosa che è contro il mio stile (piuttosto che discutere con qualcuno, lascio perdere).
Non ho rancore verso nessuno, non è nel mio carattere, ma tanta amarezza, soprattutto avendo capito che ad una prossima ferrata mi impediranno nuovamente di partecipare alla semplice gita.
C'è un modo per aggirare l'ostacolo, escludendo il foglio di manleva, gia' proposto da me e andare con gli altri in gita?
Quel che poi mi è costato di piu’ in fatto di amarezza è aver rinunciato a passare un’intera domenica con mio marito, cosa che, ad un’altra ferrata, si potrebbe ripetere.
Lettrice del forum, ma appena oggi registrata, anche io, come mio marito, sono iscritta al corso del CAI di Bolzaneto, proprio perché, per nostra fortuna, mio marito ed io abbiamo gli stessi interessi naturalistici, montagna e mare; ora che i figli sono piu’ grandi da poter stare a casa da soli, noi due ci concediamo il lusso di partire la domenica mattina presto e andare in gita.
Con mia forte delusione e mio grande dispiacere vorrei sottoporre un problema che si è creato ieri mattina, alla partenza per la ferrata Mazzocchi: io, che sono estremamente sincera ed ho il massimo rispetto delle persone e del loro impegno, ho comunicato candidamente ai responsabili dell’escursione che avrei fatto la gita (2 ore di camminata, prima della ferrata), ma non la ferrata (ho gia’ fatto la Caprie e le ferrate, proprio per l’attrezzatura e le soste sulle cenge, essendo in tanti partecipanti, non mi piacciono e non mi divertono); essendovi un sentiero alternativo, avrei fatto quello per raggiungere il gruppo di arrampicatori sulla cima e, quel che è bello, avrei goduto anche io, che non amo le ferrate, di una bella gita sui monti.
Essendovi delle regole ferree, per cui gli allievi non possono essere lasciati da soli, e non essendosi offerto nessun accompagnatore CAI di seguirmi sul sentiero, ho dovuto immediatamente accettare di non partire piu’ e tornare tristemente a casa, col nodo in gola! (chi mi conosce sa che ho la fortuna-sfortuna di essere sensibile e di avere la lacrima facile).
Voglio sottolineare che: a- capisco le regole e la responsabilita’ di queste persone, tutte volontarie, che non potevano farmi percorrere un sentiero contiguo da sola; b- sono una persona piena di regole anche io, quindi non contesto affatto la disposizione.
Mi chiedo solo questo: pur avendo io detto che avrei firmato una manleva, proprio per non far loro correre rischi (in caso di mia caduta, o cose analoghe), non c’è stato possibilismo alcuno.
Allora: avrei dovuto essere falsa e bugiarda, e dire solo all’attacco della ferrata:io non vengo?, questo per costringere a quel punto un istruttore ad accompagnarmi sul sentiero, facendo poi lui stesso la ferrata, una volta che io ero “al sicuro, scortata” in alto con gli altri, finito il sentiero?
Avrei dovuto ingannare i volontari del CAI, che tanto si impegnano con noi alunni? Questo non mi sembra corretto, per cui ho optato per la sincerita’ subito.
Non voglio assolutamente far polemiche, cosa che è contro il mio stile (piuttosto che discutere con qualcuno, lascio perdere).
Non ho rancore verso nessuno, non è nel mio carattere, ma tanta amarezza, soprattutto avendo capito che ad una prossima ferrata mi impediranno nuovamente di partecipare alla semplice gita.
C'è un modo per aggirare l'ostacolo, escludendo il foglio di manleva, gia' proposto da me e andare con gli altri in gita?
Quel che poi mi è costato di piu’ in fatto di amarezza è aver rinunciato a passare un’intera domenica con mio marito, cosa che, ad un’altra ferrata, si potrebbe ripetere.
icci
- Filippo Zolezzi
- Utente Attivo
- Posts: 138
- Joined: Sun Apr 09, 2006 23:45
- Location: Valle di Ognidove
- Contact:
Purtroppo col discorso RC si sta facendo in modo che ci saranno sempre meno "volontari", esempio marcatura sentieri e sempre più solitari.
Però mi sembra che forse un pochino più di buon senso e comprensione non avrebbe guastato, ecco perchè io non ho mai amato molto questo tipo di corsi o gite sociali...
Però mi sembra che forse un pochino più di buon senso e comprensione non avrebbe guastato, ecco perchè io non ho mai amato molto questo tipo di corsi o gite sociali...

Filippo Zolezzi Alpinia.net, Cose di montagna
http://www.alpinia.net" onclick="window.open(this.href);return false;
http://www.alpinia.net" onclick="window.open(this.href);return false;
6a uscita Corso CAI EE
Ferrata Mazzocchi
Ci ritroviamo questa volta nella bellissima val d’Aveto per affrontare la nostra seconda ferrata!
Questa volta il tempo ci è propizio e, a differenza della precedente uscita a Caprie’ ,la giornata serena è calda e ventilata e ci garantirà buoni appigli nella salita.
Alle 9,00 siamo già presso il parcheggio di Rocca d’Aveto e da qui imbocchiamo di buona lena il sentiero per il bivacco Sacchi.
Una prima mezz’ora a risalire la faticosa mulattiera, poi i prati di Prato Cipolla ci accolgono ancora parzialmente innevati ;si prosegue scendendo tra neve, acqua e fango fino ad incontrare la Fontana gelata e infine l’ultimo strappo in ripida salita in ambiente totalmente innovato fino al bivacco (occupato da una persona), che raggiungiamo tutti intorno alle 10,30.
Preparazione dell’imbrago e tramite un sentierino scivoloso a destra del bivacco arriviamo alla partenza.
Si sale subito per grossi massi e si raggiunge un alberello;proseguendo si aggira uno spigolo e si perviene ad un primo passaggio traverso un po’ esposto che richiede forza di braccia e velocità d’azione.
Si sale ancora senza grosse difficolta fino a si raggiungere tramite una scala “biscaglina "(un tempo leggermente mobile, ora ben salda!) un secondo risalto dove termina temporaneamente l’assicurazione al cavo.
Si percorre un sentiero ripido ma non difficile e ci si imbatte nella inattesa via di fuga alla propria sinistra!(inattesa perché non ho trovato descrizione alcuna dell’esistenza della stessa né gli istruttori ce ne avevano fatto menzione).
Ritroviamo quindi il cavo alla nostra destra, e affrontiamo subito un'altro traverso che scende un pò lungo il fianco delle parete ;anche in questa occasione il passaggio è nuovamente “di forza” e richiede un po’ più di attenzione
Si arriva quindi su di una stretta cengia ,molto ma molto panoramica.
Raggiunto lo spigolo , nei pressi di un albero,ci si imbatte in una nuova, più aerea variante che conduce al terrazzo sovrastante, sconosciuta anche ai nostri istruttori ma segnalata su Internet; noi percorriamo invece la “normale”,aggirando lo spigolo ,e dissotterrando il cavo sommerso dalla neve ,raggiungiamo con due cavi verticali una seconda scala fissa di una ventina di gradini che ci conduce al terrazzino raggiunto dalla variante p.d.
Da qui un’ ampia cengia ci porta alla base dell’ultimo, atteso muro verticale e strapiombante superabile con una lunga scala fissa .
In cima alla scala troviamo un vento fortissimo e superiamo di slancio gli ultimi pochi metri (3/4) che richiedono lo studio degli appoggi e degli appigli…sparsi qua e là!
Giunti alla Vetta un bellissimo panorama ad abbracciare il Monte Maggiorasca , il Bue e la cerchia Appenninica.
Sulla via del ritorno il cimento (facoltativo) sul “ponticello Tibetano” in salita al dente delle Ali ,per poi ridiscendere sul cavo verticale con qualche difficoltà ma in ulteriore sicurezza con ausilio di una corda fissa appositamente stesa lungo il breve ma ripido pendio.
Infine,attraverso le vecchie piste da sci in circa 50 minuti siamo ritornati al Campo base .
Unica nota negativa..............leggetevi il POST di Icci
(mi auguro di non aver fatto grossi errori nella descrizione della Ferrata, correggetemi dove ho sbagliato
Arrileggerci ....(si potrà dire?')alla prossima. penultima uscita….a sorpresa visto che la siamo progettando noi allievi!
Ferrata Mazzocchi
Ci ritroviamo questa volta nella bellissima val d’Aveto per affrontare la nostra seconda ferrata!
Questa volta il tempo ci è propizio e, a differenza della precedente uscita a Caprie’ ,la giornata serena è calda e ventilata e ci garantirà buoni appigli nella salita.
Alle 9,00 siamo già presso il parcheggio di Rocca d’Aveto e da qui imbocchiamo di buona lena il sentiero per il bivacco Sacchi.
Una prima mezz’ora a risalire la faticosa mulattiera, poi i prati di Prato Cipolla ci accolgono ancora parzialmente innevati ;si prosegue scendendo tra neve, acqua e fango fino ad incontrare la Fontana gelata e infine l’ultimo strappo in ripida salita in ambiente totalmente innovato fino al bivacco (occupato da una persona), che raggiungiamo tutti intorno alle 10,30.
Preparazione dell’imbrago e tramite un sentierino scivoloso a destra del bivacco arriviamo alla partenza.
Si sale subito per grossi massi e si raggiunge un alberello;proseguendo si aggira uno spigolo e si perviene ad un primo passaggio traverso un po’ esposto che richiede forza di braccia e velocità d’azione.
Si sale ancora senza grosse difficolta fino a si raggiungere tramite una scala “biscaglina "(un tempo leggermente mobile, ora ben salda!) un secondo risalto dove termina temporaneamente l’assicurazione al cavo.
Si percorre un sentiero ripido ma non difficile e ci si imbatte nella inattesa via di fuga alla propria sinistra!(inattesa perché non ho trovato descrizione alcuna dell’esistenza della stessa né gli istruttori ce ne avevano fatto menzione).
Ritroviamo quindi il cavo alla nostra destra, e affrontiamo subito un'altro traverso che scende un pò lungo il fianco delle parete ;anche in questa occasione il passaggio è nuovamente “di forza” e richiede un po’ più di attenzione
Si arriva quindi su di una stretta cengia ,molto ma molto panoramica.
Raggiunto lo spigolo , nei pressi di un albero,ci si imbatte in una nuova, più aerea variante che conduce al terrazzo sovrastante, sconosciuta anche ai nostri istruttori ma segnalata su Internet; noi percorriamo invece la “normale”,aggirando lo spigolo ,e dissotterrando il cavo sommerso dalla neve ,raggiungiamo con due cavi verticali una seconda scala fissa di una ventina di gradini che ci conduce al terrazzino raggiunto dalla variante p.d.
Da qui un’ ampia cengia ci porta alla base dell’ultimo, atteso muro verticale e strapiombante superabile con una lunga scala fissa .
In cima alla scala troviamo un vento fortissimo e superiamo di slancio gli ultimi pochi metri (3/4) che richiedono lo studio degli appoggi e degli appigli…sparsi qua e là!
Giunti alla Vetta un bellissimo panorama ad abbracciare il Monte Maggiorasca , il Bue e la cerchia Appenninica.
Sulla via del ritorno il cimento (facoltativo) sul “ponticello Tibetano” in salita al dente delle Ali ,per poi ridiscendere sul cavo verticale con qualche difficoltà ma in ulteriore sicurezza con ausilio di una corda fissa appositamente stesa lungo il breve ma ripido pendio.
Infine,attraverso le vecchie piste da sci in circa 50 minuti siamo ritornati al Campo base .
Unica nota negativa..............leggetevi il POST di Icci

(mi auguro di non aver fatto grossi errori nella descrizione della Ferrata, correggetemi dove ho sbagliato

Arrileggerci ....(si potrà dire?')alla prossima. penultima uscita….a sorpresa visto che la siamo progettando noi allievi!
sono d'accordo !!!!Filippo Zolezzi wrote:Purtroppo col discorso RC si sta facendo in modo che ci saranno sempre meno "volontari", esempio marcatura sentieri e sempre più solitari.
Però mi sembra che forse un pochino più di buon senso e comprensione non avrebbe guastato, ecco perchè io non ho mai amato molto questo tipo di corsi o gite sociali...
La cosa è veramente triste

- Conte Ugolino
- Titano di Quotazero
- Posts: 5466
- Joined: Wed Jan 11, 2006 22:00
- Contact:
Chissa perchè certi forum hanno numerosi "iscritti e gente che partecipa" e molte associazioni faticano
Quanto ai sentieri è un discorso diverso.

Quanto ai sentieri è un discorso diverso.
http://trailsantacroce.com" onclick="window.open(this.href);return false;
Se l'è fassile m'angusciu, se l'è diffisile tribullu!
"Ogni civetta ha la sua casa l'albero, ma il barbagianni invece no" Punkreas Paranoia e potere
Se l'è fassile m'angusciu, se l'è diffisile tribullu!
"Ogni civetta ha la sua casa l'albero, ma il barbagianni invece no" Punkreas Paranoia e potere
Re: ferrata Mazzocchi e gita perduta
icci wrote:Sono Ines, la moglie di Fabio (che scrive come “fabioic”); siamo sposati da 24 anni...
Mi chiedo solo questo: pur avendo io detto che avrei firmato una manleva, proprio per non far loro correre rischi (in caso di mia caduta, o cose analoghe)....
Non voglio assolutamente far polemiche, cosa che è contro il mio stile (piuttosto che discutere con qualcuno, lascio perdere).
Non ho rancore verso nessuno, non è nel mio carattere, ma tanta amarezza, soprattutto avendo capito che ad una prossima ferrata mi impediranno nuovamente di partecipare alla semplice gita.
C'è un modo per aggirare l'ostacolo, escludendo il foglio di manleva, gia' proposto da me e andare con gli altri in gita?
Quel che poi mi è costato di piu’ in fatto di amarezza è aver rinunciato a passare un’intera domenica con mio marito, cosa che, ad un’altra ferrata, si potrebbe ripetere.
Secondo me,la prossima volta anzi gia l'ultima volta,dovevi andare avanti:non potevano mica spararti.
O accettavano la manleva o accettavano comunque la tua scelta.
PER FORTUNA SIAMO ANCORA IN DEMOCRAZIA.
In virtù della tua onestà potevano essere un po meno ottusi nei tuoi confronti.
La prossima volta se voi andate con la vostra auto di pari passo alla comitiva(te e tuo marito) e salite, lui con loro e te
aggirando l'eventuale ferrata,cosa fanno ,non vi parlano?


Re: ferrata Mazzocchi e gita perduta
ciao Ines, premetto che da alcuni anni non faccio più parte dell'organico di quel corso ma posso darti una mia interpretazione:
Se malauguratamente ti fosse accaduto qualche cosa, i responsabili del corso sarebbero stati chiamati in causa a prescindere. Poi (magari), tenuto conto della manleva eccetera la cosa si sarebbe fermata lì, ma la procedura ed il rompimento di maroni ci sarebbe stato. L'unica soluzione (come allieva del corso), era quella di fare stare con te un accompagnatore.
In teoria è solo questione di buon senso da parte dell'organizzatore dell'uscita dire "vieni pure che una soluzione la trovo"
In pratica ci possono essere altri aspetti, uno di questi è il numero di accompagnatori a disposizione.
Può anche capitare in un'uscita che 2 o 3 accompagnatori quel giorno abbiano dei problemi e quindi ci si trova con le persone contate rispetto agli allievi.
(e tieni conto che in teoria, con l'organico che c'è, si potrebbero prendere molte più iscrizioni. Vengono limitate ulteriormente proprio tenendo conto anche di questo fattore).
Senza polemica con nessuno una soluzione poteva essere quella di dire: tu oggi non fai parte del corso, stai solo facendo una gita per i fatti tuoi che (casualmente), coincide con l'uscita di un corso.
Nessuno ti può vietare di salire in macchina con tuo marito ed accompagnarlo a S.Stefano D'Aveto.
(poi si potrebbe obiettare: se tutti facessero così e si portassero l'amico per il viaggio ... non basterebbero 2 pullman per fare un'uscita
)
è solo un problema di assicurazione e di casini variicci wrote: Voglio sottolineare che:
a- capisco le regole e la responsabilita’ di queste persone, tutte volontarie, che non potevano farmi percorrere un sentiero contiguo da sola;
b- sono una persona piena di regole anche io, quindi non contesto affatto la disposizione.
Mi chiedo solo questo: pur avendo io detto che avrei firmato una manleva, proprio per non far loro correre rischi (in caso di mia caduta, o cose analoghe), non c’è stato possibilismo alcuno.
Se malauguratamente ti fosse accaduto qualche cosa, i responsabili del corso sarebbero stati chiamati in causa a prescindere. Poi (magari), tenuto conto della manleva eccetera la cosa si sarebbe fermata lì, ma la procedura ed il rompimento di maroni ci sarebbe stato. L'unica soluzione (come allieva del corso), era quella di fare stare con te un accompagnatore.
Anni fa è già successo, e non escludo possa ripetersi (purtroppo).icci wrote: Allora: avrei dovuto essere falsa e bugiarda, e dire solo all’attacco della ferrata:io non vengo?, questo per costringere a quel punto un istruttore ad accompagnarmi sul sentiero, facendo poi lui stesso la ferrata, una volta che io ero “al sicuro, scortata” in alto con gli altri, finito il sentiero?
In teoria è solo questione di buon senso da parte dell'organizzatore dell'uscita dire "vieni pure che una soluzione la trovo"
In pratica ci possono essere altri aspetti, uno di questi è il numero di accompagnatori a disposizione.
Può anche capitare in un'uscita che 2 o 3 accompagnatori quel giorno abbiano dei problemi e quindi ci si trova con le persone contate rispetto agli allievi.
(e tieni conto che in teoria, con l'organico che c'è, si potrebbero prendere molte più iscrizioni. Vengono limitate ulteriormente proprio tenendo conto anche di questo fattore).
Senza polemica con nessuno una soluzione poteva essere quella di dire: tu oggi non fai parte del corso, stai solo facendo una gita per i fatti tuoi che (casualmente), coincide con l'uscita di un corso.
Nessuno ti può vietare di salire in macchina con tuo marito ed accompagnarlo a S.Stefano D'Aveto.
(poi si potrebbe obiettare: se tutti facessero così e si portassero l'amico per il viaggio ... non basterebbero 2 pullman per fare un'uscita

il tema della sicurezza e della responsabilità degli accompagnatori è stato proseguito qui..
https://www.quotazero.com/forum/viewtopic.php?t=1770

https://www.quotazero.com/forum/viewtopic.php?t=1770
ringraziamenti
Ringrazio tutti sia per la tempestivita' delle risposte in merito a questo triste caso, sia per quanto di buon senso e intelligenza sia emerso dalle parole di ognuno.
icci
- rikkytikkytavi
- Quotazerino doc
- Posts: 1662
- Joined: Thu Mar 01, 2007 18:42
- Location: Arenzano
Leggendo questo triste caso mi sono chiesto una cosa:o i vari istruttori/accompagnatori erano veramente contati rispetto al numero dei partecipanti oppure possibile che nemmeno uno di loro abbia voluto "sacrificarsi" e accompagnare Icci sul sentiero piuttosto che lasciarla a casa
? Io l'avrei fatto.

Tanto lavoro e niente spasso il morale scende in basso!
Ringrazio tutti dei contributi postati qui!
Ovviamente ho chiesto con educazione le ragioni di una tale scelta e le risposte che ho avuto sono state molteplici!
In linea generale non mi sento di dar loro completamente torto, ma certo è che con un po' più di elasticità si poteva risolvere alla meglio per tutti.....
Certo se Ines avesse deciso sul posto era meglio
Ecco qualche interessante stralcio di risposta ufficiale ricevuta:
.(omissis)proprio perchè è un corso e non una gita sociale che si è deciso di non fare partecipare Ines, l' organico degli Allievi / Istruttori Aiuti , è vincolato a precise regole, la struttura del corso prevede:
richiesta di nulla osta alla commissione EE del CAI centrale con l'elenco di coloro che a vario titolo saranno coinvolti, ottentuta l' approvazione si procede a comunicare l'elenco all'assicurazione, ecc ecc.
ogni istruttore aveva da 1 a 2 allievi, gli Aiuti, come tali non possono avere Allievi se non supportati da un 'istruttore, pertanto Ines non avrebbe potuto fare il sentiero accompagnata da uno di loro. ...........
.....(omissis)A mio giudizio tutto si sarebbe risolto altrimenti se Ines ci avesse avvisato in anticipo della sua decisione "irrevocabile". Questo, in coscienza, è l'unico "grave errore" della giornata. Avremmo potuto organizzarci diversamente, cercando qualcuno per accompagnarla sul sentiero. D'altro canto, ti faccio notare che l'uscita in programma era una "via ferrata" ed è ragionevole pensare che chi decide, in piena libertà, di non fare una "via ferrata" si autoesclude dall'uscita stessa. Diversamente se un allievo prova a salire e, per qualsiasi motivo, non riesce o non se la sente: in un tale caso (e se ne sono verificati decine di cui sono diretto testimone) ci si organizza per fare fronte al meglio ad una situazione imprevista.................
.....(omissis)Tua moglie è comunque una partecipante del corso e
quindi sotto la nostra responsabilità e senza nessun
accompagnatore noi non possiamo prenderci la responsabilità
di mandarla in giro da sola, nemmeno su un sentiero. Il
caso ha voluto che l'istruttore a cui era assegnata non si
è presentato causa malore. Se lui ci fosse stato non
avrebbe avuto sicuramente problemi ad accompagnarla lungo
il sentiero. Come tu hai visto gli accompagnatori erano
contati, alcuni oltre all'allievo avevano altri compiti
tecnici, alcuni addirittura (me compresa) dovevano seguire
due allievi, tua moglie stessa sarebbe stata assegnata ad
un istruttore che già aveva in consegna un allievo, -...........
...........pertanto non potevamo distogliere un altro accompagnatore
dalla ferrata, proprio per questioni organizzative,
Mi spiace, non prenderla come un caso personale, è solo una
questione di responsabilità e, a mio avviso, di serietà.
Per quanto riguarda la persona "aggregata" che ha
proseguito per conto suo sul sentiero, trattasi di persona
completamente estranea al corso, quindi libera di andare
ovunque. Non sotto la notra responsabilità..............
Ovviamente ho chiesto con educazione le ragioni di una tale scelta e le risposte che ho avuto sono state molteplici!
In linea generale non mi sento di dar loro completamente torto, ma certo è che con un po' più di elasticità si poteva risolvere alla meglio per tutti.....
Certo se Ines avesse deciso sul posto era meglio

Ecco qualche interessante stralcio di risposta ufficiale ricevuta:
.(omissis)proprio perchè è un corso e non una gita sociale che si è deciso di non fare partecipare Ines, l' organico degli Allievi / Istruttori Aiuti , è vincolato a precise regole, la struttura del corso prevede:
richiesta di nulla osta alla commissione EE del CAI centrale con l'elenco di coloro che a vario titolo saranno coinvolti, ottentuta l' approvazione si procede a comunicare l'elenco all'assicurazione, ecc ecc.
ogni istruttore aveva da 1 a 2 allievi, gli Aiuti, come tali non possono avere Allievi se non supportati da un 'istruttore, pertanto Ines non avrebbe potuto fare il sentiero accompagnata da uno di loro. ...........
.....(omissis)A mio giudizio tutto si sarebbe risolto altrimenti se Ines ci avesse avvisato in anticipo della sua decisione "irrevocabile". Questo, in coscienza, è l'unico "grave errore" della giornata. Avremmo potuto organizzarci diversamente, cercando qualcuno per accompagnarla sul sentiero. D'altro canto, ti faccio notare che l'uscita in programma era una "via ferrata" ed è ragionevole pensare che chi decide, in piena libertà, di non fare una "via ferrata" si autoesclude dall'uscita stessa. Diversamente se un allievo prova a salire e, per qualsiasi motivo, non riesce o non se la sente: in un tale caso (e se ne sono verificati decine di cui sono diretto testimone) ci si organizza per fare fronte al meglio ad una situazione imprevista.................
.....(omissis)Tua moglie è comunque una partecipante del corso e
quindi sotto la nostra responsabilità e senza nessun
accompagnatore noi non possiamo prenderci la responsabilità
di mandarla in giro da sola, nemmeno su un sentiero. Il
caso ha voluto che l'istruttore a cui era assegnata non si
è presentato causa malore. Se lui ci fosse stato non
avrebbe avuto sicuramente problemi ad accompagnarla lungo
il sentiero. Come tu hai visto gli accompagnatori erano
contati, alcuni oltre all'allievo avevano altri compiti
tecnici, alcuni addirittura (me compresa) dovevano seguire
due allievi, tua moglie stessa sarebbe stata assegnata ad
un istruttore che già aveva in consegna un allievo, -...........
...........pertanto non potevamo distogliere un altro accompagnatore
dalla ferrata, proprio per questioni organizzative,
Mi spiace, non prenderla come un caso personale, è solo una
questione di responsabilità e, a mio avviso, di serietà.
Per quanto riguarda la persona "aggregata" che ha
proseguito per conto suo sul sentiero, trattasi di persona
completamente estranea al corso, quindi libera di andare
ovunque. Non sotto la notra responsabilità..............
Ma non sarebbe stato più semplice, per tutti, aggregare tua moglie alla "persona completamente estranea al corso" e fare lo stesso sentiero insieme? Si sarebbero fatte anche compagnia strada facendo. Giusto per avere un pochino di elasticità in più che certe volte non guasta.fabioic wrote:Ringrazio tutti dei contributi postati qui!
Ovviamente ho chiesto con educazione le ragioni di una tale scelta e le risposte che ho avuto sono state molteplici!
In linea generale non mi sento di dar loro completamente torto, ma certo è che con un po' più di elasticità si poteva risolvere alla meglio per tutti.....
Certo se Ines avesse deciso sul posto era meglio![]()
Ecco qualche interessante stralcio di risposta ufficiale ricevuta:
Per quanto riguarda la persona "aggregata" che ha
proseguito per conto suo sul sentiero, trattasi di persona
completamente estranea al corso, quindi libera di andare
ovunque. Non sotto la notra responsabilità[/i]..............
Ciao
Paolo
Il silenzio è il grido più forte.
Il silenzio è il grido più forte.
- Filippo Zolezzi
- Utente Attivo
- Posts: 138
- Joined: Sun Apr 09, 2006 23:45
- Location: Valle di Ognidove
- Contact:
Boh...
La montagna deve essere un divertimento, ieri sera Patrick Gabarrou ha fatto rimanere un pò lì più di un esperto...
Fare del flame non serve a niente, certo che a leggere bene tra le righe della risposta ufficiale verrebbe da fare alcune considerazioni, ma penso sia meglio tralasciare
GRRRR malefica tastiera....
La montagna deve essere un divertimento, ieri sera Patrick Gabarrou ha fatto rimanere un pò lì più di un esperto...
Fare del flame non serve a niente, certo che a leggere bene tra le righe della risposta ufficiale verrebbe da fare alcune considerazioni, ma penso sia meglio tralasciare

GRRRR malefica tastiera....

Last edited by Filippo Zolezzi on Tue Apr 17, 2007 17:04, edited 3 times in total.
Filippo Zolezzi Alpinia.net, Cose di montagna
http://www.alpinia.net" onclick="window.open(this.href);return false;
http://www.alpinia.net" onclick="window.open(this.href);return false;
paolo59 wrote:Ma non sarebbe stato più semplice, per tutti, aggregare tua moglie alla "persona completamente estranea al corso" e fare lo stesso sentiero insieme? Si sarebbero fatte anche compagnia strada facendo. Giusto per avere un pochino di elasticità in più che certe volte non guasta.fabioic wrote:Ringrazio tutti dei contributi postati qui!
Ovviamente ho chiesto con educazione le ragioni di una tale scelta e le risposte che ho avuto sono state molteplici!
In linea generale non mi sento di dar loro completamente torto, ma certo è che con un po' più di elasticità si poteva risolvere alla meglio per tutti.....
Certo se Ines avesse deciso sul posto era meglio![]()
Ecco qualche interessante stralcio di risposta ufficiale ricevuta:
Per quanto riguarda la persona "aggregata" che ha
proseguito per conto suo sul sentiero, trattasi di persona
completamente estranea al corso, quindi libera di andare
ovunque. Non sotto la notra responsabilità[/i]..............
Ciao
caro Paolo,
è ESATTAMENTE ciò che avevamo chiesto la mattina stessa, e ben contenta sarebbe stata l'altra persona a percorrere in compagnia il sentiero...........ma hanno detto NO !
fabioic wrote: ....
è ESATTAMENTE ciò che avevamo chiesto la mattina stessa, e ben contenta sarebbe stata l'altra persona a percorrere in compagnia il sentiero...........ma hanno detto NO !
in altro topic ho scritto che:
mi riferivo a questo .... perchè ho saputo anch'io di quella situazioneroc wrote:
... ci sarebbe altro da dire a difesa di icci ...

però ... è il responsabile dell'uscita che decide per tutti e così è giusto che sia
7 a uscita Corso CAI -EE- 29-4-2007
Monte Reixa da Lerca
Ed eccoci al resoconto della nostra 7 a, bellissima, uscita del Corso.
Purtroppo molte defezioni (…ponte e bella giornata….) hanno ridotto il numero degli allievi (solo 10 su 25!) …ma gli assenti hanno avuto torto.
Quest’escursione, scelta tra altre tre, è stata organizzata da DUE allievi del Corso ,Luca e Linda ,ai quali va il grosso merito di aver minuziosamente redatto una descrizione perfetta, frutto anche di un loro precedente sopralluogo.
Riporto quindi la loro descrizione dell’ ‘itinerario:
L’escursione inizia da Lerca (135m) e percorre per un tratto la strada asfaltata, costeggiando terreni agricoli in parte coltivati, fino ad incontrare un serbatoio dell’Acquedotto in Località Piana.
Qui s’imbocca il sentiero sulla destra, contrassegnato da due linee orizzontali parallele rosse e si comincia a salite lungo la valle del Rio Lerca, in ambiente tipicamente alpestre, anche se vicinissimo al mare, un luogo incassato tra i contrafforti rocciosi dei monti Rama ed Argentea.
Il rio Lerca scorre in questa profonda gola formando cascatelle e laghetti, come quello vicino alle presa dell’Acquedotto, nel punto in cui confluiscono il Rio Argentea e il rio Valle scura (530 m) e da dove parte la Via Zunino che porta tramite divertenti passaggi su roccia al Monte Rama.
Poco più avanti si attraversa il Rio Argentea e una volta sull'altra sponda si prosegue su una mulattiera attrezzata con delle vecchie catene nella parte iniziale( pochi metri).
Si percorre per una decina di minuti questa tratto di sentiero non segnato, si arriva a Fonte Segagè e si gira a sinistra; da qui s’inizia a seguire il segnavia triangolo rosso.
A questo punto il percorso diventa più impegnativo;strada facendo s’incontra il Passo du Fò da cui si scorge l’impervia cima del monte Rama.
Salendo ancora il bosco si apre leggermente , si giunge al rifugio padre Rino (903m) e si continua a salire ripidamente fino ad arrivare sull’‘alta via dei monti liguri, presso il Passo Pian di Lerca (1034m).
Qui la linea dello spartiacque segnato da due pallini azzurri coincide con l'AVML. riconoscibile da una bandierina rosso-bianco-rossa con la scritta AV nera su campo bianco.
Si cammina ora sui vasti prati sommitali sul margine del ripido versante marittimo con andamento quasi pianeggiante.
Si oltrepassa Rocca Crocetta, si arriva al passo Vaccaria (1115 m) e da qui si seguono solo i due tondi azzurri dello spartiacque, abbandonando l’Alta Via (che scende a sinistra verso il passo del Faiallo).
Camminando ancora per poco si arriva al monte Reixa (1183 m), che si presenta molto erboso e con poche rocce affioranti in vetta.
Qui si ergono una statuina della Madonna ed una crocetta a ricordo dell’Anno mariano 1954.
Il ritorno si fa per la stessa via, ma non sazi del Reixa prendiamo il sentiero che ci conduce in una ventina di minuti prima al Rifugio e poi in vetta al monte Argentea…come farselo sfuggire?
In totale abbiamo impiegato circa 3h 30’ per salire e altrettanto per la discesa a causa anche di un piccolo risentimento muscolare occorso ad un allievo che ha rallentato un po’ l’andatura generale .
Bellissimi panorami dalla vetta grazie alla buona visibilità nonostante il caldo….Unica nota stonata tre zecche tre che hanno costretto uno di noi alle cure del pronto soccorso!
Alla prossima
Monte Reixa da Lerca
Ed eccoci al resoconto della nostra 7 a, bellissima, uscita del Corso.
Purtroppo molte defezioni (…ponte e bella giornata….) hanno ridotto il numero degli allievi (solo 10 su 25!) …ma gli assenti hanno avuto torto.
Quest’escursione, scelta tra altre tre, è stata organizzata da DUE allievi del Corso ,Luca e Linda ,ai quali va il grosso merito di aver minuziosamente redatto una descrizione perfetta, frutto anche di un loro precedente sopralluogo.
Riporto quindi la loro descrizione dell’ ‘itinerario:
L’escursione inizia da Lerca (135m) e percorre per un tratto la strada asfaltata, costeggiando terreni agricoli in parte coltivati, fino ad incontrare un serbatoio dell’Acquedotto in Località Piana.
Qui s’imbocca il sentiero sulla destra, contrassegnato da due linee orizzontali parallele rosse e si comincia a salite lungo la valle del Rio Lerca, in ambiente tipicamente alpestre, anche se vicinissimo al mare, un luogo incassato tra i contrafforti rocciosi dei monti Rama ed Argentea.
Il rio Lerca scorre in questa profonda gola formando cascatelle e laghetti, come quello vicino alle presa dell’Acquedotto, nel punto in cui confluiscono il Rio Argentea e il rio Valle scura (530 m) e da dove parte la Via Zunino che porta tramite divertenti passaggi su roccia al Monte Rama.
Poco più avanti si attraversa il Rio Argentea e una volta sull'altra sponda si prosegue su una mulattiera attrezzata con delle vecchie catene nella parte iniziale( pochi metri).
Si percorre per una decina di minuti questa tratto di sentiero non segnato, si arriva a Fonte Segagè e si gira a sinistra; da qui s’inizia a seguire il segnavia triangolo rosso.
A questo punto il percorso diventa più impegnativo;strada facendo s’incontra il Passo du Fò da cui si scorge l’impervia cima del monte Rama.
Salendo ancora il bosco si apre leggermente , si giunge al rifugio padre Rino (903m) e si continua a salire ripidamente fino ad arrivare sull’‘alta via dei monti liguri, presso il Passo Pian di Lerca (1034m).
Qui la linea dello spartiacque segnato da due pallini azzurri coincide con l'AVML. riconoscibile da una bandierina rosso-bianco-rossa con la scritta AV nera su campo bianco.
Si cammina ora sui vasti prati sommitali sul margine del ripido versante marittimo con andamento quasi pianeggiante.
Si oltrepassa Rocca Crocetta, si arriva al passo Vaccaria (1115 m) e da qui si seguono solo i due tondi azzurri dello spartiacque, abbandonando l’Alta Via (che scende a sinistra verso il passo del Faiallo).
Camminando ancora per poco si arriva al monte Reixa (1183 m), che si presenta molto erboso e con poche rocce affioranti in vetta.
Qui si ergono una statuina della Madonna ed una crocetta a ricordo dell’Anno mariano 1954.
Il ritorno si fa per la stessa via, ma non sazi del Reixa prendiamo il sentiero che ci conduce in una ventina di minuti prima al Rifugio e poi in vetta al monte Argentea…come farselo sfuggire?
In totale abbiamo impiegato circa 3h 30’ per salire e altrettanto per la discesa a causa anche di un piccolo risentimento muscolare occorso ad un allievo che ha rallentato un po’ l’andatura generale .
Bellissimi panorami dalla vetta grazie alla buona visibilità nonostante il caldo….Unica nota stonata tre zecche tre che hanno costretto uno di noi alle cure del pronto soccorso!
Alla prossima
