A) Testa del Ferro
B) Rocca Verde
C) Monte Peiron
le prime due mete le avevo viste bene l'anno scorso dal Costabella del Piz, della terza solo letto una rela, non ricordo dove, ma non ero riuscito a capire bene di quale cima si trattava.
Vabbè deciderò sul posto.
Al parcheggio, mentre faccio la seconda colazione, i primi raggi del sole fanno "incendiare" questa bella guglia, sulla mappa la identifico come il Monte Peiron (erroneamente


Da Borgo San Dalmazzo prendere la statale SS21 del Colle della Maddalena, superare Vinadio e arrivare fino a Pontebernardo, poco dopo il grande tornante svoltare a sinistra imboccando la stretta strada che raggiunge dopo diversi km i Prati del Vallone, posteggiare nel grande prato ai piedi del rifugio CAI Talarico (attualmente chiuso).
Dal posteggio prendere la sterrata che passa davanti alle ex casermette e al rifugio privato del Vallone, inoltrarsi così alla testata del vallone. Dopo alcune svolte ad un bivio con cartello prendere a destra per il Colle di Stau, sempre su sterrato ora un più rustico (volendo è possibile staccarsi dalla strada principale alla seconda svolta, per un sentiero scorciatoia indicato solo da un ometto, l'ho percorso al ritorno).
Continuare a salire ignorando il sentiero per il colle Panieris e raggiungere il Gias di Stau (fonte) dove la sterrata termina. Proseguire ancora lungo il sentiero addentrandosi sempre più nel vasto vallone, dove c'è un gias recentemente ristrutturato, dominato adesso da una guglia rocciosa (probabilmente quella che mi ha ingolosito e che si vede dal posteggio) alla cui base sorge, pericolosamente, il rudere di una casermetta, poco prima del Colle di Stau, a sinistra.
Tralasciare il sentiero che a sinistra porta anch'esso al colle di Panieris e alla Testa del Ferro (cartello) ma proseguire a destra e affrontare un numero imprecisato di strette svolte che alleggeriscono l'altrimenti troppo ripida salita, probabilmente è un'antica mulattiera (come noto l'animale s'intestardisce se si stanca troppo). All'altezza dell'ultimo stretto tornante individuare una traccia che si stacca a sinistra per raggiungere direttamente la casermetta, altrimenti allungando un po', proseguire e dopo un paio di svolte un'altra traccia più pianeggiante porta ugualmente alla casermetta.
La porzione di destra della costruzione è devastata da un grosso, recente, crollo dalla guglia soprastante che ha anche interessato le tracce di sentiero, in quel tratto distrutto anch'esso.
Superare a sinistra la casermetta, facendo attenzione a non cadere dentro alcune cisterne con l'imboccatura aperta, e iniziare a salire in una valletta laterale, inizialmente ampia senza un evidente sbocco. Seguendo la stretta traccia a mezzacosta sul ghiaione si arriva alla testata e tra i pinnacoli è necessario risalire uno stretto e ripidissimo canalino con vaghe tracce di passaggio, in alcuni punti ci si aiuta con le mani ma non c'è esposizione ed è piuttosto facile, si arriva così, faticosamente, ad un provvidenziale colletto dove il percorso spiana un po'.
Proseguire ancora su una sorta di mulattiera verso quella che parrebbe l'agognata cima, ma raggiunto un punto limitrofo ci si rende conto che è invece un inutile poggio panoramico, la mulattiera prosegue ancora in moderata ma costante salita verso ... non si capisce.
Proseguendo lungo la mulattiera si rinvengono resti di opere militari e si raggiunge una sorta di altopiano con il sentiero che, già a vista, porta verso insignificanti gugliette, procedendo tra queste guglie rocciose si scopre ben celata una postazione militare pericolosamente diroccata, senza raggiungerla si deve individuare una labile traccia che in brevissimo porta alla vetta sormontata da una minuscola croce in legno.
Panorama amplissimo che precipita verticale su ogni versante.
Per il ritorno si deve ripercorrere lo stesso percorso fino alla casermetta.
Da qui con breve risalita è consigliabile raggiungere il Colle di Stau ed eventualmente visitare le vicine postazioni militari.
Dal Colle ritornare per lo stesso itinerario di salita, con la variante più breve e diretta, staccandosi dalla sterrata principale a sinistra poco prima del primo cartello per il colle Panieris, con ripide svolte su buon sentiero recentemente risistemato si giunge allo sterrato principale molto più in basso e con questo al parcheggio.
Diff EE
Km: 15,3
Disl: 1190m
Tralascio le foto della prima parte di percorso, piuttosto monotone e pochissimo significative