In particolare, penso che a molti di quelli che vanno in montagna, seppur prudenti, attenti, circospetti, rispettosi di tecniche e di ambiente, sia capitato di aver perso la testa per cinque minuti. In altri termini, di fronte ad un evento magari usuale e ripetitivo, conosciuto a memoria o affrontato per la prima volta, il comportamento, l'azione o l'omissione abbiano causato pericolo a sè e/o agli altri, mettendo in discussione ed anzi accantonando anni ed anni di diligente e sicura frequentazione della montagna.
Quindi comincio io.
I miei cinque minuti di belinismo li ho vissuti durante la discesa in corda doppia di una cascata di ghiaccio. Per gli addetti ai lavori, si tratta di Fenilliaz, flusso gelato della Valeille, area Cogne. Al termine della seconda doppia, era necessario fare due passi (ma proprio due di numero!) per andare a prendere la sosta successiva, leggermente disassata rispetto a quella di arrivo. Come predicano - bene - i sacri testi, occorre sempre essere assicurati alla parete, per evitare che bruschi movimenti o disattenzioni determinano una caduta. In quell'occasione, stante l'apparente facilità del terreno, io mi sono sganciato (uso volutamente termini non tecnici n.d.a.) dalla corda, facendo due passi verso destra e verso il nuovo punto di assicurazione. Mi sono ritrovato a gambe all'aria, pronto a scivolare lungo la cascata e con un salto di circa cento metri sotto il sedere.
Il fato, il caso, il destino, dio per chi ci crede, la fortuna o cos'altro non so, hanno fatto sì che sia riuscito ad afferrare al volo un ramo della corda, che era già stata passata nel moschettone della sosta. Ovviamente, tenendomi ad un solo ramo, l'altro ha cominciato a scorrere nel moschettone, fino al nodo che si costruisce ad ogni capo della corda durante le discese in corda doppia. Il nodo si è bloccato nel moschettone, interrompendo la mia scivolata verso conseguenze sicuramente infauste.
Ai corsi predichiamo la sicurezza innanzitutto; quel nodo alla fine della corda mi consente a tutt'oggi di continuare a fare il Savonarola

E adesso sotto a chi tocca...