Vi siete mai resi conto di quante pareti su cime minori ed in gruppi poco frequentati delle alpi attendono la prima salita (o quante altre pareti la prima invernale)?
Prendete una qualsiasi carta, qualche copertura fotografica (anche Google Earth va benissimo) e cominciate a battere gli angoli più reconditi dei gruppi montuosi che sottoponete alla vostra ispezione.
Poi consultate internet, le riviste specializzate, gli archivi e sorpattutto i volumi dell Guida CAI-TCI dei Monti d'Italia.
Le prime non mancano, ve lo assicuro. Io ho già messo l'occhio, nel mio piccolo, su due paretine, nelle Alpi Retiche. Una attende la prima invernale (un 3300) ed una altra (3100) addirittura la prima assoluta, salvo ovviamente reperire info su salite precedenti documentate.
Spesso e volentieri queste "prime" non sono affatto sotto l'occhio di tutti, anzi, se lo fossero sarebbero già cadute in qualche paniere. Sono salite di pareti lontane, magari non più lunghe di 3-400 metri, marciotte, dimenticate dai primi anni del 900 se non addirittura mai state sotto i riflettori. Avvicinamenti lunghi e faticosi, magari che richiedono un giorno intero solo per arrivare alla base, in angoli sperduti dei massicci.
Roba che a me personalmente fa accapponare la pelle, che riporta le Alpi ad un territorio ancora vergine e da esplorare.
Propongo l'istituzione di un "gruppo spedizioni" di Quotazero. Per persone che hanno dimestichezza dal PD- al D+, una certa esperienza di vie in ambiente, della montagna in veste invernale, in generale dell'ambiente in quota(zero


Questa è un pò la mia idea dell'Alpinismo ai massimi livelli. Un Alpinismo di esplorazione, lontano dai gradi estremi, dalle vie unte, dalle pareti straripetute.