Il sentiero era il solito dietro casa fatto decine di volte in tutte le condizioni, una breve ma intensa salita parte in asfalto e parte in sterrato, sosta alla cappelletta di S. Oberto, inizio del sentiero con un bel tuffo a capofitto sulla massima pendenza, continuando così proprio fin sopra la porta di casa mia!
Che strano mettere le lucine rosse intermittenti, ma un breve tratto è lungo la statale e quindi...
Si sale subito, accompagnato dai pipistrelli che svolazzano tra sciami di insetti, molti di questi ultimi annegheranno nel sudore del mio collo: ma non dovrebbe essere fresco? sono quasi le nove ormai, arrivo alla chiesa di Paggi alle nove e un quarto, proseguo guardandomi intorno in un panorama che conosco molto bene, ma stavolta ha una luce diversa... è anche nuvolo, il sole ormai è tramontato... l'ultima cicala testarda continua a cantare... sotto i rami cominciano i primi sprazzi di buio... silenzio quasi totale, neanche giù in vallata si sente niente... sono quasi subito sullo sterrato, l'emozione comincia ad essere più forte, il bosco ormai è intorno ed ovunque... sposto il faro dal manubrio al casco, metto le protezioni e riparto per gli ultimi cento metri di strada forestale: adesso ogni rametto che intercetta il fascio di luce proietta ombre inquietanti e rapide, ogni foglia sul terreno sembra uno strano essere pronto a scattare...
Ecco l'imbocco del sentiero... anche se lo conosco a memoria temporeggio, faccio un primo giro sporgendomi per vedere se ha la faccia di sempre: sì, è lui anche se stranamente pallido e dall'aria più polverosa... meglio non pensare troppo!!!
Via!!! le ruote fanno lo stesso rumore, ma le traiettorie sono strane, nervose... prendo il ritmo, sette o otto curve strette e ripide mi danno fiducia, la sensazione è strana: vedo il sentiero bene davanti a me e fino a trenta centimetri dalla ruota, ma poi è buio... la ruota ci deve essere per forza così come il manubrio, sento la forcella che si comprime e distende, ma è tutto sulla fiducia... sembra quasi di levitare nel vuoto...
Mi fermo per provare a fare una ripresa (15'')

e poi qualche foto

Fermarmi per posizionare e poi riprendere la macchina mi permette di notare che non sono solo, segnali di civette allarmate vengono da ogni dove, segni del passaggio di qualche faina, un rumore sordo mentre riparto...
scendo ancora, non mi fermo più perchè la macchina ha le pile scariche, esco dal bosco fitto e comincia la parte tra i pini: vado piano, qui è difficile e la percezione della profondità è diversa... faccio tutti i passaggi più tecnici, anche l'ultimo muro... il faro scrolla insieme al casco, ma ormai mi sono abituato a non vedere nulla nel primo metro ma lasciare che la mente trasformi quello che vede nel fascio di luce, sommato agli impulsi nervosi che giungono dalle ruote attraverso mani e piedi, nei movimenti giusti per ignorare quel piccolo gap visivo...
uno, due tornanti, il terzo è il più *censurata*, gomito secco con imbuto... di solito lo passo in surplace, ma so che i cinque metri successivi sono traditori, strettissimi e sconnessi... decido che è il momento di mettere i piedi a terra, superare con indifferenza quel breve tratto e risalire in sella per gli ultimi venti metri di sentiero, quelli che mi depositano sull'asfalto...
scendo altri trenta metri, giro a sinistra nello stradino, salgo quattro gradini, ne scendo due girando nel cancelletto, facendo attenzione a non picchiare con la mano nel fermapersiana... tre metri e inchiodo sulla ruota anteriore, segnale festoso per concludere un bel giro: se potessi lasciare la porta aperta tutto il tempo entrerei direttamente in casa in sella!!!
Non so quanto il mio entusiasmo sia dovuto alla novità, ma credo proprio che questo impianto luci sia la miglior alternativa ad allenarsi infrasettimanalmente con la bici da strada o, peggio, coi rulli!!!
Martedì, se recupero dalla Runeda, si va in notturna sulla Selva... stavolta però in compagnia!!!