Il salto ...

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trailmaker
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Il salto ...

Post by trailmaker »

Alla luce degli ultimi avvenimenti, e letti sconcertanti interventi di nuovi QZ entusiasti vorrei chiedere aiuto al popolo Trail su questo argomento:

Accertata la passione per il Trail e sviscerato ogni aspetto poetico e su cosa ci muove in questo fantastico modo di relazionarci con l'ambiente e con gli altri, si passa abbastanza velocemente a distanze di 25-35 km , poi si fanno senza grossi problemi anche gare come l'Antola , sui 42 km con un buon dislivello ,e tutto sommato credo anche buone pendenze, o il 3C.
Ma da qui ai 70 , e poi ai 100 , quali passi e quali fattori bisogna considerare?
Allenamento sulla distanza, resistenza,resilienza, quali parti del corpo e in quale modo allenare?
Durata, chilometraggio, su cosa agire per fare "IL SALTO..."

Popolo di QZ ...dite la vostra... :?: :?: :?:
Fatti non foste a viver come bruti...ma per seguir Virtude et Canoscenza..
(Inferno-canto XXVI-116,120)

.
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TylerDurden
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Post by TylerDurden »

70 km li puoi ancora improvvisare..... 8)

oltre non so! :D
Volante 1 a volante 2: siete arrivati o no? No perchè c'è un silenzio assordante: bisogna urlare tutti assieme STATTE CAPITALE!!! Dopo 2 giorni passati a CAPITAN HARLOCK e MASTER OF STONE che dire...
Martin
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Post by Martin »

Ti saprò dire in settembre dopo avere tentato il CCC :roll: . Per adesso non sono mai andato oltre 50km e 2500m di dislivello. Comunque credo che c'é un'importantissima fattore testa.
Be careful what you wish for, it may come true.

http://trailtriandtravel.blogspot.com/
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Giancarla
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Re: Il salto ...

Post by Giancarla »

trailmaker wrote: Ma da qui ai 70 , e poi ai 100 , quali passi e quali fattori bisogna considerare?
Allenamento sulla distanza, resistenza,resilienza, quali parti del corpo e in quale modo allenare?
Durata, chilometraggio, su cosa agire per fare "IL SALTO..."

Popolo di QZ ...dite la vostra... :?: :?: :?:
Secondo me ci si fa troppe contorsioni mentali! Se l'obiettivo è solo quello, e sottolineo, solo quello di provare ad arrivare alla fine vivi, per gente abituata alla vita di montagna non credo ci voglia chissà che cosa. Il mio primissimo trail è stato da 70 km, nel 2007, quando le mie reminiscenze di gite CAI risalivano a 10 e più anni prima... Ho sfruttato il fiato dato dalla bici e dalle maratone e bene o male, alla fine, sapevo ancora dire il mio nome e cognome. Il primo 100 l'ho fatto l'anno scorso con l'unico allenamento "specifico" dei trail precedenti e della solita corsa su asfalto, più una o due gite in montagna di impegno assolutamente non paragonabile. Anche lì, non ero poi così rovinata alla fine... Tra due settimane e poco più tento il Montagn'Hard, lì più della distanza e del dislivello mi preoccupa il tempo massimo, ma non ho mai pensato manco lontanamente di allenarmi in qualche modo particolare. Certo, se si vuole fare il tempo la faccenda è diversa, ma se si vuole solo provare, io la prenderei a cuore un po' più leggero...
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antani
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Re: Il salto ...

Post by antani »

Giancarla wrote:
trailmaker wrote: Ma da qui ai 70 , e poi ai 100 , quali passi e quali fattori bisogna considerare?
Allenamento sulla distanza, resistenza,resilienza, quali parti del corpo e in quale modo allenare?
Durata, chilometraggio, su cosa agire per fare "IL SALTO..."

Popolo di QZ ...dite la vostra... :?: :?: :?:
Secondo me ci si fa troppe contorsioni mentali! Se l'obiettivo è solo quello, e sottolineo, solo quello di provare ad arrivare alla fine vivi, per gente abituata alla vita di montagna non credo ci voglia chissà che cosa. Il mio primissimo trail è stato da 70 km, nel 2007, quando le mie reminiscenze di gite CAI risalivano a 10 e più anni prima... Ho sfruttato il fiato dato dalla bici e dalle maratone e bene o male, alla fine, sapevo ancora dire il mio nome e cognome. Il primo 100 l'ho fatto l'anno scorso con l'unico allenamento "specifico" dei trail precedenti e della solita corsa su asfalto, più una o due gite in montagna di impegno assolutamente non paragonabile. Anche lì, non ero poi così rovinata alla fine... Tra due settimane e poco più tento il Montagn'Hard, lì più della distanza e del dislivello mi preoccupa il tempo massimo, ma non ho mai pensato manco lontanamente di allenarmi in qualche modo particolare. Certo, se si vuole fare il tempo la faccenda è diversa, ma se si vuole solo provare, io la prenderei a cuore un po' più leggero...
Credo che Giancarla abbia qualità di resistenza fisica e mentale del tutto fuori del comune. Riuscire a percorrere tutti i tuoi km in bici non è da tutti e ancor meno è correre una maratona su strada il giorno dopo aver concluso i 70 km del Rensen. Tu dirai che non vai ai ritmi di Olmo, tuttavia tu sei al di fuori della norma. E sei anche giovane, quindi con articolazioni e tendini a posto e probabilmente baciati dalla fortuna, dalla genetica, dalla provvidenza (non è poco: io non credo di essere particolarmente dotato, se non per quel che riguarda proprio caviglie e ginocchia).
Per concludere gare lunghe di 70 e magari 100 km (se non 165) senza velleità cronometriche che non siano quelle di rientrare nei cancelli orari aiuta sicuramente di più la formazione montanara, rispetto a quella podistica, secondo me. Chi è abituato a camminare in montagna sa che cosa vuol dire stare sulle gambe per molte ore di seguito, superare crisi di fame e di sete e ha la mente più libera da ossessioni cronometriche.
Poi ci sono i fattori età e articolazioni. Se hai 50 anni e per 30 anni hai giocato a calcio è probabile che con i km vengano anche i dolori, se sei giovane e non ti sei sfasciato con il calcio o con cadute rovinose sugli sci tutto viene più facile probabilmente, almeno dal punto di vista fisico.
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granpasso
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Post by granpasso »

Secondo me è una questione di testa, SOLO di testa................
Eppoi i lunghi in montagna progressivi sino alle dieci ore che formano e testano fisico, mente e spirito.........
Tutto quà :wink:
Direi che atleti come Giancarla e Tyler possono essere un buon esempio.......
Belin !
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MOMMA
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il salto

Post by MOMMA »

Nonostante la vistosa differenza di età , di preparazione fisica, di aspettative e capacità ecc ecc, sono nuovamente d'accordo con Antani, del quale ho letto in questi mesi diversi interventi che mi hanno trovata sulla sua lunghezza d'onda. D'altro canto Giancarla continua a meravigliarmi per la determinazione e la "leggerezza"d'animo ( almeno apparente) con cui affronta le dure esperienze di bici e di trail:le ho già detto in passato che secondo me esagera,tuttavia nel contempo mi affascina e può anche darsi che io provi un po' di invidia per la sua capacità e caparbietà che comunque alla sua età io non avevo , nè tantomeno posso avere adesso. A tale proposito mentre qualcuno pensa di fare il " grande balzo in avanti" al contrario la sottoscritta sta pensando se è il caso di riprovare un percorso di poco superiore ai 40 KM,oppure retrocedere di 10 Km, o addirittura rivedere un po' tutta la faccenda e limitarsi alle camminate pure, senza la velleità di correre ( corricchiare) dove è possibile, senza i cancelli orari, senza lo striscione di partenza e di arrivo. Ci devo un po' pensare su.
Credo in generale che le persone tra i trenta e i quaranta anni possano tentare percorsi lunghi anche se non sono preparatissime , perchè se in buona salute, un fisico giovane ha la capacità di reggere e reagire ad uno sforzo prolungato, che si presume sostenuto da una motivazione fortissima. Dopodichè se son rose fioriranno...
Devo portare fuori la cana, tempo scaduto. Ci risentiamo -MOMMA
Mi spezzo ma non mi piego.
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granpasso
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Post by granpasso »

A tale proposito mentre qualcuno pensa di fare il " grande balzo in avanti" al contrario la sottoscritta sta pensando se è il caso di riprovare un percorso di poco superiore ai 40 KM,oppure retrocedere di 10 Km............

Un trail come il rensen lungo per esempio ha un tempo massimo di venti ore che corrisponde al classico passo escursionistico di 3km/h. tutto dipende dagli obbiettivi che ci si pone :arrow: e dalla testa quindi.
Spesso, ma non sempre :wink: , le gare corte sono più veloci e quindi a modo loro molto impegnative.
ciao.
Belin !
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espansione
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Post by espansione »

io sono un inesperto di trail
ma faccio gite spesso un po' per me e un po' per la cagnetta che si diverte tantissimo (non sempre a dire il vero quando il sole picchia)

i trail sono belli perchè ti danno la possibilità di fare gare magari non per vincerle ma dove un po' di resistenza, un po' di testardaggine e certamente un minimo di preparazione ti fanno ottenere notevoli soddisfazioni solo per il fatto di arrivare

e il contesto dove si svolgono sono sempre incantevoli

alberi, erba, profumi, paesaggi, monti, e poco cemento

evviva
francesco
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Giancarla
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Re: il salto

Post by Giancarla »

MOMMA wrote:'altro canto Giancarla continua a meravigliarmi per la determinazione e la "leggerezza"d'animo ( almeno apparente) con cui affronta le dure esperienze di bici e di trail:le ho già detto in passato che secondo me esagera
Ringrazio di cuore Antani, Granpasso e Momma... Provo a rispondere un po' qua ed un po' là. Se dovessi spiegare perché, sia in bici che a piedi, sono attratta dalle prove che richiedono uno sforzo molto intenso e prolungato nel tempo, sarei un po' in difficoltà. Credo sia perché, fin da ragazzina, ai tempi delle medie, avevo desiderio di "distinguermi" in qualche modo nello sport, ma non avevo alcuna dote di velocità (quindi niente corse brevi, quelle che si fanno a quell'età) e nemmeno di equilibrio (quindi niente ginnastica artistica), né di disciplina (niente arti marziali) né alcuna attitudine per gli sport di squadra (sono sempre stata un'asociale). Con la corsa "lunga", ai tempi delle medie appunto, e poi dai sedici anni con il ciclismo, ho scoperto, pian piano, l'unica buona caratteristica che ho, che è quella di resistere la fatica a lungo, e mi ci sono buttata a capofitto.

Per rispondere a Momma, queste cose le faccio davvero a cuor leggero, perché più sono mostruose, più soddisfano la mia voglia di fatica (è proprio un'esigenza fisica) ma, nel contempo, non mi creano ansia perché non ho nulla da perdere; non posso ambire ad alcun podio e nemmeno ci provo, ci mancherebbe altro. Semplicemente, inseguo un traguardo mio personale. Per farti un esempio: lo scorso sabato sono partita da Demonte alle tre e mezza del mattino in bici; ci sono tornata ventidue ore dopo, dinuovo al buio, con 330 km e 7000 m di dislivello nelle gambe, gli occhi pieni di montagne meravigliose, un sonno da crollare a terra, e non era una gara, non c'era nessuno, solo io la mia bici ed il mio bagaglio. Tranquillissima com'ero tranquilla alla partenza, e felice come una Pasqua.

Ad Antani: per me il fatto di "riuscire" a fare tutti i miei km in bici o a piedi non è un sacrificio; sono solita dire che soffrirei moltissimo se NON potessi farlo, tant'è che, quando capita un giorno di forzata inattività, divento nervosa, malinconica, di pessimo umore, proprio come se mi mancasse qualcosa, al punto che mi metterei a correre su e giù per le scale solo per fare qualcosa. Se non è dipendenza questa... Però non è che sia fisicamente così dotata. In realtà le mie faticacce sono uno sforzo enorme, dal primo all'ultimo minuto, per andare sempre al minimo dei giri, perché pagherei senza pietà il minimo scatto di gambe e di orgoglio; inoltre, non mi è ancora successo di riuscire a finire un trail da 70 km senza placare il male ai muscoli a suon di antiinfiammatori, e che sia saggio o no non m'interessa assolutamente. Mi piacerebbe potermi allenare meglio per i sentieri, ma di vita ne ho una sola ed il famoso vecchiaccio ricco con un piede nella fossa non l'ho ancora trovato...

...tutto ciò per dire che non riesco proprio ad immedesimarmi in chi "programma" la partecipazione ad un trail, visto che di trail si parla. Quest'anno sono iscritta all'UTMB, è un chiodo fisso che s'è conficcato in testa non appena ho superato il trauma della prima PdP; non sono allenata e non lo sarò ad agosto, anche perché farò due trail e credo due giri su sentiero se trovo qualche buon cuore che mi fa da guida (per fortuna di solito ne trovo uno che è anche dannatamente forte ed implacabile sui chilometri... :D ); non sono assolutamente sicura di farcela a finirlo, anzi tutt'altro, e non sono sicura di uscirne senza danni fisici, ma semplicemente non me ne frega niente, perché ritengo ne valga comunque la pena. Non potrei mai scegliere di non partecipare perché poco allenata, o perché timorosa di farmi male, o chissà cos'altro. La mia idea è che il raziocinio nella vita vada già usato fin troppo in altri ambiti, ma quando c'è di mezzo lo sport, la Passione con la P maiuscola, non c'è posto per la saggezza. Una "voce autorevole", il medico di un centro svizzero specializzato in sport "estremi" nel senso di sport al limite dell'umana resistenza (ben lontano da ciò che faccio io, preciso) mi ha ammonita quest'inverno dicendomi che, se continuo così, distruggerò il mio fisico nel giro di non molti anni; beh... Non ci credo, comunque può darsi; non m'importa perché carpe diem, oggi posso, magari domani arriverò con un fisico custodito con le migliori attenzioni a sentirmi dire che ho un cancro e che non potrò più fare quello che, per prudenza e saggezza, ho deliberatamente scelto di non fare prima. Diceva mia nonna (lei lo diceva con disprezzo però, essendo uno spirito parsimoniosissimo): finché ce n'è, viva il re! :D
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trigi
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Re: il salto

Post by trigi »

Giancarla wrote:[

Per farti un esempio: lo scorso sabato sono partita da Demonte alle tre e mezza del mattino in bici; ci sono tornata ventidue ore dopo, dinuovo al buio, con 330 km e 7000 m di dislivello nelle gambe, gli occhi pieni di montagne meravigliose, un sonno da crollare a terra, e non era una gara, non c'era nessuno, solo io la mia bici ed il mio bagaglio. Tranquillissima com'ero tranquilla alla partenza, e felice come una Pasqua.
:shock: :shock: :shock: :shock: :D :D :D :D
Al mondo ci sono solo DUE cose "infinite":
- l'universo
- la stupidità umana
Solo che sulla prima non sono sicuro.

Albert Einstein.
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Giancarla
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Re: il salto

Post by Giancarla »

trigi wrote:
Giancarla wrote:[

Per farti un esempio: lo scorso sabato sono partita da Demonte alle tre e mezza del mattino in bici; ci sono tornata ventidue ore dopo, dinuovo al buio, con 330 km e 7000 m di dislivello nelle gambe, gli occhi pieni di montagne meravigliose, un sonno da crollare a terra, e non era una gara, non c'era nessuno, solo io la mia bici ed il mio bagaglio. Tranquillissima com'ero tranquilla alla partenza, e felice come una Pasqua.
:shock: :shock: :shock: :shock: :D :D :D :D
OT: guarda che spettacolo...

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:D :D :D
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Martin
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Post by Martin »

Sei meravigliosamente pazza :D .

Foto spettacolare. Complimenti
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Giancarla
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Post by Giancarla »

Martin wrote:Sei meravigliosamente pazza :D .

Foto spettacolare. Complimenti
:D Grazie... Sempre più OT: non è difficile fare foto belle in posti del genere; io punto la fotocamera quasi a casaccio mentre vado avanti, visto che c'è la funzione "foto in movimento", ma qualunque cosa inquadri è tutto bello!!! :D
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Re: Il salto ...

Post by Cecco86 »

trailmaker wrote:Alla luce degli ultimi avvenimenti, e letti sconcertanti interventi di nuovi QZ entusiasti vorrei chiedere aiuto al popolo Trail su questo argomento:

Accertata la passione per il Trail e sviscerato ogni aspetto poetico e su cosa ci muove in questo fantastico modo di relazionarci con l'ambiente e con gli altri, si passa abbastanza velocemente a distanze di 25-35 km , poi si fanno senza grossi problemi anche gare come l'Antola , sui 42 km con un buon dislivello ,e tutto sommato credo anche buone pendenze, o il 3C.
Ma da qui ai 70 , e poi ai 100 , quali passi e quali fattori bisogna considerare?
Allenamento sulla distanza, resistenza,resilienza, quali parti del corpo e in quale modo allenare?
Durata, chilometraggio, su cosa agire per fare "IL SALTO..."

Popolo di QZ ...dite la vostra... :?: :?: :?:
Premesso che secondo me per improvvisare qualsiasi competzione bisogna avere una forma fisica decente, se no i problemi post gara posso essere pesanti, quello che volevo chiedere è come posso programmare una serie di allenamenti per arrivare al trail rensen da 70 km non del tutto sprovveduto, cosa che ho fatto alla rigantoca. Io ho visto che in 3 settimane e facendo circa 50 km a settimana alla rigantoca me la sono cavata, ma i 70 km dovrò sicuramente preparali un po meglio :-). Quanto dovrebbe essere un chilometraggio settimanale giusto? è utile fare lavori di ripetute o il fondo vero e proprio è più importante?
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granpasso
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Post by granpasso »

Vai a vedere le tabelle che ho indicato a espansione nel topic utmb2009 :wink:
Belin !
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Post by cubettoz »

Il Colonello diceva sempre..."parti piano...poi rallenta"

Un Orso di Masio dice sempre "Io ho 3 marce : pian, +pian e ferm" (piano + piano e fermo)

Marco Olmo risponde sempre a chi gli chiede consigli:"correre, correre e correre"

Io quoto Granpasso, è solo questione di TESTA. Aggiungo che normalmente i ritirati alle ULTRA sono quasi tutti per "cedimenti strutturali" ginocchia anche caviglie, etc. Quì non saprei come allenarle se non condinuando a.......CORRERE, CORRERE e CORRERE.
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Post by advolans »

Sono contento che in questa sezione sbuchi qualche persona nuova :lol: tanto da raccogliere sempre nuove impressioni e idee :!:

Io non posso dare sicuramente consigli a nessuno, visto che la mia esperienza nasce dall'aver fatto un sacco di km, corro +/- da 8 anni ma non ho avuto mai grandi risultati, quindi mi devo accontentare di quello che sono, ma da domenica ho apprezzato anche l'andar piano, e forse è meglio così, quindi caro Trailmaker non ti abbattere, chi se ne frega se sei lento o veloce l'importante è esserci :wink: E CORRERE :!:
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PRUDENTIA AUDATIA CELERITAS FORTITUDO
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Post by Giancarla »

cubettoz wrote:Il Colonello diceva sempre..."parti piano...poi rallenta"

Un Orso di Masio dice sempre "Io ho 3 marce : pian, +pian e ferm" (piano + piano e fermo)

Marco Olmo risponde sempre a chi gli chiede consigli:"correre, correre e correre"
E questi due mi piacciono un casino... :lol:
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Post by MOMMA »

Quanto sopra è in perfetta linea col " passo Gobbi", forma di andatura scialpinistica, propria della guida alpina valdaostana ( Gobbi appunto) pioniere di questa disciplina negli anni 60,organizzatore e guida di settimane scialpinistiche quando noi adolescenti cittadini toccati appena dal boom economico,ancora ci arrabattavamo con le "scalette", e da me appresa (e fatta propria) da Lino, uno splendido istruttore del CAI Ligure,a suo tempo discepolo del suddetto, e consistente appunto in passi lenti , composti e meditati, da applicare sui percorsi lunghi quando ti sembra che la cima non debba arrivare mai.
Va di pari passo con la frase ( sempre della medesima provenienza) : abituare lo stomaco alle alzate antelucane.
Purtroppo è arribvato il marito e dobbiamo cenare!
Mi spezzo ma non mi piego.
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Post by trailmaker »

advolans wrote:Sono contento che in questa sezione sbuchi qualche persona nuova :lol: tanto da raccogliere sempre nuove impressioni e idee :!:

Io non posso dare sicuramente consigli a nessuno, visto che la mia esperienza nasce dall'aver fatto un sacco di km, corro +/- da 8 anni ma non ho avuto mai grandi risultati, quindi mi devo accontentare di quello che sono, ma da domenica ho apprezzato anche l'andar piano, e forse è meglio così, quindi caro Trailmaker non ti abbattere, chi se ne frega se sei lento o veloce l'importante è esserci :wink: E CORRERE :!:
Assolutamente va bene cosi' ,mi ritengo gia' fortunato a questo livello, e io sono il primo a non applicare schede e tabelle.
Visto che potrei dire che in tutti gli sport "individuali" che pratico è sempre prevalsa la parte ludica.
Domenica poi, ho visto e vissuto luoghi e sensazioni speciali, che solo chi è affetto dal morbo diagnosticato da Granpasso puo' provare..
dal piacere di scambiare battute con i miei compagni di ventura BlackMagic e Silver ( che devo tirare nel forum) procedendo nella giornata, ai fantastici "quadretti" che ci regalato il percorso...Maggiociondoli compresi.
Proprio la ricerca di prolungare questi piaceri di altri km mi spinge a cercare di capire come fare, ascoltando le impressioni di chi è piu' "malato" di me.
Fatti non foste a viver come bruti...ma per seguir Virtude et Canoscenza..
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.
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Post by Cecco86 »

granpasso wrote:Vai a vedere le tabelle che ho indicato a espansione nel topic utmb2009 :wink:
visto il modello di allenamento......:-) grazie.......vedremo se porterà i suoi frutti........ancora per un paio di settimane correrò a "sensazione"......e poi si vedrà.....
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Fish67
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Post by Fish67 »

Cecco86 wrote:
granpasso wrote:Vai a vedere le tabelle che ho indicato a espansione nel topic utmb2009 :wink:
visto il modello di allenamento......:-) grazie.......vedremo se porterà i suoi frutti........ancora per un paio di settimane correrò a "sensazione"......e poi si vedrà.....
Lo scorso anno ho tolto il gesso il 30aprile dopo 2 mesi dovuti alla frattura del perone. Dopo 15 giorni ho cominciato a camminare , dopo 30 a coricchiare , massimo 40minuti, poi ho allungato le camminate sempre di piu' con obiettivo di tentare il Rensen. A Luglio, Agosto e Settembre ogni 2 settimane andavo sui sentire del Rama ed Argentea con tempi iniziali di 2 ore fino a 6ore a settembre. Poi ho fatto una mezza maratona ed a ottobre ho fatto il 3C da 45km in 7ore finendo con i crampi e distrutto . Poi il Rensen partendo molto tranquillamente e finendo in 13h45' pieno di energia.
Durante la settimana corricchiavo su asfalto , senza mai fare ripetute su salite .
Penso che la testa sia fondamentale, ma tanto fa anche l'andatura . Io mi trovo molto bene a partire piano e poi aumentare leggermente dopo aver passato la meta' del percorso (alla Rigantoca ho fatto il contrario....). Poi il percorso , ad esempio al 3C c'e' molto da correre , al Rensen molto poco.
Poi se hai ambizioni di classifica le cose sono diverse , ma rischi di distruggerti. Domenica ho parlato con Barnes e mi ha detto che non sa se tornera' a correre (problemi a tendini ed anche).

Ritornando al "salto" , io lo affronterei tranquillamente ma con molto allenamento dietro che dia fiducia in se' stessi
Ciao, Fabrizio P.
Cecco86
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Post by Cecco86 »

ambizioni di classifica non direi, sarebbe azzardato pensare al secondo trail di poer ambire a fare classifica, io pensavo di fare circa 80 km a settimana su asfalto per lavorare sul ritmo.....poi fare come facevo in canoa e cioè 3 settimane di carico in cui portare i km a circa 120 senza lavori specifici solo lavori di fartlek con cambi di ritmo su sterrato e salite....per poi scaricare 1 settimana in cui scendere a 80 km per riposare le gambe, dovrei riuscire a fare 2 cicli cosi, non ho ancora viato il calendari ma pensavo di arrivare alle seconda settimana di scarico abbasando i km a 60 prima del rensen, i primi di settembre devo andare a sempeyre per lavoro e quindi pensavo di fare il giro del monviso per testarmi.

Vedremo questa era solo un'idea di massima....poi vedremo tra impegni e tutto se riuscirò......
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