Innanzitutto un saluto a tutti gli utenti del forum.
Volevo anch'io complimentarmi con Tito, che conosco e di cui sento spesso le imprese dal papa'(vero appassionato di questo sport) per lo splendido risultato sportivo.
Vedendo quella bella fotografia e non essendo un arrampicatore, ma "solo" un genitore con un figlio quasi coscritto di Tito, penso con emozione se al posto di Tito ci fosse mio figlio (probabilmente intitolerei la foto: "Orgoglio ed apprensione").
Ho letto gli interventi e penso che, come sempre, in una "pacata e serena" discussione "da bar" (come sono quelle che si svolgono sui forum) si possano toccare argomenti seri, quale puo' essere il rapporto con i figli.
Penso che i genitori che facciano una qualsiasi attivita sportiva a qualsivoglia livello, abbiano a cuore che il proprio figlio faccia sport (che possa essere divertente e formante), e che possa essere utile al giovane nel prosieguo della sua vita (nei momenti magari dove ci si trova a scegliere tra comportamenti piu' o meno "sani").
Se poi questa' attivita' sfoci in attivita agonistiche lo dira' le capacita' del singolo, il supporto della famiglia e le possibilita' di tempo (e denaro...).
La preoccupazioni per le "pressioni ed aspettative" per un bambino di otto anni sono lecite,ma quante volte si fanno scelte per i propri figli che risultano magari per loro vincolanti o che comportano un notevole impegno da parte dei bimbi?
Anche nella danza (per riportarmi ad uno degli esempi in discussione), quanti genitori portano i propri figli a lezione di danza quando sono piccoli?Quanti di loro le fanno solo per fargli fare un attivita ludico/sportiva/formativa e quanti magari nutrono ulteriori aspettative?
Non per questo e' sbagliato fare queste scelte, l'attenzione continua all'atteggiamento dei propri figli verso gli altri bambini, aiuta sicuramente a capire se si sta sbagliando qualche cosa.
Come genitori, si guida le scelte, magari verso attivita' che ci sono piaciute e che meglio conosciamo,ma dobbiamo essere anche pronti ad accettare le scelte diverse, che i figli faranno, crescendo.
Ho un nipote che dall'eta' di 7 anni e' andato a nuoto, e' entrato in una squadra e faceva 4 giorni di allenamento alla settimana piu' gare alla domenica (non so quanto frequenti).
Suo padre lo seguiva e' lo spronava nei momenti di "sconforto" sportivo, ed ho sempre pensato "avercene di papa' cosi". E ora? Ora mio nipote a 26 anni, tutti i brevetti da bagnino e un fisico....da bagnino.
Percui a Tito, di cui papa' e mamma possono essere sicuramente orgogliosi, rinnovo i complimenti per l'impresa e sono convinto che possa continuare ad inseguire serenemente i suoi sogni, perche' l'infanzia serve anche a inseguire i sogni di cui da grande avere un piacevole ricordo.
Scusate per l'intervento prolisso.