...Un piede a SX, un piede a DX... in spaccata... in modo che mi possa trovare su un diedro, altrimenti le "maniglie" che ho davanti alla faccia diventerebbero uno strapiombo sulla mia testa... Sotto i miei piedi ci sono almeno 400 m di vuoto... mi galvanizza, sento le ali sulla mia schiena. Ma un attimo come sono finito quassù?
Meglio non iniziare con "era una notte buia e tempestosa"...
6 giorni fa dovevamo fare la concatenazione "Pilastro di Oscar" + "Via Campia", in due giorni. Io non mi sentivo bene... la cena ha dato il colpo di grazia... ed alla situazione fisica iniziale si è aggiunta quella dei postumi... Siamo partiti... abbiamo fatto il Pilastro. Facile ma non banale, elegante, bellissimo. Poi toccava alla Campia... tutta un'altra cosa... abbiamo rinunciato per colpa mia. Questa cosa proprio non mi andava giù, nei riguardi di Erne... e comunque la vetta del Corno volevo vederla.
Il tempo era bello... la montagna non mi aveva rifiutato. Era solo colpa mia. Ed allora mi son detto... forse l'invito di sua Maestà il Corno è ancora valido? Proviamo... ho proposto ad Erne... e lui ha accettato... Devo porre rimedio... torniamo alla Campia... ma in giornata.
Lunedì pioggia a dirotto... mercoledì non riusciamo a combinare... rimane martedì... la parete sarà fradicia... proviamo lo stesso... asciugherà.. fa caldo.
Partiamo da Celle alle 5,15... Partiamo zaini in spalla dal Gias delle Mosche alle 7,08... Ce la prendiamo calma... facciamo anche due pause. Eppure le gambe girano. Lo zaino è più pesante di 6 giorni fa... ora abbiamo anche martello e chiodi. Eppure non lo sento... 6 giorni fa faticavo con zaino più leggero... ora sono tranquillo... potrei andare molto più forte. Oggi sto bene!
Erne è tranquillo come sempre. Lui è una forza della natura. Pacifico e saldo come le montagne. Saliamo e salutiamo il larice secolare, una volta ancora. Nel vallone all'altezza del Gias del Saut (1847 m) incontriamo branchi di stambecchi. Ci sono anche camosci. Ma li vedremo soprattutto più in alto ed in basso la sera.
Il sole inizia ad illuminare le cime... ecco Fremamorta
In un'oretta e 40' arriviamo al rifugio. Ci presentiamo a Marco, il nuovo gestore. Sono sicuro di averlo già visto (e non solo lì)... non ricordo. Forse ho persino scalato su linee parallele. Non riesco a ricordare dove. Ci avvisa che la via è un colatoio. Ieri ha fatto burrasca... poca ma ben data... risultato... il quarto tiro sarà da paura... se partiamo subito... però possiamo aspettare e scalare con il sole. Picchia di brutto... ed in tal caso asciugherebbe a parte che sulle vaschette...
Ci beviamo un te... mangiamo la torta... aspettiamo... il Corno è lì davanti... aspettiamo... ce la prendiamo con calma. Poi partiamo... ci sono anche due francesi ma si sparano una concatenazione moderna. Un po' più difficile ma protetta bene...
Il gestore ci chiede anche se abbiamo materiale da proteggere... la sosta del traverso è tutt'altro che buona... noi siamo forniti... ed allora "non avrete problemi".
Si parte. Con estrama lentezza... dobbiamo attaccare a mezzogiorno... ma si parte.
Saliamo sino allo zoccolo... viriamo a DX... arriviamo al nevaio che traversiamo con calma. Finalmente il canalino... Saliamo sullo stesso... ci sono 80 m di III che saliamo slegati. Procedo con calma... e peso i passi. Erne mi chiede se non mi sia ritornata la sindrome del Corno. ...rido... no no... sto benissimo... sono solo attento.
Traversiamo e ci spariamo l'ultimo canalino che è divertente anche come scalata... ed alla fine siamo sulla cengia di 2/3 di parete...
Un nuovo sguardo alla catena... fantastica... qualche cosa abbiamo fatto... dobbiamo salire anche il resto!
Si parla... si beve... si attende... Siamo di nuovo qui.
...poi finalmente si attacca... Abbiamo ritardato un'ora e mezza tra tutto. La parete è ancora all'ombra... saliremo con calma... speriamo che vada al sole per tempo. Il diedro è un'evidente colata unica... parte Erne... a lui toccherà il tiro in traverso... quello delicato. A me il diedro bagnato. Se non riuscirò afarlo in libera lo farò in artificiale.... vedremo quanto cola.
Erne sale alcune rocce rotte. Sono sul 4 con qualche passo di 4+. dovrebbero esserci dei chiodi ma non c'è nulla... piazza due friends alla veloce a 10-15 m uno dall'altro e sale... poi la via si raddrizza. Diventa sul 5 per pochi, bei e tecnici, metri... ci sono due chiodi... sale senza problemi, elegante come semrpe ed arriva in sosta. La controlla, la ribatte, funziona...
"Molla tutto", "libera" ..."vieni"... tocca a me.. salgo... lo raggiungo... La prima sosta è molto comoda. La parete incombe sulla nostra testa... verticalissima e con qualche strapiombo... Tocca a me.
Il primo passo è decisamente tecnico... sul 5+. Si tratta solo di 2 metri e poi c'è una placca non protetta... non so nemmeno se sia proteggibile... salgo, rinvio in un chiodo... salgo ancora e piazzo un friend... così so che se volo sulla placca non avremo problemi... anche perché non ho idea di quando potrò piazzare la prossima protezione... qui è tutto compattisssssimo.
Mi ribalto sulla placca... salgo ancora, poi la via ha un altro colpo di reni... traverso a SX... e rimango nel dubbio... come ha scritto Gogna nel suo ultimo libro, il fatto di allenarsi molto crea problemi nelle linee classiche... tanto per cominciare sembra tutto "facile" e poi la mentalità porta su cose che prima erano evitate... Sulla mia testa c'è una placca troppo bella per essere vera... a SX ce n'è un'altra più facile di pochissimo... non ci vedo molta differenza... so che devo traversare ma l'ho già fatto? Dovrò salire dritto o continuare a traversare ancora?
Salgo... piazzo un chiodo... qui ringrazio i consigli di erne e gli esercizi di Mauro... prima adoravo gli strapiombi e detestavo le placche... ora sulle placche, anche se verticali ci sto quanto voglio...e dato che l'ultimo chiodo è non so quanti metri più indietro... non è male sta cosa... rimango lucido... fermo... chiodo... rinvio... balzo sulla placca... a quel punto capisco che ho sbagliato...
il chiodo va bene ugualmente... anzi mi proteggerà meglio il traverso. ridiscendo... traverso... trovo un chiodo..., vedo la sosta... salgo il muro finale leggermente appoggiato...
Ecco lo Zoom di Erne
La sosta inizialmente mi sembra da paura... non sfioro i cordoni... ne metto uno io... i chiodi sono buoni ma uno è vecchio, uno è buono ma su un masso che suona più o meno cosi "toooom" ...più che tenere lui me devo tenere io lui... il terzo è buono. Quindi un "si" e due "forse"... ok... c'è una fessura in alto... con un friend potrei assicurare la sosta ma dato che ho i chiodi ne piazzo altri due... quindi ora ne ho tre buoni (uno a V ed un knifeblade) ...e mi appendo alla sosta...
Questa via è un ibrido... ha difficoltà che di norma sono da moderna... ma ha i criteri di una classica... è un piccolo capolavoro... parlando sembra che tutti la conoscano ma non molti la ripetono... in effetti uno che fa la Campia deve masticare bene almeno un 6a/6b a spit in montagna... e quindi è anche in grado di fare la Lupetti o Barone Rampante... I modernissimi perciò la evitano... di norma. Non dico questo per parlare di etica od altro... ma semplicemente perchè questa è la risposta ad una domanda...
Cosa ci fanno le stelle alpine qui? Questa è una tra le soste più temute del Corno... si vede che non ci passa mlta gente... ci sono due mazzi di stelle alpine! (Senza contare la quantità abnorme di genepy in via...)
Bah riguardo i chiodi... vanno bene... Tutta l'accortezza è perchè la sosta è nel vuoto ed il prossimo tiro è il traverso delicato. "Molla tutto", "libera" ..."vieni"... Tocca ad Erne.
Sale senza problemi. Elegante, leggero, sempre in libera ovviamente. Arriva alla sosta... e sta in equilibrio su una placca liscia... per non caricare il tutto... fa una di quelle cose che solo lui riesce a fare... stacca anche le mani...
Poi riparte... c'è un piccolo masso sulla nostra testa... ideale fessura per un frend piccolo... maappena sopra c'è un chiodo. Sulla nostra testa continua la variante. Molto accattivante... è il tipo di scalata che mi è congeniale... ma noi faremo la classica... siamo qui per questo. Capiremo anche meglio il personaggio, uomo ed alpinista "Matteo Campia" ...che si è recentemente addormentato.
Inizia a traversare a DX... sono comparsi almeno atri due chiodi da quando l'aveva fatta lui... Ci sono 4-5 m di 5+... direi probabile 5c, davvero delicati... dopodiché si va. C'è una sorta di placca inclinata a DX con una piccola fessura ed una micro vaschetta sulla testa... si prende quella mano in fessura e si balza molto delicatamente sulla placchetta... si parla di 50 cm... i piedi sul bordo... poi si va a DX... e si continua delicatissimi sino ad uscire in spaccata... ma oramai li è 4 e per altri 10 metri è sempre 4 sino in sosta... i chiodi si allungano ma non è più un problema... Sto tiro è iper protetto rispetto al resto... ma diciamo che quando ci sei non ti da certo fastidio...
Arriva in sosta... mi richiama... tolgo tutto e vengo anche io... il traverso lo faccio... non ho problemi ma devo ragionare perchè lo zaino mi tira in fuori di brutto è c'è almeno un passo senza le mani. Noi ci alterniamo con uno zaino solo. lo tiene sempre il secondo. Peccato che la macchina fotografica ce l'abbia io... erne mi dice che da sopra si vede un'esposizione totale... sia del traverso sia della sosta... io mentre ci scalo non me ne accorgo.
Arrivo in sosta e tocca a me... siamo al diedro... è bagnato... ma quanto? Il sole non è ancora arrivato nel punto peggiore ma illumina il resto che spero sia asciutto... Erne mi chiede se guardo perchè non me la sento... E' sempre gentilissimo... ma è ovvio che me la sento... non vedo l'ora... ho una battaglia e devo affrontarla... sono nuovamente galvanizzato... solo che voglio ragionare prima di partire... ok...
Rinvio in un chiodo e salgo il primo muretto... sono sul 5+... è verticalissimo, lavorato e stupendo...
non vedo chiodi ma c'è una fessura... quindi salirò una decina di metrie se non c'è nulla metterò un friend in quella... le vaschette sono ricolme d'acqua... il resto è asciutto... il problema è che le mani le asciughi ma i piedi ...no...
Salgo... trovo due chiodi... sembrano buoni... già che ci sono butto un cordino in uno e rinvio nell'altro ed anche nel cordino... se volo uno dei due terrà... Sulla testa ho uno strapiombo ed a SX una cengia... è ovvio che la via vada lì... salgo sullo strapiombo... è il mio forte... lolotte (e non compasso!) e sono sulla cengia... e ci trovo un chiodo... perfetto!
La via continua con una placca lavoratissima.. è stupenda... salgo... altro strapiombetto... metto un nut... salgo un metro e trovo un chiodo ottimale... rinvio e mi riprendo il nut... continuo a salire... ultimo strapiombo... piazzo un chiodo a V, salgo in spaccata... sono sulla vena di quarzo... dovrebbe esserci la sosta... ma la sosta non c'è... salgo ancora...
Un piede a SX, un piede a DX... in spaccata... in modo che mi possa trovare su un diedro, altrimenti le "maniglie" che ho davanti alla faccia diventerebbero uno strapiombo sulla mia testa... Sotto i miei piedi ci sono almeno 400 m di vuoto... mi galvanizza, sento le ali sulla mia schiena.
Il chiodo è sotto, sotto... ma l'ho messo io... è sicuro. Ora non posso cadere. Penso alla Voie Lactée di Berhault... penso al Corno... sono in un luogo fantastico... la via piegherà a SX... è ovvio che non posso seguire la placca a SX su cui brilla anche uno spit quindi devo andare a DX... Metto un friend per nopn far incastrare la corda... e 5 m dopo trovo la sosta.
La rinforzo... chiamo Erne...
Sale anche lui... tranquillo come sempre... mentre sale parliamo... scherziamo. Arriva in sosta...
Tocca a lui... Sale un diedro fessurato facile, sul 4+ che si butta in un altro... gli chiedo di piazzare qualche cosa anche se è facile... mette due cordini poi prende la rampa di SX e sale per venti o trenta metri... ed arriva alla sosta finale di calata... questa ha la catena... poi mi richiama e lo raggiungo...
Dietro le nostre spalle ci sono nuvoloni... sulla nostra testa l'azzurro... propongo ad Erne di lasciare una fissa... non so come sia il sentiero... ha comunque delle cplacche bagnate... molto bagnate. mettiamo la fissa la lasciamo per il ritorno... (i francesi ringrazieranno!)
Arriviamo sul plateau sommitale.
...fantastico... Sono iper contento... erne dice che comunque la punta del Corno è là... dobbiamo salire fino in cima... 3050 m... ok... molliamo tutto a parte l'imbrago e partiamo...
Il panorama è assoluto... il monte Matto
Erne verso la vetta
Il gruppo dell'asta Sottana e Soprana. A DX la Mondini. ho risalito i 700 m dello sperone Sud, 5-6 anni fa, e sono sceso dal canale ghiacciato ...fu una bella avventura.
Dalla cima Erne guarda il Lourusa...
Poi anche io...
Gli chiedo però di scendere subito... non ci sono "pesci", non c'è aria calda che sale... anzi sale la fredda... ma siamo sudati... quella che sentiamo come fredda potrebbe esser calda... e quella che monta di brutto e vicino potrebbe non esser nuvolaglia... insomma penso che il tempo regga ma non ne ho la certezza... quindi scendiamo...
Filiamo via veloci alle doppie... ce ne spariamo tre una dietro l'altra e poi altre due nel canale. Le attrezza quasi tutte Erne.siamo armonici e veloci... sono contento... Alla cengia recuperiamo l'altro zaino, ci dividiamo il materiale... in un'oretta dalla vetta siamo al primo nevaio sotto lo zoccolo.
A quel punto via al rifugio... per meritata birra... e se prendiamo acqua scendendo avremo i ky. Incontriamo i francesi... parliamo con il gestore... uno spettacolo... scherziamo e ridiamo con i boccali in mano... poi un ultmo saluto al Corno...
Ecco il percorso...
E via... Altri 900 metri e sarem alla macchina. E' un tragitto fantastico, al fresco... parlottando... ci sono molti camosci. Un profumo inebriante...
Ci renederemo conto del nostro piccolo sogno solo il giorno dopo...

Alexander - "Non ditemi che non lo posso fare" (Lost).