E' impressionante notare come le idee più "strampalate", di norma partorite alla fine di escursioni piuttosto lunghe e faticose,
difficilmente poi vengano dimenticate o accantonate; quella della salita alla Cima Longoira per la cresta sud rientra a pieno titolo nella tipologia e pertanto non abbiamo potuto fare a meno di metterla in pratica.
Le possibilita' di salita, dopo varie ricerche anche in internet, si sono ridotte a due:
- da Castellar: salita in quota con il GR 52 e poi un bel taglio, "a naso" fuori sentiero, in direzione del Passo della Valletta.
- da La Mortola Sup. seguendo il sentiero di raccordo al GR52 e successiva deviazione per il medesimo colle.
Sabato 20 raggiungiamo La Mortola Sup. e seguiamo il sentiero per il Grammondo sino al cartello indicatore a monte del
Passo Sette Cammini.
Prendiamo il sentierino di sinistra che, in piano, si sposta in direzione nord e poi incomincia a scendere sino ad incro-
ciare il rio al fondo della valletta (cancello e vasca di un vecchio coltivo). Superato il rio risaliamo con stretti tornanti il versante in direzione del Passo. Qualche rado segno,quasi sempre piazzato in posti dove il sentiero e' univoco e mai dove servirebbe,


Essendo la zona del Grammondo frutto di un corrugamento dell'era "quaternaria" possiamo ragionevolmente ritenere che il segnavia sia opera di un ominide (omo semi-sapiens oppure omo semi-deficiens

Arrivati nelle vicinanze di un rudere di casa agricola il vago sentiero diventa talmente vago da scomparire totalmente.
Dividendoci nella ricerca in tre direzioni diverse rintracciamo un altro cartello indicatore, praticamente sepolto totalmente da
un roveto, che indica il Passo della Valletta. Purtroppo il sentiero c'era una volta ed ora e' completamente invaso da rovi.
Gianfranco, indomito, prova a sfondare ma inutilmente. Io e Pierpaolo cerchiamo un aggiramento e dopo un po' rinveniamo una traccia dove i rovi sono meno fitti (però ci sono!!) e con difficoltà arriviamo ad un ghiaione. Incappiamo nei resti dell'ultimo escursionista che si e' avventurato in questi posti (visto il "sovraffronte",mentre lui cercava il sentiero probabilmemte la moglie era impegnata in altre avventure !!!

Se avessi il Gps la traccia dei successivi 100 m. di dislivello apparirebbe più come il tracciato di un elettrocardiogramma che di un sentiero "segnalato", tanti sono stati gli spostamenti fatti per ritrovare la via che appariva e scompariva tra rovi, piante di rosmarino, nasche, lentisco, cisto ed arbusti dei piu' svariati tipi, anche non tipici della macchia mediterranea.
Piuttosto provati arriviamo in vista del colle e notiamo il primo cacciatore di cinghiale appostato proprio in cresta,
sulla linea di confine tra Italia e Francia.
Per non disturbarlo ci inerpichiamo subito sulle pendici a destra e, superata una collinetta, scendiamo al passetto successivo
dove il secondo cacciatore, gentile, ci indica il percorso piu' agevole per raggiungerlo. E' italiano e ci segnala la presenza
sulla cresta di altri due cacciatori. Lo ringraziamo e proseguiamo.
L'accoglienza del secondo cacciatore (francese) non e' proprio il massimo: improperi di vario genere, intercalati da "m.e.r.de!" ogni tre parole. Non riteniemo il caso di metterci a discutere con un "testa di c..zo" con un fucile in mano, che oltretutto si trova più in basso rispetto alla cresta e pertanto in territorio italiano (dove non dovrebbe essere facendo parte di una squadra di Castellar).
Comunque continuiamo e tenendoci per precauzione un poco più bassi rispetto alla cresta, superato il terzo cacciatore,
iniziamo i faticosi ghiaioni di sfasciumi di varia pezzatura, intercalati da canaloni che ci obbligano alla ricerca della via con
salite e ridiscese continue.
Con fatica arriviamo quindi ad un salto della cresta (4 metri), fortunatamente con molti appigli, che discendiamo senza grossi problemi.
Ancora 100 m di dislivello e siamo, finalmente, in cima.
Dislivello totale della gita (se così vogliamo chiamarla) 935 m. - Tempo di salita 3h 50m
Tempo bello, temperatura mite (in cima si sta tranquillamente in camicia).
Ci guardiamo bene dal ritornare dalla stessa via (masochisti si, ma c'è un limite a tutto). Dopo una robusta colazione, per cresta, ci dirigiamo al Passo Corna' dove incrociamo il sentiero di salita al Grammondo. Dopo meno di due ore siamo di nuovo alla macchina.
Su mani e gambe portiamo i segni della nostra epica lotta con l'Alpe !!!!

PS: non possiamo esimerci dal ringraziare e fare gli auguri di Buone Feste al Cai di Ventimiglia ed alla Comunità Montana
Intemelia per la fattiva collaborazione nel soddisfacimento dei nostri istinti masochistici. GRAZIE DI CUORE !!
>> AUGURI DI BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO A TUTTI <<
Allego le foto dell'escursione:
Mentone e Montecarlo

Tutta da cresta percorsa, a sinistra il Passo della Valletta e la cima a destra



Escursionista o tracciatore di sentieri?





Finalmente in cima !!
