Per ringrescare un poco il topic

!!!
GRAVEGLIA – PIAN DI FIENO – CASSAGNA – STATALE – BASSO DEL BOCCO DI BARGONE – S.VITTORIA DI LIBIOLA – SESTRI LEVANTE - LAVAGNA - GRAVEGLIA
Ciao a tutti,
previsioni: sabato discreto, domenica brutto (fraddo in arrivo).
Sabato mattina mi alzo già con l’idea della MTB. Lungo il trasferimento il termometro dell’auto segna: -1 a Molassana, -4 alle Ferriere e -3.5 a Graveglia, dove lascio l’auto di fronte al ristorante Settembrin.
Mi preparo coprendomi bene e parto. Risalgo la Val Graveglia senza riuscire a scaldarmi.
Le mani nonostante i guanti pesanti sono sempre congelate, lo sapevo era meglio che mi fossi messo anche i pantalonI quelli super pesanti.
Penso che questo sarà un giro “patimento” dove soffrirò parecchio il freddo.
Il sole comincia ad alzarsi nel cielo ed illumina a tratti anche il fondo della valle. Supero Conscenti, Frisolino ed a Pian di Fieno devio a DX in salita.
Finalmente un poco di fatica, che mi aiuta a scaldarmi. Raggiungo Nascio dove la vista sul brullo versante sud del Monte Zatta appena spruzzato dalla neve mi invita ad una sosta per qualche foto.Riesco anche a distinguere la zona della famosa Miniera di Gambatesa.
Scendo poi verso la piccola gola del Rio Novelli che presenta un paio di belle forre. Mi soffermo ad osservare l’antico ponte, da dove la mulattiera (non ciclabile) raggiungerebbe direttamente Cassagna, ma decido di proseguire su asfalto.
Ormai mi sono scaldato abbastanza ed il morale è più alto, il sole che illumina i grigi tetti di ardesia di Cassagna mi mette allegria.
Supero cassagna e procedo lungo la sterrata per Statale ed alla prima curva due rapaci (forse bianconi) si levano in volo da un’albero appena avanti a me.
Che spettacolo vederli volteggraie in cerchio per guadagnare quota. Prima che siano troppo alti riseco appena a prendere la macchia fotografica e fare un paio di foto.
Procedo in falsopiano sulla bella sterrata nel bosco. In breve supero il Rio Statale e raggiungo l’omonimo paese. Procedo per un breve tratto sulla asfaltata e poi, poco dopo il cimitero, abbandono la rotabile per deviare su di una stradina in forte salita che inizialmente è malamente asfaltata e poi diventa sterrata.
Mi addentro nel bosco ora in piano fino a guadare un rio e poi procedo in salita con fondo sempre ottimo.
Per un breve tempo mi trovo nella magia del bosco, qualche solco pieno d’acqua appena ghiacciata scricchiola al passaggio della ruota, ma un’ape posteggiata al bordo della strada ed il rumore di una motosega poco sopra mi riportano alla realtà della civiltà.
La salita si fa più impegnativa e qualche tratto con fondo sconnesso mi obbligano a concentrarmi sulla pedalata. Oltrepasso la fonte S.Rita e poi, dopo una sella mi si presenta un tratto di salita molto dura.
Riesco a resistere in sella senza fermarmi, raggiungo un breve tratto in piano dove una cascina ed una fonte mi invitano ad una breve sosta per riprendere fiato.
Procedo poi affrontando una parte in forte salita molto dissestata che mi obbliga a diversi tratti a piedi. Finalmente il fondo migliora come pure la pendenza e riesco a raggiungere il colle Arena in modo dignitoso (cioè in sella e pedalando).
Il panorama è stupendo, raggiungo il Passo del Bocco di Bargone sulla bella sterrata, dove mi fermo per ammirare il magnifico panorama sull’alta Val di Vara con i sui piccoli paesi di Disconesi e Maissana e sulla Val Petronio con Bargone, l’antico paese di minatori.
Più in là l’Appennino Tosco Emiliano e poi le Apuane tutte imbiancate di neve.
Alle mie spalle troneggia l’imponente mole del Monte Porcile con le evidenti discariche delle miniere abbandonate e con le tanto brutte antenne radio.
Nonostante il bel sole, il forte vento mi raffredda rapidamente così decido di proseguire senza indugiare ancora.
Sulla bella sterrata supero il lago preistorico di Bargone che è tutto ghiacciato, e risalgo lentamente il versante ovest del Monte Roccagrande, dove inizio la lunga e bella discesa nell’alta valle del Torrente Gromolo.
Mi porto nel versante nord ovest del Monte Tregin i cui dirupi dominano tutta la discesa. Tra un secco tornante e l’altro mi appare una bella visuale su Sestri Levante e rapidamente perdo quota su di una bella sterrata anche se in forte pendenza.
Oltrepasso la Casa Gromolo e la strada diminuisce la pendenza rapidamente fino a diventare pianeggiante. Raggiungo una sella, da dove Sestri Levante mi appare sempre più vicina ed affronto l’ultimo tratto di sterrato lambendo delle vecchie cave abbandonate.
Mi immetto sulla provinciale che in breve mi porta a S.Vittoria di Libiola e quindi a Sestri Levante. Da qui fino all’auto un tratto un poco noioso su asfalto.
Ormai sono stanco e il ritorno su asfalto mi sembra infinito, fortunatamente mi attacco a “succhiare la ruota” ad un paio di “vecchietti” con la bici da corsa che appena mi notano cercano di staccarmi.
Resisto ben poco e poi sono solo, magra figura!!!
Oltrepasso la galleria e la strada in falsopiano mi sembra infinita. Raggiungo Cavi di Lavagna e poi Lavagna dove devio per Cogorno e finalmente raggiungo l’auto.
Per gli amanti dei numeri:
Distanza 52 km circa
Dislivello 1300 m circa
Tempo totale (con i miei ritmi tra una sosta e l’altra): 5 ore
Ecco qualche foto.
PANORAMA SULLO ZATTA SALENDO A NASCIO
IL VERSANTE DOVE SI APRE LA MINIERA DI GAMBATESA
NASCIO
L’ANTICO PONTE SUL RIO NOVELLI
SEMBRERA’ STRANO MA A VOLTE CAPITA DI VEDERE ANCHE DELLA FAUNA LOCALE
TETTI DI ARDESIA A CASSAGNA
IL PICCOLO PAESE DI STATALE
LA SORGENTE DELLA FONTE SANTA RITA
SALENDO VERSO IL PASSO DEL BOCCO DI BARGONE
L’IMPONENTE MOLE DEL MONTE PORCILE
IL PICCOLO PAESINO DI DISCONESI
MAISSANA ED IN BASSO A SX LE CROCETTE
AL PASSO DEL BOCCO DI BARGONE
LA ROCCIOSA CIMA DEL MONTE TREGIN
IL LAGO DI BARGONE
PANORAMA SU SESTRI LEVANTE
LA CARTINA DEL PERCORSO
E QUI IL LINK ALLA CARTA IN ALTA DEFINIZIONE
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Giorgio