Eccomi di ritorno... Con un grande bagaglio di emozioni ancora da riordinare.
200° in 18:59, anche se in realtà la pioggia ha fatto saltare il cronometraggio cinque minuti prima del mio arrivo, il mio orologio diceva 19:05
Esperienza fantastica, onestamente non ho avuto grossi problemi o crisi, ho tenuto il mio passo e sono contentissimo, solo in discesa il mio ginocchio malandato mi ha fatto un po' patire (specie dopo quella infinita dal Col Ferret a La Fouly), ma forse meglio così, ho gestito ed alla fine ero davvero ancora fresco. Tutto bene, materiale scelto, alimentazione, testa, l'ho vissuta davvero come un bellissimo viaggio con i compagni con cui si condivideva qualche tratto insieme, grande spirito tra corridori, volontari eccezionali e un supporto commovente (anche via sms

)... Fino al mattino dove a Chamonix alle quattro sotto il diluvio c'era gente che continuava ad applaudire e chiamarti per nome. A solo pensarci, al piacere di vedere la Fidanzata e gli amici che mi aspettavano e tutta la gente che gridava "Allez allez, superbe" ad un asino qualsiasi come me, la lacrimuccia viene ancora adesso.
Sulle condizioni... Dure, davvero dure. Da Champex in poi c'è solo stata pioggia a tratti veramente forte e nebbia a Catogne e soprattutto sulla Tete aux Vent.
Onestamente posso capire che la corsa sia stata fermata, so che fa arrabbiare doversi fermare a 20 km dall'arrivo ma posso garantire che l'ultima salita era già oltre il limite quando siamo passati noi, i cento dietro di me non oso immaginare cosa hanno trovato, c'erano delle colate che sembravano cascate sul sentiero, e anche nel traversone che portava a La Flegere la nebbia era devastante. Fortunatamente il balisaggio era perfetto.
Abbiamo personalmente soccorso un tizio che vagava in stato di incoscienza con la coperta termica addosso continuando a dire "Je ne m'arrete pas, je ne m'arrete pas...", che mi ha fatto pensare che a volte a seguire i nostri sogni è un attimo finire in un tunnel di ignoranza.
A La Flegere tra volontari e trailer mezzi assiderati la parola Mercantour ricorreva spesso...
Al mattino a Courmayeur mi chiedevo se tutti quelli che partivano con microzaini e guscini tipo Camp erano davvero così veloci da non temere la notte o ero io paranoico ed inesperto a camallarmi troppa roba. La risposta è arivata da sola.
Sulla gestione delle partenze fermi rinvii e riprese, non so che dire. Forse qualche indecisione di troppo, ma è davvero una macchina mastodontica e credo abbiano fatto davvero il massimo.
Un saluto ed un abbraccio a tutti quelli incontrati tra giovedì e sabato, ed un BRAVO davvero a tutti, finishers, fermati e ritirati, ci vuole coraggio anche solo a buttarsi in una cosa così.
Ma lasciatemi fare un grande grande applauso a Sergio: sei stato eccezionale, e la tua modestia non fa che aumentare la mia ammirazione.