Etica trail
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Etica trail
Colgo il suggerimento di Granpasso e provo ad aprire un topic in cui continuare la discussione che sul topic "Preparazione invernale 07/08 (endurance)" ci ha portati un po' lontani dall'argomento principale. Se il titolo di questo topic vi sembra poco trasparente cambiatelo pure, non mi offendo di sicuro.
Fai bene a mettere in guardia dagli estremismi, non bisogna dimenticare che se facciamo un trail è prima di tutto perché ci piace andare in montagna, però non sono d'accordo sull'invito all'improvvisazione, anche se mi sembra di capire che in pratica non corri i trail in maniera tanto improvvisata.giulio wrote:Ciao a tutti.
Entro poco nel forum, ho però imparato ad apprezzarvi e a conoscervi dai vostri scritti, anche se non di persona.
Mi permetto una piccola provocazione, sulla scia di quanto scritto da Alessandra, che mi trova abbastanza d'accordo:
Non è che ci stiamo prendendo un po' troppo sul serio?
Mi spiego: per me, come per molti altri, l'ultratrail è quasi per nulla uno sport, quanto piuttosto un modo "organizzato" e "sicuro" per godermi la montagna e finalizzare quel po' di allenamento che si fa nel corso dell'anno correndo come un criceto (espressione che ho rubato da un altro forum e che trovo calzante) sui circuiti cittadini.
Il professionismo è ovviamente lontanissimo dai miei pensieri, ma così anche l'agonismo, inteso come ricerca del risultato fine a se stesso. Le metodologie di allenamento più fini, l'alimentazione calibrata, le tecnologie hanno poco senso in una corsa di più di 24 ore che si può interrompere in qualunque momento per una storta o perché semplicemente ne avevi voglia.
In tal senso ad esempio trovo fastidiosissima la retorica espressa dai vari "colonnelli" del tipo "in un trail non ci si ritira mai, piuttosto si cammina o si striscia" o certi atteggiamenti al limite dell'apologia di reato, un culto machistico della resistenza fisica di cui in questo forum non ho trovato fortunatamente traccia, ma che se giri in internet alla ricerca di spunti di discussione (o prevalentemente di cazzeggio) finisci invariabilmente per trovare.
Un trail è, per me, una corsa/camminata in montagna, in ambiente il più possibile incontaminato, lontano dall'asfalto, a cui accedi per ritrovarti con persone che la pensano come te, con qualcuno che ti certifica il risultato, ti da da mangiare e bere lungo il percorso (perferibilmente bene) e ti riporta a casa se sei troppo stanco o anche solo ti sei stufato.
Quando dicevo che a mio parere il certificato medico sportivo era inutile non pensavo che fosse insufficiente, ma che fosse decisamente troppo per il tipo di passeggiata che si intende fare, che mette a rischio tendini, muscoli, cartilagini ma non il cuore.
Personalmente non condivido neanche il concetto di arrivarci per gradi: un trail come il Cromagnon va improvvisato (se lo fai per finirlo), perchè se fai delle corse da 20-30 Km prima, la filosofia, il ritmo e il tipo di prestazione è del tutto diverso.
Poi ovviamente c'è spazio anche per chi cerca il risultato (e ci mancherebbe), e godono del mio massimo rispetto i campioni da voi citati, o quelli di voi che si dedicano con passione alla preparazione, però rivendico il diritto di partecipazione anche a chi come me la prende con superficialità, con allenamenti alla Pellerina, frontale comprata dai cinesi e braqhini corti.
Tra l'altro, i membri della mia categoria non credo che si espongano a particolari rischi (tranne di incidenti legati all'insufficiente conoscenza della montagna, ma di nuovo, almeno in un trail non sei da solo). Non sono loro che girano con l'aspetto zombificato ed espongono a rischi il prossimo. Io semplicemente la volta che non ce la farò più mi fermo e mi riprendo, e se proprio non va meglio mi ritiro, riprendo il treno faccio una bella doccia e mi rimetto a guardare la televisione.
Mi sono permesso una piccola provocazione, dal basso di una esperienza molto limitata però tutto sommato positiva, spero che nessuno si arrabbi. Come ho già detto ho imparato da lontano a conoscervi e ad apprezzare il vostro spirito, solo che volevo esprimere un idea un po' alternativa a quel mostro di tecnica atletica e preparazione professionale che è Alexander (ci metterei una strizzata d'occhio ma a me sti robi gialli fanno impressione).
Giulio
Premesso che è normale e anche bello che un principiante in qualsiasi campo possa essere, almeno inizialmente, un improvvisatore e che è sacrosanto che in una gara come il Cro ci sia spazio per Olmo che la corre in una decina di ore, per me che mi alleno 5-6 volte alla settimana e spero di terminare in 17 ore (cioè prima di dover correre con la lampada frontale) e per chi aspira ad arrivare a Montecarlo in 29 ore e 59 minuti, penso che tutti debbano essere preparati ad alcune cose. Camminare per 100 km di seguito forse non stressa eccessivamente il cuore, come hai scritto, ma può sfasciare le articolazioni se non si è adeguatamente preparati.
Inoltre non scordiamo i rischi di disidratazione e ipotermia, che esistono anche se ci sono i rifornimenti. Al Cro 2007 c'è chi si è sentito molto male e soccorrerla in quelle condizioni non è stato agevole. All'Utmb c'è chi si ritira con la flebo al braccio: è una cosa prevista dall'organizzazione, ma chi parte dovrebbe fare il possibile per evitarlo! Sempre all'Utmb "prima che esistesse", quando lo si correva a staffetta, se non sbaglio c'è stata una persona che ci ha rimesso la vita per assideramento (forse mi sbaglio, ma sicuramente albertom potrebbe dire qualcosa di più preciso). Pur con tutti i rifornimenti e i compagni di avventura, la notte al Col du Bonhomme può essere molto dura se la temperatura è intorno allo zero e magari nevischia o nevica (nell'ultimo fine settimana di agosto è possibilissimo) e se si è molto affaticati una calzamaglia da corsa, una felpa e un Paclite scaldano ben poco e i compagni di corsa non possono prestare certo i loro indumenti se già ne hanno pochi e si stanno difendendo dal freddo.
Ciao, buona idea.
Incredibilmente questo topic lo posso aprire anche dalla rete aziendale, mentre su "Endurance" si attivano i filtri.
Qualcuno può mica trasportare gli ultimi messaggi che mi sono perso (se ce ne sono?).
Quando parlavo di "improvvisare" un trail come il Cromagnon, non intendevo non prepararlo, ma semplicemente che non è utile arrivarci per gradi perché è qualcosa di molto diverso dalle corse più brevi dove appunto si corre, mentre per finirlo nei limiti è sufficiente un buon ritmo di camminata.
Sullo stress articolare sono assolutamente d'accordo, ma la mia impressione in questo senso è che, soprattutto per chi non è un fuscello, come me, la strategia più vantaggiosa sia di non andare troppo forte, soprattutto in discesa, usare molto i bastoncini e (ma questo è discutibile), non correre troppi trail e soprattutto non farsi troppa violenza in allenamento.
In merito ai rischi di disidratazione e di iponatremia (cioè l'eccessiva diluizione del sangue, che è in realtà la causa di mortalità e morbidità più importante nelle gare di lunga durata), più la prendi calma, più ti fermi a bere e mangiare salato ai ristori e meno rischi.
E' vero che il freddo può colpire ed essere pericoloso, ma penso che ciò valga soprattutto per chi parte dal ristoro in condizioni non ottimali (non so dirti niente di quello che è capitato alla Cro 2007 perché ero un po' più avanti della ragazza che ha patito l'ipotermia) e di nuovo penso che questo genere di rischio sia amplificato da una certa retorica "marcia o muori".
Ciao
Giulio
Incredibilmente questo topic lo posso aprire anche dalla rete aziendale, mentre su "Endurance" si attivano i filtri.
Qualcuno può mica trasportare gli ultimi messaggi che mi sono perso (se ce ne sono?).
Quando parlavo di "improvvisare" un trail come il Cromagnon, non intendevo non prepararlo, ma semplicemente che non è utile arrivarci per gradi perché è qualcosa di molto diverso dalle corse più brevi dove appunto si corre, mentre per finirlo nei limiti è sufficiente un buon ritmo di camminata.
Sullo stress articolare sono assolutamente d'accordo, ma la mia impressione in questo senso è che, soprattutto per chi non è un fuscello, come me, la strategia più vantaggiosa sia di non andare troppo forte, soprattutto in discesa, usare molto i bastoncini e (ma questo è discutibile), non correre troppi trail e soprattutto non farsi troppa violenza in allenamento.
In merito ai rischi di disidratazione e di iponatremia (cioè l'eccessiva diluizione del sangue, che è in realtà la causa di mortalità e morbidità più importante nelle gare di lunga durata), più la prendi calma, più ti fermi a bere e mangiare salato ai ristori e meno rischi.
E' vero che il freddo può colpire ed essere pericoloso, ma penso che ciò valga soprattutto per chi parte dal ristoro in condizioni non ottimali (non so dirti niente di quello che è capitato alla Cro 2007 perché ero un po' più avanti della ragazza che ha patito l'ipotermia) e di nuovo penso che questo genere di rischio sia amplificato da una certa retorica "marcia o muori".
Ciao
Giulio
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- Matricola
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- Joined: Thu Feb 21, 2008 16:42
- Location: courmayeur
credo di aver sollevato un argomento fonte di polemica e mi dispiace.
per partecipare ad un trail è necessaria un'adeguata preparazione, non c'è dubbio. non ci si può improvvisare corridori e come alcuni hanno fatto notare, può essere pericoloso non solo per se stessi, ma anche per gli eventuali soccorritori. come organizzatrice del GRAN TRAIL VALDIGNE e dell'UTMB e CCC mi auspico che tutti siano sufficientemente preparati a corse di lunga durata e che siano attrezzati in modo adeguato.
il mio intervento era invece nato come riflessione sulla questione allenamenti. forse non sono stata capace di esprimere il mio pensiero in modo comprensibile e mi dispiace.
per meglio spiegarmi vi porto la mia personale esperienza:
ho terminato la CCC (prima corsa fatta in vita mia) con gran calma e sicuramente al di sotto delle mie possibilità in 23 ore. questo per me è sufficiente. quest'anno parteciperò ancora e non punto a un risultato migliore. sono fatta così. per prepararmi alla corsa mi sono allenata, ma senza stare a guardare tempi, ripetute, salite e discese o quant'altro. forse sono privilegiata perchè abitando a courmayeur ogni volta che esco di casa sono costretta a correre in montagna con relativi dislivelli..
ho passato due mesi di totale inattività durante la primavera 2007 (maggio e giugno) per un incidente che mi ha messo fuori uso un piede. ho ripreso ad andare a camminare a luglio con grandi difficoltà per il poco tempo (il 13 c'era la prima del Valdigne e finita quella c'era l'UTMB da preparare) e sostanzialmente andavo via solo una volta alla settimana cercando di stare fuori almeno 5 ore. tutto qui.
la mia domanda è questa: sono necessarie tabelle per fare corse di questo genere o è solo una questione di resistenza?
molte volte vedo corridori che si allenano costantemente e con metodo che non riescono a finire una corsa. sarà per il superlavoro al quale si sottopongono o per mancanza di testa o solo per il caso?
per quanto riguarda l'etica del trail sono sempre più convinta che debba essere sempre e fermamente difesa.
teniamo questo sport lontano da contaminazioni e riusciremo a mantenerne viva la passione. se dovessimo trasformarlo in qualcosa di più professionistico perderemmo sicuramente buona parte dei nostri corridori.
questo argomento è fonte di discussioni in seno alla nostra organizzazione ormai da qualche giorno e devo dire che ci troviamo tutti d'accordo.
per contro c'è sempre la preoccupazione di trovarsi in difficoltà con gli improvvisati della domenica, ai quali non si può negare di partecipare alle corse e che non sono "controllabili" in precedenza, ma che hanno bisogno di informazioni corrette e costanti su quanto vanno ad affrontare. bisogna "insegnare" che il materiale obbligatorio non è un vezzo, ma una necessità per chi corre, che se ti trovi a 2500 metri di notte con il vento anche se ci sono 10 gradi sopra lo zero, fa freddo e con la stanchezza può sopravvenire un'ipotermia. oppure se ti storti una caviglia e sei in cima ad un colle di notte se non hai la benda elastica, non scendi neanche col pensiero. e se non hai due pile frontali con le batterie di ricambio potresti rimanere al buio, anche se conti di arrivare con la luce....perchè una si può rompere e l'altra rimanere a batterie scariche.
sono queste le cose che dobbiamo trasmettere, non le tabelle di allenamento, che sono si importanti, ma durante una corsa di 100km te le scordi.
ciao
per partecipare ad un trail è necessaria un'adeguata preparazione, non c'è dubbio. non ci si può improvvisare corridori e come alcuni hanno fatto notare, può essere pericoloso non solo per se stessi, ma anche per gli eventuali soccorritori. come organizzatrice del GRAN TRAIL VALDIGNE e dell'UTMB e CCC mi auspico che tutti siano sufficientemente preparati a corse di lunga durata e che siano attrezzati in modo adeguato.
il mio intervento era invece nato come riflessione sulla questione allenamenti. forse non sono stata capace di esprimere il mio pensiero in modo comprensibile e mi dispiace.
per meglio spiegarmi vi porto la mia personale esperienza:
ho terminato la CCC (prima corsa fatta in vita mia) con gran calma e sicuramente al di sotto delle mie possibilità in 23 ore. questo per me è sufficiente. quest'anno parteciperò ancora e non punto a un risultato migliore. sono fatta così. per prepararmi alla corsa mi sono allenata, ma senza stare a guardare tempi, ripetute, salite e discese o quant'altro. forse sono privilegiata perchè abitando a courmayeur ogni volta che esco di casa sono costretta a correre in montagna con relativi dislivelli..
ho passato due mesi di totale inattività durante la primavera 2007 (maggio e giugno) per un incidente che mi ha messo fuori uso un piede. ho ripreso ad andare a camminare a luglio con grandi difficoltà per il poco tempo (il 13 c'era la prima del Valdigne e finita quella c'era l'UTMB da preparare) e sostanzialmente andavo via solo una volta alla settimana cercando di stare fuori almeno 5 ore. tutto qui.
la mia domanda è questa: sono necessarie tabelle per fare corse di questo genere o è solo una questione di resistenza?
molte volte vedo corridori che si allenano costantemente e con metodo che non riescono a finire una corsa. sarà per il superlavoro al quale si sottopongono o per mancanza di testa o solo per il caso?
per quanto riguarda l'etica del trail sono sempre più convinta che debba essere sempre e fermamente difesa.
teniamo questo sport lontano da contaminazioni e riusciremo a mantenerne viva la passione. se dovessimo trasformarlo in qualcosa di più professionistico perderemmo sicuramente buona parte dei nostri corridori.
questo argomento è fonte di discussioni in seno alla nostra organizzazione ormai da qualche giorno e devo dire che ci troviamo tutti d'accordo.
per contro c'è sempre la preoccupazione di trovarsi in difficoltà con gli improvvisati della domenica, ai quali non si può negare di partecipare alle corse e che non sono "controllabili" in precedenza, ma che hanno bisogno di informazioni corrette e costanti su quanto vanno ad affrontare. bisogna "insegnare" che il materiale obbligatorio non è un vezzo, ma una necessità per chi corre, che se ti trovi a 2500 metri di notte con il vento anche se ci sono 10 gradi sopra lo zero, fa freddo e con la stanchezza può sopravvenire un'ipotermia. oppure se ti storti una caviglia e sei in cima ad un colle di notte se non hai la benda elastica, non scendi neanche col pensiero. e se non hai due pile frontali con le batterie di ricambio potresti rimanere al buio, anche se conti di arrivare con la luce....perchè una si può rompere e l'altra rimanere a batterie scariche.
sono queste le cose che dobbiamo trasmettere, non le tabelle di allenamento, che sono si importanti, ma durante una corsa di 100km te le scordi.
ciao
Bravo Antani il titolo mi piace continuiamo di qua....
Inanzitutto riprendo un concetto espresso da Giulio che mi pace molto i Trail non sono una questone di eroismo paramilitare ma sono a mio parere una bellissima attvità sportiva, credo anchio che certi atteggiamenti eroici oltre che piuttosto ridicoli siano anche pericolosi se uno non ce la fa o pensa anche solo di non farcela arriva ad un ristoro e si ritira, in certe manifestazoni si parla proprio di uscite controllate predisposte dagli organizzatori, meglio sfruttarle se necessario piuttosto che trovarsi stremati in qualche punto del percorso difficilmente raggiungibile dove poi un semplice ritiro si trasforma in una missione di soccorso complicata e magari anche pericolosa.
Quanto al concetto espresso da Olaf secondo il quale i trail e gli ultra trail in particolare siano la naturale evoluzone delle sky race ho molti dubbi in proposito prima di tutto perchè ci sono manifestazioni molto vecchie che sono nate come marce di regolarità organizzate spesso dal cai e che adesso chiamiamo trail o sky race ma sono nate sicuramente prima che questi termini si diffondessero, la mitica Camignada ha 36 anni, la Monza-Resegone è nata moltissimi anni fa come marcia di regolarità a squadre di tre adesso è una maratona su strada con finale trail che per motivi di tradizione mantiene la formula cronometrata a squadre di tre inscindibili (si deve fare tutto il percorso assieme). Un'altra cosa fondamentale che differenzia trail e sky race è il concetto di autonomia che nelle sky non esiste e che nel trail è fondamentale. Terza e più importante distinzione i trail non si corrono necessariamente in montagna ma anche su percorsi collinari, lungo spiagge e scogliere alte poche centinaia di metri o nei deserti. Aggiungo che proprio alcune manifestazioni come la "Marathon de sables" o le varie desert cup hanno spinto molto avanti il concetto di autonomia l'organizzazione in pratica mette a disposizione solo le tende per dormire e l'acqua tutto quello che serve ai partecipanti per stare una settimana nel deserto se lo devono portare in spalla per tutta la gara! In pratica una sorta di trek a cronometro che per alcuni è moooolto veloce ma per i più si tratta di provare a tenere 5 km h di media e arrivare in fondo.
Altra questione in alcune manifestazioni tra le più dure non si parla necessariamente di corsa, la "Gore-tex Transalpine run" gara bellissima a tappe attraverso le alpi a cui sogno un giorno di partecipare è praticamente aperta a chunque se la senta; copio e incollo dalla home page : "A piedi sulle Alpi - il GORE-TEX™ Transalpine-Run si rivolge a tutti i corridori che amano la natura, tutti corridori di montagna, maratonete, Nordic walker e tutti escursionisti con ambizione." (certo che un traduttore potevano pure interpellarlo).
Cmq io sto parlando a vanvera dato che ho partecipato solo ad un paio di manifestazioni lascio achi ne sa sicuramente di più e vado a correre che è gia tardi ciao a tutti.
Inanzitutto riprendo un concetto espresso da Giulio che mi pace molto i Trail non sono una questone di eroismo paramilitare ma sono a mio parere una bellissima attvità sportiva, credo anchio che certi atteggiamenti eroici oltre che piuttosto ridicoli siano anche pericolosi se uno non ce la fa o pensa anche solo di non farcela arriva ad un ristoro e si ritira, in certe manifestazoni si parla proprio di uscite controllate predisposte dagli organizzatori, meglio sfruttarle se necessario piuttosto che trovarsi stremati in qualche punto del percorso difficilmente raggiungibile dove poi un semplice ritiro si trasforma in una missione di soccorso complicata e magari anche pericolosa.
Quanto al concetto espresso da Olaf secondo il quale i trail e gli ultra trail in particolare siano la naturale evoluzone delle sky race ho molti dubbi in proposito prima di tutto perchè ci sono manifestazioni molto vecchie che sono nate come marce di regolarità organizzate spesso dal cai e che adesso chiamiamo trail o sky race ma sono nate sicuramente prima che questi termini si diffondessero, la mitica Camignada ha 36 anni, la Monza-Resegone è nata moltissimi anni fa come marcia di regolarità a squadre di tre adesso è una maratona su strada con finale trail che per motivi di tradizione mantiene la formula cronometrata a squadre di tre inscindibili (si deve fare tutto il percorso assieme). Un'altra cosa fondamentale che differenzia trail e sky race è il concetto di autonomia che nelle sky non esiste e che nel trail è fondamentale. Terza e più importante distinzione i trail non si corrono necessariamente in montagna ma anche su percorsi collinari, lungo spiagge e scogliere alte poche centinaia di metri o nei deserti. Aggiungo che proprio alcune manifestazioni come la "Marathon de sables" o le varie desert cup hanno spinto molto avanti il concetto di autonomia l'organizzazione in pratica mette a disposizione solo le tende per dormire e l'acqua tutto quello che serve ai partecipanti per stare una settimana nel deserto se lo devono portare in spalla per tutta la gara! In pratica una sorta di trek a cronometro che per alcuni è moooolto veloce ma per i più si tratta di provare a tenere 5 km h di media e arrivare in fondo.
Altra questione in alcune manifestazioni tra le più dure non si parla necessariamente di corsa, la "Gore-tex Transalpine run" gara bellissima a tappe attraverso le alpi a cui sogno un giorno di partecipare è praticamente aperta a chunque se la senta; copio e incollo dalla home page : "A piedi sulle Alpi - il GORE-TEX™ Transalpine-Run si rivolge a tutti i corridori che amano la natura, tutti corridori di montagna, maratonete, Nordic walker e tutti escursionisti con ambizione." (certo che un traduttore potevano pure interpellarlo).
Cmq io sto parlando a vanvera dato che ho partecipato solo ad un paio di manifestazioni lascio achi ne sa sicuramente di più e vado a correre che è gia tardi ciao a tutti.
The real purpose of running isn't to win a race; it's to test the limits of the human heart
- Bill Bowerman
- Bill Bowerman
Veloce che sono di passaggio.........................
Ottimo Antani per il topic.
Leggendo tutti gli interventi mi ritrovo in molti dei vostri spunti.
Vediamo un pò.................
Corretta l'idea di Giulio sull'affrontare una prova come la Cro possibilmente senza esperienze pregresse di gare corte tipo skyrace o simili.
Nelle skyrace l'aspetto agonistico è senza dubbio più sentito e il parteciparvi in preparazione ad un ultratrail può in qualche modo "contaminare" il sentimento con il quale ci si avvicina a una prova del genere.
Resta però il fatto, come dice Olaf (e come penso io) che si tratta pur sempre di gare.
E questa è secondo me la chiave di volta del tutto.
Un trail lungo và preparato, sul come ne possiamo discutere, ma va preparato con allenamenti impegnativi sia dal punto di vista fisico che mentale.
Magari per molti di voi è sufficiente un mese di preparazione, per me, che sono anche un pò esigente ci vuole molto di più
Si tratta pru sempre di correre/camminare 100km in meno di trenta ore. Cioè quello che un normale escursionista ben allenato copre in 3/4 giorni.
I cancelletti, la classifica, un pò di sano agonismo, un bel tifo sono quei "valori aggiunti" che permettono di dare di più, sia durante i mesi di allenamneto, sia durante la gara.
Francamente le Non-competitive simili emozioni non le danno.
Quindi il parallelo ultratrail
non-competitive/randonee ciclistiche mi sembra poco azzeccato.
Mi piace invece il parallelo ultratrail
triathlon ironman.
Anche nell'ironman è necessaria una preparazione attenta e, come nelle più blasonate ultratrail, sono migliaia gli atleti che si cimentano nella gara con l'unico fine di arrivare al termine.
Due brevi note poi scappo davvero.
Sulla preparazione di un ultra anche a me sorge il dubbio che, forse, si potrebbe puntare SOLO su dei lunghi in montagna e nient'altro.............
Discutiamone.
Non sono d'accordo sul parallelismo ultratrail
escursionismo sportivo.
Come già detto per me sono gare. l'escursionismo sportivo lo faccio durante i lunghi di preparazione e per mè è anche un modo di andare per monti
A voi, ciao....................
Ottimo Antani per il topic.
Alessandra tranquilla. Questo argomento è molto interessante e vedrai, nessuna polemica, anzi..........
credo di aver sollevato un argomento fonte di polemica e mi dispiace.
Leggendo tutti gli interventi mi ritrovo in molti dei vostri spunti.
Vediamo un pò.................
Corretta l'idea di Giulio sull'affrontare una prova come la Cro possibilmente senza esperienze pregresse di gare corte tipo skyrace o simili.
Nelle skyrace l'aspetto agonistico è senza dubbio più sentito e il parteciparvi in preparazione ad un ultratrail può in qualche modo "contaminare" il sentimento con il quale ci si avvicina a una prova del genere.
Resta però il fatto, come dice Olaf (e come penso io) che si tratta pur sempre di gare.
E questa è secondo me la chiave di volta del tutto.
Un trail lungo và preparato, sul come ne possiamo discutere, ma va preparato con allenamenti impegnativi sia dal punto di vista fisico che mentale.
Magari per molti di voi è sufficiente un mese di preparazione, per me, che sono anche un pò esigente ci vuole molto di più

Si tratta pru sempre di correre/camminare 100km in meno di trenta ore. Cioè quello che un normale escursionista ben allenato copre in 3/4 giorni.
I cancelletti, la classifica, un pò di sano agonismo, un bel tifo sono quei "valori aggiunti" che permettono di dare di più, sia durante i mesi di allenamneto, sia durante la gara.
Francamente le Non-competitive simili emozioni non le danno.
Quindi il parallelo ultratrail

Mi piace invece il parallelo ultratrail

Anche nell'ironman è necessaria una preparazione attenta e, come nelle più blasonate ultratrail, sono migliaia gli atleti che si cimentano nella gara con l'unico fine di arrivare al termine.
Due brevi note poi scappo davvero.
Sulla preparazione di un ultra anche a me sorge il dubbio che, forse, si potrebbe puntare SOLO su dei lunghi in montagna e nient'altro.............
Discutiamone.
Non sono d'accordo sul parallelismo ultratrail

Come già detto per me sono gare. l'escursionismo sportivo lo faccio durante i lunghi di preparazione e per mè è anche un modo di andare per monti

A voi, ciao....................
Belin !
[align=justify]Sicuramente, come giusto che sia, ognuno ha un proprio modo di interpretare lo sport, questo è evidente, c'è chi ha la competizione nel sangue e chi invece ama lo sport come momento di divertimento, di scarico mentale, per fare amicizie, per fare un'esperienza unica.granpasso wrote:Veloce che sono di passaggio.........................
Ottimo Antani per il topic.Alessandra tranquilla. Questo argomento è molto interessante e vedrai, nessuna polemica, anzi..........
credo di aver sollevato un argomento fonte di polemica e mi dispiace.
Leggendo tutti gli interventi mi ritrovo in molti dei vostri spunti.
Vediamo un pò.................
Corretta l'idea di Giulio sull'affrontare una prova come la Cro possibilmente senza esperienze pregresse di gare corte tipo skyrace o simili.
Nelle skyrace l'aspetto agonistico è senza dubbio più sentito e il parteciparvi in preparazione ad un ultratrail può in qualche modo "contaminare" il sentimento con il quale ci si avvicina a una prova del genere.
Resta però il fatto, come dice Olaf (e come penso io) che si tratta pur sempre di gare.
E questa è secondo me la chiave di volta del tutto.
Un trail lungo và preparato, sul come ne possiamo discutere, ma va preparato con allenamenti impegnativi sia dal punto di vista fisico che mentale.
Magari per molti di voi è sufficiente un mese di preparazione, per me, che sono anche un pò esigente ci vuole molto di più![]()
Si tratta pru sempre di correre/camminare 100km in meno di trenta ore. Cioè quello che un normale escursionista ben allenato copre in 3/4 giorni.
I cancelletti, la classifica, un pò di sano agonismo, un bel tifo sono quei "valori aggiunti" che permettono di dare di più, sia durante i mesi di allenamneto, sia durante la gara.
Francamente le Non-competitive simili emozioni non le danno.
Quindi il parallelo ultratrailnon-competitive/randonee ciclistiche mi sembra poco azzeccato.
Mi piace invece il parallelo ultratrailtriathlon ironman.
Anche nell'ironman è necessaria una preparazione attenta e, come nelle più blasonate ultratrail, sono migliaia gli atleti che si cimentano nella gara con l'unico fine di arrivare al termine.
Due brevi note poi scappo davvero.
Sulla preparazione di un ultra anche a me sorge il dubbio che, forse, si potrebbe puntare SOLO su dei lunghi in montagna e nient'altro.............
Discutiamone.
Non sono d'accordo sul parallelismo ultratrailescursionismo sportivo.
Come già detto per me sono gare. l'escursionismo sportivo lo faccio durante i lunghi di preparazione e per mè è anche un modo di andare per monti![]()
A voi, ciao....................
Naturalmente ognuno è libero di fare ciò che vuole.
Però ci tengo a sottolineare che il fatto che molti escursionisti si stiano avvicinando al Trail, non sono certo io a dirlo, lo dimostrano i numeri dei partecipanti a manifestazioni come UTMB, non credo che siano tutti ex skyrunner o ex maratoneti.
Inoltre non credo che ci sia da scandalizzarsi nel paragonare una randonee, ad esempio la Parigi-Brest-Parigi, ad un trail, infatti anche nelle randonee c'è chi tira dal primo all'ultimo metro, chi si prepara metodicamente e chi si gusta il paesaggio e magari al traguardo arriva dopo il tempo massimo.
I Francesi che normalmente non amo particolarmente


Speravo e spero ancora di trovare nel mondo dei Trail, qualcosa di diverso, che lasci spazio sia chi vuole competere con l'amico di turno e sia a chi vuole mettersi alla prova nel realizzare qualcosa che magari sembra impossibile, praticando dell'escursionismo sportivo in compagnia di tanta gente con punti di ristoro e un percorso tracciato a prova di stupido, magari con un numeretto che consenta una rapida identificazione in caso di necessità...
Buona serata a tutti agonisti ed escursionisti

[/align]
Certo questo si trova sicuramente ma come nelle Gran fondo, nelle Maratone oppure negli Ironman. C'è spazio per tutti, ognuno può viverla come meglio crede...................
Speravo e spero ancora di trovare nel mondo dei Trail, qualcosa di diverso, che lasci spazio sia chi vuole competere con l'amico di turno e sia a chi vuole mettersi alla prova nel realizzare qualcosa che magari sembra impossibile,
Questa cosa invece non la capisco. Messa così sembrerebbe che partecipano agli ultratrail tutti quelli che non sono buoni ad andare per monti da soli. Ripeto sembrerebbe. In realtà io sono convinto del contrario. E cioè che per partecipare ad un ultratrail divertendosi, l'ambiente montagna, un pochino bisogna conoscerlo.
praticando dell'escursionismo sportivo in compagnia di tanta gente con punti di ristoro e un percorso tracciato a prova di stupido, magari con un numeretto che consenta una rapida identificazione in caso di necessità...
Belin !
Probabilmente non mi sono spiegato, non è facile solo scrivendo e cercando di sintetizzare al massimo...granpasso wrote:[
Questa cosa invece non la capisco. Messa così sembrerebbe che partecipano agli ultratrail tutti quelli che non sono buoni ad andare per monti da soli. Ripeto sembrerebbe. In realtà io sono convinto del contrario. E cioè che per partecipare ad un ultratrail divertendosi, l'ambiente montagna, un pochino bisogna conoscerlo.

Facciamo un esempio:
Io mi ritengo un escursionista sportivo, nel senso che ho una minima conoscenza della montagna e spero di raggiungere, ma sarà da verificare, una preparazione fisica adeguata per sostenere sforzi di lunga durata 20 ore e più...che mi permetta di concludere un ultra Trail.
Quindi anche io ritengo che la preparazione sia necessaria, ma ritengo che il mondo dell'escursionismo abbia trovato una nuova sfida e che molti escursionisti che sanno andare per monti, vogliano ora misurarsi su distanze e dislivelli più impegnativi, però in tutta sicurezza, magari con il supporto dei punti di ristoro per poter viaggiare più leggeri, allenandosi per migliorare la tenuta, la velocità di ascesa ecc...ecc....
Lungi da me, sperare che a manifestazioni di questo tipo possa partecipare gente che non ha preparazione adeguata al tipo di sforzo, la sicurezza prima di tutto.
Naturalmente come premesso più volte, essendo neofita, io sono l'ultima persona che può dare giudizi o consigli, mi baso solo sulle motivazioni che mi hanno spinto ad affiancare alle mie escursioni solitarie, una manifestazione in compagnia, probabilmente quando avrò portato a termine un vero trail avrò le idee più chiare.

Però non vorrei che la discussione morisse perchè secondo mè non abbiamo ancora raggiunto il nocciolo della questione.
Faccio due/tre domande e vediamo cosa esce.
Questo spirito trail di cui molti (tutti?
) parlano è veramente un sentimento che accomuna TUTTI i partecipanti ad un ultratrail o rappresenta solo una parte, magari quella che si fa più sentire (forum, siti web, comizi, articoli, ecc.....)
Se le ultratrail fossero tutte delle Noncompetitive vi parteciperebbe lo stesso numero di atleti. La motivazione e la preparazione (che immagino e spero ora siano adeguate allo sforzo da affrontare) sarebbero identiche. ?
Quanto le ultratrail sono legate ai media ? Agli sponsor ? Se ci fose egual interesse per una serie di Noncompetitive avremmo li stessi numeri. Lo stesso sviluppo ?
Tanto per fare un esempio se sfogliamo il web scopriamo che ogni organizzazione presenta il proprio trail in maniera diversa.
C'è chi parla di extremerace e chi invece presenta la gara come una bella scampagnata tra amici. Allora mi domando se questa idea del trail abbia un vero fondamento o nasca anche da esigenze diverse.
Voi che dite ?
Faccio due/tre domande e vediamo cosa esce.
Questo spirito trail di cui molti (tutti?

Se le ultratrail fossero tutte delle Noncompetitive vi parteciperebbe lo stesso numero di atleti. La motivazione e la preparazione (che immagino e spero ora siano adeguate allo sforzo da affrontare) sarebbero identiche. ?
Quanto le ultratrail sono legate ai media ? Agli sponsor ? Se ci fose egual interesse per una serie di Noncompetitive avremmo li stessi numeri. Lo stesso sviluppo ?
Tanto per fare un esempio se sfogliamo il web scopriamo che ogni organizzazione presenta il proprio trail in maniera diversa.
C'è chi parla di extremerace e chi invece presenta la gara come una bella scampagnata tra amici. Allora mi domando se questa idea del trail abbia un vero fondamento o nasca anche da esigenze diverse.
Voi che dite ?
Belin !
Vorrei comunque sottolineare che le mie sono domande vere.
Cerco di riassumere in pochissime parole il mio sentimento "trail", che poi sia gara con il tempo, con gli altri, con se stessi, lunga passeggiata poco importa.
Quando ho inziato ad allenarmi per la Cro Magnon mi sono detto:
"Vada come vada ma non farò quel che posso ma più che posso". Il resto è storia di tutti i giorni.
Le porte di Pietra che sono l'unico trail lungo che ho portato a termine hanno uno sviluppo che un normale escursionista ben allenato copre in tre giorni.
Non c'è alcun punto di ristoro ma solo 5 rifornimenti acqua e poca assistenza lungo il percorso. Bisogna portarsi dietro tutto e i cancelletti sono piuttosto stretti.
Tempo limite 15 ore.
La Rigantoca è una Noncompetitiva che si svolge nelle stesse zone. Ha lo stesso tempo limite e una quantità notevole di ristori ben forniti con moltissima assistenza lungo il percorso, solo che è di 43km.
Secondo me ci vuole una bella differenza di "grinta" a seconda della prova che si sceglie di affrontare...............
Cerco di riassumere in pochissime parole il mio sentimento "trail", che poi sia gara con il tempo, con gli altri, con se stessi, lunga passeggiata poco importa.
Quando ho inziato ad allenarmi per la Cro Magnon mi sono detto:
"Vada come vada ma non farò quel che posso ma più che posso". Il resto è storia di tutti i giorni.
riporto questo passo di Mauri non per fare polemica ma solo per una precisazione.
però in tutta sicurezza, magari con il supporto dei punti di ristoro per poter viaggiare più leggeri, allenandosi per migliorare la tenuta, la velocità di ascesa ecc...ecc....
Le porte di Pietra che sono l'unico trail lungo che ho portato a termine hanno uno sviluppo che un normale escursionista ben allenato copre in tre giorni.
Non c'è alcun punto di ristoro ma solo 5 rifornimenti acqua e poca assistenza lungo il percorso. Bisogna portarsi dietro tutto e i cancelletti sono piuttosto stretti.
Tempo limite 15 ore.
La Rigantoca è una Noncompetitiva che si svolge nelle stesse zone. Ha lo stesso tempo limite e una quantità notevole di ristori ben forniti con moltissima assistenza lungo il percorso, solo che è di 43km.
Secondo me ci vuole una bella differenza di "grinta" a seconda della prova che si sceglie di affrontare...............
Belin !
Ciao Granpasso, giuro che non chiamo più i Trail, escursionismo sportivogranpasso wrote:Vorrei comunque sottolineare che le mie sono domande vere.
Cerco di riassumere in pochissime parole il mio sentimento "trail", che poi sia gara con il tempo, con gli altri, con se stessi, lunga passeggiata poco importa.
Quando ho inziato ad allenarmi per la Cro Magnon mi sono detto:
"Vada come vada ma non farò quel che posso ma più che posso". Il resto è storia di tutti i giorni.
riporto questo passo di Mauri non per fare polemica ma solo per una precisazione.
però in tutta sicurezza, magari con il supporto dei punti di ristoro per poter viaggiare più leggeri, allenandosi per migliorare la tenuta, la velocità di ascesa ecc...ecc....
Le porte di Pietra che sono l'unico trail lungo che ho portato a termine hanno uno sviluppo che un normale escursionista ben allenato copre in tre giorni.
Non c'è alcun punto di ristoro ma solo 5 rifornimenti acqua e poca assistenza lungo il percorso. Bisogna portarsi dietro tutto e i cancelletti sono piuttosto stretti.
Tempo limite 15 ore.
La Rigantoca è una Noncompetitiva che si svolge nelle stesse zone. Ha lo stesso tempo limite e una quantità notevole di ristori ben forniti con moltissima assistenza lungo il percorso, solo che è di 43km.
Secondo me ci vuole una bella differenza di "grinta" a seconda della prova che si sceglie di affrontare...............


mi fa piacere capire meglio che cos'è un Trail, anche per evitare di sottovalutarlo, diciamo che mi ero fatto un'idea forse un po' troppo semplice leggendo qua e la, anche su blog francesi, ora dopo questo confronto qualche dubbio in più mi è venuto.. come dicono in Piemonte "speruma bin....".


Complimenti per la gara di ieri.
Ti elenco un pò di tempi massimi che per me sono significativi
Porte di Pietra: 70k. 4000mt.15h
Lavaredo Ultratrail: 53km. 3300mt. 10h
Gran trail Rensen: 70k.4000mt. 20h
Trail Rensen: 35k. 1800mt. 12h
Trofeo Kima (skymarathon in quota con tratti di nevaio e ferrata, sentiero Roma): 48km. 3650mt. 10h
Come vedi ci sono delle belle differenze............................
Porte di Pietra: 70k. 4000mt.15h
Lavaredo Ultratrail: 53km. 3300mt. 10h
Gran trail Rensen: 70k.4000mt. 20h
Trail Rensen: 35k. 1800mt. 12h
Trofeo Kima (skymarathon in quota con tratti di nevaio e ferrata, sentiero Roma): 48km. 3650mt. 10h
Come vedi ci sono delle belle differenze............................
Belin !
Mi sà che è un percorso veloce..............
Guarda un pò questo video..........
http://www.gsamissaglia.it/trofeo04HIGH.wmv
Guarda un pò questo video..........
http://www.gsamissaglia.it/trofeo04HIGH.wmv
Belin !
Bello, rende l'idea....granpasso wrote:Mi sà che è un percorso veloce..............
Guarda un pò questo video..........
http://www.gsamissaglia.it/trofeo04HIGH.wmv
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Le porte di Pietra che sono l'unico trail lungo che ho portato a termine hanno uno sviluppo che un normale escursionista ben allenato copre in tre giorni.
Non c'è alcun punto di ristoro ma solo 5 rifornimenti acqua e poca assistenza lungo il percorso. Bisogna portarsi dietro tutto e i cancelletti sono piuttosto stretti.
Tempo limite 15 ore.
La Rigantoca è una Noncompetitiva che si svolge nelle stesse zone. Ha lo stesso tempo limite e una quantità notevole di ristori ben forniti con moltissima assistenza lungo il percorso, solo che è di 43km.
Secondo me ci vuole una bella differenza di "grinta" a seconda della prova che si sceglie di affrontare...............[/quote]
sono d'accordo con te: c'è una bella differenza tra trail in totale autosufficienza e quelli in semi-autosufficienza, che non dovrebbero avere punti di ristoro troppo frequenti e a poca distanza uno dall'altro.
per quanto riguarda i tempi massimi concessi trovo che alcuni (tra cui le porte di pietra) siano effettivamente troppo stretti questa però è una scelta fatta dall'organizzazione ed è un modo anche per evitare, essendo un trail in totale autosufficienza, di avere trailers fai da te che potrebbero non saper gestire la corsa in modo adeguato.
questo mio punto di vista è puramente da organizzatore, mentre se devo guardarlo da corridore.... non è la mia corsa.
Le porte di Pietra che sono l'unico trail lungo che ho portato a termine hanno uno sviluppo che un normale escursionista ben allenato copre in tre giorni.
Non c'è alcun punto di ristoro ma solo 5 rifornimenti acqua e poca assistenza lungo il percorso. Bisogna portarsi dietro tutto e i cancelletti sono piuttosto stretti.
Tempo limite 15 ore.
La Rigantoca è una Noncompetitiva che si svolge nelle stesse zone. Ha lo stesso tempo limite e una quantità notevole di ristori ben forniti con moltissima assistenza lungo il percorso, solo che è di 43km.
Secondo me ci vuole una bella differenza di "grinta" a seconda della prova che si sceglie di affrontare...............[/quote]
sono d'accordo con te: c'è una bella differenza tra trail in totale autosufficienza e quelli in semi-autosufficienza, che non dovrebbero avere punti di ristoro troppo frequenti e a poca distanza uno dall'altro.
per quanto riguarda i tempi massimi concessi trovo che alcuni (tra cui le porte di pietra) siano effettivamente troppo stretti questa però è una scelta fatta dall'organizzazione ed è un modo anche per evitare, essendo un trail in totale autosufficienza, di avere trailers fai da te che potrebbero non saper gestire la corsa in modo adeguato.
questo mio punto di vista è puramente da organizzatore, mentre se devo guardarlo da corridore.... non è la mia corsa.

Forse esistono già definizioni precise di trail, ultratrail e skyrace, ma per come la capisco io, prima di tutto le skyrace e skymarathon hanno come caratteristica fondamentale quella di essere più "vicine allo sky", cioè ad alta quota. Credo che sotto i 2000 metri non si possa parlare di skyrace. Poi credo che nei trail non siano previste difficoltà alpinistiche, possibili invece nelle skyrace. Credo che siano diversi i cancelli orari, più severi nelle skyrace, che di conseguenza sono frequentate da corridori più veloci (non necessariamente migliori, però, nelle prove lunghissime, anzi). Poi c'è la questione dei premi, che però non conta dal punto di vista strettamente tecnico. Detto questo, credo di capire che Kima e Grigne siano classificabili come skyrace.granpasso wrote:Una domanda flash............
Secodno voi il trofeo Kima o il sentiero delle Grigne sono skyrace o ultratrail ?
P.S. I confini però non sono sempre chiari: p.e. i cancelli orari, come già scritto da granpasso, possono essere severi anche nelle ultratrail. Le 26 ore della CCC di quest'anno (97 km con notte obbligatoria - e di notte si va più lenti -) sono assai più severe delle 30 ore del Cromagnon (103 km, ma con partenza alle 5 del mattino, quindi con tutta la luce del giorno disponibile). Ma, almeno per queste distanze, è evidente che si parla di ultratrail e non di skymarathon.
M
Un po' in ritardo provo a rispondere. In un certo senso praticavo i trail da solo già da ragazzino, così come le skyrace. Quando viene naturale camminare veloci in montagna e magari si è un po' veloci viene voglia di confrontarsi col cronometro, così in val d'Aosta avevo i miei primati personali sul percorso Dolonne-Chetif (skyrace?! vertcal Km abbondante?), oppure i concatenamenti da 3-4000 m di dislivello (Testa Licony - Testa Della Tronche e alcuni colli fino al Malatrà).granpasso wrote: Leggendo tutti gli interventi mi ritrovo in molti dei vostri spunti.
Vediamo un pò.................
Corretta l'idea di Giulio sull'affrontare una prova come la Cro possibilmente senza esperienze pregresse di gare corte tipo skyrace o simili.
Nelle skyrace l'aspetto agonistico è senza dubbio più sentito e il parteciparvi in preparazione ad un ultratrail può in qualche modo "contaminare" il sentimento con il quale ci si avvicina a una prova del genere.
Resta però il fatto, come dice Olaf (e come penso io) che si tratta pur sempre di gare.
E questa è secondo me la chiave di volta del tutto.
Un trail lungo và preparato, sul come ne possiamo discutere, ma va preparato con allenamenti impegnativi sia dal punto di vista fisico che mentale.
Magari per molti di voi è sufficiente un mese di preparazione, per me, che sono anche un pò esigente ci vuole molto di più![]()
Si tratta pru sempre di correre/camminare 100km in meno di trenta ore. Cioè quello che un normale escursionista ben allenato copre in 3/4 giorni.
I cancelletti, la classifica, un pò di sano agonismo, un bel tifo sono quei "valori aggiunti" che permettono di dare di più, sia durante i mesi di allenamneto, sia durante la gara.
Francamente le Non-competitive simili emozioni non le danno.
Quindi il parallelo ultratrailnon-competitive/randonee ciclistiche mi sembra poco azzeccato.
Mi piace invece il parallelo ultratrailtriathlon ironman.
Anche nell'ironman è necessaria una preparazione attenta e, come nelle più blasonate ultratrail, sono migliaia gli atleti che si cimentano nella gara con l'unico fine di arrivare al termine.
Due brevi note poi scappo davvero.
Sulla preparazione di un ultra anche a me sorge il dubbio che, forse, si potrebbe puntare SOLO su dei lunghi in montagna e nient'altro.............
Discutiamone.
Non sono d'accordo sul parallelismo ultratrailescursionismo sportivo.
Come già detto per me sono gare. l'escursionismo sportivo lo faccio durante i lunghi di preparazione e per mè è anche un modo di andare per monti![]()
A voi, ciao....................
Quando, due anni fa un collega della scuola in cui lavoravo allora mi ha parlato del Cro Magnon mi è cominciata a venir voglia, ma ero in un periodo di totale mancanza di allenamento. Nell'estate del 2006 ho ripreso a correre per trovarmi in forma una volta giunto in montagna. Incontrare un gruppetto di tedeschi (credo) che a luglio era impegnato nella preparazione dell'UTMB) è stato un ulteriore stimolo. Come prima cosa ho allora preparato una maratona a novembre e poi da cosa è nata cosa e adesso mi alleno 5-6 volte alla settimana. Probabilmente senza lo stimolo agonistico non riuscirei ad allenarmi così, ma forse non è detto, perché in realtà sono uno che fa poche gare e che ama molto andare in montagna anche da solo. Insomma, da un lato un ultratrail mi permette di affrontare con alcune facilitazioni (i rifornimenti, l'assistenza e, di conseguenza, lo zaino leggerissimo) percorsi che in totale autonomia e solitudine non potrei percorrere in velocità, dall'altro è coinvolgente l'aspetto prettamente agonistico, perché, anche se non sono uno con la dipendenza da competizioni, in gara cerco comunque di dare il massimo.
Re: M
Leggendo la tua risposta mi ci ritrovo molto, i primi 25 anni passati a correre per i monti, poi una ventina di anni di sola corsa per i boschi senza velleità agonistiche, a settembre 2007 leggo le imprese di Olmo all'UMTB e mi dico perchè non provare a finire un Trail, così con questo stimolo ho ripreso a faticare, ma con molta soddisfazione, anche se è dura ripartire dopo tanto stop.antani wrote: Un po' in ritardo provo a rispondere. In un certo senso praticavo i trail da solo già da ragazzino, così come le skyrace. Quando viene naturale camminare veloci in montagna e magari si è un po' veloci viene voglia di confrontarsi col cronometro, così in val d'Aosta avevo i miei primati personali sul percorso Dolonne-Chetif (skyrace?! vertcal Km abbondante?), oppure i concatenamenti da 3-4000 m di dislivello (Testa Licony - Testa Della Tronche e alcuni colli fino al Malatrà).
Quando, due anni fa un collega della scuola in cui lavoravo allora mi ha parlato del Cro Magnon mi è cominciata a venir voglia, ma ero in un periodo di totale mancanza di allenamento. Nell'estate del 2006 ho ripreso a correre per trovarmi in forma una volta giunto in montagna. Incontrare un gruppetto di tedeschi (credo) che a luglio era impegnato nella preparazione dell'UTMB) è stato un ulteriore stimolo. Come prima cosa ho allora preparato una maratona a novembre e poi da cosa è nata cosa e adesso mi alleno 5-6 volte alla settimana. Probabilmente senza lo stimolo agonistico non riuscirei ad allenarmi così, ma forse non è detto, perché in realtà sono uno che fa poche gare e che ama molto andare in montagna anche da solo. Insomma, da un lato un ultratrail mi permette di affrontare con alcune facilitazioni (i rifornimenti, l'assistenza e, di conseguenza, lo zaino leggerissimo) percorsi che in totale autonomia e solitudine non potrei percorrere in velocità, dall'altro è coinvolgente l'aspetto prettamente agonistico, perché, anche se non sono uno con la dipendenza da competizioni, in gara cerco comunque di dare il massimo.

Quando sarai stanco e ti mancheranno le forze per continuare, aspetta ad arrenderti, fermati! Non di correre, ma fermati a pensare.
Pensa a tutti qelli che non darebbero un soldo bucato per essere li, pensa a colore che farebbero carte false per essere li e pensa
che sei nel posto in cui, da mesi forse anni, sognavi di essere.
Il tuo unico riferimento è il tempo massimo, il cancello orario successivo, quindi hai tutto il tempo, fino all'ultimo per decidere
cosa fare.
Non stai gareggiando per un posto un classifica(almeno per i più!), non è una sfida con gli altri o con te stesso, stai "solo" cercando di conoscerti
meglio.
Pensa che ovunque tu sia arrivato, se l'hai fatto dando il tuo massimo è comunque un traguardo.
Non potrai comprendere subito i motivi per cui non hai potuto continuare; solo a freddo, esaminando nel complesso allenamenti e gara,
potrai derimere la questione e se riuscirai a capire il perché, sarà un'ulteriore tragurdo raggiunto.
Per noi che sappiamo cosa vuol dire, che ci sia il sole o la pioggia, la neve o il vento, che tu percorra tutta la distanza del
programma oppure no, contiamo "solo" sul fatto che tu possa arrivare, arivare a scoprire aspetti di te che prima non sapevi ti appartenessero.
A tutti i partecipanti al Cro e non solo, il mio più sincero e sviscerato...bon courage
Pensa a tutti qelli che non darebbero un soldo bucato per essere li, pensa a colore che farebbero carte false per essere li e pensa
che sei nel posto in cui, da mesi forse anni, sognavi di essere.
Il tuo unico riferimento è il tempo massimo, il cancello orario successivo, quindi hai tutto il tempo, fino all'ultimo per decidere
cosa fare.
Non stai gareggiando per un posto un classifica(almeno per i più!), non è una sfida con gli altri o con te stesso, stai "solo" cercando di conoscerti
meglio.
Pensa che ovunque tu sia arrivato, se l'hai fatto dando il tuo massimo è comunque un traguardo.
Non potrai comprendere subito i motivi per cui non hai potuto continuare; solo a freddo, esaminando nel complesso allenamenti e gara,
potrai derimere la questione e se riuscirai a capire il perché, sarà un'ulteriore tragurdo raggiunto.
Per noi che sappiamo cosa vuol dire, che ci sia il sole o la pioggia, la neve o il vento, che tu percorra tutta la distanza del
programma oppure no, contiamo "solo" sul fatto che tu possa arrivare, arivare a scoprire aspetti di te che prima non sapevi ti appartenessero.
A tutti i partecipanti al Cro e non solo, il mio più sincero e sviscerato...bon courage
superare gli altri è avere la forza, superare se stessi è essere forti (confucio)
Io il più bel complimento l'ho ricevuto da alcuni amici e compagni di corsa, che dopo i soliti "io non lo farei mai", "sei proprio un pazzo", "prima o poi ti farai male..." ecc., in un impeto di sincerità mi hanno detto "ti invidiamo tanto". Questo è stato un bel regalo. Più bello di una medaglia o di una qualificazione. Il solo fatto di finire una gara come il CRO è appagante, per se stessi in primus, e suscita (anche se nascosta) ammirazione. E' bello pensarlo mentre sono 15 ore che si sta correndo, magari è pure notte e fa freddo. Aiuta ad andare avanti.
Riprendo questo intervento di Donald dalla sezione appenninica, topic "Monte Fasce e Cordona" perché mi sembra che, anche se scherzosamente, abbia toccato un problema che riguarda tutti i frequentatori dei sentieri.donald wrote:Alexander ha ragione, i toboga sono scavati dalle moto da trial in salita, ma vista la sempre crescente frequentazione di noi trailer.....mi sa che un bel contributo lo diamo anche noi!!!!![]()
Sulle moto non ho molto da dire, se ne è anche discusso parecchio ( viewtopic.php?t=3769 ) e mi sembra indubitabile che sui sentieri lascino dei bei solchi, anche se i motociclisti rispettosi cercano di limitare al massimo il problema.
I ciclisti credo invece che a volte non si rendano conto di come possono conciare i sentieri, che diventano profondi come trincee. Per fare un esempio vicino, pensate al sentiero in piano dopo le Baracche: i solchi profondissimi non sono stati sicuramente scavati dalle moto, perché in due anni che vado su di lì almeno una volta della settimana a qualsiasi ora del giorno non ne ho mai vista una. Regola fondamentale dovrebbe essere quella di non andare dopo le piogge, quando il terreno è troppo ammorbidito.
Veniamo adesso a chi corre e cammina. Il problema degli "eccessi di traccia" si presenta nelle scorciatoie ripide, specialmente durante o dopo la pioggia. Credo che prima di tagliare un sentiero sia sempre bene chiedersi se non si rischia di lasciare un'impronta troppo marcata del proprio passaggio, soprattutto, se il terreno si presenta fangoso.
Faccio notare che il problema esiste ed è sentito con un esempio in qualche modo "prestigioso". In Val Ferret, sul sentiero per il rifugio Elena (cioè l'inizio della salita del Col Ferret, che sarà percorsa da CCC e UTMB), alcune scorciatoie sono state chiuse con dei pali di legno (delle specie di sottili e basse ringhiere, per intenderci), segno che il passaggio ripetuto di escursionisti e trailer stava degradando il terreno.
Sembra un problema da poco e certamente lo è rispetto allo scioglimento dei ghiacciai, ma anche le piccole cose contano.
Infine un'annotazione tecnica per i trailer: se si corre bene in discesa si limita l'impatto, perché invece di toccare il terreno prima con il tallone, si atterra direttamente con la pianta intera: in questo modo aumentano la superficie di appoggio e l'aderenza e, di conseguenza, il solco è meno profondo nel punto d'impatto e, se il terreno è fangoso, l'eventuale scivolata non sarà un segno di ruspa, ma solamente una leggera pressione. Insomma, se scendiamo bene, con le scarpette lasceremo meno impronte che con gli scarponi!